Crisi Europa: previsto un taglio dei tassi Bce da Citigroup

 La mobilità per 30mila dipendenti statali approvata la scorsa settimana non ha cambiato praticamente nulla sullo scenario della crisi Greca; secondo le stime il Pil sarà del 2.5% ed i conti pubblici necessitano di manovre ben più radicali per risollevare le sorti del paese.

L’attenzione che i media danno alla Grecia sembra però volta a nascondere l’effettiva situazione generale dell’area Euro. I rating che arrivano da oltre oceano sono spesso esageratamente preventivi (sopratutto se sono emanati da persone che non hanno minimamente sospettato dei titoli tossici qualche anno fa’) rispetto alle effettive aspettative di rischio, ma non colpiscono a caso; il downgrade dell’Italia è forse il provvedimento più azzeccato visto che proprio il Bel Paese sembra essere altrettanto a rischio guardando i CDS sul debito di casa, anche se la recessione ancora non si manifesta nella sua totalità.

Piazza Affari: open di ottava in gap-down

 Open negativo a Piazza Affari: il Mib perde attualmente circa l’1.80% dopo un gap-down di circa 300 punti rispetto al valore di Venerdì scorso. L’open è in linea con l’andamento degli ultimi 3 giorni di contrattazioni a Wall Street, dove dopo il top di Martedì scorso sopra a 11300 punti il mercato ha disegnato un ribasso perfettamente contenuto nel canale dell’immagine che ha portato il Dow Jones a 10913.31 punti con aspettative negative tra oggi e domani.

Marchionne conferma, Fiat fuori da confindustria ad inizio 2012

 Come già affermato nella lettera inviata lo scorso 30 Giugno ad Emma Marcegaglia, l’AD di Fiat, Sergio Marchionne ha confermato che la sua azienda uscirà a partire dal prossimo 1 Gennaio 2012, da confindustria. La lettera inviata da Marchionne alla Marcegaglia, indica precisamente il motivo per cui la Fiat decide di uscire da confindustria. Il principale motivo, è che secondo l’AD di Fiat sono cambiati i piani di confindustria, la situazione si è mutata in negativo per le aziende e FIAT ha quindi deciso di uscire, per poter continuare ad essere una parte fondamentale del sistema economico italiano.

Alibaba Group punta all’acquisizione di Yahoo

 Come cambiano i tempi: appena sei anni fa Yahoo pagava più di un miliardo di dollari per divenire il maggior investitore di Alibaba Group Holding, società informatica cinese: ora, lo stesso gruppo dell’ex Impero Celeste è pronto ad assestare un rilevamento nei confronti del colosso di Sunnyvale. L’ad della stessa Alibaba, Jack Ma, ne è convinto, l’interesse rimane altissimo e sono state superate tutte le questioni politiche e quelle finanziarie. C’è da precisare anzitutto che Yahoo ha appena licenziato il proprio ceo Carol Bartz e che detiene una quota del 40% del gruppo asiatico; l’ascesa di quest’ultimo è stata favorita sicuramente dalla progressiva scalata di potere di Ma fino ai vertici della compagnia che lui stesso ha fondato dodici anni fa.

Borsa di Tokyo, Sumitomo Metal perde terreno

 Comincia un nuovo lunedì e con esso riprendono anche le contrattazioni borsistiche, in primis quelle del Tokyo Stock Exchange: una delle performance su cui si stanno concentrando le maggiori attenzioni è quella di Sumitomo Metal Industries Limited, terza compagnia di tutto il Giappone per quel che riguarda la produzione di acciaio, la quale è scesa fino al livello più basso delle ultime tre settimane. Che cosa è successo in particolare per “meritare” un simile declino? Il colosso nipponico è stato costretto a far fronte a spese piuttosto ingenti, quasi ottanta miliardi di yen (un miliardo di dollari), una operazione necessaria per annotare il valore dei propri investimenti in Borsa. Entrando maggiormente nel dettaglio numerico, c’è da dire che questa stessa azienda ha ceduto ben 3,7 punti percentuali nel corso dell’apertura odierna giapponese, attestandosi a quota 156 yen, un valore che non veniva raggiunto dal 12 settembre scorso.

Il Qatar dà fiducia al comparto minerario greco

 La Qatar Holdings Llc è pronta a investire circa un miliardo di dollari nella European Goldfields Limited, compagnia quotata a Londra e tra le maggiori della Grecia per quel che riguarda l’estrazione mineraria di oro: una fiducia che forse in pochi si aspettavano, vista la situazione economica del paese ellenico, ma si punta con decisione sul metallo più nobile. Nello specifico, la holding araba provvederà ad acquisire una partecipazione del 10% da Ellaktor Sa, ricevendo inoltre un altro 5% da una compagnia greca di costruzioni; in aggiunta, dettaglio certamente non trascurabile, la stessa European Goldfields potrà beneficiare di seicento milioni di dollari in sostegno finanziario.

Mercati Europei: analisi dell’indice Dax

 La compressione di lungo periodo non è molto evidente su indici come quello italiano che hanno avuto un movimento sproporzionato rispetto ai mercati più liquidi; se andiamo però a vedere l’indice tedesco Dax il triangolo che contiene il prezzo negli ultimi 8 anni è più che evidente. Dal bottom del 2003 a quello del 2009 si disegna una trend-line ascendente che ora passa a quota 4400 punti e definisce il supporto estremo del ribasso iniziato sul top di qualche mese fa’.

