Trimestrale Intesa Sanpaolo, conti migliori delle attese

 Nel corso dei primi nove mesi dell’anno, la banca Intesa Sanpaolo ha registrato un utile netto in calo a 1,929 miliardi di euro. Ma come l’istituto ha voluto precisare, il maggiore introito dello scorso anno era dovuto a una plusvalenza netta derivante dalla cessione dell’attivita’ di securities services. I proventi operativi netti sono stati pari a 12.520 milioni di euro (registrando quindi un aumento dell’1,5%) con interessi netti per 7.239 milioni (in diminuzione dello 0,7%).

Si ritiene che il Gruppo Intesa Sanpaolo nel 2011 possa registrare un andamento coerente con il Piano di Impresa 2011-2013/2015 – si legge in una nota della banca-, che si pone l’obiettivo prioritario di garantire una redditività sostenibile nel medio periodo, sviluppando l’attività fondata sulla relazione di lungo periodo con la clientela, calibrando controllo dei costi e investimenti, presidiando la qualità del credito e rafforzando la liquidità e la patrimonializzazione.

Marcegaglia: senza riforme l’Italia non va avanti

 A prescindere da quale sia il destino del governo Berlusconi, l’Italia deve intraprendere velocemente la strada delle riforme economiche, rispettando gl impegni presi in ambito europeo e internazionale. Poco importa che ci sia Berlusconi o meno, quello che conta é che in Italia si facciano le giuste riforme. È questo in sintesi il pensiero di Emma Marcegaglia, nel giorno in cui la tenuta parlamentare del governo Berlusconi verrà messa alla prova dal voto di fiducia sul rendiconto. La numero uno di Confindustria ribadisce con chiarezza la necessità di ovviare agli attuali spread: nella giornata di ieri il differenziale di rendimento tra titoli di Stato italiani e tedeschi con scadenza a 10 anni oscillava tra i 478 e i 493 punti base.

Piazza Affari: i titoli del giorno a Milano

 Giornata positiva e tutto sommato tranquilla quella di oggi, Martedì 8 Novembre; a Piazza Affari il FTSE-Mib è in guadagno del 2.44% al momento e nonostante il recupero sia incerto l’indice promette di chiudere ben sopra la parità e forse anche al di sopra degli attuali valori; la divergenza con il Dow Jones è risultata essere positiva e la resistenza a 15750 è stata facilmente superata per un ritorno immediato a 16000 punti dove invece passa il livello daily valido in close di giornata.

Al momento a guidare il rally è proprio il settore bancario che totalizza un guadagno di oltre il 3% totale; Intesa SanPaolo in cima alle blue-chips recupera il 5.61% seguita da Unicredit con il 4.55% di guadagno. Ubi Banca infine (+2.79%) completa il “tris” di istituti bancari che nella giornata di oggi saranno sotto strettissima sorveglianza; l’eventuale perdita del supporto a 15750 sull’indice di riferimento italiano infatti invertirebbe le aspettative girando la tendenza al ribasso, e proprio questi tre titoli sono quelli che potrebbero accusare le conseguenze più gravi.

Ue, a dicembre prenderà forma il fondo di salvataggio

 I ministri finanziari europei sono pronti ad avviare l’ormai celebre fondo di salvataggio già a partire dal prossimo mese di dicembre: l’intento è soprattutto quello di venire incontro a Italia e Grecia e alla loro crisi del debito. In particolare, ad Atene è stato espressamente richiesto di fornire un’accettazione scritta dei termini del sostegno finanziario, in modo da ottenere una linea di prestito da otto miliardi di euro entro la fine di questo mese, mentre il nostro paese deve dimostrare che le promesse scritte nella lettera di intenti possono diventare anche realtà concrete.

Ferrari, dati più che positivi dall’ultimo cda

 Il cavallino è sempre più rampante e la Ferrari non può che risentirne in maniera positiva: la celebre casa automobilistica di Maranello ha fatto registrare un fatturato davvero importante nei primi nove mesi di questo 2011, mettendo in luce, in particolare, dei buoni ricavi (quasi il 19% di rialzo) e delle ottime consegne (+12,3%). Anche gli altri indicatori economici, comunque, hanno mostrato un andamento più che positivo, come, ad esempio, l’utile della gestione ordinaria, ancora più importanti se si considera che sono stati conseguiti in un periodo finanziario così difficile. Le stime in questione, inoltre, sono state rese note dal consiglio di amministrazione della Ferrari, a cui era presente anche il numero uno Luca Cordero di Montezemolo.

