Sull’indice Americano siamo ormai prossimi ai minimi del 2003 posti a 7163,7. Il target che sembrava stato smentito in Novembre 2008 ha invece trovato conferma con la tenuta della resistenza a 9031 in Gennaio 2009, con conseguente respinta dei prezzi fino ai livelli sfiorati questa settimana. Nessun segnale ancora per il medio periodo, occorrerà attendere almeno l’inversione del Main Trend Weekly per iniziare la ricerca di punti di entrata.
Al contrario sul time-frame daily la situazione sembra ormai al dunque: La candela di Venerdì ha un range di ampiezza normale con volumi quasi doppi alla seduta precedente: potrebbe segnalare la risposta dei compratori alle vendite che ha risollevato l’indice nella seconda parte della giornata, e volge a spingere i prezzi in alto alla ricerca del primo swing di massimo decrescente posto a 8000 punti. Ancora non sarà da considerare ingresso long questo livello, a meno di un sorpasso immediato degli 8339 corrispondente con la media mobile veloce: solo a questo punto potremo assistere ad un vero rally rialzista fino a 9000 punti con l’inversione del sentiment degli operatori.
Analisi Tecnica: Fiat non rivede i minimi del 23 Gennaio
La situazione grafica di Fiat lasciava aperte diverse ipotesi, tutte comunque negative: si trattava solo di capire quanto negativa sarebbe stata la situazione. Dopo il
L’indice italiano dei 40 titoli a maggior capitalizzazione apre le contrattazioni Lunedì ad un valore di 18312, lasciando intendere una forte pressione rialzista sul listino. Smentiti in pochi giorni i compratori, ci si riversa sulle vendite chiudendo le posizioni e affondando l’indice fino a toccare un minimo di 17487 per poi concludere la settimana a 17731 mettendo a segno una performance negativa del 3,81%. Niente di grave sembra, considerata la formazione di una candela inside sul grafico weekly, ma scendendo nei frame la situazione si aggrava decisamente.
Le condizioni finanziarie del Giappone? Sempre più aspre – e in tempi sempre più stretti. A confermarlo oggi è il governatore della banca del Giappone Masaaki Shirakawa. A dicembre la Boj ha tagliato il suo tasso chiave allo 0,10%. Inoltre, per aiutare le imprese a far fronte alla crisi, ha deciso di comprare temporaneamente commercial paper direttamente.

Effettuando una sovrapposizione di grafici tra l’SPMIB e il Dax si nota una divergenza particolare sviluppata nell’ultimo mese di contrattazioni: non coincide infatti l’ampiezza dei movimenti tra il 21 Novembre e il 5 Dicembre: mentre il nostro indice di bandiera è tornato al di sotto del minimo segnato il 21 Novembre, il Dax ha mantenuto i prezzi al di sopra del 50% del movimento sviluppato, il che se preso singolarmente sarebbe un segnale di forza non da sottovalutare. Se si considera però la situazione ciclica attuale, tenendo presente la possibilità di un nuovo minimo in vista, il nostro indice potrebbe aver rallentato la salita quasi ad anticipare la debolezza che colpirà anche l’indice Tedesco. Infatti le probabilità per gli sviluppi futuri attualmente sono al 70% per un nuovo minimo che riveda i minimi del 2008.
Il movimento sviluppato dall’indice americano non fa’ altro che confermare le previsioni sul nostro indice di bandiera: anche sul Dow Jones infatti non è ancora stata smentita l’ipotesi di rivedere i minimi annuali prima di un vero e proprio rimbalzo.