Unicredit, tagli al personale a causa della crisi

 Unicredit corre ai ripari, se di ripari si può parlare. Dopo l’aumento di capitale approvato dall’ultimo consiglio di amministrazione, sembra che adesso sia la volta di una riduzione dei costi. Dieci miliardi di perdite, una svolta epocale che porta i segni della rottura a soli dodici mesi dall’arrivo di Federico Ghizzoni. L’aumento di capitale partirà tra due mesi e non dovrebbe incontrare problemi, le fondazioni si sono impegnate a fare la loro parte. Con l’aumento di capitale la struttura patrimoniale di Unicredit sarà più stabile e solida, infatti il core tier 1 salirà al 10,35% con Basilea 2 e al 9% con Basilea 3. Il gruppo ha anche fatto richiesta di una maggiore semplicità nella struttura, semplificazione che costerà 5.200 posti lavoro entro il 2015.

Piazza Affari: i migliori ed i peggiori a metà seduta

 Oggi 16 Novembre il mercato è ancora agitato dopo il crollo verticale di ieri sera che ha visto l’indice delle blue-chips italiane eliminare i guadagni precedenti portandosi vicino alla parità. Governo o non Governo Italiano, ancora una volta la causa dei movimenti del listino italiano è da cercare nell’Eurozona, visto che ancora una volta i movimenti dei mercati del Vecchio Continente sono estremamente simili (per non dire identici).

Non fosse infatti per la differenza di orari di contrattazione il Mib sarebbe nient’altro che una replica del Dax (o dell’Eurostoxx se si preferisce) anche se non si esclude che eventi straordinari possono costringere l’indice italiano a percorrere una strada personale amplificando in linea di massima i movimenti generali, sia in positivo che in negativo. Attualmente non è il caso comunque di eventi particolari e lo dimostra il fatto che i range di estensione sono identici a quelli Europei e nessun sovraperforma più di altri consolidando l’idea che l’Europa è ancora estremamente compatta sotto il punto di vista dei Mercati.

Carburanti: nuovi rincari per il gasolio

 Una crisi economica come quella che si sta vivendo ultimamente non può che avere conseguenze a livello di qualsiasi settore: uno di questi è, senza dubbio, quello dei carburanti, con i rincari che rendono la vita impossibile agli automobilisti e provvedimenti finora inutili. L’ultimo effetto negativo provocato nei confronti di tale comparto è rappresentato dal nuovo tariffario di benzina e gasolio. Ma se nel primo caso le performance e gli andamenti possono essere definiti piuttosto “autonomi”, lo stesso non può dirsi del gasolio, i cui incrementi sono stati fin troppo significativi. Come è stato opportunamente rilevato dalla Staffetta Quotidiana, infatti, compagnie importanti come Q8, Shell, Ip, Tamoil e TotalErg hanno ritoccato al rialzo i loro listini e non si è trattato di modifiche di poco conto.

Citigroup, licenziamenti per ben tremila dipendenti

 Citigroup, una delle principali banche degli Stati Uniti, non sta vivendo uno dei momenti più brillanti della propria storia: ne è una chiara conferma l’ultima decisione aziendale che i vertici sono stati costretti a prendere, vale a dire il licenziamento di oltre tremila dipendenti, una scelta che comunque era nell’aria, visto che l’amministratore delegato Vikram Pandit ha appena ridimensionato i costi per far fronte alla crisi e l’ambito occupazionale è sempre uno dei più colpiti in questi casi. Questi tagli, in particolare, costituiscono circa l’1% dell’intero staff di Citigroup, potrebbe sembrare una percentuale poco significativa, ma la stima è addirittura destinata a crescere, come confermato da alcune indiscrezioni anonime.