Kodak smentisce le voci sull’imminente bancarotta

 Eastman Kodak Company, la celebre multinazionale americana attiva nella produzione e commercializzazione di macchine fotografiche, si è affrettata a smentire le voci che la vedrebbero coinvolta in una bancarotta imminente: le rassicurazioni della compagnia di Rochester hanno tentato di far comprendere che tutte le obbligazioni verranno rispettate e che strategie e business rimarranno invariati, in modo da venire incontro a clienti e fornitori, ma resta il fatto che la situazione è davvero critica. In effetti, l’agenzia di rating Fitch ha già provveduto a declassare il debito dell’azienda da CCC a CC, con l’outlook che è stato confermato negativo.

Wall Street: laterale in chiusura mensile

 Il penultimo giorno di contrattazioni del mese di Settembre è stato caratterizzato da una fase laterale particolare ed inaspettata in un certo senso; Il rialzo avuto dal bottom del 22 Settembre fino al top relativo del giorno 27 ha invertito le aspettative di breve ma non quelle di lungo periodo. La ripresa a “V” non viene mai considerata un’inversione di tendenza ed il ritracciamento disegnato Martedì a ieri conferma che la fase di acquisti ha subito un rallentamento importante.

S&P, declassa la Nuova Zelanda ad “Aa”

Brutta giornata quella vissuta venerdì per l’economia della Nuova Zelanda. Le due maggiori agenzie, Fitch Rating e Standard & Poor’s, hanno visto in ribasso il rating della Nuova Zelanda, calandolo da AA+ ad AA, solamente l’agenzia di rating Moody’s vede ancora con una tripla A il rating della nazione patria del Rugby.

Tale decisione è stata presa in conseguenza del livello del debito estero, e del costo di riscostruzione della regione dopo il terremoto di Febbraio scorso, dove hanno persona la vista 181 persone. S&P ha comunicato che questo ribasso “corrisponde alla nostra valutazione di un probabile ulteriore deterioramento della posizione debitoria della Nuova Zelanda nei confronti dell’estero”.

San Raffaele, depositata l’istanza di fallimento

 Istanza di fallimento: la sorte dell’ospedale milanese San Raffaele è ormai segnata e l’ultima mazzata è stata quella della Procura di Milano, la quale ha deciso appunto di procedere in tal senso, a causa della complicata situazione finanziaria in cui trova attualmente la struttura privata. L’istanza in questione non è altro che la conseguenza più immediata e ovvia delle enormi passività che sono state contratte (circa 1,5 miliardi di euro), senza dimenticare che lo stesso San Raffaele aveva la possibilità di sanare la situazione presentando un apposito piano di salvataggio, ma ormai i termini previsti in tal senso sono finiti e la procura lombarda non potrà attendere oltre.

Invitalia, il debutto ufficiale è stato positivo

 I contratti di sviluppo beneficiano da appena un giorno di una novità di rilievo: si tratta dello sportello Invitalia, fortemente voluto dal nostro esecutivo e che debuttava proprio in una prima giornata che si è rivelata piuttosto positiva. In effetti, le richieste che sono pervenute in tal senso sono state molte, con i dati che sono stati diffusi dall’omonima società e dal Ministero dello Sviluppo Economico, principale promotore del progetto in questione. D’altronde, sia il titolare del dicastero di Via Veneto, Paolo Romani, sia l’ad di Invitalia, Domenico Arcuri, sono stati molto chiari nella loro conferenza stampa, dimostrando un certo ottimismo per quelli che saranno i prossimi mesi.

Sale al 3% tasso BoT a 6 mesi, nonostante declassamento rating

 Sembra non abbia prodotto effetti negativi il declassamento del rating della Repubblica italiana da parte di Standard&Poor’s, per i Bot a 6 mesi infatti è andata meglio delle attese. I rendimenti continuano a salire, aumentando anche di un punto percentuale nel caso dei BoT a 6 mesi e dei CTz. Nonostante il downgrading del debito sovrano, la domanda resta elevata e gli acquisti della Bce di titoli italiani ha contributo al buon umore dei mercati. Il rendimento sui BoT a 6 mesi è passato da 2,14% del precedente collocamento di fine agosto a 3,07%, in questo caso quindi il rendimento (al netto di ritenuta e commissioni) per il sottoscrittore é del 2,704 per cento.

Borsa Italiana: Consob proroga (ancora) il divieto di vendite allo scoperto

 L’introduzione del divieto alle vendite allo scoperto (o “posizioni corte”) introdotto dalla Consob il 12 Agosto scorso sono state già prorogate una volta e la scadenza naturale sarebbe stata il 30 Settembre 2011. Nella giornata di oggi l’ennesima decisione in proposito deliberata dall’ente indica una nuova proroga che estende il divieto fino all’11 Novembre e gli obblighi informativi sulle posizioni ribassiste rilevanti fino al 25 Novembre.

In collaborazione con le autorità di controllo di altri Paesi come Francia, Spagna, Belgio e Grecia, anche l’Italia decide, viste le condizioni di mercato, di continuare la stretta a quella che viene chiamata “speculazione ribassista”.