Italia instabilità finanziaria nel 2013 secondo Rbs

 La reazione dei mercati alle dimissioni di Mario Monti è stata negativa. Il sistema-Italia ha ballato durante la giornata di ieri, ma non è crollato. Piazza Affari ha perso il 2,2%, appesantito dai titoli bancari, mentre lo spread Btp-Bund si è spinto fin sopra 360 punti base. Secondo Giuseppe Vegas, presidente della Consob, è presto per trarre delle conclusioni sulla nuova view dei mercati sull’Italia. Vegas ritiene che ieri il calo della borsa “non è stato drammatico”, ma ora bisognerà vedere cosa succederà nei prossimi giorni.

Spread Btp-Bund sopra 360 dopo dimissioni Mario Monti

 Inizio ottava in profondo rosso per Piazza Affari, mentre lo spread continua a salire dopo le dimissioni del premier Mario Monti. La crisi di governo sta provocando forti vendite su tutto il sistema-Italia, dalle azioni ai bond. Sul mercato secondario dei titoli di stato lo spread Btp-Bund è aumentato di oltre otto punti percentuali, toccando un massimo di giornata a 363 punti base. Attualmente la quotazione dello spread italiano è di 354 punti base. Ciò vuol dire che il rendimento del Btp decennale è pari al 4,82%.

Crisi governo Monti si dimette

La sfiducia del Pdl all’esecutivo dei tecnici e il ritorno sullo scenario politico di Silvio Berlusconi ha fatto propendere l’attuale premier Mario Monti per una decisione dai risvolti fondamentali non solo per il futuro politico italiano ma anche europeo. Mario Monti ha deciso di rassegnare le dimissioni. Il premier è salito al Quirinale per informare il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che si è preso una settimana di tempo per effettuare le sue valutazioni. Monti ha comunque assicurato di voler completare l’iter della Legge di Stabilità prima di lasciare il suo attuale incarico.

Governo Monti in bilico fa volare spread a 330

 Resta alta la tensione sulla scena politica italiana, dopo che Silvio Berlusconi ha deciso di dare una spallata all’esecutivo in carica sostenendo che il paese è ormai “sull’orlo del baratro”. Il governo Monti ha perso la fiducia al Senato, anche se alla fine ha incassato la doppia fiducia sul Dl Sviluppo (al Senato) e sui tagli dei costi della politica (alla Camera). In entrambi i casi il Pdl ha deciso di astenersi dalla votazione, facendo così mancare il suo appoggio al governo tecnico. Brutte notizie poi dal lato finanziario.

Monti e la crisi

 Il premier Mario Monti è recentemente intervenuto nella conferenza stampa tenutasi al termine del vertice Ue, facendo il punto su quanto accaduto, sull’attuale situazione su cosa potrebbe accadere in futuro. “Abbiamo fatto alcuni errori, determinati soprattutto dal fatto di aver dovuto necessariamente lavorare nella fretta, ma non ho alcun motivo di pentimento o rammarico” – ha dichiarato il presidente del Consiglio, per poi soffermarsi sulle prossime mosse dell’esecutivo italiano.

Crisi Alcoa nuove proposte governo

 Il governo italiano è al lavoro, in queste ore, per cercare di risolvere la drammatica crisi dello stabilimento Alcoa di Portovesme, in Sardegna, oramai a rischio chiusura immediata. Tra le iniziative che l’esecutivo Monti sta cercando di applicare per convincere la multinazionale svizzera Glencore a intervenire attivamente rilevando l’impianto, figurerebbe anche uno sconto sulla bolletta energetica per 15 anni. Un benefit importante, che il governo vorrebbe giocare come carta determinante per influenzare le scelte della compagnia.

Banche più forti del previsto?

 L’Eba, autorità bancaria europea, ha chiesto a 27 istituti di credito di ripatrimonializzarsi per un totale di 76 miliardi di euro. Gli stessi istituti ne hanno tuttavia raccolto ben oltre, per 94 miliardi di euro. Fondi collocati quasi interamente in capitale, mentre gli attivi calano di 0,62 punti percentuali. Sarebbero “solamente” sette, per ora, le banche salvate dai governi nazionali: tra queste, anche l’italiana Monte dei Paschi di Siena che, seppur non può certo dirsi esplicitamente salvata dallo Stato, ha di fatto goduto di un trattamento di supporto molto importante.

Cosa sta succedendo in Barclays?

 Cosa sta accadendo in Barclays? E perchè l’amministratore delegato e il presidente di una delle migliori banche del mondo si sono dimessi in maniera piuttosto repentina? Proviamo – grazie anche a un interessantissimo approfondimento condotto da Il Post – a cercare di rispondere a tutte queste domande, chiarendo alcuni dei principali dubbi che sono sorti negli ultimi giorni in merito a questa triste vicenda finanziaria.

Previsioni Oro 2012

 Con gli USA che tentano il recupero e l’Eurozona che invece sfiora la catastrofe, gli investitori dove riversano i propri capitali?