Commissario Affari Economici UE deluso dell’Italia

 Nel pomeriggio la riunione dei ministri delle finanze dell’eurozona, la commissione non é del tutto convinta della lettera ricevuta dall’Italia e si aspetta di sentire da Tremonti come e quando il nostro Paese intende attuare le misure contenute nella lettera all’Ue. E’ essenziale che l’Italia rispetti gli impegni sottoscritti per la correzione dei conti pubblici, ha sottolineato il commissario Ue agli Affri economici e monetari Olli Rehn, l’Italia, secondo il suo parere, deve adottare in un tempo definito misure più coraggiose a sostegno della crescita economica. Direttamente dall’Europa quindi, arriva una richiesta di chiarimento sugli impegni italiani contenuti nella lettera presentata dal premier Silvio Berlusconi all’ultimo vertice europeo.

Ho chiesto al governo italiano informazioni aggiuntive sulle misure di consolidamento fiscale e sulle riforme strutturali. Ispettori della Commissione saranno a Roma questa settimana – ha detto Olli Rehn all’ingresso dei lavori dell’Eurogruppo -. E’ assolutamente essenziale che l’Italia raggiunga gli obiettivi di finanza pubblica e garantisca la messa a punto delle riforme strutturali mirate a sostenere la crescita e la creazione di lavoro.

Ryanair +20% e lancio della Cash Passport

 Ryanair ha chiuso il primo semestre con un utile netto di 543,5 milioni di euro, realizzando quindi una crescita del 20% dai 451,9 milioni della prima metà dello socrso anno. La trimestrale rileva ricavi per 2,7 miliardi di euro, in rialzo del 24% conseguenti all’aumento del 13% delle tariffe e ad un incremento del 12% del numero di passeggeri a 44,7 milioni. I pax della compagnia sono stati 44 milioni e 700mila, in aumento di 12 punti percentuali rispetto ai 40 milioni e 100mila dello scorso anno. Anche le ancillary hanno registrato un aumento del 15%, fino a 487 milioni di euro.

I risultati – ha sottolineato Michael O’ Leary, ceo di Ryanair – dimostrano la solidità del modello basato sulla formula tariffe più basse/costi più bassi, che ci ha portato a incrementare sia il traffico che il profitto, a dispetto dell’aumento dei costi del carburante e della flessione economica europea.

Piazza Affari: direzione rialzista, ma non è per i “rumors”

 Ancora una volta tutte le fonti di informazione Italiane vanno a ricercare il motivo dei movimenti dei mercati (in questo caso positivi) all’interno del Paese stesso; si arriva quindi a dire che il rialzo avuto dopo l’apertura leggermente negativa sia frutto delle probabili dimissioni del Premier Italiano. Una notizia del genere invece, non confermata, potrebbe al massimo “congelare” i mercati fino alla sua conferma o smentita anche se difficilmente il Mib potrebbe restare slegato dal movimento degli altri indici Europei anche in quell’occasione.

La verità è che la nostra Piazza Affari (che, lo ricordiamo, praticamente è stata comprata dalla Borsa di Londra) segue semplicemente il movimento degli altri mercati Europei, che influenza con il movimento di tutti i titoli quotati. La ripresa conferma la ciclicità dell’indice di Bandiera ed i livelli di intervento restano esattamente quelli definiti nell’analisi di ieri che adesso acquistano ancora più importanza visto che derivano proprio dall’analisi ciclica.

Occupy my wallet: ci si indigna anche trasferendo i risparmi

 Le opzioni per mostrare il proprio risentimento nei confronti di Wall Street sono davvero moltissime e ora stanno coinvolgendo persino le linee di credito messe a disposizione dalle principali banche americane: gli attivisti in questione consigliano dai siti web di trasferire i risparmi in questione dai conti correnti alle cosiddette Credit Union (come avvenuto appunto in questi ultimi giorni con il Bank Transfer Day promosso dalla ventisettenne Kristen Christian), ma vi sono anche altre delle alternative molto interessanti. Ad esempio, si parla diffusamente di investimenti che andrebbero a costituire una vera e propria rivolta, come i fondi a basso costo e quelli mutualistici.

