La Bank of East Asia Ltd., l’isituto creditizio con la peggior performance nell’indice Hang Seng di Hong Kong, ha annunciato di avere riportato una perdita pari a 2,2 miliardi di dollari di Hong Kong (284 milioni di dollari) a causa degli investimenti collegati al credito che sono stati rovinati dai turbamenti economici nei mercati globali. La banca asiatica, terzo maggior istituto della città cinese per assets, dovrà sostenere tale perdita: quest’ultima risulta essere quasi dello stesso ordine del suo reddito netto del secondo semestre del 2007 ed è stata provocata dalla vendita dell’intero portafoglio di obbligazioni collaterali debitorie.
Già nella prima metà di quest’anno, Bank of East Asia aveva effettuato un’operazione simile, per un importo di 1,3 miliardi di dollari di Hong Kong. Le azioni della banca, di cui il portavoce David Li rappresenta il settore bancario nell’assemblea legislativa, sono scese di ben 75 punti percentuali quest’anno, dato che la crisi globale dei mercati ha reso peggiori gli investimenti e ha inoltre indebolito la domanda per i prestiti. Prima dell’annuncio delle perdite, Bank of East Asia aveva già chiuso in ribasso del 16%, a quota 13,38 dollari di Hong Kong.
Seduta di inizio settimana ancora una volta negativa per l’SPMIB: le compravendite sul più importante indice italiano iniziano in mattinata a quota 19078. Dopo pochi minuti si raggiungono immediatamente i 18589 punti indice, che diventeranno i minimi di giornata dai quali si è ripartiti verso i massimi raggiunti nel primo pomeriggio a quota 19405. La particolarità della giornata è che il prezzo di chiusura (19092) risulta essere decisamente vicino all’apertura: si può affermare che il prezzo di apertura e di chiusura sono quasi coincidenti. Tale particolarità conferisce una forma importante alla candela sul grafico daily, che nello specifico prende il nome di candela Doji. La Doji indica un’equivalenza delle forze in gioco (la forza dei compratori e quella dei venditori si equivalgono) e quindi mostra un’indecisione sulla direzionalità del mercato. Il fatto che si la Doji si sia formata su un probabile minimo di periodo avvalora l’ipotesi invece di un cambio di tendenza almeno di breve periodo.
La perdita del livello-chiave posto a 74,4 sul grafico daily del Crude Oil non fa che peggiorare la tendenza negativa gia individuata e confermata alcune settimane fa’. Si aprono le strade per il raggiungimento del nuovo livello naturale posto a 47 dollari, prezzo sicuramente distante dai valori attuali di mercato ma comunque raggiungibile in un arco temporale di medio periodo, salvo la comparsa di forti segnali d’inversione al momento non presenti. Dall’inizio del ribasso, dai massimi assoluti di quest’anno, stiamo assistendo ad una seconda fase di ipervenduto discretamente accentuata (l’RSI staziona intorno al valore di 24). Situazione che conferma la tendenza in corso, ma presuppone un rimbalzo tecnico delle quotazioni utile per rientrare al ribasso da prezzi migliori di quelli attuali.
Con la chiusura della giornata di oggi si conclude la formazione della nuova candela weekly sul grafico settimanale dell’SPMIB: l’apertura di Lunedì 20 a quota 22245 non ha fornito segnali negativi e per ben 2 giornate si sono creati i presupposti per concretizzare l’inversione di breve: ipotesi smentita come vedremo successivamente. Tornando al weekly, diventa importantissima invece la chiusura di ottava a 19879: come si vede dall’immagine ci siamo portati al di sotto della linea rossa (i minimi del 2003) il che presuppone la continuazione del trend negativo nel medio-lungo periodo. Da osservare la situazione dell’RSI che registra una situazione di forte ipervenduto a livello settimanale, che in un modo (lateralizzazione e compressione dei prezzi) o nell’altro (parziale ripresa delle quotazioni) dovrà scaricarsi. Non è quindi il momento opportuno per investimenti da “cassettisti” in quanto potremo si assistere ad una ripresa delle quotazioni, ma il trend di medio-lungo periodo rimane assolutamente negativo.