La Cina acquisterà titoli dall’Italia?

 Un’Italia indebitata che si rivolge ai Paesi asiatici. La notizia dei colloqui tra il ministro delle Finanze italiano Giulio Tremonti e Lou Jiwei, presidente del fondo sovrano cinese China Investment Corp, ha fatto il giro dell’Europa. I cinesi potrebbero essere disposti a comprare titoli del debito pubblico italiano, un modo più sottile per dire che la Cina correrà in aiuto del nostro Paese. Nulla di ufficiale, la notizia, lanciata dal Financial Times e dal Wall Street Journal, ha sottolineato che non è chiaro se i colloqui porteranno a grossi acquisti di bond da parte di Pechino e che l’Italia è considerata da molti analisti «troppo grande da salvare».

Record storico dello spread tra BTP e Bund

 Mentre il governo é impegnato a nella contrattazione con le autorità cinesi affinchè queste ultime decidano di acquistare titoli del debito pubblico italiano, torna sotto quota 400 punti base lo spread Btp Bund, salito nella giornata di ieri a nuovi massimi. Il Tesoro ieri ha collocato sul mercato il nuovo Btp a cinque anni a un tasso di rendimento che é salito fino al 5,6% dal 4,93% dell’ultima asta, toccando un nuovo record degli ultimi 12 anni. Il nuovo Btp 15 settembre 2016 è stato venduto per un totale pari a 3,865 miliardi di euro.

Atene sul filo del rasoio: niente 90% di adesioni privati

 L’obiettivo non é stato raggiunto: la Grecia non è riuscita nell’intento di raggiungere un tasso di scambio del 90% dei suoi titoli con scadenza 2020, per un valore totale di 135 miliardi di euro. Alcune indiscrezioni non confermate ufficialmente, parlano di un’adesione che non ha superato neanche il 70%. Si alimentano così nuovi timori per la Grecia, ma secondo il portavoce del governo ellenico Ilias Mosialos, la nazione non corre il rischio di dover uscire dall’euro: la prossima settimana riprenderanno gli incontri tra governo greco, Fmi, Unione Europa e Bce, per discutere i bilanci 2011 e 2012 di Atene e l’esame dei cambiamenti strutturali che la Grecia si è impegnata ad eseguire.

Marcegaglia: l’Italia é in pericolo, il Governo deve agire

 Periodo grigio per il Pil italiano a -0,1% nel terzo trimestre e a +0,1% nel quarto. Le previsioni dell’Ocse, contenute nell’Interim Economic Assessment, indicano per i prossimi mesi un periodo congiunturale negativo per il BelPaese. Il clima di “incertezza elevata” caratterizzerà l’economia per i prossimi mesi. “Sono all’ordine del giorno i temi della crescita che si pongono in modo stringente per non dire drammatico” ha anche sottolineato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in visita a Palermo, al centro della discussione la necessità di continuare a ridurre il debito pubblico e valorizzando insieme il Nord e il Sud del Paese.

Per economisti e ingegneri il lavoro non manca

 È veramente così? Il rallentamento dell’economia internazionale e il clima di incertezza finanziaria che ha investito l’Europa nei mesi estivi pesa sulle prospettive dell’occupazione, ma meno per questo tipo di professionisti. Il Sistema informativo Excelsior di Unioncamere insieme al Ministero del Lavoro sottolinea che lo studio dell’economia è il consiglio più saggio per le matricole universitarie, sembra che un laureato in economia riesca più facilmente a trovare lavoro rispetto a un altro. E gli ingegneri? Idem, anche quest’anno sarà proprio ai dottori in questa facoltà che le imprese destineranno il maggior numero di assunzioni previste: 22mila.

Tassi invariati all’1.50% per favorire la crescita

 Non ci sono state sorprese da parte della BCE: i tassi rimangono invariati all’1,50%, così come da aspettative, nella giornata di ieri il Consiglio direttivo della Bce in riunione ha deciso che questo sia il metodo giusto per favorire la crescita, che al momento stenta a decollare. Non hanno subito cambiamenti neanche i tassi sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la Banca centrale, rispettivamente rimasti al 2,25% e 0,75%. La Banca centrale europea non ha dettato un programma di riforme economiche al governo italiano.

Depositi overnight toccano livelli record

 Non é solo la notizia di un possibile downgrade da parte di Moody’s che turba i mercati: segnali allarmanti sull’attuale stato di panico dei mercati arrivano anche dalle operazioni di deposito fondi presso la Banca Centrale Europea. Dai dati dell’Eurotower emerge infatti che nei giorni scorsi le banche hanno depositato presso l’Istituto centrale 166,8 mld di euro, valore più alto da inizio anno che supera i 151 mld toccati venerdì scorso. Sembra quindi che gli istituti di credito europei siano riluttanti a prestarsi denaro tra di loro a causa dell’attuale situazione di incertezza anche sui titoli di Stato. Le banche quindi preferiscono depositare la propria liquidità “sotto il mattone” ovvero in un porto sicuro qual’è la Banca Centrale.

