Robin Hood Tax o bufala?

Si attendeva solo che si concretizzasse quanto previsto dalla Robin Hood Tax. In realtà qualcuno comincia ad affermare che si tratti solo di una bufala:

Rischia di pesare troppo su un singolo settore di impresa e di avere effetti negativi per i consumatori.

L’allarme è lanciato da Tullio Lazzaro, presidente della Corte dei Conti, durante l’audizione alle commissioni congiunte Bilancio e Finanze di Camera e Senato su Dpef. Il presidente riconosce il valore degli obiettivi della Robin Tax ma mette in guardia dai rischi.

Da una parte il criterio di tassazione solo di alcuni settori potrebbe rivelarsi un modo per colpire uno specifico segmento imprenditoriale. In sostanza Lazzaro dice che le maggiori tasse per aziende petrolifere, assicurazioni e banche di gas che in questi anni hanno goduto di maggiori incassi, assomiglia troppo a una “punizione” per un solo settore. A questo punto le aziende tassate sarebbero tentate di aumentare i prezzi ed ecco che il peso della Robin Hood Tax ricadrebbe, ancora una volta, sul povero consumatore.

Debito elevato e peggioramento della competitività:quale futuro per l’italia?

Non inducono certo all’ottimismo le parole lanciate dalla BRI (Banca dei Regolamenti Internazionali), l’istituto, con sede a Basilea in Svizzera, che promuove la cooperazione monetaria e finanziaria tra le banche centrali e che, come in questo caso, svolge attività di ricerca economica e monetaria:

In Grecia e in Italia il rapporto debito pubblico/PIL si situava intorno al 100% a fine 2007 e dovrebbe mantenersi elevato in futuro.

si può leggere nella relazione, la quale poi sottolinea che in alcuni paesi dell’area euro ad esempio Italia e Spagna la competitività è peggiorata.

Il debito che rimane elevato da una parte e la competitività che peggiora dall’altra, la crisi è quindi peggiore delle attese. L’allarme era stato lanciato già nel maggio scorso dall’ IMD (International Institute for Management Development), l’istituto svizzero che ogni anno stila la classifica di competitività di 55 paesi in base a 323 criteri economici: l’Italia è scesa dal 42° al 46° posto, venendo addirittura superata da paesi come Romania, Polonia e Brasile.

Webank: Il conto@me con l’interesse del 5,5%

L’offerta che Webank sta promuovendo per i suoi nuovi clienti è attualmente una delle più pubblicizzate. Webank è il servizio di banca online del gruppo BPM (Banca Popolare di Milano) e uno dei primi servizi di banca online presenti in Italia, essendo attiva dal 1999: la nuova promozione, denominata “Conto@me” presenta sicuramente degli aspetti molto interessanti.

Il conto online proposto da Webank offre anzitutto un tasso di interesse attivo del 5,5 % lordo fino al 30 dicembre 2008: la banca in questo caso pone a carico del cliente l’imposta di bollo che è di €2,85

Sicuramente questa promozione, che oltre al citato tasso di interesse, propone zero spese di apertura, gestione e chiusura, bancomat internazionali e prelievi gratuiti in tutti gli sportelli italiani e nell’area Euro, non si discosta di molto dalle altre promozioni presenti sul mercato (un esempio su tutti può essere Barclays che offre un tasso promozionale del 5% lordo fino a fine 2008).