Indice Nikkei a 10mila punti a fine 2012 secondo Nomura

 Stamattina l’indice Nikkei 225 ha chiuso in forte rialzo, evidenziando una performance dell’1,96% a 8.625 punti. Il balzo dell’indice azionario nipponico più noto a livello internazionale è dovuto all’euforia sui mercati, a seguito del piano di ricapitalizzazione delle banche spagnole che porterà Madrid a chidere gli aiuti finanziari all’UE nella prossima riunione dell’Ecofin e dell’Eurogruppo del 21 e 22 giugno prossimo. L’indice azionario giapponese era sceso sui minimi a 6 mesi lo scorso 4 giugno, toccando un nuovo minimo annuale a 8.238,96 punti.

Spagna chiederà gli aiuti all’Europa

 Il governo Rajoy getta la spugna e accetta di farsi aiutare dall’Europa nel processo di risanamento del proprio settore bancario. Le banche sono da tempo la spina nel fianco del governo spagnolo, impegnato già nella difficile sfida di rientro del debito e del deficit di bilancio entro i parametri fissati dal fiscal compact europeo. Alla fine la Spagna chiederà gli aiuti finanziari all’Europa nella prossima riunione dell’Ecofin e dell’Eurogruppo, in programma il 21 e 22 giugno in Lussemburgo. I ministri finanziari europei hanno dichiarato che sono pronti fino a 100 miliardi di euro per salvare il settore bancario spagnolo.

Il nuovo bond a tasso fisso di Ubi Banca

 L’Unione delle Banche Italiane (meglio nota con il nome di Ubi Banca) ha collocato due giorni fa presso il DomesticMot di Borsa Italiana un nuovo titolo obbligazionario. Si tratta di “Unione di Banche Italiane Scpa – Tasso Fisso 4,00%”. Come si intuisce piuttosto facilmente, questo prodotto (il codice Isin di riferimento è IT0004815368) prevede un tasso fisso e un rendimento iniziale fissato a quattro punti percentuali: volendo essere ancora più precisi, c’è da dire che il numero totale di bond in circolazione è pari a 15.371, con un valore nominale unitario di mille euro. Questo vuol dire che l’importo complessivo dell’offerta del gruppo bergamasco è di 15,37 milioni di euro.

A un passo la fusione tra Hera e Acegas-Aps

 Acegas-Aps, l’azienda friulana che opera nell’ambito dei multiservizi, potrebbe a breve fondersi con il gruppo Hera, la holding celebre per il suo impegno nel settore ambientale: le indiscrezioni e le ipotesi che stanno circolando in queste ultime ore hanno già fatto volare il titolo Acegas, con ben 7,85 punti percentuali di guadagno e una quota complessiva che si è attestata al di sopra dei tre euro. La proposta di Hera ha i suoi vantaggi. In effetti, il lato finanziario è molto appetibile, soprattutto per quel che concerne i concambi e i conguagli, ma pare che bisognerà attendere la giornata di lunedì per una eventuale aggregazione.

Target Euro/Dollaro giugno 2012

 L’incertezza sul destino della moneta unica europea continua ad aumentare ogni giorno di più che ci avviciniamo alle elezioni politiche in Grecia, in programma domenica 17 giugno. Gli euroscettici ritengono che la Grecia abbandonerà l’euro per tornare alla dracma, cancellando il debito e rifiutando in toto le misure di austerità imposte dall’Europa. I più ottimisti ritengono, invece, che la Grecia resterà nell’unione monetaria, in quanto i costi legati alla sua uscita potrebbero essere enormi e in grado di creare uno spaventoso effetto-domino al resto della periferia europea.

Telecom Italia possibile preda a Piazza Affari

 L’attuale capitalizzazione di borsa di Telecom Italia potrebbe ingolosire qualche grande gruppo delle telecomunicazioni o fondi di investimento. Secondo Franco Bernabè, presidente del colosso italiano delle tlc, non è soltanto Telecom ad essere una potenziale preda degli investitori mondiali, bensì tutti i titoli del listino azionario. In effetti, sono molti i titoli che trattano su valori di capitalizzazione irrisori e spesso sui minimi storici. Bernabè, senza mezzi termini, ha affermato che attualmente le capitalizzazioni di borsa a Piazza Affari sono a livelli “ridicoli”.

Dolce e Gabbana a giudizio per evasione fiscale

 Non accenna ad attenuarsi la tensione tra Dolce & Gabbana, uno dei brand della moda internazionale più noti, e la procura di Milano. Dopo un primo giudizio sostanzialmente positivo per la coppia di stilisti (che erano stati assolti), si profila un secondo tempo meno agevole e dall’esito più incerto. I due stilisti dovranno infatti andare a processo, rispondendo delle accuse di aver spostato all’estero i marchi per incassare le royalties senza pagare le tasse.

La procura ha altresì rincarato la dose sostenendo l’ipotesi di una falsa compravendita dei marchi, che sarebbe avvenuta a valori sostanzialmente inferiori rispetto al reale, al fine di diminuire l’impatto del fisco. Le contestazioni erano quelle di truffa ai danni dello Stato e dichiarazione infedele. Anche se la Cassazione ha fatto cadere il primo dei due reati, ad esser rimasto in piedi è stato il secondo: quanto sufficiente per lanciare un nuovo processo.