Borse di Tokyo e Osaka, la fusione è più vicina

 Tokyo e Osaka sono due delle principali città del Giappone: i loro destini saranno ora ancora più accomunati da questioni di tipo finanziario, visto che le due rispettive borse valori, vale a dire il Tokyo Stock Exchange Group Incorporated e l’Osaka Securities Exchange Company, hanno avviato i negoziati finali che dovrebbero dar vita a un nuovo operatore unico, un vero e proprio colosso della finanza nipponica. L’unione fa la forza verrebbe da dire e in effetti la piazza finanziaria della capitale asiatica rappresenta il terzo mercato al mondo per quel che concerne lo scambio di titoli azionari; nel dettaglio, sarà proprio quest’ultimo a offrire un acquisto compreso tra il 50 e il 66% della stessa Osaka, come riportato dal giornale giapponese Nikkei.

Nuovi indicatori economici per la salute dell’Italia

 Sono in tutto dodici e aiuteranno gli studiosi a comprendere meglio lo stato di salute del nostro Paese, perchè finalmente molti sono d’accordo sul fatto che il solo PIL non possa a priori esprimere  in maniera chiara ed esaustiva il complesso delle variabili che entrano in gioco nell’economia di un Paese. Per capire se la sua gente sta bene o male, se le prospettive e la qualità della vita sono buone il prodotto interno lordo non é sufficiente e occorrono nuovi indicatori. Sebbene se ne parlasse da anni, solo in questi giorni arrivano delle certezze in merito a uno studio in tal senso.

Banche to big to fail: ecco l’elenco

 Il Financial Stability Board studia le banche del nostro pianeta e si appresta a decretare le banche di interesse sistemico, quelle che non possono permettersi di fallire, perchè creerebbero un effetto devastante su tutto il sistema. Le banche in questione sono 29 e solo una é italiana: Unicredit. Attraverso un comunicato il Financial Stability Board ha reso nota una lista di istituti ritenuti sistemici, per i quali é necessario imporre requisiti di capitale più stringenti rispetto ad altri istituti, si tratta di una lista di banche che hanno quindi un’importanza sistemica globale, le cosiddette G-Sifi (le Global Systemically important financial institution), la cui crisi e nel peggiore dei casi il fallimento, potrebbe mettere in pericolo l’intero sistema finanziario mondiale.

Piazza Affari: cosa succederà domani mattina?

 L’ottava conclusa è stata da cardiopalma e buona parte dei trade dei privati sono ancora aperti, probabilmente in perdita, nella speranza che il mercato tornerà sui livelli pre-gap down. La scelta di mantenere i long, se Martedì sera poteva sembrare estremamente azzardata, in questo momento non è poi così distante da quello che gli indicatori tecnici “consigliano”; la discesa di Venerdì rientra perfettamente nei parametri ciclici che vedono un nuovo tracy+1 iniziato sul minimo di Mercoledì che ora ha appena conluso il suo primo sotto-ciclo a 2 giorni ed attende il prossimo swing-up per tornare a salire, anche se di poco.

L’acquisto sulla debolezza domani in apertura potrà avvenire intorno a 15300, mentre sotto a questa quota bisognerà correre ai ripari (possibilmente con opzioni, se non si vogliono chiudere i sottostanti in perdita) perchè il tracy+1 potrebbe girare in negativo e spingere il mercato sotto 14500 in pochi giorni, sull’onda di un nuovo sell-off generale guidato dai bancari.

Governo greco ottiene la fiducia

 Al contrario di quanto alcuni pensavano, il governo greco non cadrà: il primo ministro Georges Papandreou ha ottenuto ieri la fiducia del Parlamento, dopo una settimana critica in cui sembrava si dovesse ricorrere presto alle elezioni: il primo ministro, che ha ottenuto 153 voti sui 298 espressi. Papandreou aveva espresso dubbi sul fatto che potesse ottenere la fiducia, dopo la crisi aperta all’interno del suo partito e dopo la sua proposta per un referendum per convalidare il piano europeo di aiuti alla Grecia. Il suo operato è stato giudicato da un Parlamento che apparentemente non aveva più i numeri per sostenerlo, ma che si é rivelato ancora a favore del primo ministro.