Alitalia all’ultima chiamata?

Secondo quelle che sono le prime indiscrezioni giunte dall’advisor Intesa il piano per salvare Alitalia starebbe prendendo forma. 5-6.000 esuberi, forte aumento delle rotte interne, magari con l’incorporazione di Air one, e riposizionamento su Malpensa. Insomma Corrado Passera, ad di Intesa, sembra non voler andare tanto per il sottile, e d’altra parte la situazione della compagnia di bandiera appare davvero sempre più disperata.

Quindi esuberi, taglio delle rotte poco redditizie per puntare invece su quelle domestiche, dove la percentuale di Alitalia ferma ormai al 40%, cifra assolutamente irrisoria se comparata al 80-90% di British ed Air France sui rispettivi mercati interni. E questo sembra non possa prescindere da un riposizionamento della compagnia su Malpensa, determinando l’ennesima capriola sul destino di quello che doveva essere il grande hub del nord. Ed ecco che così rientrerebbe nella partita, come era ampiamente prevedibile, Airone di quel Carlo Toto, estromesso dal vecchio piano del governo Prodi. L’imprenditore marchigiano, infatti, entrerebbe nell’affare senza dovere sganciare una lira ma solo portando gli asset della sua compagnia in Alitalia.

G8: rincari energetici e crisi alimentare

Il G8 si riunisce da domani a Toyako, nell’isola dell’Hokkaido. Quest’anno la discussione sarà incentrata sui cambiamenti climatici, ma anche su come impedire che la corsa dei prezzi energetici ed alimentari e come ciò danneggi l’economia globale accelerando inflazione e instabilità in un momento di turbolenze sui mercati finanziari. Il G8 quindi

Esaminera’ una vasta gamma di misure necessarie per garantire il rifornimento alimentare nel mondo e lottare contro l’aumento dei prezzi.

Lo ha detto il cancelliere tedesco, Angela Merkel, in una intervista al giornale tedesco Tagesspiegel am Sonntag. Le misure hanno l’obiettivo di assicurare un rimedio a breve termine alla crisi alimentare e una strategia di lungo periodo.

Il petrolio è arrivato a 145 dollari e sicuramente sarà espressa una grave preoccupazione, ribadito un impegno generico a monitorare il mercato e le cause complesse dei rincari a fini di maggiore trasparenza, con un appello a un più approfondito dialogo tra produttori e consumatori.

E’ la scelta giusta alzare i tassi d’interesse?

Senza nessuna sorpresa ieri la Bce ha alzato i tassi d’interesse di un quarto di punto. I tassi interbancari, in parole povere quanto costa il denaro alle banche, sono stati portati al 4,25%. Inutili sono stati i proclami di quasi tutti i Governi europei, con in testa la Germania di Angela Merkl, a porre maggiore attenzione alla congiuntura economica e non solo a quello che da sempre viene considerato come dai parruconi del direttivo della banca centrale europea il nemico pubblico uno: l’inflazione.

Ma Trichet ha voluto ribadire la totale indipendenza dell’istituto di Francoforte

L’obiettivo primario è la stabilità dei prezzi, in un momento in cui i rischi di inflazione nel medio termine sono al rialzo.

Certo è che se è vero che l’inflazione corre oltre il 4% è anche vero che questa è determinata sopratutto da fattori esogeni, leggi prezzo della materie prime, e non stupisce che le quotazioni del petrolio abbiano fatto una serie di nuovi record proprio nel giorno del rialzo dei tassi in Eurolandia.

Prezzo riso e mais sono aumentati nel 2008 di più del 100%

La crisi finanziaria non si ferma ad innalzare in maniera inverosimile il prezzo del petrolio, ma spinge al massimo storico anche le quotazioni di soia e mais che rappresentano la principale fonte per l’alimentazione degli animali negli allevamenti. A loro volta aumentano i prezzi di latte e carne. Il mais costa 7,95 dollari a bushel (quasi 19 centesimi di euro al chilo) e la soia 15,69 dollari a bushel. Aumenta anche il grano con prezzi che hanno toccato 9,92 dollari a bushel (quasi 24 centesimi di euro al chilo). Questo secondo quanto rilevato da Coldiretti, secondo la quale:

Occorre investire nella produzione agricola per dare stabilita’ ai mercati e garantire la sicurezza degli approvvigionamenti nelle diverse realta’ del pianeta, dove le politiche di mercato devono valorizzare prima di tutto le produzioni locali per essere meno dipendenti dalle esportazioni.

Tra l’altro il maltempo e le calamita’ hanno ridimensionato le previsioni di un aumento dei raccolti mondiali di prodotti agricoli di base necessari per far fronte alla accresciuta domanda dei paesi emergenti come Cina ed India provocando un aumento dei prezzi che sono destinati a rimanere alti nei prossimi mesi.

Massimi storici per il prezzo del rame, giù piombo e zinco. Il petrolio frena la sua corsa

Andamento contrastante per il prezzo dei principali metalli. In salita il rame che ha toccato il suo record storico, raggiungendo al London Metal Exchange gli 8.985 dollari a tonnellata, l’alluminio per cui il prezzo del contratto a tre mesi è arrivato a 3.229 dollari a tonnellata e l’argento che ha segnato un incremento del 2,2%, aumentando di oltre il 24% dall’inizio dell’anno. In continuo calo, invece, il piombo che ha perso il 5,8% e lo zinco che è sceso del 3,4%.

Dall’inizio dell’anno, infatti, il piombo ha registrato una flessione del 36% mentre lo zinco è calato del 21,5%. Continua ad aumentare, invece, il prezzo del rame che da gennaio 2008 è cresciuto del 34,6%.

British Airways, American Airlines e Iberia: l’unione fa la forza

Secondo anticipazioni di ieri del Financial Times, British Airways, American Airlines e Iberia hanno deciso di costituire una grossa alleanza, un’imponente joint venture (è un accordo di collaborazione con cui due o più imprese collaborano a un progetto industriale, rimanendo indipendenti giuridicamente e suddividendo equamente i rischi dell’investimento) per contrastare nel miglior modo possibile i rincari del carburante e il rallentamento dell’economia. Sempre secondo il Financial Times le tre grandi compagnie hanno già chiesto il via libera dell’autorità antitrust per la loro alleanza.

Tale joint venture andrebbe quindi a coprire tre mercati fondamentali come quello dell’Europa, degli Stati Uniti e dell’ America Latina e verrebbe a costituire la forza principale delle rotte transatlantiche. I fattori principali che hanno spinto le tre compagnie ad allearsi sono stati sicuramente l’aumento dei costi, ma soprattutto l’accordo sui “cieli aperti” (o Open Skies), trattato firmato congiuntamente da Stati Uniti e Europa lo scorso 30 marzo, il quale ha liberalizzato il traffico aereo tra le due sponde dell’Atlantico (in questo modo le compagnie europee possono trasportare passeggeri da e verso qualsiasi destinazione in America e in Europa).