Crack Icesave: Reykjavik rimborserà in ritardo i pagamenti

 L’Islanda finanziaria torna d’attualità: chi non ricorda i terribili giorni del crack di Icesave, la banca scandinava che collassò agli albori della crisi economica internazionale? Ebbene, il governo di Reykjavik ha deciso di posticipare ulteriormente i propri pagamenti nei confronti dei creditori britannici e olandesi, con una tempistica molto più ritardata rispetto a quanto previsto. Il ministero delle finanze, Steingrimur Sigfusson, ha ammesso le proprie difficoltà, le quali persistono a tre anni da quel default: il paese dovrebbe essere pronto a fronteggiare i rimborsi soltanto ad autunno inoltrato, anche se bisogna precisare che si tratterà del versamento del 30-40% dell’ammontare dovuto, per il resto sarà forse necessario l’intero 2012.

Moody’s minaccia nuovamente il rating dell’Italia

 Moody’s ha deciso di correre il rischio, probabilmente le agenzie di rating che potrebbero diventare “nemiche giurate” del nostro paese saranno presto due: dopo i ferri corti con Standard & Poor’s, infatti, anche la società americana in questione è pronta a declassare la valutazione del credito italiano, attualmente attestata su un giudizio pari ad Aa2, il quale identifica ancora un’ottima affidabilità degli investimenti finanziari. A pesare maggiormente dovrebbero essere le debolezze strutturali dello stivale e l’aumento dei tassi di interesse, due elementi fortemente penalizzanti.

Famiglie italiane: rincaro dei debiti nell’ultimo quinquennio

 Non si scopre certo oggi che la crisi economica ha provocato dei problemi gravi alle famiglie del nostro paese, ma le statistiche mettono maggiormente in risalto questo allarme: le abitudini sono cambiate, tanto che nei cinque anni compresi tra il 2006 e il 2010 debiti e risparmi hanno viaggiato su due strade completamente diverse. Nel dettaglio, come ha messo in luce l’Adusbef, le passività in questione sono incrementate di ben 55 punti percentuali, attestandosi a quota 923,3 miliardi di euro, mentre un calo quasi identico nelle proporzioni ha visto come protagoniste le risorse finanziarie a disposizione.

Leadership Fmi: Lagarde sempre più favorita su Carstens

 Le visite strategiche di Christine Lagarde, attuale ministro delle Finanze francesi, in paesi emergenti come l’India e la Cina stanno producendo i loro primi effetti: il vantaggio nei confronti del messicano Augustin Carstens, il suo principale avversario nella corsa alla poltrona di direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, sembra ormai incolmabile. Il sostegno al ministro europeo è stato garantito dai membri dell’Unione Europea e dal premier russo, Vladimir Putin, mentre il governatore centroamericano ha dalla sua parte dodici paesi latino americani, ma non due stati fondamentali per il loro peso come l’Argentina e il Brasile.

Grecia, il nuovo prestito ammonta a 45 miliardi di euro

 L’accordo è stato infine trovato: l’Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale hanno deciso di essere ulteriormente generosi con la Grecia, stanziando un nuovo pacchetto di salvataggio da 45 miliardi di euro. Questa somma di denaro dovrebbe essere in grado di scongiurare il default ellenico, il quale, se dovesse accadere, sarebbe il primo in assoluto per l’eurozona. Le stime comunitarie parlano chiaro, il gap finanziario di Atene ammonta a circa 170 miliardi di euro e, tra l’altro, bisogna ricordare che al paese sono già stati concessi 110 miliardi, sempre da parte di Bruxelles e Washington.

Irlanda: il ministro Bruton allontana i paragoni con la Grecia

 L’Irlanda sta approntando tutte le misure di austerity possibili e non si trova affatto nella stessa posizione della Grecia: le parole del ministro irlandese del Lavoro, Richard Bruton, sono chiare e accorate, l’intento è quello di dimostrare che Dublino non ha alcun bisogno di un nuovo pacchetto di stimoli economici. Lo stesso Bruton ha ribadito come il default governativo debba essere considerato una “opzione nucleare”, una minaccia troppo grande per i clienti delle banche e per gli investitori del paese nordeuropeo.

Grecia nel baratro: Moody’s declassa il rating a Caa1

 Grandissimo rischio di insolvenza: per la Grecia non c’è pace dal punto di vista finanziario, meno che mai in questo momento in cui l’agenzia statunitense Moody’s ha deciso di declassare il rating ellenico da B1 a Caa1. Quest’ultimo giudizio rappresenta il terz’ultimo valore del credito e vuole significare che c’è il 20,4% di possibilità che il paese fallisca entro un anno. Che cosa ha spinto la compagnia a questa riduzione così pesante? Atene non viene ritenuta in grado di stabilizzare la situazione relativa al proprio debito pubblico senza una preventiva ristrutturazione.

