Assicurazioni italiane colpite dalla crisi della Grecia

 Fitch, una delle agenzie di rating più importanti del mondo, lancia un nuovo – ennesimo – allarme. Le compagnie assicurative italiane, unitamente a quelle spagnole, potrebbero essere le più colpite al mondo in caso di un’uscita della Grecia dall’eurozona. Le assicurazioni della Penisola potrebbero pertanto essere esposte più di altre all’eventuale abbandono (o cacciata?) di Atene dalla zona euro, come principale conseguenza del contagio che si avrebbe sul debito sovrano italiano, e sul debito bancario.

Ancora, secondo quanto dichiara l’agenzia di rating Fitch, a subire gli effetti meno negativi sarebbero le compagnie assicurative tedesche e britanniche, evidentemente meglio protette contro le turbolenze greche. Secondo l’agenzia, ulteriormente, le future iniziative sui rating delle compagnie italiane e spagnole avverranno probabilmente sulla base del contesto macroeconomico e del rating sovrano, piuttosto che sulla base dei fondamentali di credito delle singole società.

Bilancio Armani 2011

 Il bilancio 2011 di Armani, uno dei marchi più noti del lusso italiano, ha riportato ricavi in incremento del 13 percento, e un utile operativo in apprezzamento del 23 per cento. A sorprendere è soprattutto l’ammontare della liquidità che la società possiede in cassa (circa 643 milioni di euro), che potrebbe permettere alla società di poter effettuare un po’ di shopping in giro per il mondo, magari rilevando qualche azienda target.

Armani, con i suoi dati consolidati, si dimostra come la società della moda con maggiore liquidità al mondo. Occorrerà ora valutare in che modo la compagnia italiana sceglierà di muoversi sul fronte transazionale, visto e considerato che – tradizionalmente – Armani è sempre stata molto prudente quando si è trattato di comprare (poco) e di vendere (mai) i suoi gioielli.

Grecia fuori dall’euro entro gennaio 2013 secondo Citigroup

 Gli analisti finanziari della banca americana Citigroup ritengono che Atene non resterà nell’euro, come sperano invece i policy makers europei. Secondo Citigroup, la Grecia uscirà dall’euro entro il primo gennaio 2013. E’ quanto emerge dal report della banca d’affari sulla situazione della Grecia, diventata ormai la spina nel fianco dell’intera unione monetaria. In risposta al dilemma Grecia dentro o Grecia fuori, Citigroup è praticamente convinta che ormai i giochi siano fatti e che l’Europa si stia già preparando per fronteggiare l’uscita di Atene con un piano d’emergenza ad hoc.

Euro ai minimi da luglio 2010

 La crisi dell’euro non conosce fine e ormai si protrae da oltre due anni e mezzo. La probabile uscita della Grecia dalla zona euro, che potrebbe concretizzarsi già qualche settimana dopo le elezioni del 17 giugno prossimo, sta mettendo in allarme gli investitori di tutto il mondo. Infatti, nessuno conosce le reali conseguenze di un’uscita di Atene dall’Ue-17, anche se l’Institute of International Finance stima una perdita fino a mille miliardi di dollari per il sistema. Gli investitori sono spaventati e sta avvenendo una fuga di capitali verso i beni rifugio, in particolare i Bund tedeschi.

AdR auto-denuncia disservizi aeroporto Fiumicino

 L’amministratore delegato di Aeroporti di Roma (AdR), Lorenzo Lo Presti, lancia l’allarme per l’aeroporto di Fiumicino. Secondo il ceo della società di gestione dello scalo capitolino, a Fiumicino si “è al limite della capacità operativa e a rischio di frequenti black-out”. Lo Presti ha fatto sapere che già lunedì c’è stato un black-out con interruzione di energia elettrica, poco prima delle ore 8 del mattino, che è durato circa 26-27 minuti. Il black-out ha pesato soprattutto sul Terminal 1, per cui i clienti di Alitalia sono stati tra i più penalizzati.

Facebook potrebbe abbandonare il Nasdaq

 Il crollo del titolo Facebook alla borsa di New York è finito nel mirino della SEC e sono partite anche le prime proposte di class action contro Zuckerberg, Morgan Stanley e il Nasdaq. Intanto, la notizia più clamorosa – secondo quanto divulgato da fonti Reuters – sarebbe quella del possibile divorzio tra Facebook e il Nasdaq dopo appena 5 giorni di quotazione sulla borsa americana dei titoli tecnologici. Si parla già di primi contatti con il Nyse, che accoglie tutti i tipi di società e quindi non solo hi-tech.

Previsioni negative di Fitch per Italia e Spagna

 L’istituto di rating che ha affondato le valutazioni dei debiti sovrani e degli istituti dell’Eurozona, conferma le sue aspettative negative per il Vecchio Continente; secondo un recente commento di Douglas Renwick, Seinor Director per i rating dei debiti sovrani, la tendenza iniziata nel 2011 proseguirà anche nei prossimi trimestri.

I detentori del debito Spagnolo e del debito Italiano sono in buona parte istituzionali esteri o comunque investitori non residenti nei Paesi stessi. Nel 2008 ad esempio il 60% del debito Spagnolo era detenuto da non-residenti, mentre nel Q4 del 2011 la percentuale ha visto un ridimensionamento al 40%, in particolar modo per la mancata crescita attesa nel Paese e per il peggioramento della disoccupazione.