Termini Imerese chiude il 23 novembre

 Gli operai che hanno varcato stamani i cancelli della Fiat a Termini Imerese sono accomunati da un senso di sfiducia e di sconforto. Ieri é stata annunciata la fine della produzione, prevista per il 23 novembre, l’annuncio ufficiale seguito da giorni di cassa integrazione, attendendo invano che la situazione nel frattempo potesse migliorare. Si tratta di un anticipo rispetto alle date previste, ovvero dicembre 2011. La notizia arriva pochi giorni dopo la proposta di Dr Motor sul futuro dello stabilimento. Rimane quindi un’ultima speranza per la riunione al ministero dello Sviluppo, dove sindacati e istituzioni incontreranno la Dr Motor, che vorrebbe acquisire la fabbrica che Fiat abbandona dopo 41 anni.

Consob: proroga vendite allo scoperto fino al 15 Gennaio 2012

 La Consob ha deciso di prorogare ancora una volta lo stop alle vendite allo scoperto iniziato il 12 Agosto scorso sulla paura di nuovi crolli speculativi e portato avanti di volta in volta ogni volta  che ci si trovava vicino alla sua scadenza. Nelle delibere (n°17992 e 17993) pubblicate sul sito ufficiale abbiamo i dettagli del provvedimento, che ancora una volta viene scelto come misura contro la volatilità che i mercati hanno dimostrato negli ultimi mesi.

Le vendite allo scoperto si intendono sui titoli azionari italiani quotati sul mercato e vieta di fatto la vendita di titoli non presenti in portafoglio con efficacia dal 1° Dicembre 2011 alle ore 00:00.

Isvap: i risultati della vigilanza su Fondiaria Sai

 L’Isvap, l’istituto nostrano che si occupa di vigilare sul corretto operato delle assicurazioni private, ha concentrato tutte le proprie attenzioni recenti su una compagnia, Fondiaria Sai: cosa è successo esattamente? I rilievi in questione hanno riguardato, in particolare, il settore delle polizze Rc Auto, tra i più dibattuti di questo momento, visto che non hanno convinto del tutto le prese in carico e le movimentazioni del portafoglio sinistri che sono state poste in essere dalla compagnia torinese. Ma il presidente dell’Isvap stesso, Giancarlo Giannini, si è rivolto anche ad altri ambiti, dato che non bisogna dimenticare la lunga durata di questa ispezione nei confronti del gruppo assicurativo guidato da Emanuele Erbetta; le procedure sono cominciate infatti all’inizio di quest’anno e la loro conclusione è stata sancita appena due mesi fa.

Volkswagen-Porsche, le alternative alla fusione

 Sono ben due anni che la compagnia automobilistica Volkswagen Ag sta puntando alla fusione con Porsche Se, ma i vari termini legali e fiscali si sono sempre messi di traverso; l’accordo in questione risale infatti al 2009, ma fra tre giorni esatti vi sarà un meeting molto importanti del board del colosso di Wolfsburg, in modo da poter considerare delle possibili alternative in questo senso. In effetti, per evitare altro stallo e tempi morti, la società tedesca è pronta a rinunciare ai suoi progetti iniziali e a puntare direttamente all’acquisizione dei business automobilistici della stessa Porsche, come sta trapelando ormai da alcune indiscrezioni anonime.

Unicredit approva aumento di capitale

 Deciso l’aumento di capitale per Unicredit. La maxi perdita di oltre 10 miliardi nel terzo trimestre ha avuto le conseguenze attese: niente dividendi e necessità di un’iniezione di denaro per la banca. Il Consiglio di amministrazione di Unicredit ha approvato il lancio di un aumento di capitale a pagamento per un totale di 7,5 miliardi di euro. Le azioni saranno offerte in opzione dapprima ai soci, la quantità che dovesse rimanere sarà messa sul mercato. Il management di piazza Cordusio prevede di realizzare la ricapitalizzazione entro il primo trimestre 2012. Sarà inoltre proposta all´approvazione dell´assemblea straordinaria un raggruppamento di azioni ordinarie e di risparmio basato sul rapporto di una nuova azione ordinaria o di risparmio ogni 10 azioni ordinarie o di risparmio esistenti.

