Stellantis ha debuttato presso la Borsa di Milano lunedì 18 gennaio, facendo registrare numeri spettacolari: dopo aver aperto a quota 12,758 euro ha toccato un massimo a quota 13,24 euro e ora procede con un incremento del 5,25% a quota 13,23 euro.

Donald Trump è stato in grado di guadagnare con la sua memecoin ben 12 miliardi di dollari in due giorni. Nonostante in realtà la consegna
La sterlina è in picchiata rispetto al passato. Da cosa dipende questo comportamento? Di certo i cambiamenti in atto, anche a livello politico, possono avere
Stellantis ha debuttato presso la Borsa di Milano lunedì 18 gennaio, facendo registrare numeri spettacolari: dopo aver aperto a quota 12,758 euro ha toccato un massimo a quota 13,24 euro e ora procede con un incremento del 5,25% a quota 13,23 euro.

L’andamento del cambio euro-dollaro inizia a preoccupare gli esperti, soprattutto per coloro che puntano sulla moneta unica e sulla sua tenuta. Il problema? Sembra che almeno sul breve periodo la moneta verde riuscirà a confermare la sua forza.

La Lira turca crolla e ancora la Banca centrale del paese si rifiuta ad agire sui tassi di interesse, che per molti esperti rappresentano l’unico modo per tenere a bada un’inflazione in costante rialzo in grado solo di rovinare ancora di più l’economia. Che succede?

L’Argentina ha chiesto ufficialmente aiuto all’Fmi, il Fondo Monetario Internazionale per tentare di arginare il crollo del peso, il quale rischia di far affondare l’economia dello stato. Il governo argentino ha tentato l’impossibile finora insieme alla Banca Centrale del paese.

E alla fine il Trumpismo è arrivato, con l’insediamento di ieri, e nonostante i mercati si erano dimostrati finora fiduciosi, ieri hanno chiuso piattamente.
La scure dell’agenzia di rating Standard & Poor’s si abbatte, come era prevedibile, sulla Russia e sul rublo. Su un Paese che continua ad essere in crisi, per il quale si prevede un 2015 cupo.
Mancano ancora 15 giorni all’appuntamento dell’estate (FOMC) ed i mercati continuano a muoversi secondo logiche che si creano e si distruggono nel giro di poche
La crisi delle valute nazionali, sempre più manipolate dalle manovre monetarie delle banche centrali, ha creato i presupposti per l’avvento di una nuova moneta salita agli onori delle cronache solo di recente grazie a un clamoroso e repentino aumento di valore. Si tratta del Bitcoin, la moneta virtuale creata nel 2009 da un misterioso personaggio noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. E’ la prima valuta digitale decentralizzata al mondo. A febbraio valeva ancora 20$, poi mercoledì 10 aprile ha toccato il record di sempre a 266$.
L’affermazione alle recenti elezioni politiche italiane di partiti populisti e favorevoli all’uscita dell’Italia dall’euro, in particolare il MoVimento 5 Stelle di Beppe Grillo, ha portato nuovamente alla ribalta il tema della moneta unica. Accanto a qualche buon risultato ottenuto dal lato delle riforme fiscali e sull’integrazione bancaria, c’è da evidenziare anche la possibilità di uno “sdoppiamento” dell’euro. Questa ipotesi, sebbene al momento ancora poco probabile, è molto chiacchierata negli ultimi giorni soprattutto dopo che in Germania è nato “Alternativa tedesca”, un movimento contrario ai salvataggi dei Pigs e favorevole a un “euro a due velocità”.
Le borse europee restano in territorio ampiamente positivo, consolidando i guadagni della mattinata dopo la conferenza stampa di Mario Draghi che ha fatto seguito alla decisione della Bce di lasciare i tassi di interesse fermi sul minimo storico dello 0,75%. L’indice azionario italiano FTSE MIB guadagna l’1,74% a 15.391 punti, mentre lo spread Btp-Bund è sceso fino a 380 punti base. Il rendimento del Btp a 10 anni è così sceso sotto il 5,4%. In calo anche lo spread spagnolo poco sopra 450 punti base.
La scorsa settimana il numero uno della BCE, Mario Draghi, ha rassicurato gli investitori mondiali sul futuro dell’euro. Secondo Draghi l’euro è irreversibile e nessun paese uscirà dall’unione monetaria. Le parole del governatore dell’Eurotower hanno creato i presupposti per un entusiasmante rally sui mercati finanziari. Il nuovo clima di risk on generalizzato, che ha spazzato via dal mercato i principali speculatori ribassisti, ha facilitato l’ascesa delle borse, dei bond, delle commodity, dei carry trade e delle valute più speculative.
L’agenzia di rating Fitch ha deciso di tagliare il rating della Spagna di ben tre notch a BBB da A. L’outlook per i prossimi trimestri resta negativo. La notizia del downgrade sulla Spagna arriva proprio nel giorno in cui le tensioni sullo spread spagnolo si erano nettamente allentate, tanto che il differenziale tra il Bonos decennale e il pari scadenza tedesco aveva chiuso sotto 470 punti base mentre qualche giorno fa aveva sfondato area 540. Secondo Fitch il declassamento riflette i probabili costi che dovrà presto affrontare il governo per ristrutturare e ricapitalizzare le banche.