Investire nel Forex Maggio 2012

 Segnali di lungo termine costringono gli analisti a rivedere nuovamente le posizioni rialziste sul Forex, con particolare riferimento al cambio Euro/Dollaro. Dopo il top relativo registrato in Febbraio 2012 in prossimità di quota 1.3500 il cambio Euro/Dollaro ha visto una discesa costante anche se i cambi di direzione sono stati decisamente ampi. La prima fase ribassista si era confermata al di sopra del bottom precedente (sopra a 1.2980 circa) e si è conclusa nella prima metà di marzo scorso, quando ancora si intravedeva un futuro rialzista in favore della moneta unica Europea.

La saluta che è seguita al bottom relativo si è conclusa alla fine dello stesso mese di marzo con un laterale; il successivo crollo verticale ha rivisto il minimo di Febbraio (a 1.2980) ed ha avviato un fase di incertezza che dai primi di maggio è diventata una fase ribassista netta con prospettive estremamente negative.

Telecom Italia blinda i dividendi fino al 2014

 Ci sono degli aggiornamenti importanti che riguardano gli azionisti di Telecom Italia: in effetti, la novità principale consiste nel fatto che i prossimi tre anni della celebre spa attiva nelle telecomunicazioni non saranno caratterizzate da nessuna riduzione della cedola. In pratica, il gruppo guidato da Franco Bernabè è più che mai pronto ad aumentare il dividendo stesso in favore degli azionisti, ma tale operazione sarà perfezionata solamente a partire dal 2014. La scelta di una data che può sembrare così lontana nel tempo non è certo casuale, anzi si tratta del periodo che viene considerato idoneo per il raggiungimento degli obiettivi più ambiziosi, vale a dire quelli relativi al ridimensionamento del debito.

Si avvicina la distribuzione del dividendo Bper

 Le deliberazioni assembleari da parte della Banca Popolare dell’Emilia Romagna (solitamente abbreviata in Bper) risalgono allo scorso 21 aprile, ma ora cominciano a entrare nel vivo: in effetti, fra otto giorni esatti sarà possibile mettere in pagamento a tutti quei soggetti che ne hanno il diritto il dividendo che si riferisce all’esercizio 2011. In pratica, come è stato stabilito dallo stesso istituto di credito emiliano, l’importo in questione beneficia di una composizione particolare, vale a dire una parte in denaro contante e il resto in titoli della banca. È ancora più vicina, poi, la data relativa allo stacco delle cedole; nello specifico, si tratta di due di esse, la numero 29, la quale fa espresso riferimento al pagamento del dividendo attraverso il denaro cash, e la numero 30, utile invece per il versamento attraverso i titoli azionari.

Intesa Sanpaolo prima trimestrale 2012

 È certamente positiva, soprattutto in valutazione del contesto generale, la prima trimestrale 2012 di Intesa Sanpaolo. Il gruppo bancario ha infatti chiuso il primo periodo dell’esercizio con utili pari a 804 milioni di euro, in incremento di 21,6 punti percentuali, e un giro d’affari in aumento a 4,81 miliardi di euro (+ 14,5 punti percentuali). A pesare sono ancora gli accantonamenti, aumentati del 45%, come conseguenza di uno scenario economico molto critico.

Si tratta, come evidenza una nota di gruppo, del “risultato più elevato degli ultimi sette trimestri e già pari al payout per l’esercizio 2011”. Escludendo tuttavia le principali componenti non ricorrenti, il risultato netto normalizzato cala a quota 746 milioni di euro, rispetto ai 265 milioni di euro del quarto trimestre del 2011 e rispetto ai 762 milioni di euro del primo trimestre del 2011. I ricavi hanno trascinato al rialzo la gestione operativa del 32%, a quota 2,6 miliardi di euro.

Utili Saras primo trimestre 2012 a –89%

 Saras ha chiuso il primo trimestre con un risultato netto positivo pari a 14,1 milioni di euro. Un risultato che è in forte flessione rispetto ai 122,8 milioni di euro riscontrati nello stesso periodo dell’anno precedente (- 89 punti percentuali), con una retrocessione che è inoltre replicata per quanto concerne il risultato netto adjusted, negativo per 36,6 milioni di euro, contro l’utile di 39,5 milioni di euro del primo trimestre del 2011.

