Economia: gli USA rischiano una lunga stagnazione

 Nei “forzieri” delle banche di tutto il mondo ci sono complessivamente ben 4.000 miliardi di dollari di asset tossici, ovverosia titoli spazzatura privi di valore o quasi per effetto delle operazioni finanziarie sconsiderate di questi ultimi anni. Tale stima, secondo quanto riporta sul proprio sito Internet il “Times”, che ha anticipato i dati del Fondo Monetario Internazionale, mette ancor di più in evidenza come la finanza internazionale abbia poggiato le proprie basi, prima dello scoppio della bolla, su fondamenta di argilla.

Nel dettaglio, le anticipazioni del “Times” da parte del Fondo Monetario Internazionale parlano di 3.100 miliardi di asset tossici in USA e ben 900 miliardi di dollari sparsi nel resto del mondo. Tali stime sono peggiori rispetto a quelle comunicate in via ufficiale, ed in precedenza, da parte del Fondo Monetario Internazionale, e confermano come ci si ancora molto da lavorare per uscire dal tunnel della recessione.

Tassi di interesse invariati in Giappone

 In Giappone i tassi di interesse sono rimasti invariati, e non poteva essere diversamente, visto che il costo del denaro della Banca Centrale del Paese del Sol Levante è inchiodato allo 0,1%, livello consono ad un periodo di profonda recessione economica come quello attuale.

Il Giappone, in particolare, accusa gli effetti nefasti della recessione ancor di più degli Stati Uniti dove la crisi è scoppiata a seguito del collasso dei mutui subprime. Negli States, allo stesso modo, i tassi di interesse sono stati confermati sul livello di oscillazione all’interno della banda dello 0-0,25%, ragion per cui le Banche centrali di USA e Giappone sono chiamati a mettere a punto, al fine di garantire liquidità al sistema bancario e finanziario, delle misure di politica monetaria “non convenzionali”.

Insolvenze mutui USA: aumentano anche per quelli più sicuri

 L’impatto della crisi finanziaria sull’economia reale e sui bilanci delle famiglie sta continuando a lasciare il segno, specie negli Stati Uniti dove il collasso dei mutui subprime, ovverosia quelli privi di garanzie reali a copertura dei finanziamenti, è altresì accompagnato dalle insolvenze sui mutui “prime”, ovverosia quelli per i quali la probabilità di restituzione del capitale erogato è decisamente più elevata.

Non a caso, secondo quanto riportato dall’Agenzia Bloomberg in accordo con un rapporto a cura dell’Autorità di vigilanza statunitense, nel 2008 le insolvenze dei mutui “prime” in America sono raddoppiate a fine 2008 rispetto al primo trimestre dello stesso anno.