I risultati finanziari del 2011 di Favini

 Il nome Favini fa subito pensare a una delle migliori specializzazioni aziendali del nostro paese per quel che concerne la produzione di carta: ebbene, il 2011 della società veneta si è chiuso in maniera incoraggiante, con un fatturato complessivo che ha superato i 127 milioni di euro (quattro punti percentuali in più rispetto al 2010), oltre a un margine operativo lordo di 12,9 miliardi di euro, un risultato che ha addirittura superato del 41% quello dell’anno precedente. In aggiunta, non bisogna dimenticare nemmeno che l’utile netto si è attestato sui 3,2 milioni di euro, una performance di tutto rispetto, visto che il settore della carta sta facendo registrare una contrazione media di sei punti percentuali.

Il commissario Enriques lascia la Consob

 L’annuncio è stato fatto in queste ultime ore, ma gli effetti veri e propri cominceranno a prodursi soltanto a partire dal prossimo 16 giugno: il commissario Luca Enriques non farà più parte della Consob (Commissione Nazionale di Società e Borsa), un abbandono che, secondo quanto previsto espressamente dalla legge, non prevede alcun tipo di sostituzione. Che cosa è successo esattamente? Secondo quanto riferito dalla stessa commissione, i motivi sono soltanto quelli personali, anche se la scadenza naturale del mandato di Enriques sarebbe comunque giunta il prossimo 15 giugno, con la possibilità di una proroga successiva di altri sette anni oltre ai cinque di incarico già svolti.

Stipendi consulenti Parmalat – Lactalis

 Secondo quanto ha anticipato, a titolo di indiscrezione, il quotidiano La Repubblica, i compensi di banchieri e legali che i francesi di Lactalis avrebbero pagato per scalare Parmalat ammonterebbe complessivamente a oltre 20 milioni di euro. Una parcella molto consistente, che sarebbe finita prevalentemente all’interno delle casse delle Società Generale e di Lazard, oltre agli ex banchieri, ben più noti in ambito italiano, Rainer Masera e Enrico Salzi (ai quali sarebbero andati circa 100 mila euro).

Un importo notevole, ripetiamo, sebbene scarsamente incisivo rispetto agli oltre 3,4 miliardi di euro che la famiglia Besnier ha pagato per mettere le mani sulla società italiana dell’alimentare, attraverso la Lactalis. È invece di ieri l’annuncio del gruppo presieduto da Franco Tatò, di voler comprare per più di 900 milioni di dollari la controllata statunitense della Lactalis, da tempo attiva nel settore dei formaggi e dei derivati del latte.

Prepararsi all’uscita della Grecia dall’euro

 Ogni Paese dell’area euro dovrà preparare uno scenario individuale in vista della possibile (e non più così improbabile) uscita della Grecia dalla zona della moneta unica. Stando a quanto sta emergendo in questi minuti, quanto sopra è quanto sarebbe stato indicato pochi giorni fa nel corso di una teleconferenza alla quale avrebbero partecipato i tecnici del gruppo di lavoro dell’Eurogruppo. Una riunione “anticamera” dell’apposita comunicazione da inoltrare ai ministri delle Finanze dei Paesi membri, per una notizia che ha fatto allarmare ancor di più i già tesi mercati finanziari.

Secondo quanto ha rivelato l’UE, invece, nella riunione di lunedì scorso ci si è limitati a discutere “la situazione dei mercati finanziari e della Grecia, ma non vi sono stati accordi su piani di emergenza né si è discusso di una eventuale uscita della Grecia dall’euro”. Lo stesso ministro delle finanze greco ha affermato che è “falsa” la notizia che lunedì scorso i tecnici abbiano raggiunto un’intesa per preparare i piani nazionali di valutazione delle conseguenze della Grecia dall’euro.

Unicredit e Intesa SanPaolo vendono quota in Borsa di Londra

 Le due maggiori banche italiane, Unicredit e Intesa SanPaolo, hanno annunciato la cessione della propria quota detenuta nel London Stock Exchange Group, la società che controlla la borsa di Londra ma anche la borsa italiana, a seguito della fusione avvenuta nel 2007. Il titolo LSE Group è in forte calo quest’oggi, dopo la notizia dell’addio delle due big italiane. Unicredit collocherà 16,6 milioni di azioni ordinarie LSE, mentre invece Intesa SanPaolo collocherà la sua quota pari a 14,5 milioni di azioni.

Nuova Emissione di BTP Italia a Giugno 2012

 Il successo riscontrato dai BTP Italia è una delle piccole, grandi conquiste del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 2012. Con un po’ di scetticismo venivano qualche mesi fa’ raccolti dagli investitori i dati relativi al nuovo titolo di Stato offerto dal MEF, anche se poi alla prova dei fatti la raccolta è andata oltre ogni aspettativa con sorpresa da parte dello stesso Ministero.

I titoli in emissione vantano una scadenza a 4 anni e sono quindi orientati ai risparmiatori di medio termine che non vogliono impegnare il capitale per troppo tempo, viste le mutevoli condizioni a cui ci siamo abituati. L’emissione è sottoscrivibile per importi di minimo 1000 euro e multipli ed il tasso di rendimento ha un minimo garantito annuo; in particolare la remunerazione è legata direttamente all’inflazione italiana (indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati – FOI, senza tabacchi) e al momento dell’emissione viene deciso il minimo sotto a cui il rendimento stesso non potrà scendere.

Asta bond tedeschi a cedola nulla

 La crisi dei debiti sovrani nella zona euro sta creando una serie di anomalie sui mercati finanziari. Prima tra tutte c’è senza dubbio l’offerta di quei titoli di stato percepiti come free risk a tassi nulli. A generare questa anomalia è il fly to quality (letteralmente “fuga verso la qualità”), che sta spingendo sempre più gli investitori a proteggere il proprio capitale acquistando i costosissimi titoli di stato tedeschi senza preoccuparsi dei rendimenti nulli. Oggi ci sarà l’asta degli Schatz a 2 anni per 5 miliardi di euro, che avrà la peculiarità di avere una cedola nulla.