Accordo Merkel-Sarkozy per un piano globale anticrisi

 Il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy, hanno fatto una promessa:  un piano globale entro la fine del mese e hanno ribadito l’urgenza di risolvere i problemi europei prima del vertice del G20 di inizio novembre. Lo scopo é la ricapitalizzazione delle banche europee per garantire maggiore disponibilità di credito, arrivando anche per questo fine a modificare i trattati europei per favorire una maggiore integrazione e una maggiore vigilanza tra i Paesi di Eurolandia. L’annuncio é stato dato nel corso di una conferenza stampa congiunta a Berlino 1, dove é stato fissato il termine ultimo del 3 novembre per dare una risposta forte alla crisi che dopo la Grecia si é estesa a tutto il continente.

Bankitalia: gli Indignati si preparano a marciare su Roma

 Nei giorni scorsi con una inattesa dimostrazione di forza, gli indignati di «Occupy Wall Street» hanno invaso le strade di Downtown Manhattan riempiendo a migliaia Foley Square e urlando con convinzione “End the War, Tax the Rich”. Fine alla guerra e tasse ai ricchi. Associazioni studentesche e Unions, i sindacati degli operai di New York, insegnanti, operai, studenti universitari, idraulici, donne lavoratrici, non c’è differenza, tutti chiedono la stessa cosa: le cause della manifestazione sono principalmente sociali, si protesta contro la disuguaglianza economica, l’avidità aziendale e l’influenza del denaro sui gruppi di pressione sul governo, ecco perchè si chiedono le “tasse per i ricchi”.

Insufficiente cooperazione internazionale aggrava la crisi

 In questo periodo l’argomento crisi é al centro delle istituzioni nazionali e internazionali. Si teme il double dip che diviene sempre più minaccioso in Europa. Il deterioramento del sentiment sui mercati europei e il prospettato rallentamento della crescita negli USA sta ponendo un freno alla ripresa mondiale e pesa sulle prospettive di crescita dell’Europa. Tant’é che anche Fitch, dopo Standard & Poor’s e Moody’s, ha declassato la valutazione sui titoli di debito pubblico dell’Italia. Questa situazione ha innescato un calo repentino dell’euro, che arriva a 1,3394 dollari.

Bassa crescita dell’Italia e poche opportunità ai giovani

 Mario Draghi futuro presidente della Bce, si é pronunciato, al seminario per la sussidiarietà a Saertano in provincia di Siena, sulla questione crescita economica del nostro Paese. Secondo il  governatore di Bankitalia la bassa crescita dell’Italia degli ultimi anni è una conseguenza anche delle scarse opportunità offerte alle giovani generazioni. Situazione che Draghi definisce preoccupante: é priorità assoluta dell’Italia è  uscire dalla stagnazione adottando idonee misure strutturali.

L’Europa? Solo un mosaico composto da particelle insignificanti

 Un mosaico composto da piccole particelle che, prese da sole, non significano molto: con questa frase il Wall Street Journal dedica un intero articolo all’Unione Europea e alla sua economia.  Mettendo insieme queste   tessere  si può avere un’opera d’arte, prosegue il giornale. Un quadro dipinto  su una tela larga dove é protagonista il Fondo europeo di stabilità finanziaria (EFSF), che acquista  le obbligazioni europee per ricapitalizzare le banche e risolvere altri problemi di liquidità. L’Europa deve affrontare contestualmente una crisi di debito sovrano, una crisi bancaria e una crisi dell’euro, l’ipotesi di esclusione della Grecia é ormai allontanata e  forse ci sono altri paesi a rischio dall’area dell’euro.

Crescita Italia: Fitch taglia stime

 Cattive notizie per l’Italia, Fitch taglia le stime del nostro Paese prevedendo un’espansione 2012 dello 0,2% dal precedente 1,0%. Nel suo Global Economic Outlook, l’agenzia di rating ha rivisto anche le sue previsioni relative all’anno 2013, allo 0,6% rispetto al precedente 1,6%. Per quanto riguarda la stima di quest’anno invece Fitch ha lasciato Invariata la stima a a 0,7%. Tuttavia non è totalmente pessimistico il lo scenario fotografato dall’agenzia di rating, Fitch esclude per ora una piena ricaduta in recessione nonostante le nuove stime incorporino rischi di contrazione del Pil.

In Grecia licenziamento per 30 mila statali

 La Finanziaria 2012 é stata presentata nel Parlamento Greco, subito durante il Consiglio dei ministri il quale ha fissato il delicato piano di tagli di 30mila posti di lavoro nel settore pubblico. Misura che secondo il governo si é resa necessaria per superare il periodo di austerità del paese ellenico. Per convincere la troika a continuare a elargire gli aiuti alla Grecia, Atene ha promesso di introdurre nuove tasse, ridurre i salari dei dipendenti pubblici e il numero degli statali di un quinto entro il 2015. Nel progetto di bilancio 2012 il governo prevede che il Pil subisca una contrazione del 2,5 per cento e si tratterebbe del quarto anno consecutivo di contrazione.

