A Luglio cresce il fatturato dell’industria

Il mercato industriale nel mese di luglio su livello nazione è aumentato dell’1,6% rispetto al mese precedente. Sul mercato interno è aumentato dello 0,3%, mentre su quello esterno c’è stato un aumento del 4,6%, e cresce rispetto l’anno prima del 4,5%. Lo rivela l’Istat, la quale specifica che l’aumento tendenziale corretto per gli effetti di calendario è stato del 7,7%.

Nel complesso, rivela l’Istat, il fatturato nei primi sette mesi dell’anno, è cresciuto di 9 punti percentuali rispetto al passato anno 2010. Il fatturato dei beni di consumo, invece, è aumentato dello 0,7 percento rispetto al mese di Giugno.

La scure di Standard & Poor’s sul debito pubblico italiano

 Il tanto temuto declassamento è arrivato: Standard & Poor’s ha provveduto a ridurre il rating relativo al debito pubblico del nostro paese da A+ ad A, sottolineando la fragile situazione politica e la debole crescita economica, due elementi che stanno limitando la capacità di reazione alla crisi. Anche l’outlook è stato giudicato come negativo, dunque non sono esclusi nuovi tagli nei prossimi anni. Il parere dell’agenzia americana è stato piuttosto chiaro, il consolidamento del bilancio viene visto come molto “lontano”, inoltre il livello raggiunto dallo stesso debito è più alto di quanto ci si aspettasse. Non si tratta proprio di uno scenario incoraggiante, anche perché le sfide macroeconomiche che l’Italia deve affrontare sono serie.

Prada: +74% per i profitti semestrali in Asia

 L’Asia sembra essere proprio il continente giusto per i profitti di Prada: come è noto, la spa milanese del lusso è stata protagonista di una importante quotazione mesi fa presso lo Stock Exchange di Hong Kong e i primi risultati cominciano già a vedersi, con un profitto semestrale (i dati si riferiscono ovviamente allo scorso 30 giugno) in crescita del 74%. I principali effetti benefici sono stati agevolati dall’apertura di nuovi negozi e dalla conseguente domanda da parte di consumatori e investitori asiatici. Nello specifico, il reddito netto è salito fino a quota 179,5 milioni di euro, mentre un anno fa questo stesso valore si era fermato a 103 milioni, il che equivale a dire che l’irrobustimento economico è stato più che concreto.

Grecia: taglio al settore pubblico entro metà ottobre

 Prima di ottenere il da 8 miliardi di euro entro metà ottobre, la Grecia dovrà attuare il taglio strutturale del 20% dei 750mila dipendenti pubblici o para-pubblici. La scorsa settimana il governo greco aveva già annunciato il licenziamento di migliaia di funzionari ma all’annuncio non era seguito il licenziamento vero e proprio per evitare una acerba protesta dei sindacati. Il premier George Papandreou, avendo ribadito la volontà di Atene  di rimanere nell’euro, dovrà quindi rispettare gli impegni presi con i creditori e questo periodo di austerità potrebbe comportare per il Paese un taglio di 150.000 dipendenti pubblici. I rappresentanti dell’Unione europea (Ue), Banca centrale europea (Bce) e del Fondo monetario internazionale (Fmi), prima di dare la sua approvazione alla nuova tranche del pacchetto di aiuti, desidera verificare che la Grecia inizi a porre un taglio alle spese.

Rincaro dell’IVA pesa sul prezzo della benzina

 L’aumento dell’IVA al 21% inizia a pesare anche sui prezzi del carburante. La nuova aliquota, entrata in vigore sabato dopo la pubblicazione in gazzetta ufficiale, venerdì, ha aumentato il costo della benzina in media di 1,4 centesimi al litro. Nello specifico il rialzo Eni è stato di 1,4 centesimi al litro sulla benzina, di 1,3 sul gasolio e di 0,5 sul gpl. Rialzo di 1,7 centesimi per Totalerg. Le medie ponderate nazionali tra i diversi marchi si attestano a 1,641 euro/litro per la benzina, mentre il gasolio é venduto a 1,525 euro/litro.  Anche se il rincaro é toccato alla maggior parte dei beni di consumo, ci sono alcune aziende che hanno deciso di non far ricadere l’aumento dell’imposta sul prezzo finale del bene (gruppi come Zara, Esselunga, Tim, Honda, Benetton).

Piazza Affari: open sotto a 14500 per il FTSE-Mib

 Apertura con il botto per il mercato italiano, che dopo la prima metà di questo Lunedì 19 Settembre 2011 concretizza il 2.25% di perdita sul listino delle blue-chips. I piani di ieri sullo sviluppo del derivato (su cui sconsigliamo da tempo l’overnight durante il week-end, non a caso) dovranno essere rivisti proprio per l’apertura fuori dal range di interesse; il gap aperto è di pochi punti di indice e difficilmente distoglierà la l’attenzione dalla situazione macro che ci ha spinto a questi livelli. Una totale sfiducia, a cui ha contribuito sicuramente la nostra posizione politica agli occhi del mondo, continua a manifestarsi sul listino con un sell-off senza precedenti. Per quanto male vadano gli indici Europei infatti, solo il nostro è prossimo al bottom di Marzo 2009.

Siemens abbandonerà definitivamente il nucleare

 Siemens Ag, maggior conglomerata europea per quel che concerne il settore ingegneristico, ha preso la sua storica decisione: l’annuncio è stato effettuato proprio nel corso della giornata di ieri, quando la compagnia di Monaco di Baviera ha fatto sapere di voler interrompere i propri business nucleari entro il 2022, con il blocco definitivo alla costruzione di nuove centrali. L’ad del gruppo, Peter Löscher, è stato piuttosto chiaro nelle proprie dichiarazioni, precisando che il capitolo in questione può considerarsi chiuso. Inoltre, è stato enfatizzato il progressivo e crescente avvicinamento al comparto delle energie rinnovabili, un cambiamento di rotta davvero importante. La decisione a cui ci stiamo riferendo vuole essere inoltre una risposta precisa all’opposizione sociale e politica che si sta scagliando contro il nucleare in Germania.