Direzione Fmi: visita strategica della Lagarde nei Brics

 La successione a Dominique Strauss-Kahn in qualità di direttore generale dell’Fmi è fatta anche di mosse strategiche: non si spiega altrimenti l’annuncio da parte di Christine Lagarde, ministro francese delle Finanze nonché principale candidata per tale ruolo, di voler visitare alcuni dei paesi emergenti, tra cui i cosiddetti Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), i quali vanno convinti prima del voto decisivo. Le tappe sono già state fissate e prevedono incontri in territorio indiano, brasiliano, cinese e soprattutto africano, alla ricerca di un sostegno che non è del tutto scontato, visto che le economie in via di sviluppo sono più propense a scegliere un candidato non europeo.

Eni-Novamont, firmato il protocollo per la riconversione di Porto Torres

 E’ stato firmato a Palazzo Chigi, alcuni giorni fa, il protocollo d’intesa Eni-Novamont per la riconversione del sito di Porto Torres nel polo per la chimica verde, il più grande d’Europa. Il progetto – per il quale si parla di un investimento pari a 230 milioni di euro – prevede la riqualificazione del sito industriale di Porto Torres per la produzione di monomeri, additivi (per lubrificanti e gomme) e polimeri biodegradabili, ottenuti da materie prime rinnovabili.

Giappone, dopo due anni infuria una nuova inflazione

 Era dall’inizio del 2009 che il Giappone non viveva una situazione inflazionistica simile a quella attuale: da allora sono passati ben ventotto mesi e ora la nazione nipponica è alla prese con una crescita incontrollata dei prezzi al consumo, provocata soprattutto dal rialzo dei costi globali di energia e cibo. Si tratta, come appare evidente, di una chiara conseguenza del terremoto e dello tsunami che hanno devastato il paese a marzo, non a caso questi dati si riferiscono allo scorso mese di aprile.

Fmi: si preme anche per un nuovo leader non europeo

 Il dibattito sulla scelta del prossimo direttore generale del Fondo Monetario Internazionale è davvero serrato e avvincente: dopo che il nome di Christine Lagarde, ministro delle finanze francesi, sembrava aver messo d’accordo tutti, ci si accorge che in realtà alcuni paesi puntano ad altro. È il caso dei principali mercati emergenti, i cosiddetti Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), i quali sono convinti di avere in patria i candidati ideali.

Irlanda: nuovi poteri per la banca centrale

 La Central Bank of Ireland, istituto di credito centrale dell’Irlanda, avrà nuovi poteri a disposizione per quel che concerne i rapporti con le banche in default, le unioni del credito e le società: a Dublino è entrata in vigore una legge che consente alla banca in questione di ridurre o trasferire gli assets finanziari dei prestatori, oltre che di stabilire un’apposita imposta bancaria. Il Central Bank and Credit Institutions Bill 2011, questa la denominazione ufficiale del testo normativo, vuole rappresentare un passaggio fondamentale della nuova struttura creditizia irlandese, la quale promette di essere più efficace ed effettiva.

Fincantieri annuncia ai sindacati i licenziamenti futuri

 I prossimi anni non saranno certo contrassegnati da notizie liete per quel che concerne Fincantieri: il complesso cantieristico triestino, tra i più importanti d’Europa, ha infatti annunciato ai sindacati i licenziamenti che sono previsti per il futuro, i quali andranno a coinvolgere ben 2.551 lavoratori. Inoltre, a completare questo quadro dalle fosche tinte c’è anche la chiusura molto probabile di diverse strutture, come quella di Castellammare di Stabia, Riva Trigoso e Sestri Ponente.

Tirrenia, ancora molta incertezza sull’acquisizione

 L’unica cosa certa che si può dire in merito all’acquisizione di Tirrenia è che una sola offerta è al momento disponibile: Mediterranea Holding, la quale ricomprende anche la Regione Sicilia, ha deciso infatti di non avanzare alcuna proposta in tal senso, dunque la compagnia campana di navigazione deve affidarsi soltanto a quanto avanzato dalla Compagnia Italiana di Navigazione. La Cin è attiva sul fronte in questione da almeno un mese e i suoi 380 milioni di euro rappresentano l’offerta da valutare nel dettaglio.