Produzione industriale Italia in discesa, crolla Piazza Affari

 Avvio di seduta traumatico a Piazza Affari; il FTSE-Mib sconta il ribasso sui futures Europei delle ore precedenti aprendo in netto ribasso ed avvicinandosi al close settimanale con le prese di profitto che gravano sul quadro generale. La produzione industriale di Aprile scorso registra un calo dell’1,9% rispetto al mese precedente e del 9,2% rispetto allo stesso mese dell’anno 2011. Secondo l’ISTAT, che ha rilevato i dati, si tratta dell’arretramento più grave da novembre 2009 ed a ben vedere non poteva essere altrimenti.

Nei mesi precedenti l’Italia è stata paragonata prima alla Grecia e poi alla Spagna; la crisi ha colpito il Paese e lo spread pesa sui conti interni da ormai quasi un anno (l’avvio della fase di pericolo dello spread con il Bund risale infatti allo scorso Agosto). Fallimenti di imprese, disoccupazione, crescita zero; questi i motivi che spingono al ribasso la produzione industriale e gettano nel panico gli imprenditori, costretti a rivedere le proprie posizioni.

Finanziamenti Snam per 11 miliardi

 Come era ampiamente atteso, Snam Rete Gas, separatasi da Eni, ha compiuto la mossa che gli consentirà di acquisire una vera e propria autonomia finanziaria: l’azione di cui sopra è relativa alla nuova gamma di finanziamenti sottoscritti con un gruppo di istituti di credito (tra cui gli italiani Unicredit, Intesa e Mediobanca), per un totale di 11 miliardi di euro.

Una cifra molto rilevante, come si potrà facilmente notare, che è tuttavia compatibile con i flussi di cassa che la società dovrebbe generare nel prosieguo delle proprie attività. I fondi arrivano grazie all’intesa che la società guidata da Carlo Malacarne ha siglato con un cluster di undici istituti di credito di livello internazionali, tra cui spiccano – oltre ai già ricordati partner italiani – gli stranieri Ubs, Morgan Stanley, Societe Generale, Hsbc, Citi, Jp Morgan, Bnp Paribas, e Bank of America – Merrill Lynch.

Apple accusa Samsung di aver copiato dall’iPhone

 Apple aveva già in passato accusato più volte la concorrente Samsung Electronics di aver copiato alcune caratteristiche dei suoi prodotti di punta. Ora, soprattutto dopo aver ingoiato il boccone amaro del sorpasso nelle vendite globali di smartphone, attacca con decisione il colosso sudcoreano cercando di fermare la vendita negli Stati Uniti del nuovo Galaxy S III, cioè l’ultimo modello di telefonino della Samsung che ha già venduto 52 milioni di unità dal giorno del suo debutto nel giugno 2010. Il colosso americano guidato da Tim Cook ha già depositato al Tribunale californiano di San José una causa contro Samsung.

La Confesercenti lamenta una eccessiva pressione fiscale

 La denuncia è stata davvero forte: Marco Venturi, numero uno della Confesercenti, si è scagliato contro i nuovi aumenti della pressione fiscale, preferendo puntare su una vera e propria spallata alla spesa pubblica per far ripartire l’economia italiana. Si è trattato di uno dei punti più interessanti della relazione del presidente all’assemblea annuale di questa confederazione. In effetti, sempre secondo il punto di vista di Venturi, ogni riforma potrebbe essere resa vana dalla continua perdita di occupazione, quindi è più che mai urgente porre un freno alla spesa. Un plauso, comunque, è giunto nei confronti della cosiddetta spending review, un intervento che viene ritenuto utile e che rappresenta un passo in avanti decisivo oltre ai soliti provvedimenti tributari.

La Consob blocca i termini dell’istruttoria su Intek

 Una breve nota della Consob ha messo in luce la sospensione dei termini relativi all’istruttoria per quel che riguarda Intek: si tratta della spa di Ivrea che è attiva nell’ambito del settore elettrico ed elettronico e che in questi ultimi giorni è stata protagonista di una offerta volontaria totalitaria sulla totalità dei propri titoli azionari. La stessa Commissione Nazionale di Società e Borsa ha fatto riferimento al documento di offerta che è destinato alla pubblicazione. In pratica, quest’ultimo, il quale è stato depositato lo scorso 29 maggio. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che si tratta di una operazione che è stata sospesa nel rispetto dei dettami del quarto comma dell’articolo 102 del Decreto legislativo 58 del 1998 (si tratta della parte del testo relativa agli obblighi degli offerenti e ai poteri interdittivi).

Rating Spagna tagliato da Fitch a BBB

 L’agenzia di rating Fitch ha deciso di tagliare il rating della Spagna di ben tre notch a BBB da A. L’outlook per i prossimi trimestri resta negativo. La notizia del downgrade sulla Spagna arriva proprio nel giorno in cui le tensioni sullo spread spagnolo si erano nettamente allentate, tanto che il differenziale tra il Bonos decennale e il pari scadenza tedesco aveva chiuso sotto 470 punti base mentre qualche giorno fa aveva sfondato area 540. Secondo Fitch il declassamento riflette i probabili costi che dovrà presto affrontare il governo per ristrutturare e ricapitalizzare le banche.

FED pronta ad agire se la crisi dell’euro peggiorerà secondo Bernanke

 L’attesa audizione di Ben Bernanke al Congresso USA sulle prospettive per l’economia americana ha messo in luce tutte le difficoltà attuali dell’economia mondiale e il rallentamento in corso negli Stati Uniti. Secondo il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, la banca centrale americana è pronta a intervenire nel caso in cui la crisi europea dovesse peggiorare procurando indirettamente un danno anche alla locomotiva economica statunitense. In una testimonianza di fronte alla commissione economia congiunta del Congresso USA, Bernanke è convinto che i rischi per l’economia americana arrivano dal vecchio continente.