Banca Generali, l’istituto di credito triestino che riprende lo stesso nome della celebre compagnia assicurativa, non è riuscita ad assestare il proprio utile nel corso del 2011: in effetti, la banca in questione ha visto calare questo suo riferimento, nonostante il dividendo sia rimasto sostanzialmente stabile, una notizia che potrebbe placare gli animi di molti investitori e azionisti. Nel dettaglio, l’esercizio che si è chiuso lo scorso 31 dicembre è stato caratterizzato da un risultato netto pari a 73,4 milioni di euro, in deciso calo (-11%) rispetto allo stesso periodo di un anno prima. C’è però da sottolineare come questo declino sia molto minore (-3,6%) se non si tiene in considerazione la posta fiscale straordinaria relativa al 2010.
Previsioni bilancio Unicredit 2011
Unicredit (codice di borsa: UCG) dovrebbe chiudere il 2011 con una perdita netta vicina ai 9,3 miliardi di euro, in deciso peggioramento rispetto alla stima precedente che prevedeva un utile netto di quasi 2 miliardi di euro. La perdita per azione dovrebbe, quindi, attestarsi a 1,6 euro. A fine 2010 la banca di Piazza Cordusio aveva chiuso il bilancio con un utile di 1,3 miliardi di euro. Il margine di intermediazione nel 2011 dovrebbe scendere a 25,2 miliardi di euro circa da 26,35 miliardi. Considerando soltanto il quarto trimestre dello scorso anno, la banca dovrebbe aver ottenuto un utile di circa 30 milioni di euro.
Disoccupazione all’8.2% nell’area Ocse
Secondo le stime il tasso di disoccupazione dell’Area Euro si attesta al 10.7%, mentre nei Paesi dell’area Ocse si parla di un 8.2% a febbraio scorso (in linea con il dato del periodo precedente). In Spagna i senza lavoro sono saliti dal 23.1% al 23.3% così come in Francia nello stesso periodo di riferimento sono saliti dal 9.9% al 10%. In Germania nel mese di febbraio il dato è pari al 5.8% (+0.1% rispetto a gennaio) mentre in Italia 9.3% con la crescita in termini percentuali maggiore tra i Paesi indicati (0.3%).
Nell’intera area Ocse ci sono quindi 44.8 milioni di disoccupati (300.000 in meno rispetto a gennaio). In un clima che sembrava di ripresa ed invece sembra stia diventando recessione si torna a parlare del mercato dei titoli di Stato ed in particolare si ricomincia ad accostare l’Italia alla Spagna. Nonostante la distanza sul piano economico e finanziario è ancora enorme tra i due Paesi i media sottolineano come lo spread dei titoli Italiani è estremamente vicino a quello dei titoli spagnoli (10 punti di differenza, sempre con riferimento al Bund ovviamente).
Rendimenti titoli di Stato in forte calo
Da un estremo all’altro. L’ennesima prova che sul mercato finanziario non si può mai essere tranquilli ed i dubbi sono praticamente continui, arriva dal mercato dei titoli di Stato che riaccende la questione sul rendimento degli stessi. Tutte le aste degli ultimi mesi hanno trovato una controparte ottima a fronte di un’offerta nella media e per questo motivo la tensione sul mercato MOT si è allentata. Si sono ridotti i rendimenti che a ben guardare sono quasi dimezzati per i titoli più a lunga scadenza e lo spread con il Bund è rientrato a livelli accettabili (ed il Governo si è preso il merito).
Ma se prima gli investitori erano restii a comprare Bot e BTP italiani per il rischio default del Paese (pur potendo beneficiare di rendimenti interessantissimi), ora il problema che potrebbe sbarcare sul MOT è l’esatto opposto; con i titoli annuali al 2.39% lordo, quelli trimestrali a 0.492% lordo è facile che gli investitori non siano più attratti dalla sicurezza dei titoli di Stato italiani e mirino quindi a girare la liquidità in altre forme di investimento.
