General Motors vicina al fallimento

 General Motors vicina alla bancarotta dopo che il Congresso ha espresso il suo rifiuto a fornire aiuti straordinari per il settore in grosse difficoltà. Il piano di intervento a favore delle big three (GM, Chrysler e Ford) era stato votato mercoledì sera a larga maggioranza dalla Camera, ma al Senato sono emersi troppi punti di disaccordo, ed è stato bocciato con 52 voti contrari e 35 a favore.

Il ceo di Gm Rick Wagoner, si è sempre opposto a una bancarotta, convinto che la situazione della società peggiorerebbe ancora, visto che la fiducia dei consumatori diminuirebbe ulteriormente, ma probabilmente crede di non avere più scelta. Per cominciare Wagoner ha indicato oggi l’ intenzione di ridurre del 30% la propria capacità di produzione all’inizio dell’anno prossimo, chiudendo, parzialmente o totalmente, una trentina di stabilimenti di produzione negli Stati Uniti, in Canada e in Messico. Qual’è la situazione degli altri tre colossi di Detroit? La Chrysler, anch’essa in pesanti difficoltà, appartiene ad un gruppo di investitori, mentre la Ford ha fatto sapere di essere in grado per il momento di farcela da sola.

Marchionne: solo 5 o 6 produttori auto rimarranno sul mercato

 Il mercato dell’auto sembra piu di altri patire questa crisi finanziaria che ormai da un anno sta intaccando l’economia mondiale. La General Motors, che fino ad un anno e mezzo era fra le prime cinque societá quotate a Wall Street, ora e’ ad un passo dal fallimento, insieme alla altre due sorelle di Detroit, Ford e Chrysler. Ma anche in Europa ed Asia la situazione non é certo migliore, se si pensa che quasi tutti i grandi produttori di auto da Fiat a Renault fino a Wolksvagen hanno deciso per una chiusura degli stabilimenti di venti giorni almeno durante le feste natalizie. La stessa Toyota considerata da anni come l’azienda perfetta ha lanciato un allarme utili e ha rivisto le sue stime per il 2009 al ribasso.

Tutti i governi, a cominciare dalla nuova amministrazione americana stanno pensando a come aiutare questo settore vitale per l’economia industriale di ogni Paese. Anche in Italia si sta pensando a come aiutare il colosso Fiat che sembra tornata ai livelli di pre Marchionne, quando ormai il fallimento sembrava davvero dietro l’angolo. Il problema di Fiat é che al contrario di altri colossi industriali europei o americani ha gia’ abbondantemente goduto degli aiuti ed incentivi statali per oltre un ventennio e quindi ora esiste solo maggiore attenzione verso simili inziative.

I ceo riducono le spese personali: General Motors attende il piano d’aiuto del Governo

 La crisi Usa non ha risparmiato l’economia reale e i colossi automobilistici risentono della situazione negativa. General Motors ha accusato una flessione del 41% delle vendite a novembre e ha deciso di ridurre drasticamente la produzione a inizio 2009. Le previsioni per l’anno prossimo non sono delle migliori: Gm prevede ora di produrre 600mila vetture nel primo trimestre 2009, il 32% in meno rispetto allo stesso periodo del 2008.

Quali le possibili soluzioni per scongiurare il fallimento? GM aveva annunciato di dover tagliare altri 31.500 posti di lavoro negli Usa se non dovesse ottenere gli aiuti dal Governo. Nancy Pelosi, presidente della Camera dei Rappresentanti Usa, ieri ha affermato che una qualche forma di aiuto ai colossi automobilistici di Detroit arriverà:

Sono convinta che un qualche tipo di intervento ci sarà,

ha osservato in una conferenza stampa pochi minuti dopo che Ford, Gm e Chrysler hanno presentato al Congresso i loro piani per uscire dalla crisi utilizzando prestiti di denaro pubblico.

Fiat crolla in Borsa all’annuncio di nuove casse integrazioni

 Fiat Automobiles, che continua nella sua discesa in Borsa e ritorna abbondantemente sotto i 6 euro, ha comunicato ai sindacati i nuovi programmi di cassa integrazione per dicembre-gennaio negli stabilimenti di Mirafiori (Torino) e Pomigliano d’Arco (Napoli) per adeguare la produzione alla domanda in forte flessione. Lo dice una fonte del gruppo. L’azienda ha anche comunicato una nuova settimana di cassa integrazione (l’ultima di novembre) per tutta la carrozzeria di Mirafiori, compresa la linea di Alfa Mito che aveva evitato la precedente interruzione. Il successivo stop alla produzione cadrà a cavallo delle festività natalizie, allungandosi sul mese di gennaio. Lo stabilimenti di Mirafiori fermerà le linee dal 22 dicembre fino al 11 gennaio del 2009, ha detto la fonte interpellata da Reuters. L’impianto di Pomigliano si fermera’ prima, dal 8 dicembre, per riprendere l’11 gennaio del prossimo anno.

