Piazza Affari: i migliori ed i peggiori a metà seduta

 Oggi 16 Novembre il mercato è ancora agitato dopo il crollo verticale di ieri sera che ha visto l’indice delle blue-chips italiane eliminare i guadagni precedenti portandosi vicino alla parità. Governo o non Governo Italiano, ancora una volta la causa dei movimenti del listino italiano è da cercare nell’Eurozona, visto che ancora una volta i movimenti dei mercati del Vecchio Continente sono estremamente simili (per non dire identici).

Non fosse infatti per la differenza di orari di contrattazione il Mib sarebbe nient’altro che una replica del Dax (o dell’Eurostoxx se si preferisce) anche se non si esclude che eventi straordinari possono costringere l’indice italiano a percorrere una strada personale amplificando in linea di massima i movimenti generali, sia in positivo che in negativo. Attualmente non è il caso comunque di eventi particolari e lo dimostra il fatto che i range di estensione sono identici a quelli Europei e nessun sovraperforma più di altri consolidando l’idea che l’Europa è ancora estremamente compatta sotto il punto di vista dei Mercati.

Piazza Affari: open negativo dopo triplo massimo, massima allerta

 Grandi vendite anche oggi sul mercato azionario, che dal punto di vista tecnico/grafico perde gran parte della forza accumulata precedentemente con un ribasso che anche se attualmente risulta modesto contribuisce ad arricchire i segnali negativi che si sono sviluppati nelle ultime settimane di trading.

L’open di poco superiore a 16000 punti rientra immediatamente per chiudere il gap con il close di Venerdì scorso andando a disegnare un triplo massimo in un momento delicato per Piazza Affari; se da un lato era atteso un close di un ciclo minore a 2 giorni, dall’altro l’estensione e la velocità con cui il mercato si è mosso non possono non far preoccupare trader sugli immediati sviluppi di Milano che vede in quota 15500 l’ultimo livello statico che separa il tentativo di recupero dal crollo verticale (con l’intermedio che girerebbe definitivamente al ribasso sotto a 15000 circa).

Piazza Affari: close settimanale e livelli di trading

 La chiusura del mercato prossima a quota 15800 restituisce parte dei punti persi al derivato italiano che ora si trova vicino ai livelli di interesse di medio-lungo periodo con una situazione sui grafici più lenti che contrasta però tutte le aspettative di rialzo.

Se sul grafico orario infatti l’idea è che il mercato abbia iniziato il secondo tracy dell’intermedio in corso e si stia portando vicino a quota 16000 per superarla di forza e recuperare punti per la scadenza di Novembre 2011, sul grafico orario e settimanale la situazione resta fortemente critica visti gli swing disegnati e la formazione di compressione dell’ultimo tracy.

Piazza Affari: Venerdì verde sul Mib

 Blue-Chips tutte positive in questo Venerdì 11 Novembre; l’indice di riferimento a Piazza Affari guadagna poco meno del 3% vicino all’apertura di Wall Street, dopo aver sfiorato quota 15750 che ora diventa il livello di interesse valido fino a fine giornata (da controllare quindi in close weekly).

In cima al listino troviamo Banca Popolare di Milano che recupera il 10% dopo la fase di incertezza del settore, seguita da Impregilo al 9.42% di guadagno e Ubi Banca sul terzo gradino del podio a quota 7%. Queste le azioni che nel pomeriggio potrebbero ritracciare il movimento per allinearsi al resto del listino, mentre invece su Fiat Industrial, Eni, Fiat, Mediaset, Exor ed Enel Green Power possiamo aspettarci sorprese nel pomeriggio.

Piazza Affari: il recupero dopo il crollo

 Torna in quota Piazza Affari che ha metà seduta si trova ad aver recuperato poco più del 50% del range di discesa di ieri. Il rialzo del 2.74% non fa’ certo gridare al miracolo e la situazione generale resta esattamente quella di ieri e dei giorni precedenti. Forte negatività quindi fintanto che non verranno recuperati i top relativi a 16000 e superati in close daily, con il settore bancario a fare da supporto indicando l’inizio della ripresa.

Un segnale positivo però arriva ed apre la strada per le view rialziste che fino a ieri sembravano decisamente più lontane; il minimo di questa mattina (coincidente con il bottom della giornata di ieri) segna la fine del primo tracy dell’intermedio in corso e pertanto sempre su quel minimo è iniziato il secondo ciclo settimanale che ora punterà direttamente a quota 16000 per il test di medio periodo.

