Analisi Tecnica: riepilogo Commodities

 Gold: sul Gold Future è avvenuto il rintracciamento atteso, fino al nuovo supporto dinamico passante per 900. Attualmente la situazione rimane di forza ed il trend è invariato e vi sono due ulteriori occasioni d’acquisto per chi è rimasto flat (considerando che ora il rapporto rischio/rendimento non è più favorevole, le entrate dovranno essere misurate correttamente): al superamento dei 945 ed ancora al superamento dei 1000, con stop sui minimi di periodo e target sopra i 1032 da seguire in trailing-stop.

Soybean: il future sull’olio di semi di soia ha subito nelle ultime due settimane variazioni piuttosto strane, contenute in un range di circa 70 punti. Una serie di candele rosse, ma con minimi e massimi crescenti, hanno chuso il gap creato il 2 Marzo in apertura, ed ora il superamento dei 880 consentirà il recupero dei 930.

Analisi Tecnica: Commodities indecise quanto gli indici

 Nuovo periodo di incertezza per i mercati mondiali, con gli indici che “non sanno” se ripartire o no, almeno per ossigenare i prezzi ed evitare la catastrofe. Sulle commodities, il sentiment è pressoché uguale:
primo su tutti il future Soybean, che mette a segno un nuovo attacco alla statica a 964 perforandola in chiusura daily di qualche punto, e dopo la realizzazione di un massimo decrescente sembra volgere al peggio il quadro generale per questo derivato: per chi fosse liquido, è bene rimanere tale fino a nuove importanti indicazioni. Il mercato ha bisogno di trovare riscontri nei volumi, prima di definire le intenzioni e consentire un ingresso a basso rischio.
Il petrolio dalla sua parte, dopo aver mancato il target ribassista a 29 dollari ha recuperato velocemente i 47 ma non è riuscito a confermare la rottura rialzista: si sta sviluppando una fase laterale, quindi porre attenzione alla fuoriuscita al fine di individuare la nuova onda che spingerà i prezzi in direzione con probabile aumento della volatilità.

Analisi Tecnica: Crude Oil future tenta il recupero dei 47

 Il crollo del petrolio dai massimi assoluti non vede ancora segnali d’inversione sui grafici: una serie di massimi e minimi decrescenti infatti non lasciano dubbi sulla strada fatta, mentre il rallentamento a cui stiamo assistendo comincia invece ad accendere il primissimo campanello d’allarme: dopo la rottura dei 47 infatti abbiamo assistito ad un timido tentativo di recuperare il livello perso (tentativo fallito al momento). Il fatto di non aver ancora rotto in chiusura di barra giornaliera la soglia psicologica dei 40 dollari probabilmente mantiene il sentiment neutrale e contribuisce alla creazione anche su questo mercato di un trading range attualmente compreso proprio tra quei due valori (47 e 40). Alla rottura di uno dei due probabilmente assisteremo ad un’accelerazione in direzione della violazione: nell’ipotesi ribassista il target rimane invariato (il livello naturale posto a 29 circa) mentre in caso di recupero, trattandosi del primo vero di un mercato fortemente orso, il target è prossimo a 52. Inoltre, trattandosi di un movimento controtendenza sarà da sfruttare sui time frame più brevi seguendo con trailing stop automatici o spostando manualmente l’uscita sui livelli di minimo che si verranno a creare.

Analisi Tecnica: riepilogo situazione grafica delle commodities

 Non tutti i mercati reagiscono in modo simile davanti alla crisi che stiamo passando: le commodities in particolare si comportano in modi diversi, e creano figure grafiche differenti con target più o meno distanti.

Soybean: (analisi riferita al future trattato al CBoT) L’olio di semi di soia (1° immagine) sta formando un triangolo sul grafico daily: siamo in prossimità del vertice, il che aumenta le probabilità di assistere ad una presa di direzione chiara nei prossimi giorni. Avendo più volte “attaccato” il livello a 964,01 senza violarlo viene da ipotizzare una ripresa del trend ribassista per questa commodity, con target 877 prima e 800 poi. Nell’ipotesi di inversione di tendenza, il target rialzista si colloca a 1090,6.

Analisi Tecnica: Crude Oil e Euro/Dollaro in trend ribassista

 Non sono solo gli indici a soffrire di “alta volatilità” nella crisi economica attuale: anche nei mercati delle commodities stiamo assistendo a giornate con escursioni notevoli, in particolare il future sul Crude Oil mette a segno una serie di sedute dall’ampiezza pronunciata.
Mentre in certi casi, nonostante la volatilità, stiamo assistendo alla definizione di trading-range, sul petrolio il trend negativo non lascia nessun dubbio agli operatori, che incalzano le vendite giorno dopo giorno: nel solo mese di ottobre il future ha perso circa il 33% del proprio valore, passando da 100,65 a 67,725 dollari per barile. Il mese di Novembre sembra continuare il ribasso senza esclusioni di colpi: attualmente la candela weekly segna una performance di quasi -13%.