Buffet compra titoli Ibm da 10,7 mld

 Warren Buffett, il ceo di Berkshire Hathaway in un’intervista rilasciata alla tv americana Cnbc ha annunciato di aver acquistato 10,7 miliardi di dollari in azioni Ibm, raggiungendo già nel mese di marzo, una partecipazione del 5,4 per cento nella società made in USA. Buffett ha detto di essere stato convinto dai piani a lungo termine di Ibm e dai suoi rapporti con grandi società. L’amministratore delegato di Berkshire Hathaway ha detto di essere stato convinto dai piani a lungo termine di Ibm e dai suoi rapporti con grandi società.

Piazza Affari: open negativo dopo triplo massimo, massima allerta

 Grandi vendite anche oggi sul mercato azionario, che dal punto di vista tecnico/grafico perde gran parte della forza accumulata precedentemente con un ribasso che anche se attualmente risulta modesto contribuisce ad arricchire i segnali negativi che si sono sviluppati nelle ultime settimane di trading.

L’open di poco superiore a 16000 punti rientra immediatamente per chiudere il gap con il close di Venerdì scorso andando a disegnare un triplo massimo in un momento delicato per Piazza Affari; se da un lato era atteso un close di un ciclo minore a 2 giorni, dall’altro l’estensione e la velocità con cui il mercato si è mosso non possono non far preoccupare trader sugli immediati sviluppi di Milano che vede in quota 15500 l’ultimo livello statico che separa il tentativo di recupero dal crollo verticale (con l’intermedio che girerebbe definitivamente al ribasso sotto a 15000 circa).

La Borsa di Shanghai apre alle vendite delle società straniere

 Lo Shanghai Stock Exchange, una delle principali borse di tutta la Cina, si è detto pronto a consentire agli emittenti stranieri di vendere titoli azionari: viene così aperta la strada a tutte quelle compagnie, come possono esserlo Hsbc Holdings e Coca Cola Company, che hanno intenzione di quotarsi nel secondo maggior mercato azionario a livello internazionale. Tale tipo di trading rappresenterà un cambiamento davvero epocale per l’azionario cinese, un qualcosa che non si verificava da almeno cinque anni e che consentirà alla città asiatica di guidare la finanza nazionale a partire dal 2020. La novità riguarda una platea davvero sconfinata di investitori individuali, i quali fino ad oggi sono sempre stati costretti a sopportare i controlli sul capitale esercitati dalla stessa Cina.

Cresce il Pil della Russia grazie ai consumi interni

 La crescita economica della Russia dovrebbe subire una probabile accelerazione nel corso del terzo trimestre di quest’anno: l’incremento in questione non sarebbe uno tra tanti, ma qualcosa di più importante, visto che si tratterebbe della prima volta dal 2010 che le compagnie fanno segnare una crescita dei loro investimenti e che i prestiti bancari sostengono le spese per i principali consumi. Entrando maggiormente nel dettaglio statistico, c’è da dire che il prodotto interno lordo della vasta nazione europea subirà un rialzo di cinque punti percentuali rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Un ritmo di questo tipo non veniva messo a segno dal secondo trimestre del 2010. Le stime verranno rese note nel corso della giornata odierna o al massimo domani.

Trimestrale Telecom: politica dividendi confermata

 Ha battuto le stime degli analisti la società di telecomunicazioni italiana: Telecom ha annunciato di aver concluso il terzo trimestre dell’esercizio 2011 con ricavi in crescita del 12,6% a 7,51 miliardi di euro, registrando un utile netto in crescita del 32,7% a 807 milioni. L’azienda ha così battuto le attese degli analisti, i quali avevano stimato ricavi a 7,49 miliardi di euro e utile netto pari a 723 milioni. L’Ebitda è stata pari a 3,19 miliardi di euro (in questo caso solo un “leggero” esubero rispetto alle attese di 3,16 miliardi), segnando un aumento del 16,6% rispetto allo stesso periodo del 2010. Il gruppo ha confermato la sua politica dei dividendi, che aumenterà annualmente del 15%.