Monito Usa per Ue: rischio catastrofe

 Stati Uniti, Cina e Fondo Monetario Internazionale, sono fortemente preoccupati per i possibili futuri coinvolgimenti e le reazioni a catena che potrebbe generare la crisi europea. Dopo il G20 anche il Fondo monetario si impegna per la risoluzione della crisi dell’ Europa. Lancia l’allarme il segretario di Stato al Tesoro Usa Tim Geithner per i rischi «catastrofici di default a cascata» tra i Paesi europei e l’ International monetary and financial committee, l’ Imfc, l’ organo esecutivo del Fmi, annuncia il suo sostegno ai Paesi del vecchio continente. Non arrivano subito veri e propri interventi precisi, ma un monito degli USa soprattutto che, per il timore di un ritorno della recessione, insistono nel chiedere misure più forti facendo appello ai governi e alle autorità per fare ognuno la propria parte in questo periodo di austerità.

G20 interverrà su fondo salvastati, sostegno per le banche

 I venti Paesi più potenti al mondo si sono riuniti a Washington per discutere sulla crescita che latita e le banche indebolite. I ministri delle Finanze e i banchieri centrali dei principali Paesi ricchi e emergenti del G20 hanno sollevato la necessità di dare una risposta internazionale forte e coordinata per intervenire in questa situazione di austerità, perchè le banche dispongano di un capitale adeguato, in risposta soprattutto al crollo negli ultimi giorni dei valori bancari europei, colpiti dai timori legati alla crisi del debito nella zona euro. Le venti maggiori economie hanno sottolineato che il fondo salva-stati europeo potrebbe essere rafforzato.

Grecia settore pubblico: un’ondata di scioperi

 La situazione in cui versa la Grecia ha spinto, solo alcuni giorni fa, i governatori a prendere una decisione drastica: per ridurre la spesa pubblica occorre un taglio ai posti di lavoro statali. La risposta non si é fatta attendere: un’ondata di scioperi ha colpito la Grecia, taxisti, insegnanti, dipendenti ministeriali e altre categorie di lavoratori non hanno gradito le iniziative di rigidità che sono state annunciate dal governo di Atene, guidato dal premier socialista Papandreu. Il rischio di default del Paese é sempre in agguato e il premier non ha trovato, almeno per ora, altra via di uscita che non sia quella dei tagli.

Piano decennale per la crescita lanciato da Tremonti

 Lo avevano chiesto le parti sociali e l’Europa e il ministro dell’economia non ha tardato a dare una risposta. Un piano decennale per la crescita é il tavolo per lo sviluppo che si è svolto ieri al Tesoro. Il piano dovrà toccare quattro punti fondamentali: il lavoro, le imprese, il credito e lo Stato. Entro un mese il piano sarà pronto e getterà le basi per una nuova economia, più solida e affidabile. Sono questi i propositi del ministro, che per rilanciare la crescita passerà velocemente alla parte concreta, subito dopo il completamento dello studio del piano, si procedera’ alla “manutenzione” delle misure varate soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture. Il tavolo di confronto al Tesoro si riunirà ancora mercoledi della prossima settimana.

Grecia: taglio al settore pubblico entro metà ottobre

 Prima di ottenere il da 8 miliardi di euro entro metà ottobre, la Grecia dovrà attuare il taglio strutturale del 20% dei 750mila dipendenti pubblici o para-pubblici. La scorsa settimana il governo greco aveva già annunciato il licenziamento di migliaia di funzionari ma all’annuncio non era seguito il licenziamento vero e proprio per evitare una acerba protesta dei sindacati. Il premier George Papandreou, avendo ribadito la volontà di Atene  di rimanere nell’euro, dovrà quindi rispettare gli impegni presi con i creditori e questo periodo di austerità potrebbe comportare per il Paese un taglio di 150.000 dipendenti pubblici. I rappresentanti dell’Unione europea (Ue), Banca centrale europea (Bce) e del Fondo monetario internazionale (Fmi), prima di dare la sua approvazione alla nuova tranche del pacchetto di aiuti, desidera verificare che la Grecia inizi a porre un taglio alle spese.

Dollari alle banche dell’area euro in un intervento coordinato

 La situazione dei Paesi dell’area euro diviene sempre più preoccupante a causa soprattutto del debito pubblico che, in taluni Paesi, ha raggiunto livelli che vanno oltre la soglia stabilita dal trattato di Maastricht. La Banca centrale europea ha quindi deciso di intervenire con la Fed americana, la Bank of England, la Banca nazionale svizzera e la Banca del Giappone per fornire liquidita’ in dollari alle banche dell’area euro che potessero trovarsi in situazione di difficoltà. Due banche europee (i cui nomi non sono ancora noti), l’altro ieri hanno già dovuto chiedere in prestito alla Bce 575 milioni di dollari, perchè non hanno trovato altro modo per reperire finanziamenti nella valuta americana.

Termini in sciopero: operai Fiat bloccano la Statale

 Giornata di sciopero per gli operai Fiat: l’incertezza sul futuro lavorativo é così forte da spingere gli operai di Termini Imerese a bloccare per quarantacinque minuti, in entrambi i sensi di marcia, le autostrade Palermo-Catania e Palermo-Messina e anche la stazione ferroviaria di Fiumetorto, sulla linea che collega il capoluogo alla citta’ dello Stretto. Dalle ore 7.45 alle 8.30 della giornata di ieri hanno bloccato il traffico e successivamente gli operai dello stabilimento e dell’indotto sono riuniti davanti al cancello della fabbrica, dopo una breve assemblea nella quale e’ stato deciso di proseguire con scioperi e proteste anche nei giorni a venire.