Previsioni prezzo Pirelli marzo 2012
Pirelli & C (codice di borsa: PC) continua a migliorare la sua quotazione in borsa giorno dopo giorno, tanto da arrivare ieri a toccare il massimo più alto degli ultimi 9 anni a 8.545€. Ieri il titolo ha chiuso con un progresso del 7,23% a 8.385€ dopo la diffusione dei dati di bilancio 2011. Il giro d’affari del gruppo della Bicocca ha mostrato un incremento del 16,6% a 5,65 miliardi di euro. Il risultato netto si è attestato a 440,7 milioni di euro, mentre il dividendo è aumentato rispetto all’anno precedente a 0.27€ per le azioni ordinarie e a 0.34€ per le azioni risparmio.
Fiat minacciata da Volkswagen nel mercato americano
Volkswagen presenta i propri conti 2011, predisponendo un nuovo piano di sviluppo per il 2012, esercizio nel quale la compagnia sembra aver messo nel mirino alcune concorrenti del vecchio e del nuovo Continente, come la nostrana Fiat. A preannunciare dati e piani è stato il presidente del gruppo Martin Winterkorn, che ha confermato come la casa di Wolfsburg stia rispettando pienamente la tabella di crescita decennale che aveva preventivamente approvato nel 2007, e che dovrebbe condurre la compagnia ad essere il principale gruppo automobilistico del mondo entro il 2018, sia per quanto concerne il numero di auto vendute, che per quanto concerne la solidità finanziaria e il rispetto dell’ambiente.
Target price Parmalat marzo 2012
Parmalat (codice di borsa: PLT) ha diffuso i risultati relativi all’esercizio 2011 evidenziando ricavi in lieve aumento rispetto al 2010, ma ha sperimentato una flessione del margine operativo lordo e dell’utile netto. Tuttavia, la società attiva nel settore del food & beverage ha annunciato l’aumento del dividendo e un miglioramento della redditività per l’anno in corso. Gli investitori hanno apprezzato l’incremento del dividendo, premiando il titolo in borsa con una performance di quasi il 10%. La quotazione ha raggiunto area 1.9€ e i volumi di scambio sono stati i più alti da inizio dicembre scorso.
Dividendo Snam 2011 a 0,24 euro
Snam ha comunicato i propri dati ufficiali 2011, con le anticipazioni sul dividendo da erogare agli azionisti. La società ha chiuso lo scorso esercizio con ricavi complessivi pari a 3,25 miliardi di euro, in incremento di 2,7 punti percentuali rispetto ai 3,16 miliardi di euro realizzati nel corso dell’esercizio precedente. L’utile operativo risulta invece esser passato da quota 1,86 miliardi di euro agli attuali 1,96 miliardi di euro, con uno sviluppo positivo di 5,2 punti percentuali.
In decisa flessione, invece, l’utile netto: il risultato finale di conto economico si è infatti ridotto drasticamente, passando da quota 1,11 miliardi di euro agli attuali 790 milioni di euro. Un passo indietro di 28,6 punti percentuali, che la società ha dichiarato essere una diretta causa dell’applicazione della Robin Hood Tax che ha colpito gli operatori del comparto. Di conseguenza, l’utile per azione adjusted si è contratto a 0,29 euro.
Dada approva i risultati finanziari del 2011
Tra i tanti bilanci del 2011 che sono stati approvati in questi ultimi giorni, merita sicuramente un cenno quello di Dada, la società per azioni fiorentina che è celebre per i suoi servizi di registrazione sul web: in effetti, la compagnia è stata protagonista di un 2011 in cui il portafoglio di attività finanziarie è stato sostanzialmente razionalizzato, grazie soprattutto a una operazione specifica, vale a dire la vendita del segmento Dada.net. In quest’ultimo caso si è cercato, in particolare, di focalizzare l’attenzione sui servizi maggiormente professionali. Il gruppo toscano beneficia quindi di un nuovo assetto industriale e dal punto di vista organizzativo, tanto che il suo indebitamento finanziario consolidato si è già ridotto in misura piuttosto considerevole.
