Piazza Affari: Venerdì verde sul Mib

 Blue-Chips tutte positive in questo Venerdì 11 Novembre; l’indice di riferimento a Piazza Affari guadagna poco meno del 3% vicino all’apertura di Wall Street, dopo aver sfiorato quota 15750 che ora diventa il livello di interesse valido fino a fine giornata (da controllare quindi in close weekly).

In cima al listino troviamo Banca Popolare di Milano che recupera il 10% dopo la fase di incertezza del settore, seguita da Impregilo al 9.42% di guadagno e Ubi Banca sul terzo gradino del podio a quota 7%. Queste le azioni che nel pomeriggio potrebbero ritracciare il movimento per allinearsi al resto del listino, mentre invece su Fiat Industrial, Eni, Fiat, Mediaset, Exor ed Enel Green Power possiamo aspettarci sorprese nel pomeriggio.

Bini Smaghi lascia la Bce per un incarico ad Harvard

 Lorenzo Bini Smaghi si dimetterà dal suo ruolo di membro del board esecutivo della Banca Centrale Europea entro la fine di quest’anno: la sua posizione era stata fortemente criticata dal governo italiano e da quello francese, alla luce della nomina di un altro italiano alla guida dell’Eurotower di Francoforte, Mario Draghi. In realtà, il mandato dell’economista toscano dovrebbe terminare tra due anni, a maggio del 2013, ma ha accettato una offerta proveniente direttamente dall’università americana di Harvard che comincerà appunto il 1° gennaio del prossimo anno. Lo stesso Draghi ha voluto ringraziare espressamente Bini Smaghi per i suoi preziosi contributi nel campo degli affari economici e monetari, sia a livello europeo che a quello internazionale.

Usura: in Calabria clan applicava 1500% di interessi

 L’usura è la pratica consistente nel fornire prestiti a tassi di interesse considerati altissimi illegali, tali da indurre le persone in seria difficoltà e solitamente quasi impossibili da restituire. Queste condizioni spingono il debitore ad accettare condizioni poste dal creditore: come la vendita di un bene immobile o comunque di grande valore a prezzi molto bassi. Di solito le vittime dell’usura sono persone e aziende in difficoltà economiche, che hanno una necessità economica davvero urgente e che non riescono ad ottenere credito dalle banche perchè non dispongono di un reddito o sono considerati cattivi pagatori.

Ue: in Italia crescita bloccata

 Insieme alla crisi di governo l’Italia dovrà far fronte anche ai problemi economici: nel 2012 si prospetta una crescita quasi azzerata con un incremento del Pil limitato allo 0,1% (rispetto al +1,3% stimato solo la scorsa primavera), che salirà al +0,7% nel 2013. Questa scarsa performance non permetterà di raggiungere l’obiettivo del pareggio di bilancio sebbene nel 2012 il deficit pubblico calerà al 2,3% del Pil. Secondo le ultime previsioni economiche d’autunno ci sarà ancora un passivo dello 0,5%. Mentre molti leader europei sembrano essere pessimisti circa la situazione politica e finanziaria dell’Italia, c’è qualcuno che mostra una vena più ottimista: il presidente Barack Obama afferma:

Piazza Affari: il recupero dopo il crollo

 Torna in quota Piazza Affari che ha metà seduta si trova ad aver recuperato poco più del 50% del range di discesa di ieri. Il rialzo del 2.74% non fa’ certo gridare al miracolo e la situazione generale resta esattamente quella di ieri e dei giorni precedenti. Forte negatività quindi fintanto che non verranno recuperati i top relativi a 16000 e superati in close daily, con il settore bancario a fare da supporto indicando l’inizio della ripresa.

Un segnale positivo però arriva ed apre la strada per le view rialziste che fino a ieri sembravano decisamente più lontane; il minimo di questa mattina (coincidente con il bottom della giornata di ieri) segna la fine del primo tracy dell’intermedio in corso e pertanto sempre su quel minimo è iniziato il secondo ciclo settimanale che ora punterà direttamente a quota 16000 per il test di medio periodo.

Siemens, ricavi trimestrali in crescita

Siemens si appresta a chiudere questo anno 2011, con una crescita veramente importante in questo ultimo trimestrale. Utile in crescita del 36% a quota 9,1 miliardi di euro. I ricavi ordinari, sono cresciuti del 7%, gli ordini hanno visto un impennata del 16% a 85,6 miliardi di euro. Nel trimestre concluso a fine Settembre, la società ha raggiunto  ricavi per un totale di 20,35 miliardi di euro e utili di 1,23 miliardi di euro.

Prezzo del petrolio in caduta, ma la domanda crescerà

 Il peggioramento delle condizioni di mercato e il deterioramento delle prospettive sull’economia dell’eurozona ha investito anche il mercato del petrolio che risente di questo clima di incertezza. I contratti a termine hanno registrato una riduzione dell’1,3%. Nonostante le ultime notizie la domanda mondiale di petrolio, secondo le ultime aspettative, dovrebbe continuare a crescere, del 14% entro il 2035,  soprattutto in relazione alla domanda dei paesi emergenti come la Cina, che é divenuta una delle nazioni tra le più grandi consumatrici di petrolio. Il prezzo dovrebbe balzare fino a 120 dollari al barile, secondo un’indagine dell’Aie (Agenzia Internazionale dell’Energia), nel cui rapporto annuale ha sottolineato che la domanda di petrolio raggiungerà i 99 milioni di barili al giorno (mbj) nel 2035.