Piazza Affari: dov’è il problema e perchè l’azionario non deve spaventare

 Il Mercato azionario Italiano (che, non ci stuferemo mai di ricordare, è stato comprato dalla Borsa di Londra) con sede “storica” a Milano, se confrontato con il resto delle Piazze Europee risulta essere niente di più che un “mercatino” visti i volumi in gioco. Un confronto ad esempio con il Dax30, oppure il CAC40 francese sia come orari di apertura (per quanto riguarda i derivati) sia per quanto riguarda i volumi di scambio e le proposte sul book fa’ emergere la situazione estremamente precaria ed il disinteresse generale (e storico) verso Milano.

In sostanza quindi i movimenti di Piazza Affari, si al rialzo, sia al ribasso, sono al 90% correlati con il resto dell’Europa (che fa’ comunque riferimento al Dax30) e non frutto di situazioni particolari, a meno di non rientrare in quel 10% di movimenti assolutamente Italiani.

Piazza Affari: i titoli del giorno a Milano

 Giornata positiva e tutto sommato tranquilla quella di oggi, Martedì 8 Novembre; a Piazza Affari il FTSE-Mib è in guadagno del 2.44% al momento e nonostante il recupero sia incerto l’indice promette di chiudere ben sopra la parità e forse anche al di sopra degli attuali valori; la divergenza con il Dow Jones è risultata essere positiva e la resistenza a 15750 è stata facilmente superata per un ritorno immediato a 16000 punti dove invece passa il livello daily valido in close di giornata.

Al momento a guidare il rally è proprio il settore bancario che totalizza un guadagno di oltre il 3% totale; Intesa SanPaolo in cima alle blue-chips recupera il 5.61% seguita da Unicredit con il 4.55% di guadagno. Ubi Banca infine (+2.79%) completa il “tris” di istituti bancari che nella giornata di oggi saranno sotto strettissima sorveglianza; l’eventuale perdita del supporto a 15750 sull’indice di riferimento italiano infatti invertirebbe le aspettative girando la tendenza al ribasso, e proprio questi tre titoli sono quelli che potrebbero accusare le conseguenze più gravi.

Piazza Affari: direzione rialzista, ma non è per i “rumors”

 Ancora una volta tutte le fonti di informazione Italiane vanno a ricercare il motivo dei movimenti dei mercati (in questo caso positivi) all’interno del Paese stesso; si arriva quindi a dire che il rialzo avuto dopo l’apertura leggermente negativa sia frutto delle probabili dimissioni del Premier Italiano. Una notizia del genere invece, non confermata, potrebbe al massimo “congelare” i mercati fino alla sua conferma o smentita anche se difficilmente il Mib potrebbe restare slegato dal movimento degli altri indici Europei anche in quell’occasione.

La verità è che la nostra Piazza Affari (che, lo ricordiamo, praticamente è stata comprata dalla Borsa di Londra) segue semplicemente il movimento degli altri mercati Europei, che influenza con il movimento di tutti i titoli quotati. La ripresa conferma la ciclicità dell’indice di Bandiera ed i livelli di intervento restano esattamente quelli definiti nell’analisi di ieri che adesso acquistano ancora più importanza visto che derivano proprio dall’analisi ciclica.

Piazza Affari: debole dopo la chiusura del gap

 Il raggiungimento della resistenza intorno a quota 16000 ha avuto l’effetto che ci si aspettava; la chiusura del gap è avvenuta dopo il recupero di quota 15250 che ora diventa il supporto da controllare in close daily mentre il mercato ritraccia lentamente andando a disegnare lo swing ribassista che misurerà l’eventuale discesa.

L’impossibilità di superare i 16000 è data probabilmente da un conteggio ciclico ribassista che costringe a prendere in considerazione seriamente l’ipotesi che non vedremo un recupero di ampio range per un certo periodo; sopra alla resistenza le previsioni invertono per un ritorno oltre 17000 in tempi brevissimi, ma fintato chè il mercato resterà sotto il target resta il minimo di questa ottava vicino a 14750 per poi scendere fino a 14000 che è l’ultima soglia critica pre-crisi al momento.

Piazza Affari: giornata positiva, gap chiuso

 Piazza Affari si avvia al close in territorio positivo, dopo il recupero record di oggi in seguito al crollo di 2 giorni fa’; le probabilità che l’ottava possa chiudere sopra il bottom vicino a 14750 (supporto di lungo periodo) sono buone, ma questo non vuol dire che la paura sul mercato è finita. L’andamento dei rendimenti dei Btp e del differenziale con il Bund tedesco rendono bene l’idea sul periodo che stiamo affrontando e la noncuranza dei richiami da parte dell’Italia sulle richieste dell’Eurotower riguardo le misure anti-crisi peggiora il quadro generale in cui siamo inseriti costringendo a considerare il rialzo attuale come preparazione ad una nuova fase ribassista.

