Il momento difficile di Bper

 È un mese di agosto ricco di spunti interessanti per Bper, la Banca Popolare dell’Emilia Romagna: l’istituto di credito, infatti, è pronto da tempo a sostituire il proprio amministratore delegato dimissionario, Romano Minozzi, ma bisognerà attendere poco più di una settimana per svelare il nome del successore. Come è stato comunicato da tempo, la data del prossimo 28 agosto sarà quella determinante per la cooptazione del nuovo amministratore da parte del consiglio di amministrazione, con un’apposita seduta consiliare che sancirà il tutto.

Fitch declassa il rating di cinque banche italiane

 Monte dei Paschi di Siena, Banco Popolare, Ubi Banca, Intesa Sanpaolo e Iccrea: sono questi i cinque istituti di credito su cui si è concentrata l’attenzione dell’agenzia di rating Fitch, la quale ha provveduto a rivedere al ribasso le valutazioni complessive. Ancora una volta, si tratta di un adeguamento al recente declassamento del credito dell’Italia come paese. Entrando maggiormente nel dettaglio, occorre precisare come la valutazione di Monte dei Paschi e Banco Popolare sia stata tagliata da BBB+ a BBB (sempre nell’ambito della “discreta affidabilità”), mentre Iccrea e Ubi hanno subito una riduzione da A- a BBB+, senza dimenticare Intesa Sanpaolo (da A a A-).

Standard & Poor’s declassa il rating anche dell’Efsf

 Standard & Poor’s non ha avuto pietà nemmeno per il cosiddetto “Fondo Salva Stati”, l’European Financial Stability Facility (meglio noto con la sigla Efsf): i downgrade di paesi importanti come Francia e Austria è stato soltanto il preambolo per questo nuovo declassamento, con il veicolo finanziario in questione che ha visto il suo rating scendere da AAA ad AA+, la seconda miglior valutazione da parte dell’agenzia americana. Le motivazioni sono presto dette, la stessa Standard & Poor’s aveva fatto sapere non più tardi di un mese fa che la perdita della tripla A da parte di uno dei garanti del meccanismo avrebbe comportato lo stesso destino anche per l’Efsf, e così è stato.

Moody’s declassa di due livelli il rating del Belgio

 Moody’s non ha avuto pietà e ha infierito sul Belgio con un taglio del rating molto significativo: il credito di Bruxelles deve fare i conti infatti con i maggiori costi dell’indebitamento, con una crescita in fase di rallentamento e con le minacce di crollo del principale gruppo bancario, Dexia Sa. Tutti questi elementi hanno condotto a un declassamento della valutazione di ben due gradini, fino all’attuale Aa3, il quarto livello più alto in assoluto, ma che si allontana pericolosamente dal range dell’ottima affidabilità. L’outlook, inoltre, rimane negativo, come comunicato dalla stessa agenzia americana. Tra l’altro, anche Standard & Poor’s non era stata molto tenera qualche giorno fa, e lo stesso discorso vale per Fitch, la quale ha preannunciato una possibile riduzione del rating a breve.

Scure affilatissima per il rating di Hewlett Packard

 Anche Palo Alto deve fare i conti con i declassamenti di rating: il declassamento non può che andare alla Hewlett Packard Company, multinazionale americana dell’informatica che è meglio nota con la sigla Hp e che deve ora far fronte a una pesante riduzione per quel che concerne il giudizio sul proprio debito. In effetti, Standard & Poor’s ha tagliato di ben due gradini questo stesso giudizio, il quale è passato da A a BBB+ (l’affidabilità non è più buona, ma viene considerata discreta). Il motivo per una scelta simile e così drastica è presto detto, visto che il debito stesso è recentemente aumentato a causa dell’acquisizione di un’altra società, la Autonomy Corporation.

