Yahoo alla conquista del New York Times. Ma non stava congelando gli stipendi?

 E se Yahoo comprasse il New York Times? L’ipotesi non sembra fantascienza. Anzi. Il quotidiano più prestigioso degli States, tra l’altro, è in crisi da un po’.

Lo riporta Repubblica: Vittorio Zambardino, sul suo blog, Scene Digitali, rilancia l’ipotesi fatta da Barron’s. L’idea sarebbe frutto delle strategie della nuova CEO di Yahoo, Carol Bartz. Nulla, ancora, è definito o ufficiale, ma il mercato e gli analisti stanno cominciando ad interrogarsi sul senso di una simile mossa. Il passaggio dal mondo del web alla dimensione editoriale – per di più di estremo spessore, dato che si tratta appunto del New York Times – avrebbe pro e contro. E certo sarebbe estremamente significativo dal punto di vista dei cambiamenti in atto nel mercato. Ma Yahoo se lo può davvero permettere?

Yahoo! per il post Jerry Yang: Carol Bartz nuovo Amministratore Delegato

Il 2009 di Yahoo! sembra essere cominciato sotto i migliori auspici: il consiglio di amministrazione del secondo motore di ricerca più utilizzato al mondo, infatti, ha messo fine allo stallo inaugurato dalle dimissioni del co-fondatore Jerry Yang nominando una “vecchia volpe” come Carol Bartz ad amministratore delegato dell’azienda.

Sono stati necessari circa due mesi per reperire sul mercato dei top manager una figura adatta al rilancio del marchio, tra i più famosi di Internet: era infatti lo scorso 18 novembre quando il 41enne Yang, cui si deve l’invenzione del motore di ricerca, rassegnò le proprie dimissioni dalla carica di amministratore delegato per dissapori con il CDA: gli azionisti non approvarono la linea di questo informatico divenuto imprenditore di se stesso (assieme al socio David Filo), dichiaratosi con insistenza ostile alla scalata portata da Microsoft al “suo” marchio fino a far così saltare uno degli affari più rilevanti degli ultimi anni.

Cellulare via internet: e’ boom per Yahoo e il suo motore di ricerca

 Malgrado qualche scetticismo fra i non addetti ai lavori e qualche problema legato alle tariffe il fenomeno della connessione ad internet attraverso il cellulare sembra destinato inesorabilmente a rappresentare il futuro della rete nei prossimi anni. Basti pensare, tanto per citare un esempio, che nel solo gennaio 2007 in Gran Bretagna 5,7 milioni di persone si sono connesse alla rete attraverso un apparecchio cellulare sui 30 milioni del totale, di questi ben il 67% sono risultati sotto i 35 anni. E in Giappone nel 2007 la percentuale sarebbe balzata addirittura al 54%. E ancora secondo uno studio di E marketer società di consulenza leader del settore, nel 2011 la spesa per i contenuti da scaricare sul cellulare via internet salirà a 3,3 miliardi di $, dagli 1,4 miliardi del 2007.

Osservando poi i dati delle rivelazioni della società di consulenza americana COMScore c’è da rimanere davvero sbalorditi, pensando che l’anno scorso negli Usa 32.000.000 circa di persone si sono connesse ad internet dal cellulare, il 14% del totale, in Giappone 35.000.000 circa 40%, in Spagna 1.443.000, 7,3% , in Uk 5.640.000, il 15%, in Cina 44.300.000, 25%, Francia 5.598.000, 17%, e in India 38.000.000, il 64%.

Wall Street Journal: Yahoo riorganizza la sua attività

Yahoo sta pianificando una riorganizzazione della sua attività per centralizzare i suoi numerosi gruppi di prodotto. Questo secondo un’articolo in fronte page sul Wall Street

Yahoo!: saltato l’accordo con Microsoft. Ora si punta a Google

Nessun accordo con la Microsoft. Lo dichiara Yahoo! che ha respinto l’offerta di Microsoft solo sulle attività di ricerca, in quanto di scarso interesse per

Yahoo: gli investitori insorgono, Jerry Yang ha tirato troppo la corda?

Dopo il ritiro dell’offerta da parte di Micorsoft e la conclusione delle trattative, avvenuto di domenica, gli analisti si attendevano un brusco crollo delle azioni di Yahoo e così è stato. Il titolo è arrivato infatti a perdere il 22% a Wall Street (più di 8 miliardi bruciati) con conseguente guadagno di Google (+ 1,38%) la cui posizione di leadership appare sempre più consolidata.

Giudizio negativo dei mercati quindi sulla gestione delle trattative da parte di Jerry Yang, ma non solo. Anche tra gli azionisti serpeggia il malumore, al punto che due fondi pensione hanno già annunciato la possibilità di ricorrere a delle class action per ottenere risarcimento visto il premio volatilizzatosi con la rottura delle trattative.

I maggiori azionisti del motore di ricerca si sono scagliati contro Yang, accusandolo di non aver valutato attentamente i loro interessi ma di avere condotto la trattativa con “il cuore”, essendo il fondatore della società e quindi troppo legato all’indipendenza di Yahoo da non vedere i reali vantaggi di una vendita a Microsoft.

Yahoo-Microsoft, la saga potrebbe concludersi molto presto

Lo ha detto Steve Ballmer:

Entro 48 ore qualcosa succederà

E lo ha riportato il Wall Street Journal. Da giorni si attende una qualche svolta, o meglio la si attende da quando è scaduto l’ultimatum lanciato da Microsoft, al termine del quale avrebbero potuto anche intraprendere un’altra strada per raggiungere l’obiettivo. La via alternativa era un opa ostile, volta a scavalcare Jerry Yang ed il cda di Yahoo.

Ora però si fa strada anche un’altra possibilità, almeno stando alle indiscrezioni rivelata dal quotidiano newyorchese; Ballmer potrebbe alzare l’offerta, proprio come aveva richiesto il board di Yahoo in una lettera resa pubblca in cui affermavano che l’operazione poteva essere conclusa ma solo di fronte ad un’offerta più consistente.