Yuan svalutato, si rischia la guerra commerciale tra Usa e Cina

 Il Senato americano ha fatto passare una legge volta a punire la Cina e le sue svalutazioni monetarie: l’ex Impero Celeste sta mantenendo da tempo la propria valuta, lo yuan, a livelli molto bassi, un atteggiamento che ha indispettito in diverse occasioni gli Stati Uniti, preoccupati per gli effetti negativi che queste misure potrebbero provocare al commercio mondiale. Il testo normativo in questione è stato approvato con 65 voti favorevoli e 35 contrari e dovrebbe consentire alle compagnie a stelle e strisce di imporre alcuni dazi, in modo da compensare questi squilibri valutari. Lo speaker della Camera, John Boehner, ha però bollato il provvedimento come “estremamente pericoloso”, dunque vi sarà battaglia prima che questa possa diventare una vera e propria legge.

Riforma fiscale bocciata dalla Corte dei Conti

 Il ddl delega al governo per la riforma fiscale e assistenziale non piace alla Corte dei Conti, per la quale   il decreto risulta spiazzato rispetto agli eventi che hanno riportato in primo piano le esigenze di rigore. Lo sottolinea il presidente della Corte, Luigi Giampaolino, il quale prosegue il suo esposto domandandosi se le incertezze che gravano sulla copertura del provvedimento non rendano necessario esplorare fonti di gettito nuove. Secondo  Giampaolino si potrebbero vagliare delle riforme in direzione di basi imponibili personali o reali che non insistano sul lavoro e sulle imprese.

Opec taglia ancora stime su crescita domanda di petrolio

 L’Opec ha nuovamente tagliato le stime per la domanda di petrolio nel mondo per il biennio 2011-2012. Per l’anno in corso, l’organizzazione dei paesi produttori di greggio ha tagliato la domanda a 87,81 milioni di barili al giorno, riducendo quindi di 0,18 milioni rispetto alla stima precedente. Anche per quanto riguarda l’anno prossimo, la domanda in termini di attese é stata ridotta, e’ attesa a 89,01 milioni di barili al giorno, contro gli 89,26 milioni annunciati a settembre. Intanto proseguono i segnali al rialzo sulla benzina. Esso, Q8 e TotalErg hanno deciso di aumentare i prezzi di 0,4 centesimi. Non sono state risparmiate neanche le pompe bianche, anche per le no-logo aumento di prezzi mentre va progressivamente riducendosi il gap con le petrolifere.

Piazza Affari: Mib sottotono, ma lontano dai supporti

 La salita di ieri a Wall Street ha immediatamente violato al rialzo il doppio massimo della giornata precedente confermando così le aspettative di crescita nell’immediato e portando il Dow Jones a chiudere in prossimità di 11400 punti che ora in apertura offrono resistenza all’indice.

Il ritracciamento di Piazza Affari della giornata di oggi è da ricercare unicamente nell’aspetto più tecnico; dopo circa 5 giorni il ciclo chiamato “tracy” volge al termine e cerca il bottom di periodo da cui ripartire per la seconda parte del tracy+1 iniziato sul bottom del 4 Ottobre; la chiusura del 6 Ottobre leggermente in anticipo con i tempi classici ha costretto ad un allungamento temporale della seconda metà del tracy corrente che ha confuso i trader di breve anche se per poco tempo.

Venizelos assicura: la Grecia manterrà le promesse sul credito

 Il ministro greco delle Finanze Evangelos Venizelos sta cercando in tutti i modi di gettare acqua sul fuoco: a suo parere, infatti, il governo di Atene verrà incontro a tutte le richieste dei creditori internazionali, provvedendo soprattutto a incrementare i tagli salariali e delle pensioni, dato che i leader europei sono ormai pronti a riaprire le trattative per un pacchetto di sostegno alla nazione ellenica e al suo debito. Come ha spiegato lo stesso Venizelos, tutto quello che è necessario fare ha una scadenza ben precisa e non deve andare oltre gli ultimi giorni di questo mese di ottobre.

Occupy Wall Street, crescono gli “indignados” americani

 Il fenomeno degli “indignados” spagnoli sta facendo scuola: le proteste di “Occupy Wall Street” stanno dilagando negli Stati Uniti, con richieste ben precise e uno slogan che non fa una grinza, “End the war, tax the rich”. Insomma, questo popolo multiforme chiede che finisca la guerra, ma soprattutto che si tassino i più ricchi. Ma da chi è composta esattamente tale folla? Si possono scorgere studenti, sindacalisti, ma anche gli operai: i loro appuntamenti e le loro tappe stanno diventando sempre più numerose, ad esempio hanno sfilato contro gli amministratori delegati delle multinazionali, ma li si ricorda, ad esempio, anche sul Ponte di Brooklyn.

Accordo Merkel-Sarkozy per un piano globale anticrisi

 Il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy, hanno fatto una promessa:  un piano globale entro la fine del mese e hanno ribadito l’urgenza di risolvere i problemi europei prima del vertice del G20 di inizio novembre. Lo scopo é la ricapitalizzazione delle banche europee per garantire maggiore disponibilità di credito, arrivando anche per questo fine a modificare i trattati europei per favorire una maggiore integrazione e una maggiore vigilanza tra i Paesi di Eurolandia. L’annuncio é stato dato nel corso di una conferenza stampa congiunta a Berlino 1, dove é stato fissato il termine ultimo del 3 novembre per dare una risposta forte alla crisi che dopo la Grecia si é estesa a tutto il continente.