La perdita in close giornaliero di 15500, decisamente improbabile arrivati a questo punto, anticiperà la negatività ad oggi, mentre un close superiore seguito da una chiusura negativa del Dow Jones potrebbe far comparire un nuovo gap in open domani mattina che aumenterebbe la volatilità di breve temporeggiando sull’uscita direzionale.

Piazza Affari: rimbalzo tecnico dopo il crollo

 Il listino di Milano guadagna circa l’1% intorno alle 3 di pomeriggio, avviandosi ad una chiusura “anonima” senza segnali particolari sul grafico orario. Questa è la situazione post-crollo, ed anche se in open una long black candle ha fatto temere il peggio i trader intraday sembrano aver mantenuto la calma puntando al gap da chiudere rimasto aperto tra circa 15600 e 16000 punti.

La giornata di ieri, lo ricordiamo, è una di quelle che fa’ discutere i telegiornali alla sera con titoli che gettano ancora più nel panico gli investitori e confondono le idee; la colpa del ribasso particolarmente accentuato è stata data ad esempio a sviluppi politici in Grecia da qualcuno, mentre altri si sono accaniti sui titoli di Stato ed il loro differenziale con il Bund (che, ricordiamo, è una conseguenza della sfiducia, non la causa). La verità ancora non è chiara ma di certo il sorvegliato speciale resta il settore bancario, vittima negli ultimi anni di diverse accuse sulla trasparenza nell’operato.

Piazza Affari: disastro in open, Mib cede oltre il 5%

 Gap-down di quasi 400 punti e poi discesa per altri 600; questo è l’inizio di Novembre 2011 a Milano, con il FTSE-Mib che cede oltre il 5% in una giornata estremamente rossa. Anche oggi è facile indovinare chi è la zavorra; il settore bancario cede nel complesso quasi il 10%, come Unicredit singolarmente mentre Intesa sorpassa il 13% di perdita in poche ore. Malissimo anche Fiat che cede il 7.43% seguita a ruota da STM con -6.60% e Eni ed Enel stabili intorno al 4% (e forse proprio queste due sono le uniche che nel pomeriggio potrebbero “sorprendere” tornando vicino alla parità).

Piazza Affari: open negativo sul FTSE-Mib, paura sui titoli di Stato Italiani

 Avvio di ottava decisamente negativo a Piazza Affari dove il Mib apre le contrattazioni in gap-down appena al di sotto della soglia critica di 16500 punti per poi scendere verticalmente la seconda ora lasciando sul campo almnoe 250 punti.

La paura di recessione diventa sempre più concreta e l’accostamento che paragona Italia e Grecia spaventa gli investitori di tutto il Mondo; il ritorno dello spread Btp-Bund verso i massimi assoluti è ovviamente la prima conseguenza delle voci sui problemi italiani e nella giornata oggi il differenziale si aggira sopra a quota 400 minacciando di salire ancora, con i rendimenti dei BTP arrivati oltre il 6%.

Piazza Affari: arriva il ritracciamento, debole il bancario

 Puntuale arriva il ritracciamento a Piazza Affari, ben visibile sul grafico orario nella sua forma; la costanza della discesa disegna un solo swing ribassista che lentamente ridimensiona i guadagni della giornata di ieri portandosi poco sotto al 50% del range di estensione tra l’apertura e la chiusura di Giovedì scorso. Nonostante la performance sia di -1.75% (-1.51% invece per il derivato del FTSE-Mib) la situazione non preoccupa ancora molto; anche se le aste di titoli di Stato del Tesoro sono state disastrose non sono queste a ridimensionare il valore del Mib in chiusura di ottava. Non stupisce infatti che i rendimenti delle emissioni siano superiori alla norma ed il mercato aveva già scontato questa possibilità diventata certezza nelle ultime ore. Quello che invece affonda l’indice sono i bancari come ben si “legge” guardando la classifica dei peggiori; in fondo a questa troviamo Banca Popolare di Milano che cede l’8% e si conferma il più volatile del settore seguita da Banca Popolare dell’Emilia Romagna che cede invece il 6.57%. Sempre oltre il 2% di perdita abbiamo invece Ubi Banca, Mediolanum, Unicredit, Banca MPS e Banco Popolare.