Il tanto odiato euro: vantaggi reali di una moneta unica

Spesso ci lamentiamo affermando che da quando è entrato in vigore l’euro non riusciamo più a mettere un po’ di risparmi da parte e molti addirittura affermano di non arrivare a fina mese. Ma è così negativa l’adozione di una moneta unica? Spesso sentiamo dire che l’euro “fa male” alle nostre tasche ma “fa bene” all’Italia. Cosa significa? Bene, in realtà i vantaggi della moneta unica sono realmente molteplici. Innanzitutto, la presenza di una moneta unica diminuisce i costi di transazione, ovvero gli impedimenti negli scambi tra le economie. Con un’unica moneta gli introiti derivanti dalla vendita dei beni all’estero sono immediatamente spendibili nel Paese di origine delle esportazioni e non occorre convertirli in valuta nazionale.

Tali costi, ovvero quelli dedicati al servizio di conversione delle due valute, sono del tutto evitati quando circola una moneta unica. Un’altra argomentazione a vantaggio dell’ unione monetaria è che essa non può essere sottoposta ad attacchi speculativi, ovvero improvvisi aumenti nella domanda di valuta estera in cambio di valuta nazionale, in particolare non sorgono problemi di credibilità del regime di cambio i quali possono generare aspettative di deprezzamento e indurre ad attacchi speculativi. Un altro aspetto dell’unione monetaria è che la politica monetaria è scelta collegialmente e non unilateralmente, riducendo così la probabilità di politiche monetarie anticicliche per alcuni membri.

Fondi comuni di investimento: crisi nel Belpaese, riunioni a Bankitalia

I Fondi comuni di investimento sono dei patrimoni gestiti da apposite società (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio, OICR) che appunto gestiscono (investendolo in strumenti finanziari) un patrimonio autonomo, quindi separato da quello della società di gestione del risparmio (SGR), da quello dei singoli partecipanti e da qualsiasi altro patrimonio gestito dalla stessa SGR, diviso in quote, di pertinenza di una pluralità di partecipanti. Tali fondi possono essere: aperti e chiusi. Quando il fondo è aperto il risparmiatore può a ogni data sottoscrivere ulteriori quote del fondo o richiedere il rimborso parziale o totale di quelle già sottoscritte. Invece l’ammontare del fondo chiuso è predeterminato ed il termine massimo di sottoscrizione è stabilito in un anno, la durata dello stesso deve essere predefinita (massimo 30 anni) e le quote non possono essere riscattate prima della scadenza.

Cosa significa tutto questo? Significa che Pinco e Pallino, avendo a disposizione una certa quantità di denaro, decidono di investire per far lievitare quanto già posseggono, ma siccome non hanno molta dimestichezza con i mercati finanziari, si affidano a dei professionisti, che effettueranno per loro conto, un’ottima gestione. Almeno si spera. Perché magari mentre Pinco ha avuto il suo bel gruzzoletto in eredità da una vecchia zia d’oltreoceano sbucata e deceduta all’improvviso, Pallino i suoi soldi se li è sudati tutta una vita ed essi sono il frutto di anni e anni di lavoro. Entrambi comunque, aldilà di quale sia stata la fonte del loro denaro, hanno il sacrosanto diritto di essere tutelati. Quali sono quindi le garanzie per i due amici? Innanzitutto la SGR ha obblighi di corretta gestione, di informazione e rendiconto verso i sottoscrittori, i nostri amici quindi saranno costantemente informati dell’evoluzione dell’investimento. Inoltre sui soggetti abilitati alla gestione vigilano: la Banca d’Italia, in merito al contenimento del rischio e alla stabilità patrimoniale della società di gestione e la Consob che assicura la trasparenza e correttezza dei comportamenti e dei mercati e la tutela degli investitori.