Record overnight, depositi Bce a 255 miliardi

 Nuovo record per i depositi “overnight” degli istituti di credito europei. Tali depositi rappresentano le eccedenze di liquidità che gli istituti di credito depositano per una notte nei forzieri di Francoforte. Le somme depositate presso lo sportello della Banca centrale europea, venerdì hanno toccato il nuovo massimo del 2011 a 255,569 miliardi, il record precedente era di 229,003 miliardi di giovedì. La Banca centrale europea ha inoltre precisato che i prestiti chiesti dalle banche sono saliti a 2,837 miliardi da 1,846 miliardi, significa quindi che le banche necessitano di liquidità e all’interno del mercato interbancario stesso diviene sempre più difficile ricorrere a dei prestiti tra banche e banche, per cui queste ultime finiscono per rivolgersi alla Banca centrale. Le banche incontrano sempre più difficoltà a prestarsi i soldi, preferendo quindi depositarli presso la Bce.

Piazza Affari: open verde, ma non grazie a Merkel e Sarkozy

 Sprint di inizio settimana a Piazza Affari; l’indice delle Blue-Chips apre le contrattazioni a 15675 ed arriva in poche ore a sfiorare 15800 punti prima dell’apertura di Wall Street dando il via ad un’ottava sicuramente movimentata ed importante. Sul listino italiano brilla Tenaris con quasi il 3% di guadagno seguita dai 2 bancari più importanti d’Italia, Intesa SanPaolo e Unicredit che guadagnano circa il 2.80%. A seguire Saipem, Prysmian, Generali, Mediolanum, Unipol e Buzzi con rialzi superiori al 2% che consolidano la posizione di forza dell’indice che nel complesso registra un rialzo dell’1.61%.

Produzione industriale in crescita, +4,3% ad Agosto

Nel mese di Agosto l’Istat segnala un aumento della produttività industriale, con una crescita pari al 4,3% congiunturale rispetto al mese di Agosto. Questo picco è quello più alto raggiunto dal 2000 ad oggi. In otto mesi, la produzione industriale ha segnato un +1,3%. Nella media il trimestre giugno-agosto ha segnato un aumento dello 0,7% rispetto al trimestre precedente. Nel mese di Agosto la crescita tendenziale per i raggruppamenti dei beni intermedi segna un +8,3%, mentre per i beni strumentali un +6,9%. Aumenta anche la produzione di energia +3,5% mentre i beni di consumo sono ad un +0,6%.

Dexia impegnata a smantellare gli assets tossici

 Il board della banca franco-belga Dexia Sa si riunirà proprio nella giornata odierna per studiare tutte le opzioni percorribili e volte a smantellare i titoli tossici acquisiti in passato: l’istituto, infatti, è al centro delle cronache finanziarie per la sua critica situazione in merito agli assets finanziari, tanto che i risparmiatori e i clienti stanno già tremando nel timore dei possibili effetti negativi. Francia e Belgio hanno già provveduto a proteggere in maniera adeguata le loro unità locali, ma un accordo più ampio sembra al momento difficile, visto che nessuno vuole assumersi la responsabilità diretta per una crisi che sta facendo letteralmente evaporare i finanziamenti di breve termine del gruppo in questione. Nel dettaglio, gli assets tossici dovrebbero essere convogliati in un apposito veicolo, il cosiddetto “bad bank”, con un ammontare che gli analisti hanno stimato intorno ai 190 miliardi di euro, una cifra davvero imponente.

Irlanda: il premier Kenny intravede l’uscita dal tunnel

 Il premier Enda Kenny ne è sicuro, l’Irlanda aspira a diventare la prima nazione capace di uscire dal proprio programma di salvataggio economico: l’intenzione del governo di Dublino, sono sempre parole del primo ministro, è quella di vendere ulteriore debito anche nel corso del 2012, in modo da tornare sul mercato nel più breve tempo possibile. L’attesa più snervante, comunque, andrà a riguardare le nuove valutazioni delle agenzie di rating, i cui giudizi confermeranno se questa uscita dal tunnel sarà stata completa. Diversamente da altri paesi come Grecia e Portogallo, la nazione nordeuropea sta cercando di mostrare come si può risolvere una situazione complicata e ritenuta senza alcuna via di scampo.

A Roma piatti biologici, riscoperta della qualità

 Un’economia alla riscoperta del sapore e dei cibi salutari a un prezzo accessibile. È questo il linguaggio parlato dalle mense scolastiche della Capitale, e i dati raccolti nel dossier «I valori del Bio», stilato da Aiab, Coldiretti e Legambiente, fotografano una realtà sempre più propensa all’utilizzo di prodotti di qualità anche nella ristorazione collettiva. In Italia ogni giorno sono preparati da mani sapienti ben un milione di pasti «bio», circa un terzo del totale. Considerando che circa 5,5 milioni gli italiani ogni giorno mangiano alle mense e che il costo medio per la materia prima è di 1,6 euro, il mercato delle mense solo per i produttori di cibo muove un giro d’affari di 8,8 milioni di euro al giorno.

Bankitalia: gli Indignati si preparano a marciare su Roma

 Nei giorni scorsi con una inattesa dimostrazione di forza, gli indignati di «Occupy Wall Street» hanno invaso le strade di Downtown Manhattan riempiendo a migliaia Foley Square e urlando con convinzione “End the War, Tax the Rich”. Fine alla guerra e tasse ai ricchi. Associazioni studentesche e Unions, i sindacati degli operai di New York, insegnanti, operai, studenti universitari, idraulici, donne lavoratrici, non c’è differenza, tutti chiedono la stessa cosa: le cause della manifestazione sono principalmente sociali, si protesta contro la disuguaglianza economica, l’avidità aziendale e l’influenza del denaro sui gruppi di pressione sul governo, ecco perchè si chiedono le “tasse per i ricchi”.