Adobe Systems, nuovi licenziamenti per affrontare la concorrenza

 La Adobe Systems Incorporated, software house americana molto nota a livello mondiale per i suoi prodotti informatici, ha subito il peggior calo degli ultimi tredici mesi dopo aver annunciato il proprio piano di riduzione del personale: si tratta, nel dettaglio, di un taglio di ben 750 posti di lavoro, una mossa che dovrebbe essere volta a riassestare gli investimenti nel proprio settore. I licenziamenti in questione, i quali saranno attuati soprattutto nell’America settentrionale e nel continente europeo, verranno a costare tra gli 87 e i 94 milioni di dollari, come specificato dalla stessa compagnia di San Josè. Il reddito netto, quindi, potrebbe giungere fino a trentotto centesimi per azione, anche se le previsioni avevano parlato espressamente di un range compreso tra i quarantuno e i cinquanta centesimi.

Fiorino ungherese influenzato dalla crisi dell’eurozona

 Il fiorino ungherese e le altre valute che appartengono ai mercati emergenti sono state protagoniste del rallentamento monetario di ieri: in particolare, è stata soprattutto la paura che l’Italia sia la prossima vittima della crisi del debito dell’eurozona a farla da padrona, ma anche le pessime performance dei listini americani hanno influito in maniera negativa. C’è da aggiungere, poi, che queste divise “emergenti” hanno sofferto in modo piuttosto significativo nelle ultime settimane, dato che gli investitori internazionali hanno preferito andare oltre le posizioni più rischiose, con un contesto complessivo di incertezza che viene dominato dal futuro sempre più oscuro per quel che concerne i governi di Roma e Atene.

Trimestrale Mediolanum ed emissione obbligazioni

 Non sono ancora terminate le riunioni dei cda delle più importanti aziende, l’ultima in ordine temporale a ufficializzare i propri dati trimestrali é banca Mediolanum: nei primi nove mesi dell’anno, l’istituto ha riportato un utile netto in calo a 60,721 milioni di euro (-60% rispetto allo stesso periodo dello stesso anno), risultato che ha risentito della rettifica di valore dei titoli governativi greci in portafoglio, cui purtroppo molte banche hanno dovuto far fronte e svalutare questo tipo di strumenti finanziari. I dati sono stati pubblicati in questi ultimi giorni, insieme ai quali è anche stata comunicata la distribuzione di un dividendo di 7 centesimi per azione a partire dal prossimo 24 novembre.

Piazza Affari: dov’è il problema e perchè l’azionario non deve spaventare

 Il Mercato azionario Italiano (che, non ci stuferemo mai di ricordare, è stato comprato dalla Borsa di Londra) con sede “storica” a Milano, se confrontato con il resto delle Piazze Europee risulta essere niente di più che un “mercatino” visti i volumi in gioco. Un confronto ad esempio con il Dax30, oppure il CAC40 francese sia come orari di apertura (per quanto riguarda i derivati) sia per quanto riguarda i volumi di scambio e le proposte sul book fa’ emergere la situazione estremamente precaria ed il disinteresse generale (e storico) verso Milano.

In sostanza quindi i movimenti di Piazza Affari, si al rialzo, sia al ribasso, sono al 90% correlati con il resto dell’Europa (che fa’ comunque riferimento al Dax30) e non frutto di situazioni particolari, a meno di non rientrare in quel 10% di movimenti assolutamente Italiani.

Alibaba e Softbank tentano l’assalto a Yahoo

 Alibaba Group Holding e Softbank Corporation sono in trattative con alcuni fondi di private equity per perfezionare l’offerta nei confronti di Yahoo, in quella che ormai è una “telenovela” lunghissima: l’intenzione delle due compagnie è quella di assicurarsi le partecipazioni in possesso del colosso di Sunnyvale, ma la loro impazienza è giunta ormai a livelli altissimi, visto che non si riesce a districarsi da questa matassa così complicata. La strategia congiunta è dunque ben precisa, si tenta di collaborare in maniera più stretta possibile con quei partner che ancora non hanno siglato delle intese col motore di ricerca statunitense, in modo da dar vita a un’offerta sostanziosa e irrinunciabile.

Cina, l’inflazione comincia a rallentare

 Il tasso di inflazione fatto registrare dalla Cina a ottobre è stato il più basso in assoluto degli ultimi cinque mesi: questo rallentamento dell’indice dei prezzi al consumo è stato agevolato, in particolare, dai moderati guadagni che sono stati conseguiti dai prezzi alimentari, i quali hanno fornito ai policy makers un nuovo spunto per sostenere la relativa crescita economica. Nel dettaglio, l’inflazione della seconda economia mondiale è cresciuta di 5,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo di un anno fa, come hanno chiaramente messo in mostra le statistiche cinesi. Molti analisti si erano invece sbilanciati con un valore decisamente più alto (6,1%), mentre anche i prezzi della produzione hanno subito dei ricavi inferiori alle attese.