Ubs, costa cara l’infedeltà del trader Adoboli

 Oltre due miliardi di dollari: l’Unione delle Banche Svizzere (Ubs), una delle principali realtà creditizie elvetiche, si trova a fronteggiare una vicenda davvero ambigua e particolare, ma che poteva rivelarsi anche più grave di quello che poi è stato. L’istituto ha infatti perso ben 2,3 miliardi a causa delle operazioni condotte da un trader africano, Kweku Adoboli, per il quale sono già scattate le manette. Nello specifico, questi ammanchi sono stati provocati da alcune transazioni e negoziazioni finanziarie dello stesso Adoboli che non beneficiavano però della necessaria autorizzazione. Inoltre, si è trattato di vere e proprie speculazioni su diversi prodotti, tra cui, in primis, i contratti futures sugli indici azionari (il trader in questione aveva una certa predilezione per l’americano S&P 500 e il tedesco Dax), con gli ultimi tre mesi che sono stati costellati da un numero impressionante di operazioni.

Affitti Italia i più cari d’Europa

 Se acquistare una casa é divenuto difficile, affittarla non é certo una soluzione più fattibile. Purtroppo il costo degli affitti continua a salire e a farne lo spese sono soprattutto i giovani. Un’indagine del Censis sottolinea come il mercato immobiliare rischi l’esaurimento. Le famiglie più giovani sono quelle più vulnerabili sotto il profilo abitativo, sono costrette a pagare affitti sempre più cari e nel migliore dei casi utilizzano appartamenti dei genitori o convivono con essi. Circa l’80% delle famiglie vive in una casa di proprieta’, ma il 20% é composto per la maggior parte da giovani, non bisogna quindi prescindere dai bisogni abitativi delle nuove generazioni.

Piazza Affari: analisi ciclica FTSE-Mib

 Secondo l’analisi ciclica ed i vincoli classici di Hurst la fase in cui ci troviamo adesso è la seconda parte dell’intermedio iniziato sul bottom di fine Giugno. Ma andiamo con ordine; a Marzo 2009 è iniziato l’annuale precedente che si da’ per concluso sul bottom relativo del 25 Maggio 2010, quando il Mib si aggirava intorno a 18000 punti dopo aver sfiorato i 24000 durante il top della seconda metà del 2009.

Irlanda: probabile piano per gli obbligazionisti di Anglo Irish

 Un tiepido spiraglio comincia a brillare sugli obbligazionisti di Anglo Irish Bank: il ministro delle Finanze irlandesi, Michael Noonan, ha dichiarato espressamente che per questi soggetti dovrebbe essere predisposto a breve un apposito piano governativo che consenta di assorbire e recuperare le perdite subite. Lo stesso Noonan ha anche precisato che l’atteggiamento di Dublino sarà quello di intervenire quanto prima, anche perché le autorità europee si sono invece concentrate su un approccio maggiormente coercitivo.

Moody’s e rating Italia: giudizio rinviato

 La situazione dell’Italia rischia di peggiorare il giudizio di Moody’s, una delle agenzie più importanti del mondo potrebbe declassare il rating del nostro Paese. La decisione avrebbe dovuto essere presa in questi giorni, ma sembra che l’agenzia di rating abbia deciso di rimandare di un mese. Moody’s si è quindi presa più tempo per stabilire se abbassare o meno il voto sull’affidabilità creditizia dell’Italia, che attualmente si trova al livello di “Aa2”. La motivazione di questo rimando sta nella sua situazione di incertezza in cui versiamo, la quale ha spinto Moody’s ad attendere qualche tempo prima di aggiungere a una conclusione definitiva.

Perchè i futures sono pericolosi?

 Di solito quando ci si riferisce ai derivati scatta subito l’allarme in testa agli investitori con basso profilo di rischio; secondo i media infatti questi sono strumenti finanziari ad alto rischio, fortemente speculativi e dedicati ad operatori specialisti che cercano il maggior profitto nel minor tempo possibile a fronte, appunto, di un grande rischio.

La realtà dei fatti è un po’ diversa; per definizione i derivati sono semplicemente strumenti il cui prezzo “deriva” appunto dall’andamento di altri strumenti finanziari detti sottostante. Una delle caratteristiche è quella di avere un grande effetto leva. Questa caratteristica fa’ pensare che si possano usare anche con capitale ridotto, in realtà non è così ed è questo uno dei motivi per cui chi decide di negoziarli presto rimane senza soldi sul conto corrente; il fatto che venga richiesto solo un margine a garanzia per la negoziazione, non vuol dire che non si debba avere un capitale adeguato.

Ecofin: una nuova governance dal “six-pact”

 Il Consiglio Ecofin ha finalmente trovato l’intesa per il varo delle misure di rafforzamento, una operazione che è destinata in particolare alla governance dell’economia europea: si tratta del cosiddetto “six-pact”, il patto comunitario che racchiude al suo interno ben sei atti di tipo legislativo. Quali sono, di preciso, questi atti? Come è noto, le sessioni dell’Ecofin sono sempre precedute da quelle dell’Eurogruppo ed è stato in questa occasione che la Commissione Europea, il Parlamento e la presidenza polacca di turno hanno dato vita a un compromesso sulle questioni. In effetti, non è un caso che l’annuncio ufficiale delle misure finanziarie sia giunto direttamente da Jacek Rostoeski, il ministro delle Finanze della stessa Polonia.