Il mercato immobiliare resta forse in questo momento uno dei preferiti. Se invece si vuole far affidamento per una parte del proprio portafoglio ai prodotti finanziari, evitando quelli a basso rendimento ed escludendo i titoli di Stato, la scelta è quanto mai difficile. Dopo l’IPO di Facebook le novità attese in borsa sono ben poche ed il rischio è di inserirsi in una situazione di stallo pericolosa per gli investitori di lungo termine che cercano il guadagno sui grafici di lungo.

Tra le scelte preferite restano le commodities ed i metalli preziosi; Wheat Corn e Soybean secondo buona parte degli analisti potrebbero rivalutarsi nei prossimi anni dopo che la crisi ha ingiustamente affondato il loro valore, così come anche il Petrolio è atteso in salita nel medio termine (mentre sul lungo termine si sta’ ancora valutando l’effetto delle energie alternative sul mercato dei trasporti).

Spagna in recessione

 Nessuna sorpresa; la Spagna entra ufficialmente in recessione e finalmente si valutano misure con questo presupposto, ora definitivo. Il primo trimestre del 2012 si archivia come l’ultimo del 2011, ovvero con una contrazione del PIL dello 0,3%, comunque inferiore alle attese (che prevedevano un -0,4%).

Il prodotto interno lordo è sceso dello 0.4% su base annua mentre le previsioni lo davano a -0,5% e così commentano gli analisti di Radobank:

Il Pil della Spagna si è contratto su base trimestrale dello 0,3%, un dato di poco superiore alle attese, che però sancisce l’entrata in recessione dell’economia spagnola

Standard & Poor’s taglia il rating dell’Italia

 Solo pochi giorni fa’ è arrivato l’annuncio direttamente dal responsabile dei debiti sovrani Europei di Fitch Rating, che indicava come possibile nuovo target per i downgrade proprio l’Italia insieme ad altri Stati dell’Unione Europea. Ieri sera invece è arrivata una conferma un po’ diversa; ad emettere la sentenza sarebbe stata Standard & Poor’s e questa volta è una vera mattanza.

Dopo un meeting risultato essere estremamente positivo tra Italia e Germania arrivano le parole di S&P a smentire tutto il lavoro fatto fin’ora, ed ovviamente la domanda è se non si sono resi conto quale che sia la vera situazione oppure stanno semplicemente speculando sui debiti sovrani Europei, come fanno da diversi mesi. In ogni caso il downgrade diretto per l’Italia riguarda ben 2 gradini; si passa da una “A” ad un “BBB+” direttamente e così viene spiegata la mossa direttamente dall’agenzia di rating:

Il taglio riflette quella che consideriamo una crescente vulnerabilità dell’Italia ai rischi di finanziamento esterni e le negative implicazioni che ciò può avere per la crescita economica e quindi per le finanze pubbliche

BCE conferma tassi all’1%

 Come i mercati si aspettavano, la BCE nella prima riunione del 2012, ha lasciato i tassi di interesse invariati all’1%, il minimo storico. Sembra però che questo minimo sia destinato a scendere ancora, una ulteriore riduzione sembra infatti essere prevista nei prossimi mesi. Il presidente Mario Draghi si trova così a dirigere il dibattito sulla politica economica, che dovrà essere incentrata soprattutto sull’uscita dalla crisi. Qualcuno spera che presto vengano adottate nuove misure a sostegno del sistema bancario, anche perchè lo stesso Draghi ha sottolineato che non sarà più permesso il verificarsi di una mancanza di capitali di banche e Stati.

BCE e quantitative easing in caso di necessità

 Bini Smaghi nonostante non si dica favorevole né agli eurobond né al concetto di Bce come prestatore di ultima istanza, si dice favorevole all’ipotesi di quantitative easing, il termine inglese che indica un “alleggerimento quantitativo”, una delle modalità con cui avviene la creazione di moneta da parte della BCE attraverso operazioni di mercato aperto, nel sistema finanziario ed economico. Il membro del comitato esecutivo della Bce lascerà la carica tra qualche giorno e assumerà la posizione di docente nel Centro di Affari internazionali dell’Università di Harvard a gennaio 2012. L’anno prossimo assumerà anche la carica di presidente della utility italiana Snam Trasporto.

Svezia taglia tassi di riferimento all’1,75%

 La Banca centrale svedese ha tagliato il costo del denaro di 25 punti base portandolo all’1,75% dopo aver rivisto al ribasso le stime di crescita dell’economia del Paese: per il 2012 era prevista una crescita del 1,5%, ma le nuove stime indicano cifre non superiori all’1,3%. L’inflazione 2012 invece dovrebbe attestarsi sull’1,5% dalla precedente stima del 1,9%. Ricordiamo che la Svezia, dopo la Norvegia, é il secondo Paese che ha mantenuto il deficit al livello più basso della media europea. Insieme al Paese nord europeo, proprio in questi giorni un’altra autorità ha preso decisioni di politica economica: la Bank of Japan ha mantenuto invariati i tassi di interesse ad un valore prossimo allo zero (0-0,1%) con un voto all’unanimita’, ha inoltre ridotto le stime sulla crescita economica del Paese.