Banca Mps crolla in borsa su rischio derivati

 Il titolo Banca Mps è il peggiore sul listino azionario milanese FTSE MIB. Le azioni della banca senese, già sospese per eccesso di ribasso, sono al momento in calo del 5,78% a 0,2772 euro. I prezzi sono scesi fino a 0,2754 euro, sui minimi più bassi da quasi due settimane. A far crollare il titolo in borsa è la notizia, confermata dalla stessa banca senese, relativa alla motivazione della maggiore richiesta di Monti-bond rispetto al quantitativo inizialmente previsto. I 500 milioni in più richiesti dalla banca servirebbero a coprire perdite su derivati.

Derivati Comune di Milano, condannate quattro banche

Negli scorsi giorni il giudice di Milano Oscar Magi ha condannato quattro banche (Deutsche Bank, Ubs, Jp Morgan e Depfa Bank) ad una pena pecuniaria a causa della presunta truffa da 100 milioni sui derivati stipulati dal Comune di Milano nel 2005. Ha così termine uno dei primi e più rilevanti processi su scala continentale riguardo alla vendita di derivati a enti territoriali, in grado – probabilmente – di fungere da apripista ad altre pronunce in materia. Vediamo allora quali sono le principali considerazioni che hanno supportato la sentenza del tribunale milanese.

Come viene manipolato l’Euribor

 I mercati finanziari sono stati scossi da qualche giorno da un nuovo scandalo legato alla “finanza malata”, ovvero comportamenti opportunistici di manager e banchieri volti a lucrare denaro senza tener conto delle possibili conseguenze negative per l’economia reale, ovvero a discapito di famiglie, risparmiatori, imprese e governi. La manipolazione dei tassi interbancari è venuta a galla oggi, ma viene praticata ormai da anni. In base al dossier in mano all’americana CFTC (Commodity Futures Trading Commission), il tasso più manipolato è stato soprattutto l’Euribor. Si tratta del tasso interbancario di riferimento per l’area euro.

Come la speculazione attacca famiglie, governi e aziende

 Il recente scandalo del Libor, ovvero la manipolazione dei tassi interbancari alla City da parte delle grandi banche, è un altro tassello che va ad aggiungersi al grande mosaico della finanza malata che indirettamente provoca gravi danni economici a investitori, famiglie, governi e aziende. La finanza del XXI secolo è avvolta nell’opacità ed è diventata il vero burattinaio del mondo. Le grandi banche, soprattutto quelle anglosassoni, dominano i mercati e generano effetti spesso indesiderati all’economia reale. I prodotti maggiormente sotto accusa sono spesso over-the counter, ovvero non regolamentati.

Perdita JP Morgan su derivati a 9 miliardi secondo NY Times

 Ritorna a far discutere lo scandalo JP Morgan relativo alle scommesse speculative sui derivati finanziari messe in atto dal Chief Investment Office di Londra, in particolare dal trader soprannominato la Balena londinese (London Whale) appartenente appunto alla divisione guidata fino a qualche tempo fa da Ina Drew, ora dimissionaria. Secondo il New York Times le perdite sui derivati di JP Morgan potrebbero raggiungere addirittura i 9 miliardi di dollari. Inizialmente si parlava di 2-3 miliardi di dollari, invece la perdita dovrebbe essere alla fine più che sbalorditiva se si considera il fatto che è stata generata da un un’unica divisione di trading sui derivati.

Cosa sono i derivati finanziari

 Al culmine della crisi finanziaria nel 2008 il famoso investitore Warren Buffet etichettò gli strumenti finanziari derivati come “armi di distruzione di massa”. L’Oracolo di Ohama in gran parte aveva ragione, visto che la più grande compagnia al mondo nel settore delle assicurazioni, cioè la AIG, stava quasi per lasciarci le penne e sarebbe collassata clamorosamente se non fosse stato per l’intervento risolutivo del governo americano che di fatto la nazionalizzò. AIG non stava bruciando denaro per errori nella gestione del business delle assicurazioni, bensì perché aveva esagerato in scommesse speculative azzardate in strumenti derivati, come ad esempio i credit default swap.

Rischio derivati sull’Europa

 Il recente studio di R&S Mediobanca ha messo in luce nuovi potenziali rischi per l’Europa. Non solo il debito sovrano ma anche il rischio derivati. In realtà, paradossalmente è proprio la nuova Basilea 3 ad aver incoraggiato una maggiore assunzione di rischi all’interno dei portfolios delle banche continentali: il 97% dei prodotti ha mera natura speculativa. Lo studio di R&S Mediobanca è stato condotto su un campione di 20 tra le maggiori banche europee, che da sole hanno attivi in bilancio pari a più di due anni di pil dell’intera Europa.