Grecia fuori dall’euro creerebbe effetto domino

 Un sistema valutario che, da una parte sembra forte, avendo superato ampiamente il valore di monete storiche come il dollaro. D’altra parte però, le basi che reggono questa recente alleanza chiamata Unione economica ed europea, risultano essere meno forti di quanto si potrebbe pensare. L’ipotesi della Grecia fuori dall’euro aleggia nella CEE e il cancelliere tedesco, Angela Merkel esprime subito il suo dissenso, sottolineando che debba essere una misura da non prendere nemmeno in considerazione, un’uscita dall’euro non dovrebbe rappresentare una possibilità per alcuno dei Paesi membri.

Piazza Affari: -3.35%, banche e assicurazioni le peggiori

 La perdita di fiducia verso la Merkel? Le perplessità sulla manovra italiana di Agosto? O la paura per la Grecia? Quali che siano le cause a cui si attribuisce il crollo di questa mattina, sono comunque sbagliate se non si guarda la situazione complessiva senza escludere niente. Più volte è stato ribadito che il Mercato è globalizzato ormai, ed anche se Wall Street è dall’altra parte dell’oceano i condizionamenti sono continui e bilaterali e non si può certo attribuire sempre la colpa dei crolli ad un motivi piuttosto che ad un’altro escludendo una visione d’insieme. La sfiducia è generale e la finanza non riesce più a convincere tanto che le vendite trascinano i settori portanti della finanza al ribasso, con performance rosse ben superiori al 5%.

Lo spettro della recessione frena l’occupazione

 Con la fine del caldo torrido e di questa estate 2011, nessun sollievo per l’economia italiana, almeno, non ancora. Come ormai sempre più spesso avviene, i timori e i dubbi d’oltreoceano non tardano a sbarcare nel vecchio continente e le conseguenze si fanno presto sentire. L’economia americana non crea posti di lavoro: per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale la statistica ufficiale segna una variazione pari a zero. Il tasso di disoccupazione resta fermo al 9,1%. Il numero degli occupati resta invariato in agosto, il dato peggiore dal settembre dello scorso anno. Il Dipartimento del Lavoro ha anche rivisto al ribasso i dati dei mesi precedenti e ci si aspetta una ripresa debole.

Trichet all’Italia: occorre rispettare gli impegni presi

 È questo il monito che arriva dal presidente della Bce Jean Claude Trichet: l’Italia deve rispettare gli impegni presi e portare avanti l’ambizioso piano di risanamento dei conti annunciato durante l’estate, precisamente nel mese di agosto. Questa, secondo l’attuale Presidente della BCE è l’unico modo per permettere all’Italia lo sviluppo delle potenzialità inespresse. Il Presidente in questi giorni ha rilasciato una lunga intervista a Il Sole 24 Ore, nella quale ha spiegato che:

La fiducia italiani si riduce a causa della crisi

 La fiducia degli italiani, continua a calare per il terzo mese consecutivo. Sfiducia anche per la previsione sull´andamento della situazione italiana nei prossimi 12 mesi. E’ questa la tendenza che emerge dall’ultimo osservatorio mensile che è stato pubblicato in questi giorni da Findomestic. In una nota la compagnia ha sottolineato che ad agosto meno di un italiano su dieci ha ritenuto di riuscire ad aumentare il proprio risparmio per il prossimo anno. La previsione è inferiore non solo rispetto al mese precedente ma anche nei confronti dello stesso periodo rispetto allo scorso anno, quando gli italiani avevano qualche speranza di poter risparmiare qualcosa.

Rating del Giappone ridotto ad AA3

 Periodo di giudizio per alcune importanti economie mondiali. Dopo il declassamento storico degli Stati Uniti e le successive polemiche e indagini da parte del dipartimento di Giustizia, ora tocca al Giappone. Moody’s ha abbassato di un gradino il rating, passato ad Aa3, del debito a lungo termine del Giappone a causa del massiccio indebitamento del Paese giallo, che ricordiamo ha subito un ulteriore aggravio a causa del terremoto nel nordest dell’11 marzo. Il Giappone è indebitato a un livello circa due volte superiore al suo prodotto interno lordo (Pil) e la somma aumenta ogni anno. Il Paese infatti continua a emettere buoni del tesoro per coprire le spese. Solo pochi mesi fa Moody’s aveva avvertito della possibilità di un taglio della AA2 del rating giapponese, a causa dei timori sulla crescita economica.

Bank of America taglia 3500 posti di lavoro

 La turbolenza che sta investendo i mercati miete altre vittime, dopo gli investitori l’ultimo fulmine colpisce gli impiegati della Bank of America. La prima banca americana in termini di asset taglierà 3.500 posti di lavoro entro la fine del prossimo mese. La notizia, citata dal Wall Street Journal, sottolinea che i primi a subire il licenziamento saranno gli addetti ai lavori dell’investment banking e del trading. Alcuni hanno giá ricevuto la notifica del licenziamento e il piano di ristrutturazione proseguirà nei prossimi giorni, comportando altre migliaia di tagli addizionali. Gli azionisti hanno chiesto una drastica riduzione dei costi poichè il rallentamento dell’economia americana ha significato una contrazione dei ricavi.