Standard & Poor’s bacchetta anche la Slovenia

 Il lavoro di Standard & Poor’s prosegue indefesso: l’agenzia americana di rating può essere paragonata a Sanson e Mastro Titta, i boia della Rivoluzione Francese e della Roma ottocentesca, instancabili nell’utilizzare la scure. Quest’ultima è sempre più affilata e l’ultima “esecuzione” ha riguardato la Slovenia, stato membro dell’eurozona dal 2007: il debito sovrano di breve e lungo termine della nazione balcanica è stato infatti declassato da AA ad AA-, nonostante l’outlook sia rimasto stabile, a causa soprattutto della critica posizione fiscale del paese. Questa riduzione del giudizio dell’agenzia riflette inevitabilmente il deterioramento sloveno dal punto di vista economico, un declino cominciato nel 2008 a seguito della crisi globale; in aggiunta, il governo di Lubiana non ha finora presentato una strategia o un piano credibile per quel che concerne il consolidamento finanziario, come riconosciuto da diversi analisti ed economisti.

Anche la Slovenia finisce nella morsa delle agenzie di rating

 Diventa sempre più difficile andare a individuare una nazione europea che possa dirsi al sicuro dalla scure delle agenzie di rating: l’ultima malcapitata è stata la Slovenia, la quale si è vista ridurre le proprie valutazioni di breve termine da parte di Fitch, a causa soprattutto dei forti rischi che il paese balcanico corre dal punto di vista della stabilità bancaria. Tra l’altro, anche la posizione fiscale di Lubiana è molto delicata e per questo motivo la compagnia francese ha declassato anche i giudizi relativi alla valuta locale. Nel dettaglio, il rating in questione è stato ridotto da AA ad AA-, il quarto più alto grado di investimento, lo stesso dell’Italia, il che la dice lunga sull’attuale momento dell’eurozona.

Standard & Poor’s risponde a Berlusconi: “Noi apolitici”

La decisione presa da Standard & Poor’s di declassare il rating italiano portandolo da ‘A+/A-1+’ ad ‘A/A-1’ ha fatto il giro del mondo, sono state tante le dichiarazioni rilasciate dai vari esperti di economia del settore europeo e dai vari capi di stato europei. Il tedesco Faz afferma che è un “colpo basso all’Italia”. Sul quotidiano economico Handelsblatt campeggia già la dichiarazioni di Berlusconi in merito a questa notizia: “Berlusconi furibondo per il declassamento dell’Italia”.

Cipro: Moody’s decide di declassare il rating

 Non ci sono buone notizie dal punto di vista economico per quel che riguarda Cipro: la piccola isola, la quale, bisogna ricordarlo, fa parte da alcuni anni dell’Unione Europea, si è infatti vista declassare il proprio rating da parte di Moody’s. L’agenzia americana si è scagliata, in particolare, contro il debito nazionale, riducendolo dal precedente A2 all’attuale Baa1, una valutazione molto più rischiosa in riferimento al possibile default. Inoltre, l’outlook cipriota è negativo, quindi non sono esclusi ulteriori tagli nei prossimi mesi.

Il Portogallo come la Grecia? Il rating scende a Ba2

 Anche i titoli obbligazionari portoghesi possono essere considerati “spazzatura”: la sorte lusitana è la medesima toccata alla Grecia e l’ultimo brutto colpo è giunto dall’agenzia di rating Moody’s, la quale ha provveduto a declassare la valutazione sul debito di Lisbona da Baa1 a Ba2 (ben tre gradini, con l’affidabilità dell’investimento che è passata da discreta a sufficiente), mentre l’outlook è rimasto sostanzialmente negativo.

Moody’s dalla Grecia agli Usa sul rating

 Continuano le “minacce” ed i declassamenti dell’Agenzia Moody’s che, dopo aver ulteriormente declassato il rating sul debito della Grecia, ha lanciato un avvertimento agli Usa. Se gli Stati Uniti, infatti, non troveranno l’accordo relativo all’innalzamento del tetto sul debito, l’Agenzia è pronta ad abbassare l’outlook del Paese guidato da Barack Obama.

Grecia nel baratro: Moody’s declassa il rating a Caa1

 Grandissimo rischio di insolvenza: per la Grecia non c’è pace dal punto di vista finanziario, meno che mai in questo momento in cui l’agenzia statunitense Moody’s ha deciso di declassare il rating ellenico da B1 a Caa1. Quest’ultimo giudizio rappresenta il terz’ultimo valore del credito e vuole significare che c’è il 20,4% di possibilità che il paese fallisca entro un anno. Che cosa ha spinto la compagnia a questa riduzione così pesante? Atene non viene ritenuta in grado di stabilizzare la situazione relativa al proprio debito pubblico senza una preventiva ristrutturazione.