Il settore auto continua a soffrire. Fiat perde in borsa, ma le obbligazioni si fanno interessanti

 In periodi di rallentamento delle economie i settori ciclici sono quelli che soffrono di più ed il settore auto è uno di questi. Abbiamo visto che negli ultimi mesi i titoli delle più grandi società del settore hanno subito pesanti perdite e il crollo di cui ieri è stata protagonista Toyota indica che i problemi non sono finiti. Le stime di utili sono state riviste al ribasso da tutte le compagnie e oggi si è saputo della richiesta da parte di General Motors, Ford e Chrysler di 50 miliardi di dollari fatta al congresso americano. Il rischio, per le compagnie USA, è quello di non riuscire a superare il 2009. Il mercato a questo punto si domanda se sono in dirittura d’arrivo altre brutte notizie. Fiat si è trovata nell’occhio del ciclone e le domande che pesano sul titolo sono ancora molte: il mercato italiano continuerà a scendere? La crescita in Brasile è destinata a rallentare? Il debito del gruppo aumenterà ancora? etc… Il titolo adesso è poco sopra ai 6 euro, con il rischio di sprofondare in una nuova andata di vendite nel caso in cui le trimestrali di Ford e General Motors deludessero le aspettative.

Per il mercato delle Auto in USA la crisi peggiora. GM e Chrysler cercano di sopravvivere con un taglio dei costi

 Della possibilità di una fusione tra General Motors e Chrysler questo blog si era già occupato il 12 ottobre. Se però prima erano solo ipotesi, adesso sembrano mancare solo gli ultimi dettagli di quello che da molti analisti è stato definito come l’ultimo, disperato tentativo di restare a galla da parte dei due produttori di Detroit. Intanto Nissan e Hyunday hanno deciso per altri tagli di produzione in modo da limitare i danni derivanti dal crollo delle vendite negli USA. Il mercato statunitense delle auto sembra infatti destinato ad arretrare ai livelli di 25 anni fa sull’onda del calo dei consumi e delle difficoltà del settore finanziario che eroga prestiti con più difficoltà. Per quanto riguarda l’Italia è utile sottolineare il fatto che il ministro Scajola ha iniziato ieri ha parlare di sussidi al settore dell’auto per limitare i danni derivanti dai cali di vendite. Il 23 ottobre Fiat presenterà la propria trimestrale e c’è grande attesa per capire se verranno rispettate le stime fornite nei mesi scorsi.

Il crollo di General Motors: il quadro grafico è critico da diversi anni

 Come gia spiegato nei primi articoli, i limiti dell’analisi tecnica sono compensati mediante uno studio fondamentale delle aziende: l’analisi tecnica non può per esempio prevedere o ipotizzare il fallimento di un’azienda, come invece studi dei bilanci della stessa possono indicare. Questo limite può essere compensato comunque, mediante l’individuazione delle debolezze grafiche e quindi delle situazioni sfavorevoli per investimenti rialzisti di lungo periodo.

Rumors di mercato parlano di un possibile fallimento di General Motors, azienda di rilievo mondiale quotata nel mercato NYSE.

Mediante una tecnica di analisi gia proposta nei precedenti articoli (ovvero il confronto tra l’andamento di uno strumento finanziario e un’indice di riferimento) proviamo ad individuare gli aspetti critici che hanno portato ad una perdita di valore delle azioni a dir poco vertiginosa.

Dal 1991 al 2003 circa si può notare una certa concordanza nei due valori: non vi sono divergenze degne di nota tra i due prezzi, pertanto fino a quel momento non si sono presentati presupposti ne di debolezza ne di forza relativa.

General Motors: conti in rosso e tagli al personale

Perdite maggiori del previsto per General Motors che chiude il 2007 con un nuovo record: 38,7 miliardi di dollari di passivo. Nel settore auto i ricavi sono saliti del 7% nell’ultimo trimestre e del 4% in tutto l’anno, ma a pesare è soprattutto l’eliminazione di crediti di imposta non più utilizzabili.

La casa automobilista, un tempo ai vertici mondiali, nel 2006 aveva registrato un miliardo e mezzo di deficit. Se si escludono dal conto totale le rettifiche dovute ai benifici fiscali di cui GM non ha potuto godere, la perdita si attesta sui 23 milioni contro un utile di 1,2 miliardi.

Nel settore delle vendite auto GM ha registrato un calo in Nord America, ma il passivo peggiore è stato registrato in Europa, dove le tedesche hanno avuto la meglio. Bene invece nei mercati emergenti, in Asia e America Latina con due miliardi di profitti complessivi. Il mercato interno costituisce ormai meno del 40% e i piani di espansione riguardano tutto il settore dei mercati emergenti.