La Cina pensa al quinto taglio dei tassi degli ultimi cinque mesi per fronteggiare la crisi

 La Cina dovrebbe guidare in maniera attiva il tasso di cambio dello yuan, la moneta nazionale dello stato asiatico, fino a quota 6,93 nei confronti del dollaro, al fine di mantenere su buoni livelli la crescita economica e sostenere l’occupazione, secondo quanto rivelato dall’istituto di ricerca del Ministero delle Finanze cinese. Il governo della nazione asiatica dovrebbe inoltre provvedere ad aumentare gli acquisti di beni provenienti dall’estero e fornire maggior sostegno alle riserve energetiche, in modo da compensare le pressioni che vengono dai rialzi continui della moneta. La crescita dei costi del lavoro e il rafforzamento dello yuan hanno infatti portato al rallentamento delle spedizioni oltreoceano di prodotti tessili, giochi e macchinari cinesi, dato che la domanda di tali beni è stata indebolita dalla recessione globale.

Per il 2009 la Cina punta ad aumentare le riserve valutarie e potenziare i prestiti

 La Cina sta puntando a far accrescere le sue riserve di valuta di 17 punti percentuali nel 2009: il governo della nazione asiatica ha inoltre intenzione di dare un maggior impulso ai prestiti, al fine di potenziare il consumo interno e far respirare l’economia. M2, la misura più utilizzata per la valuta cinese (include principalmente denaro e depositi), verrà dunque accresciuta del 17%, così come ha annunciato lo State Council. Il governo provvederà anche a sospendere la distribuzione dei biglietti a tre anni della banca centrale ed è pronto a far aumentare i prestiti finanziari di 4 trilioni di yuan (584 miliardi di dollari) il prossimo anno. Importanti sono anche le misure intraprese da People’s Bank of China, la quale darà maggior vigore alla liquidità e ai prestiti finanziari, per venire incontro alle necessità dell’economia e sostenere la crescita.

 

Lo scorso mese il governo cinese aveva fatto sapere che vi sarebbero stati 4 trilioni di yuan di spesa fino al 2010, in modo da incentivare gli investimenti da parte delle imprese. Secondo Glenn Maguire, capo economista della Societe Generale SA di Hong Kong:

Le politiche da attuare in questo momento devono focalizzarsi in misura maggiore sulla liquidità del settore bancario e su progetti infrastrutturali ben finanziati.

Sudest asiatico: si riducono Pil e inflazione

 L’inflazione e’ scesa in Cina al 2,4% a novembre, toccando il minimo da 22 mesi. Gli analisti si aspettavano un rallentamento al 3% dal 4% registrato a ottobre. Il dato, notano gli economisti, da’ nuovi spazi alla banca centrale nell’allentamento delle condizioni di politica monetaria. Diminuiscono i consumi e ciò ha portato le imprese a ridurre i prezzi. I consumi si sono ridotti anche conseguentemente al calo delle esportazioni made in China che hanno registrato una flessione del 17,9%, la piu’ ampia flessione dal 1993.

L’economia dell’Est asiatico continuerà a rallentere il passo nel 2009, risentendo della crisi del credito che frena i flussi di capitale e gli investimenti. Questo secondo una stima della Banca Mondiale, che indica una crescita del Pil pari al 5,3% nel 2009 contro il +7% del 2008 e una media del 9% negli ultimi dieci anni. Nello specifico sono stati rilevati i seguenti dati: frenata a +3,8% per il Sudest asiatico (+5,2% nel 2008), a +7,5% per la Cina (+9,4%) e a +2% per la Corea del Sud (+3,9%). Stabile a +6,5% il Vietnam. Non solo frenata ma vero e proprio rallentamento in Giappone (-0,1% contro il +1% del 2008).

Yuan in difficoltà nelle quotazioni: il governo cinese modifica gli obiettivi di intervento

 Lo yuan cinese ha subito la sua peggior perdita da quando il governo della nazione asiatica ha posto fine al tasso di cambio fisso nel 2005: tale declino si verifica pochi giorni prima della visita a Pechino del segretario del Tesoro statunitense Henry Paulson. La valuta asiatica ha perso lo 0,7% dopo che la People’s Bank of China ha stabilito il tasso di riferimento giornaliero al livello più basso dal mese di agosto, spingendo i policy makers ad accentuare il loro favore nei confronti di un deprezzamento valutario al fine di stimolare la domanda per i beni cinesi. Secondo alcuni dati, le manifatture della Cina hanno raggiunto una quota record nell’ultimo mese. Il governo ha deciso di cambiare l’obiettivo su cui focalizzarsi principalmente, passando dal contenimento dell’inflazione al sostegno alla crescita: questo cambiamento è stato reso urgente dal fatto che la Cina, quarta maggior economia mondiale, ha visto crescere la sua economia solamente di 9 punti percentuali nel terzo trimestre, un ritmo di crescita che non si registrava da cinque anni circa.

 

Al riguardo è anche intervenuto il presidente eletto statunitense Obama, il quale ha sottolineato che la Cina dovrebbe mettere un freno alle manipolazioni della valuta nazionale. Dariusz Kowalczik, analista valutario della società cinese CFC Seymour Ltd., ha espresso il suo parere su questa situazione:

Paulson potrebbe restare stupito in maniera poco gradevole dalla sua visita. È molto probabile che il governo attui un cambiamento di politica di intervento. In effetti, senza una moneta così debole, sarebbe molto più agevole raggiungere gli obiettivi di crescita del prossimo anno.

Torre di Shangai votato miglior grattacielo del mondo

Il World Financial Center di Shangai, il secondo edificio più alto del mondo che secondo alcuni assomiglia ad un elegante cavatappi, è stato nominato da alcuni architetti come il miglior grattacielo portato a termine quest’anno.

La semplicità della sua forma e la sua mole drammatizzano l’idea di grattacielo,

spiega Carol Willis, del Council on tall buildings and urban habitat, un gruppo di architetti ed ingegneri.

La torre di Shangai è stata progettata dallo studio di architettura Kohn Pederson Fox Associates, con sede centrale a New York e uffici in tutto il mondo. Tim Johnson, l’architetto che ha diretto il comitato di selezione, ha sottolineato il design innovativo dell’edificio. Le travi in acciaio resistono alla forza del vento e dei terremoti e “rendono la costruzione più leggera, permettendo di usare meno acciaio, e contribuendo alla sua eco-sostenibilità”, ha dichiarato in un’intervista. La forma affusolata della torre, ha aggiunto, crea l’impressione che si dissolva nel cielo.

Vendite al dettaglio: Cina, USA e Regno Unito a confronto

 I dati sulle vendite al dettaglio fanno capire ancora una volta quale sia l’impatto della crisi finanziaria sulla crescita delle economie dei vari paesi e come si stiano spostando gli equilibri a livello mondiale. E’ interessante comparare la situazione di Cina, USA e Regno Unito: tre economie diverse che stanno reagendo in modo diverso alle difficoltà di questi periodi. Sono stati pubblicati oggi i dati relativi alle vendite al dettaglio in Cina per il mese di ottobre: +22%. Se poi si considera anche il +23,2% di settembre capiamo che la crescita economica in Cina si stia velocemente trasformando in un aumento dei consumi, cosa che rende il mercato cinese estremamente promettente per il futuro anche se stanno arrivando i primi segnali di rallentamento.