Per Standard & Poor’s l’Italia è a rischio recessione tecnica: crescita zero nel 2008, migliore il 2009

 Dopo Bankitalia, che nel proprio bollettino economico di luglio ha ridotto le stime di crescita per l’Italia allo 0,4%, è arrivato il turno di Standard & Poor’s. La prima agenzia di rating al mondo si è espressa ieri intorno alla economia europea, fornendo le proprie previsioni di crescita per le più importanti economie del vecchio continente. Se Francia e Germania nel 2008 riusciranno a crescere nonostane la crisi (+1,5% Francia; +1,7% Germania), le economie europee con i fondamentali più debole resteranno priticamente ferme. Per l’Italia Standard & Poor’s prevede una crescita dello 0,1%. Sul nostro paese grava inoltre il richio recessione “tecnica”, intendendo con questa espressione una diminuzione dell’economia lungo due trimestri consecutivi. Recessione tecnica prevista anche per Spagna ed Irlanda con la Spagna in particolare che rischia di vedere un tracollo del settore immobiliare e delle costruzioni.

Standard & Poor’s abbassa giudizio di rating su Eni

Downgrade della maggiore compagnia petrolifera italiana dovuta al forte incremento del debito finanziario lordo registrato a fine 2007: 20 miliardi di dollari rispetto a una

La Fiat promossa da Standard & Poor’s fa acquisti in Serbia


Partono in positivo le borse europee sulla scia di Wall Street e delle Borse Asiatiche. Tra i singoli titoli a Piazza Affari si è distinta Fiat con un +2,52% a 14,76 euro.

A spingere in alto il titolo è principalmente la promozione di Standard & Poor’s, secondo cui l’indebitamento a lungo termine è ritornato per la prima volta dopo cinque anni a BBB-, quindi ad una qualità medio alta, e quello a breve termine ad A3 con un outlook stabile.

Premiate quindi le strategie di riduzione del debito e di rafforzamento delle diverse attività messe in atto dal Lingotto. Tra le operazioni di rafforzamento rientra anche l’ultima, in Serbia.

Future S&PMib: cauto rialzo

Venerdi il contratto di marzo sul S&PMib chiudeva a quota 37.670, registrando un rialzo del 0,35%. Oggi il cauto rialzo sembra proseguire, ma il tono di fondo è debole, con supporto a 37500/350 (in fase di test) e resistenza a 38350 e quindi a quota 39000. Il ritorno di positività si avrebbe solo con il superamento di 39000, eventualità per il momento ancora poco probabile. Al di sotto di 37500/350 si avrebbero invece ulteriori spinte ribassiste con primo obiettivo a quota 37000/36800.

Tiscali: aumento di capitale ma il titolo crolla

Dopo l’ok della Consob, il Cda di Tiscali ha definitivamente annunciato la ricapitalizzazione. La notizia avrebbe dovuto incoraggiare il mercato ma ha avuto l’effetto contrario ed il titolo è sceso al minimo storico (1,601).
L’aumento di capitale prevede l’emissione di 150 mila azioni al prezzo di un euro l’una.La proposta è di avere 6 nuove azioni ordinarie ogni 17 possedute per un valore totale di 150 milio di euro. La ricapitalizzazione avrà effetto da lunedi 14 gennaio e ci sarà tempo fino al 25 gennaio.

CRISI MUTUI: James Cayne, CEO di Bear Stearns, rinuncia alla carica

Dopo la rinuncia alla carica di ceo di Charles Prince (di Citigroup, prima banca Usa, almeno fino all’attuale crisi dei mutui subprime…), di Stan O’Neal della Merrill Lynch, un’altra personalità della finanza, James “Jimmy” Cayne, 73 anni, getta la spugna di fronte al vortice di crisi che sta colpendo le banche USA, pare però che non abbia deciso di abbandonare la banca, vi resterà infatti come Presidente, nutre quindi buone speranze?