Wall Street chiude positiva: in evidenza Intel, sottotono bancari e petroliferi

Chiusura positiva per la borsa di New York nonostante nei giorni scorsi gli indici erano stati frenati dai dati sulla disoccupazione Usa che hanno parzialmente

Intel allontana lo spettro della recessione: i computer si vendono ancora

Continua l’altalena di Wall Street tra buone e cattive notizie. Questa volta buone nuove arrivano da Intel, azienda leader mondiale nella produzione di semiconduttori, che ha chiuso il primo trimestre con vendite in crescita del 9,3%.

Wall Street incassa il dato e va avanti senza però trascurare il calo degli utili: -12% a 1,44 miliardi di dollari, flessione consistente ma giustificata dal gruppo con i costi elevati di alcune ristrutturazioni.

Una trimestrale comunque “buona”, che dimostra una solida domanda ed allontana gli spettri di una recessione già in corso. Tesi sostenuta anche da Intel che ha previsto per il resto dell’anno vendite saranno mantenute mentre i profitti avranno ancora margine di crescita.

Wal Mart, Intel e Apple trainano Wall Street

Wall Street ha chiuso all’insegna del segno più, trainata dalle buone notizie provenienti dalle società, in particolare da Wal Mart che ha alzato le stime sugli utili. Il Dow Jones ha chiuso con +0,44% a 12.581, il Nasdaq +1,27% a 2.351, +0,45% a 1.369,55 anche per l’S&P 500.

Wal Mart ha infatti alzato la guidance del primo trimestre nonostante le vendite di marzo avessere un po’ deluso. Il colosso della grande distribuzione ha annunciati che concluderà i primi tre mesi del 2008 con un EPS di 74-76 centesimi, mentre le precedenti stime erano di 70-74 cents.

Le vendite di marzo sono invece cresciuto soltanto dello 0,7%, mentre gli analisti speravano in un +1%, soglia che viene raggiunta e superata di uno 0,1 se nelle vendite sono compresi i carburanti.

Notebook low-cost: è cominciata la guerra

Il primo ad avere avuto l’idea, o almeno a cercare di metterla in pratica, è stato Nicholas Negroponte, il quale ha messo in piedi un progetto per alfabetizzare informaticamente i paesi del terzo mondo, fornendo loro pc a basso costo, per la precisione a 100 dollari. Il prezzo incredibilmente basso va a scapito manco a dirlo della potenza e dell’innovazione tecnologica, ma non manca loro funzionalità per tutte le applicazioni di base. Purtroppo il progetto contro il digital divide, il divario di conoscenza informatica tra noi ed i paesi del terzo mondo, si è rivelato più costoso di quanto pensassero i suoi sostenitori e la strategia è stata cambiata: un notebook a basso costo (399 dollari) in vendita al pubblico ed uno in regalo ad uno studente povero.

Poi c’è anche chi guardando a questo progetto si è reso conto dell’esistenza di un mercato forse prima troppo sottovalutato: sono ancora molte le persone che con il computer fanno “il minimo” e che quindi non intendono, o non possono, spendere alte cifre per acquistarlo, dagli studenti ai paesi emergenti. Tra i primi a farlo quindi con profitto Asus, con il suo Eee Pc. Peso e dimensioni ultra ridotte (225x160x20 e 950 grammi), Linux come sistema operativo ma compatibile con Windows Xp, e, soprattutto 299 euro al pubblico. Non spaventatevi, non è una scatola vuota, anzi l’Eee Pc ha tutto quello che può servire, wi-fi, 4 giga di hd e web cam incorporata.