Per Fiera Milano utile positivo e dividendo
Fiera Milano, la spa costituita appositamente per il prossimo expo del 2015 che andrà a riguardare il capoluogo lombardo, può vantare un 2011 dagli utili molto interessanti: la società ha fatto conoscere proprio nel corso della giornata di ieri i risultati finanziari che sono emersi lo scorso anno, con delle notizie che possono essere definite più che positive. In effetti, il già citato utile netto si è attestato al di sopra dei cinque milioni di euro, un valore doppio rispetto a quello conseguito nel 2010, mentre i ricavi consolidati sono stati protagonisti di un incredibile +11,9%, con una quota complessiva di 278 milioni di euro.
Euro in rialzo dopo fiducia alla Grecia
Ottimismo nell’Europa Unita; il ministro delle Finanze della Grecia, Evangelos Venizelos a Bruxelles dichiara che ci sarà un’adesione totale al piano di ristrutturazione del debito della Grecia da parte degli investitori privati. La giornata critica era prevista per Giovedì scorso ed in effetti le adesioni non sono tardate ad arrivare (la quota del 65% è stata infatti raggiunta istantaneamente) per questo le parole di Evangelos non sorprendono molto i mercati e l’opinione pubblica ma consolidano comunque il sentore che il peggio sia passato.
Anche se la situazione non è comunque buona, visto che si tratta tutto sommato di un “default controllato” per il Paese, l’importanza delle adesioni era la preoccupazione principale per la tenuta dell’intera Unione Europea ed ora si può affermare che c’è una base solida per continuare il lavoro iniziato con la Grecia.
Emissione dividendo Campari esercizio 2011
Campari ha appena pubblicato gli ultimi risultati relativi alla performance operativa del 2011, che si confermano in forte crescita rispetto all’anno precedente. Di qui, la volontà di premiare gli azionisti della compagnia, mediante lo stacco di un dividendo che sarà più “grasso” di 16,7 punti percentuali rispetto a quanto applicato nel corso dell’anno precedente.
Più nel dettaglio, Campari ha affermato che il proprio fatturato è cresciuto di 9,6 punti percentuali su base annua, con tutte le principali combinazioni di prodotti e di mercati in sviluppo, e con un miglioramento del livello di diversificazione geografica e di segmento. Il peso del business internazionale è infatti aumentato a 68,4 punti percentuali, contro il precedente 65,8 punti percentuali, mentre il segmento spirit si apprezza fino a toccare i 76,6 punti percentuali, contro i precedenti 75,4 punti percentuali.
Tagli stime dividendo Mediaset
Il titolo Mediaset in Borsa non stà certo passando giorni felici; anche se l’indice sta cedendo terreno e dimostra una debolezza di breve periodo che sta costando molto in termini di capitalizzazione del listino intero, poche blue-chips sono a rischio come Mediaset. Dopo il crollo di Enel per via del cambio sulla politica del dividendo, il fatto che Mediaset sia passata da 2.35 euro a 2.11 euro in circa una settimana è un altro chiaro segnale d’allarme che gli equilibri del mondo finanziario sono in evoluzione.
Il titolo è tra quelli apprezzati sia per l’andamento (certamente più “vivace” di altre blue-chips del FTSE-Mib) sia per il dividendo, ma il taglio sulle stime del quarto trimestre del 2011 costringe a rivedere anche il dividendo che, secondo Nomura, sarà di 0.10 euro ovvero il 50% delle previsioni precedenti.
Banca MPS potrebbe cedere il 7% delle azioni
Nella vicenda che lega la Fondazione MPS all’istituto di credito senese qualcosa, finalmente, sembra muoversi. Considerate quasi come concluse le trattative tra l’ente fondativo e il Credit Suisse per trovare una forma intesa sul debito, è partita la fase finale delle negoziazioni che condurrà la Fondazione alla cessione di un primo pacchetto del capitale azionario di Monte dei Paschi di Siena, pari probabilmente a 7 punti percentuali.
Nel frattempo, tuttavia, la Fondazione sta anche valutando in che modo (e soprattutto, a chi) cedere un ulteriore pacchetto di 8 punti percentuali: a guardare con interesse alle mosse dell’ente è Clessidra ma, soprattutto, Equinox, che guidata dagli advisor Morgan Stanley e Barclays, potrebbe presto entrare prepotentemente nelle discussioni coinvolgendo un fondo sovrano dei Paesi dell’area del Golfo, che proprio con l’advisor britannico ha ottimi rapporti.