Per quanto concerne il giro d’affari, i ricavi sono aumentati del 17% a 3,115 miliardi di euro, grazie al contributo del segmento della raffinazione e ai prezzi sensibilmente più elevati per tutti i principali prodotti petroliferi (a conto economico, il diesel ha inciso attraverso una quota media di 1.005 dollari la tonnellata, mentre la benzina è stata quotata mediamente a 1.060 dollari la tonnellata).

PIL Germania sostiene Borse Europee

 In un clima di sfiducia come quello che accompagna l’Euro grazie ai timori per la Grecia ogni buona notizia diventa ottima e la risposta dei mercati interessati è praticamente immediata. Atene ha ora un’ultimatum preciso; entro Giovedì bisognerà formare il Governo di Unità come previsto dal presidente in carica, altrimenti a metà giugno ci saranno nuove elezioni e probabilmente passeranno al comando i partiti anti-Europa con consecutiva uscita del Paese dalla Moneta Unica.

L’Eurogruppo non ha voluto parlare neanche lontanamente delle conseguenze relative a questa ipotesi. L’Euro potrebbe subire il colpo di grazia con l’uscita dell’area di un Paese che ha ricevuto aiuti per miliardi di euro e questo fallimento avrebbe ripercussioni finanziarie enormi visto che la sfiducia negli investitori potrebbe allontanare capitali importanti in favore di altri mercati (come quelli asiatici, in costante sviluppo nonostante le difficoltà).

Rating 26 banche italiane tagliato da Moody’s

 Il “black monday” di ieri sui mercati finanziari non ha lasciato in eredità soltanto 120 miliardi di capitalizzazione di borsa bruciati in Europa, ma anche la scure di Moody’s su una miriade di istituti di credito del Belpaese. La bocciatura è arrivata in tarda serata, a mercati chiusi da diverso tempo. Moody’s ha deciso di tagliare il rating di 26 banche italiane, che ora hanno tutte un outlook “negativo” che implica una possibile revisione al ribasso del rating nei prossimi trimestri.

Discussioni ancora aperte sul dividendo Iren

 C’è un dividendo che fa molto parlare e discutere in questi giorni ed è quello di Iren: si tratta, come è noto, della spa di Reggio Emilia che opera come multiservizi (in particolare nell’ambito dell’energia elettrica), a cui è stato richiesto di presentare in tempi brevi un importante piano industriale. L’invito è giunto direttamente dal municipio reggiano, con il sindaco Graziano Delrio che ha auspicato una maggiore focalizzazione sugli assets strategici e una accelerazione decisa per quel che riguarda la politica delle dismissioni. D’altronde, non si può che provvedere in questo senso, dato che l’indebitamento del gruppo è molto vicino ai tre miliardi di euro, come è stato evidenziato dai recenti risultati relativi al 2011.

Chi possiede le azioni Facebook pre-Ipo

 Mancano ormai soltanto quattro giorni all’Ipo più attesa dai tempi dell’approdo di Google sul Nasdaq nell’agosto 2006. Facebook scalda i motori e fa sognare investitori di tutto il mondo. Il principale azionista del famoso social network, il 28-enne Mark Zuckerberg, possiede il 28,4% che equivalgono a 533 milioni di azioni. Complessivamente il 70% capitale di Facebook prima dell’Ipo – pari a 1.319 milioni di azioni – è in mano a Zuckerberg e altri 11 top manager, tra cui anche altri co-fondatori, assieme ad un altro 36,1% di azioni classe A vincolate a un patto di sindacato.

