La scure di Standard &Poor’s si abbatte sulla Spagna

 Taglio di rating per la Spagna, Standard &Poor’s a causa delle “incerte prospettive di crescita e dei rischi crescenti che dovrà affrontare”, ha deciso di tagliare  il giudizio   da «AA» ad «AA-». Inoltre i dubbi sono motivati da il peggioramento della crisi del sistema finanziario della nazione, che in questo periodo deve vedersela con disoccupazione elevata e la difficile congiuntura finanziaria. L’outlook anche è sceso da stabile a negativo. L’agenzia di rating ha però voluto dare una chance alla Spagna, sottolineando in una nota che il Paese  ha comunque preso misure importanti per consolidare   per raggiungere gli obiettivi concordati con i partner europei, per cui é possibile nei prossimi mesi, se nulla dovesse andare storto, un ritorno al rating precedente.

Commissione europea riduce stime crescita dell’Italia

 L’Italia rallenta seguendo il trend europeo, la situazione congiunturale é negativa e la Commissione europea riduce le stime di crescita del nostro Paese. Secondo le stime pubblicate oggi dall’esecutivo comunitario il prodotto interno lordo italiano crescerà quest’anno al ritmo di 0,7%, al di sotto delle precedenti stime del mese di maggio che evidenziavano tre decimi in più. Confermata invece a 2,6%, livello identico al quello previsto il 13 maggio scorso, la stima sull’inflazione media di quest’anno.

OCSE: crescita rallenta, timori recessione

 Nel secondo trimestre di quest’anno l’economia complessiva dell’area Ocse ha segnato una crescita dello 0,2% a fronte di una ripresa del Pil della zona dello 0,3% nel trimestre precedente. I dati sono stati rilevati e resi noti dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Meno rosea la situazione dell’Eurozona dove la crescita si è attestata allo 0,2% a fronte di una ripresa dello 0,8% nel trimestre precedente. Prendendo ad esempio due nazioni: la Germania ha subito un rallentamento della crescita dello 0,1% contro l’1,3% del trimestre precedente e la Francia vede una crescita che è pari allo 0% contro un +0,9% del trimestre precedente. La situazione per la Gran Bretagna invece è di una crescita dello 0,2% contro lo 0,5% del primo quarto del 2011. Il lontano Giappone vede invece una flessione del Pil dello 0,3% contro il -0,9% del primo trimestre.

Disoccupazione 2011: 88mila posti di lavoro in meno

 Il tasso di disoccupazione in Italia ha sempre destato preoccupazione, soprattutto nel Meridione, dove un impiego risulta sempre più difficile da trovare, soprattutto per chi ha dei titoli accademici. E purtroppo chi il lavoro ce l’ha quest’anno rischia di perderlo. Nel 2011 saranno 88mila (87.700) i posti di lavoro che andranno persi nelle aziende con almeno un dipendente. Ci sarà quindi un calo dell’occupazione dello 0,7%, meno della discesa dell’1,5% del 2010 ma ancora in perdita. La proiezione è del centro studi di Unioncamere, l’Unione delle camere di commercio, si tratta quindi di un’ipotesi nel futuro, e non si specificano alcuni dati, come per esempio i posti di lavoro già persi.

Ancora tagli per il Pil USA

 Continua la vicenda che vede protagonisti l’outlook statunitense e le varie agenzie di rating. Dopo la deuncia da parte della commissione di Giustizia americana su Standard & Poor’s (rea di aver concesso un giudizio AAA troppo clemente verso una delle più grandi economie mondiali), sembra che il timore di guai giudiziari abbia colto altre agenzie d’oltreoceano. A meno di due settimane di distanza dal downgrading, il Dipartimento di Giustizia ha infatti messo sotto indagine l’agenzia S&P. In particolare si tratta di rating elevati assegnati agli strumenti finanziari legati ai mutui subprime, titoli tossici che sono stati ritenuti la principale causa della crisi finanziaria del 2008. La notizia è stata riportata da Il New York Times che ha sottolineato il fatto che l’ indagine proseguirà nelle prossime settimane.

Pil Italia: rischio crescita zero

 Dopo il tonfo del Pil negli anni più bui della crisi, l’Italia rischia non solo una bassa crescita anche per gli anni a venire, ma anche un prodotto interno lordo in espansione, anzi in stagnazione, in prossimità dello zero. E’ questo, in estrema sintesi, l’allarme lanciato dalla Confindustria, attraverso il proprio Ufficio Studi, nel rilevare e stimare come di questo passo l’Italia rischi fasi prolungate di crescita del Pil, annualmente, sotto la soglia dell’1%.

Istat: pensioni al 16,68% del Pil

 Nel nostro Paese la spesa pensionistica incide in ragione del prodotto interno lordo nazionale (Pil) per una percentuale pari al 16,68%. A rilevarlo, in accordo con i dati sui trattamenti pensionistici al 31 dicembre del 2009, è stato l’Istat, Istituto Nazionale di Statistica, precisando in merito come nell’anno preso a riferimento il controvalore della spesa pensionistica per l’erogazione delle prestazioni assistenziali e previdenziali si sia attestato complessivamente a ben 253.480 milioni di euro.

Pil Italia: crescita primo trimestre 2011 al rallentatore

 Dopo il calo del Pil nel biennio 2008-2009, è lenta, molto lenta la ripresa economica nel nostro Paese. L’Istat, Istituto Nazionale di Statistica, ha infatti reso noto che nel primo trimestre del 2011 il prodotto interno lordo italiano è cresciuto di appena lo 0,1% rispetto al trimestre precedente, mentre su base annua l’espansione si ferma all’1%. Vengono quindi confermate, sia su base congiunturale, sia tendenziale, le rilevazioni che l‘Istat, Istituto Nazionale di Statistica, aveva rilasciato in via preliminare il 13 maggio scorso.

Istat: Pil, Italia spaccata in due

 Il nostro Paese, in termini di crescita economica, rimane spaccato in due. L’Istat, Istituto Nazionale di Statistica, ha infatti rilevato e reso noto che, a fronte di un Pil 2010 cresciuto dell’1,3%, dopo il -5,2% del 2009, ed il -1,3% del 2008, il prodotto interno lordo non è cresciuto uniformemente su scala geografica.