Target Price APPLE a 1000$ per azione?

 Ancora aperte le scommesse su Apple; non sono mai abbastanza le previsioni spese su una delle più grandi aziende del Mondo, fiore all’occhiello di Wall Street. Oggi è il giorno in cui finalmente ci si sbilancia e si parla di un target che tutti hanno in mente ma, forse per scaramanzia, nessuno ha mai nemmeno nominato. Il valore delle azioni Apple, secondo gli analisti, potrebbe arrivare tranquillamente a quota 1000$ sfondando anche l’ultimo record e diventando la prima azienda USA a valere 1 trilione di Dollari USA (1.000 miliardi di Dollari USA).

Se i numeri potrebbero sembrare le solite chiacchiere degli analisti di turno, per una volta bisogna ricredersi e per farlo basta mettere mano al grafico degli ultimi 10 anni di Apple; il Re del Nasdaq ha iniziato il suo cammino molto lontano ma la storia in Borsa del titolo può essere riassunta guardando a soli 10 anni fa’. Apple oscillava in un range compreso tra 5$ per azione e 39$ per azione, fino a che nel 2005 il titolo ha superato al rialzo quest’ultima soglia iniziando un rally rialzista di proporzioni uniche. Sembra quasi una bolla speculativa l’accelerazione rialzista che negli ultimi 6 anni ha portato il titolo a valere oltre 600$ per azione, superando per capitalizzazione molte altre realtà e sfondando record su record.

RIM sostituisce manager

 Research In Motion (RIM), la casa canadese produttrice dei noti smartphone Blackberry, ha dichiarato di aver ribaltato il proprio management, sostituendo alcune figure chiave (come i chief executive officer Jim Balsillie e Mike Lazaridis), che hanno guidato per lungo tempo la società, non affrontando nel modo atteso dagli azionisti l’agguerrita concorrenza della Apple.

Il nuovo amministratore delegato della compagnia sarà pertanto Thorsten Heins, già chief operating officer per gli ultimi quattro anni (prima ancora, top manager della Siemens), che sostituirà la coppia di chief executive officer con decorrenza immediata, come confermato da un comunicato stampa pubblicato dalla Research In Motion.

Wall Street e i timori sulla Grecia

 I problemi che toccano l’economia greca si ripercuotono sui mercati finanziari. A Wall Street i future dei listini si riducono, gli operatori conoscono perfettamente il rischio che la Grecia non riesca a centrare gli obiettivi sulla riduzione del deficit. Ad alimentare il sentiment negativo sono quindi ancora una volta le cattive notizie sulla Grecia per la quale si teme sempre più un fallimento. I ministri delle finanze riuniti nei giorni scorsi a Lussemburgo, hanno sottolineato che il Paese ellenico potrà aspettare fino a novembre (e non ottobre come si era programmato) per ottenere la seconda tranche di aiuti da 8 miliardi di euro.

Wall Street: nuove inchieste banche gravano sui listini

 Quello attuale non è un gran momento per la piazza azionaria di Wall Street, che ieri ha chiuso l’ottava con ampi ribassi e con tanti dubbi e poche certezze; nell’ultima sessione della settimana, infatti, il Dow Jones ha lasciato sul parterre un punto e mezzo percentuale, mentre il Nasdaq ha addirittura perso quasi il 2% non solo per i timori sul debito dei Paesi europei, ma anche per effetto della valanga di inchieste avviate dalla Procura di New York e dalla SEC, l’equivalente americana della nostra Consob, riguardo a presunte operazioni di ingegneria finanziaria, con diffusione di dati falsi, con le quali i mutui subprime sono stati letteralmente “impacchettati” e venduti sul mercato con lo stesso rating, o quasi, dei titoli di Stato tedeschi.