Spagna chiederà gli aiuti all’Europa

 Il governo Rajoy getta la spugna e accetta di farsi aiutare dall’Europa nel processo di risanamento del proprio settore bancario. Le banche sono da tempo la spina nel fianco del governo spagnolo, impegnato già nella difficile sfida di rientro del debito e del deficit di bilancio entro i parametri fissati dal fiscal compact europeo. Alla fine la Spagna chiederà gli aiuti finanziari all’Europa nella prossima riunione dell’Ecofin e dell’Eurogruppo, in programma il 21 e 22 giugno in Lussemburgo. I ministri finanziari europei hanno dichiarato che sono pronti fino a 100 miliardi di euro per salvare il settore bancario spagnolo.

La Confesercenti lamenta una eccessiva pressione fiscale

 La denuncia è stata davvero forte: Marco Venturi, numero uno della Confesercenti, si è scagliato contro i nuovi aumenti della pressione fiscale, preferendo puntare su una vera e propria spallata alla spesa pubblica per far ripartire l’economia italiana. Si è trattato di uno dei punti più interessanti della relazione del presidente all’assemblea annuale di questa confederazione. In effetti, sempre secondo il punto di vista di Venturi, ogni riforma potrebbe essere resa vana dalla continua perdita di occupazione, quindi è più che mai urgente porre un freno alla spesa. Un plauso, comunque, è giunto nei confronti della cosiddetta spending review, un intervento che viene ritenuto utile e che rappresenta un passo in avanti decisivo oltre ai soliti provvedimenti tributari.

Spagna fanalino di coda dell’Euro

 La diffusione questa mattina dei dati relativi alle PMI Europee è stata commentata duramente dagli analisti, che registrano per la prima volta un cambiamento di “ruoli” nell’Eurozona insieme ad un peggioramento generale.

Jens Sondergaard, economista di Nomura, ha affermato che l’Eurozona si sta avviando nel secondo e terzo trimestre dell’anno verso la recessione, con il PMI che si conferma ai minimi di tre anni. L’indice è sceso a 45,1 punti a maggio (era a 45.9 ad aprile) mentre la situazione in Spagna registra un arretramento sui minimi del 2009. Alla luce di quanto è emerso dai dati, secondo un fattore puramente “numerico” il fanalino di coda dell’Eurozona è ora proprio la Spagna, che “spodesta” la Grecia aggravando la sua posizione di crisi. A pesare sul Paese sono sicuramente le condizioni sui consumi e sull’occupazione, ma il colpo decisivo è stata sicuramente la nazionalizzazione di Bankia, che ancora non è chiaro come verrà ricapitalizzata.

Impregilo alle prese con le dimissioni di Ponzellini

 Non c’è un momento di pace per Impregilo: oltre ai confronti con i due principali azionisti, ovvero Gavio e Salini, bisogna infatti fare i conti con l’arresto del presidente Massimo Ponzellini di questi giorni. Si tratta di arresti domiciliari per l’ex numero uno della Banca Popolare di Milano, ritenuto responsabile di aver messo in piedi una struttura parallela negli anni passati per soddisfare favori ed esigenze di politici e personaggi famosi. C’è una precisazione importante da fare, tutte queste accuse e i reati contestati non sono in alcun modo collegabili con il gruppo milanese delle costruzioni, ma si prospettano delle novità alla luce di tutto quello che sta accadendo.

Rischio disintegrazione finanziaria in Europa secondo la Commissione UE

 Bruxelles alza la voce nella giornata in cui lo spread spagnolo segna nuovi massimi storici e l’asta dei Btp evidenzia rendimenti in forte crescita con una domanda flop. La Commissione UE lancia l’allarme sulle banche e chiede che venga al più presto spezzato il legame tra le banche e il debito sovrano degli stati nazionali membri dell’unione monetaria europea. Secondo gli esponenti della Commissione UE c’è il serio rischio di una “disintegrazione finanziaria” nel vecchio continente. Da Bruxelles arrivano anche dei rimproveri a Spagna e Francia, in quanto hanno finora fatto poco in tema di indebitamento e fisco.

Parmalat ancora alle prese con il contenzioso canadese

 Gli ultimi accantonamenti che sono stati posti in essere da Parmalat hanno beneficiato di una denominazione valutaria in dollari canadesi: si tratta, infatti, di cento milioni relativi alla divisa della nazione nordamericana (circa 72,6 milioni di euro per la precisione), visto che la celebre azienda alimentare emiliana ha dovuto far fronte al contenzioso con l’Ontario Teachers Pension Plan, un piano previdenziale piuttosto particolare. Il comunicato ufficiale è stato diramato dalla stessa società di Collecchio, la quale era stata comunque sollecitata in questo senso dalla Consob, visto che si era reso necessario un chiarimento per quel che riguarda il contratto sottoscritto con il fondo canadese circa otto anni fa. Che cosa prevede nello specifico questa intesa?

Grecia fuori dall’euro entro gennaio 2013 secondo Citigroup

 Gli analisti finanziari della banca americana Citigroup ritengono che Atene non resterà nell’euro, come sperano invece i policy makers europei. Secondo Citigroup, la Grecia uscirà dall’euro entro il primo gennaio 2013. E’ quanto emerge dal report della banca d’affari sulla situazione della Grecia, diventata ormai la spina nel fianco dell’intera unione monetaria. In risposta al dilemma Grecia dentro o Grecia fuori, Citigroup è praticamente convinta che ormai i giochi siano fatti e che l’Europa si stia già preparando per fronteggiare l’uscita di Atene con un piano d’emergenza ad hoc.