L’attività di vigilanza della Consob nel 2011

 La relazione di ieri a Piazza Affari da parte del presidente della Consob, Giuseppe Vegas, è stata anche l’occasione per fare il punto sull’attività di vigilanza della stessa commissione: ebbene, il 2011 è stato caratterizzato da 157 analisi preliminari (in aumento rispetto alle 105 di un anno prima), mentre invece le indagini concluse si sono attestate a quota ventinove, più o meno sulla stessa lunghezza d’onda del 2010. In aggiunta, ben sette di questi casi portati a conclusione hanno riguardato una fattispecie ben precisa, vale a dire l’insider trading. Non bisogna poi dimenticare che il totale di soggetti a cui sono state inviate delle richieste di dati e informazioni è passato nel giro di un anno da 142 a ben 340.

Risultati asta BTP e Bonos maggio 2012

 Avvio di ottava devastante per i mercati dell’Eurozona; dopo la chiusura incerta di Wall Street di venerdì scorso gli investitori si aspettavano un ritracciamento, anche se l’entità di quest’ultimo continua a sorprendere.

L’avvio in gap-down del mercato italiano ha visto il FTSE-Mib perdere istantaneamente in apertura il supporto dei 14000 punti per poi scendere ancora verso 13600 punti. L’indice è ormai prossimo al doppio minimo storico, ed anche se l’Eurozona è in leggera divergenza rialzista la situazione è critica ovunque.

Mentre si apprende che il debito pubblico ha raggiunto a marzo un nuovo record (a quota 1946 miliardi di euro) il MEF ha emesso BTP con scadenza marzo 2015 per l’importo massimo previsto (3,5 miliardi di euro) ad un tasso in crescita del 3,91% rispetto al precedente 3,89%. Il bid-to-cover è stato pari a 1,52, in salita rispetto al precedente 1,43.

Fiat ha 61 cause aperte contro i sindacati

 Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo Fiat, ha effettuato una breve visita al Salone del Libro di Torino. Una comparsa breve, ma non certo priva di interventi interessanti: il manager ha infatto colto l’occasione per parlare delle cause legali che vedono l’azienda al centro di una serie di dispute contro le parti sindacali e, in particolar modo, contro la Fiom.

“Non possiamo avere 61 cause aperte con i sindacati, cause che un po’ danno ragione a noi, un po’ agli altri” – ha affermato Marchionne – “Ciò crea fortissime incertezze. Si rigira la pizza, ma questo non è un Paese civile industrializzato. Non si può gestire un’azienda con 61 querele, uscite a raffica. Gli investimenti che stiamo facendo adesso andranno avanti per moltissimi anni. Abbiamo bisogno di certezze. Questo livello di incertezze non aiuta”.

OPA su Buongiorno Spa da parte di NTT

 La NTT Docomo Deutschland, la divisione tedesca della compagnia giapponese operante nel comparto dei media, ha dichiarato la propria ferma intenzione di promuovere un’operazione pubblica di acquista nei confronti della totalità dei titoli azionari rappresentativi del capitale sociale di Buongiorno, ad un controvalore equivalente a 2 euro per azione.

Più nel dettaglio, la transazione avrebbe ad oggetto le quasi 112 milioni di azioni ordinarie dell’azienda, oltre a 3 milioni di azioni che invece saranno emesse nell’esercizio dei piani di stock option, con attribuzione dei titoli conseguenti. Il 14 maggio scorso, gli azionisti Mauro Del Rio e Capital B Lux si erano impegnati a portare in adesione tutte le proprie azioni possedute ,pari a poco più del 20% del capitale sociale della Buongiorno.

Indicazioni negative su Ipo Facebook

 L’Ipo di Facebook è certamente il collocamento azionario più atteso dai tempi dello sbarco in borsa di Google. Tuttavia, dopo l’euforia iniziale dovuta anche all’ottimo momento dei titoli legati al web ma più in generale appartenenti al settore hi-tech (Apple docet), gli analisti finanziari iniziano a scorgere le prime nubi all’orizzonte a pochi giorni dallo sbarco ufficiale del social network sul listino azionario americano Nasdaq. Il roadshow di presentazione della società agli occhi degli investitori di tutto il mondo sta facendo emergere qualche dato poco incoraggiante rispetto alle precedenti valutazioni effettuate sia dal top management di Facebook che dalle banche d’affari.