Prosegue in ribasso anche il prezzo del Crude Oil

 La perdita del livello-chiave posto a 74,4 sul grafico daily del Crude Oil non fa che peggiorare la tendenza negativa gia individuata e confermata alcune settimane fa’. Si aprono le strade per il raggiungimento del nuovo livello naturale posto a 47 dollari, prezzo sicuramente distante dai valori attuali di mercato ma comunque raggiungibile in un arco temporale di medio periodo, salvo la comparsa di forti segnali d’inversione al momento non presenti. Dall’inizio del ribasso, dai massimi assoluti di quest’anno, stiamo assistendo ad una seconda fase di ipervenduto discretamente accentuata (l’RSI staziona intorno al valore di 24). Situazione che conferma la tendenza in corso, ma presuppone un rimbalzo tecnico delle quotazioni utile per rientrare al ribasso da prezzi migliori di quelli attuali.
Non vi sono particolari resistenze al ribasso, se non quella a 68,2 gia violata al ribasso nelle ultime sedute di contrattazione.
Anche se può sembrare distante e non realizzabile il target proposto ( a 47 dollari), si pensi alla situazione di un anno fa’ con il petrolio intorno ai 100 dollari al barile. Gia allora era emergenza per il prezzo estremamente elevato e pochi avrebbero scommesso sul raggiungimento e superamento dei 140 dollari per barile: il livello invece è stato visto nel giro di pochi mesi con il furioso rialzo al quale abbiamo assistito.

Trova conferma la tendenza negativa del Crude Oil: individuato un nuovo supporto

 Nel precedente articolo dedicato al Crude Oil si parlava dell’importanza di individuare il trend di un grafico, mediante l’utilizzo di più strumenti che potessero confermare a vicenda le aspettative. Si ricordava inoltre come i profitti maggiori vengono realizzati seguendo la tendenza dominante, come insegnava Mr. Gann.

Il Crude Oil segnala da tempo una forte tendenza negativa, confermata in questi giorni: la situazione di ipervenduto è stata annullata grazie ad un rimbalzo tecnico durato poco più di una seduta, che ha permesso alle quotazioni di tornare nei pressi della resistenza posta a 84,5 dollari; successivamente la perdita dei 78,3 ha di nuovo proiettato verso il basso i prezzi alla ricerca dei 68 dollari. Si è creata però un’importantissima resistenza intermedia in area 72,4. La violazione di questo livello permetterebbe infatti un ulteriore allungo ribassista consistente. Al contrario, la tenuta dell’area indicata permetterebbe alle quotazioni un recupero fino a 97 dollari al barile in poco tempo.

Analisi Tecnica del Crude Oil: supporti e resistenze importanti

 Si usa dire “non tutto il male viene per nuocere” e se volessimo cercare un lato positivo nella bufera dei mercati viene da pensare al prezzo del Crude Oil che dai massimi di 145 circa ha iniziato la sua discesa fino sotto gli 80 dollari. I benefici di questa discesa non sono ancora tangibili a livello di distribuzione, è comunque interessante studiare il grafico per ipotizzare i prossimi sviluppi.

Proponiamo l’andamento del future legato al Crude Oil quotato nel mercato NYMEX: il rialzo partito dall’inizio del 2007 ha visto il suo massimo nel Luglio 2008 intorno ai 147. Da questo livello è iniziato il ribasso che ha riportato le quotazioni intorno ai valori di Ottobre dell’anno scorso. Ribasso deciso e corposo, che necessiterà comunque di rimbalzi tecnici per proseguire. Sul grafico daily sono proposti i livelli di resistenza/supporto più importanti, da monitorare costantemente: siamo ora sopra i 78 dollari, nel caso l’area verrà violata al ribasso possiamo aspettarci nuovi allunghi fino almeno ai 70 dollari, al contrario in caso di rimbalzo saremmo proiettati verso gli 84 dollari. Il trend di medio periodo allo stato attuale è al ribasso: le medie mobili sono incrociate, vi sono massimi e minimi decrescenti, inoltre l’RSI in ipervenduto fa ipotizzare ad una continuazione del trend preceduta da un rimbalzo tecnico da intendere come nuova occasione di vendita, da sfruttare utilizzando stop-loss ridotti.

L’Opec taglia la produzione. Il petrolio continua a scendere ma i carburanti no. Come mai?

Tagliare o non tagliare la produzione di petrolio? E’ questo l’interrogativo su cui hanno dibattuto a lungo i paesi produttori nel corso del 149° vertice dell’Opec, tenutosi il 9 settembre a Vienna. Alla fine, in barba alla volontà dell’Arabia Saudita di mantenere invariata la produzione, l’Opec ha optato per un taglio produttivo di 520 mila barili al giorno. Nonostante la decisione dell‘Opec, il petrolio non ha frenato la sua discesa e ieri a Londra il Brent è arrivato a 98 dollari mentre a New York il Wti è sceso a 102 dollari. Con il prezzo del petrolio che si aggira intorno ai 100 dollari al barile, 47 in meno rispetto al record di luglio, anche i prezzi dei carburanti dovrebbero adeguarsi e scendere proporzionalmente. Secondo Federconsumatori, che denuncia le continue speculazioni sui carburanti, i prezzi di benzina e gasolio dovrebbero attestarsi almeno ad 1,40 euro a litro, mentre attualmente essi sfiorano 1,48 euro a litro. A marzo, dati alla mano, il petrolio toccava 104 dollari al barile e il costo della benzina oscillava attorno a 1,36-1,38 euro a litro. Ma allora perchè oggi, nel nostro Paese, i prezzi dei carburanti non scendono insieme a quello del petrolio?