S&P non taglierà rating Francia dopo elezioni presidenziali 2012

 Patrice Hollande ha vinto la corsa all’Eliseo battendo Nicolas Sarkozy al ballottaggio e conquistando il 51,9% delle preferenze del popolo francese. La Francia accoglie il suo settimo presidente della reppubblica, da quando nel 1965 l’elezione avviene con il suffragio universale. Hollande, socialista, ha dichiarato che “l’austerità non può essere una fatalità” e che telefonerà subito alla Merkel per mettere a punto un programma basato sulla crescita. I mercati, però, temono che la zona euro possa spaccarsi pericolosamente sulle nuove scelte politiche e finanziarie.

Aspettative positive sul Regno Unito

 Con un po’ di imbarazzo, il Regno Unito è costretto ad ammettere i suoi problemi, portandosi a sorpresa molto vicino alla Spagna e più distante dalla Germania. Cosa accomuna il Paese in recessione con il Regno Unito, forte fin’ora di una moneta solida ed un’economia sana? In entrambe le realtà il PIL è al livello inferiore dal 2008, ma non solo. I prestiti alle imprese da parte delle banche sono scesi al 3% di tasso annuo ed il disavanzo di bilancio è superiore all’8% del PIL del 2011.

Anche se il Paese, visti i numeri, è in crisi tanto quanto la Spagna, le aspettative sono completamente diverse; a fare chiarezza ci pensa Goldman Sachs, che spezza una lancia a favore del Regno Unito sottolineando tre differenze fondamentali; il mercato immobiliare, il mercato del lavoro ed il tasso di cambio. Tre sono quindi i vantaggi che allontanano dalla Spagna il Paese e, sempre secondo gli analisti della banca d’affari, le previsioni del PIL per tutto il 2012 sono tutto sommato positive, proprio alla luce di queste differenze.

Rischio crisi per il Portogallo

 Tutte queste preoccupazioni per la Spagna non sono certo infondate, ma l’attenzione potrebbe presto virare altrove; secondo gli analisti di ING Investment Management infatti:

Sono bastati meno di cento giorni perché il nuovo Governo si trovasse a fronteggiare uno sciopero generale il 29 marzo e, alla luce delle ultime notizie e delle nuove misure di austerità previste, possiamo aspettarci nuove ondate di protesta

La situazione non è delle più semplici e sono previste altre proteste dato che le misure di austerità rischiano di minare definitivamente il legame tra Stato e cittadini. La recessione, annunciata con la pubblicazione del PIL relativo al primo trimestre 2012, porterà secondo le stime la Spagna a fine anno ad avere il 23% di disoccupazione ed una contrazione dell’1,7%.

Settore bancario in netto recupero

 Balzo del settore bancario in questo giorno di festa per la Repubblica Italiana. I mercati non chiudono i battenti e la risposta degli investitori è più reattiva che mai visto che fin dalle prime ore gli scambi si infiammano intorno al settore chiave della finanza Europea; le banche salgono in italia di oltre il 4,52% complessivamente, rilanciando un settore in crisi grazie ai conti positivi di due istituti dell’Eurozona.

In particolare il primo (Banco Bilbao Vizcaya Argentaria) guadagna la momento il 4,14% in borsa dopo la pubblicazione dei risultati del primo trimestre che vedono un utile di 1,01 miliardi di euro (superiore alle stime degli analisti a 912 milioni di euro).

Rating Italia sarà tagliato da S&P secondo Citigroup

 La banca d’affari americana Citigroup continua a seguire con grande attenzione la vicenda legata alla crisi del debito sovrano nella zona euro. Ieri a mercati chiusi Citigroup ha rilasciato il suo outlook sui debiti sovrani e si è soffermato sull’Italia, il paese considerato da tutti “too big to fail” tra gli stati dell’Europa periferica. Secondo quanto riportato dal quotidiano economico-finanziario MF MilanoFinanza, gli analisti della banca a stelle e strisce si aspettano che il rating sul debito di lungo termine della Repubblica Italiana venga abbassato da Standard & Poor’s di due gradini (notch) nel medio periodo fino ad arrivare al livello “BBB-“.

Salini pronto per aumentare quota in Impregilo al 29%

 Non si ferma il testa a testa tra Salini e Gavio per il controllo del general contractor italiano Impregilo. Il costruttore romano Salini potrebbe aumentare la sua attuale quota del 25,37% fino al 29%, per avvicinarsi al 29,9% della quota detenuta dall’attuale primo azionista Gavio (dopo la liquidazione del pacchetto in mano agli ex soci di Igli, Benetton e Ligresti). Salini ha presentato il preconsuntivo 2011 del proprio gruppo per evidenziare lo stato di salute dell’azienda. Salini Costruzioni ha chiuso lo scorso esercizio con un aumento del valore della produzione rispetto al 2010 a 1,4 miliardi di euro.

Nuovo presidente Unicredit Giuseppe Vita

 Sarà Giuseppe Vita il nuovo presidente di Unicredit. Ieri la discussione fra i soci è stata lunga e a tratti accesa, ma come era stato ipotizzato all’inizio si è arrivati alla conclusione che tutti si aspettavano. La scelta è ricaduta sull’ex presidente di Deutsche Bank, attualmente in forza ad Allianz Italia. L’accordo sulla nomina a presidente di Vita è stato preso all’unanimità: le fondazioni, i soci privati italiani e stranieri hanno remato nella stessa direzione. Ieri poi è stata sottoscritta anche la lista dei rappresentanti in vista dell’assemblea del prossimo 11 maggio a Roma.