Scandalo derivati JP Morgan al Congresso USA

 Si apre il “processo” al Congresso USA del caso JP Morgan, la banca d’affari americana – tra le più potenti del pianeta – che ha messo a punto scommesse miliardarie sul mercato dei contratti finanziari derivati. Le audizioni parlamentari sono iniziate già ieri. Sotto accusa sono finiti gli investimenti sbagliati della banca, che tra l’altro dovrebbero portare ad una perdita complessiva superiore ai 7 miliardi di dollari. JP Morgan resta sotto la stretta sorveglianza della Commissione bancaria del Senato e della Securities Exchange Commission (SEC).

JP Morgan indagata per scommesse vietate sui derivati

 Continuano le indagini federali sulle attività di trading della banca d’affari americana JP Morgan. La Commodity Futures Trading Commission (CFTC), cioè l’organismo di controllo sul mercato dei contratti derivati, sta provando a stringere il cerchio sulle attività speculative del colosso finanziario a stelle e strisce per capire se ci sono effettivamente gli estremi per far scattare le accuse formali di truffa contro la banca e i suoi trader. Qualche settimana fa la banca aveva denunciato perdite miliardarie a seguito di scommesse azzardate effettuate da alcuni trader, in particolare dall’ufficio londinese capitanato dalla ormai dimissionaria Ina Drew.

Previsioni Oro 2012

 Con gli USA che tentano il recupero e l’Eurozona che invece sfiora la catastrofe, gli investitori dove riversano i propri capitali?

Il mercato immobiliare resta forse in questo momento uno dei preferiti. Se invece si vuole far affidamento per una parte del proprio portafoglio ai prodotti finanziari, evitando quelli a basso rendimento ed escludendo i titoli di Stato, la scelta è quanto mai difficile. Dopo l’IPO di Facebook le novità attese in borsa sono ben poche ed il rischio è di inserirsi in una situazione di stallo pericolosa per gli investitori di lungo termine che cercano il guadagno sui grafici di lungo.

Tra le scelte preferite restano le commodities ed i metalli preziosi; Wheat Corn e Soybean secondo buona parte degli analisti potrebbero rivalutarsi nei prossimi anni dopo che la crisi ha ingiustamente affondato il loro valore, così come anche il Petrolio è atteso in salita nel medio termine (mentre sul lungo termine si sta’ ancora valutando l’effetto delle energie alternative sul mercato dei trasporti).

Rischio derivati JP Morgan da 100 miliardi

 Lo scandalo relativo alle attività di trading sui derivati, che è costato finora a JP Morgan una perdita da oltre 2 miliardi di dollari in sei settimane, potrebbe essere soltanto una piccola falla in un sistema di operazioni sui prodotti finanziari derivati ben più complesso. Inoltre, sembra che il ceo della banca d’affari americana, Jamie Dimon, fosse a conoscenza delle strategie della divisione sotto accusa, vale a dire il chief investment office di Londra. Questo ufficio, guidato fino a pochi giorni fa dalla dimissionaria Ina Drew, avrebbe accumulato un portfolio da 100-150 miliardi di dollari in titoli ad alto rischio, come gli asset-backed securities (Abs).

Rischio derivati sui mercati finanziari

 Il recente scandalo legato alle attività di trading sui derivati di JP Morgan, che ha collezionato una perdita pari a oltre 2 miliardi di dollari in circa 6 settimane, ha fatto tornare a galla il timore che questo mercato sia troppo grande per essere controllato e che le banche d’affari siano in grado di mettere in piedi scommesse speculative altamente rischiose senza dover dare conto a nessuno, ma facendo tremare mezzo mondo quando le cose non vanno per il verso giusto.

L’Italia piegata dai derivati di Morgan Stanley

 Il 3 Gennaio scorso Morgan Stanley ha fatto sapere di aver tagliato la sua posizione “netta” verso l’Italia di 3.4 miliardi di dollari, ed anche se la notizia è passata in secondo piano, la rilevanza è estremamente alta. Sembra infatti che l’Italia negli anni ’90 si sia esposta pesantemente nel mercato dei derivati e le operazioni ancora in corso non abbiano dato i risultati sperati.

I derivati possono essere di tipi estremamente diversi e l’esposizione cambia radicalmente a seconda dei prodotti che si considerano. Le opzioni in acquisto ad esempio hanno un rischio esattamente opposto alle pericolose vendite, così che ancora diversa è l’esposizione per chi tratta in futures, sia che siano con sottostanti reali sia che siano di tipo finanziario (come il futures sul Bund).

Valore derivati finanziari in aumento del 13%

 Il valore nozionale dei derivati finanziari registra un aumento nei primi sei mesi di questo 2011: circa il 13% in più, performance che però può risultare modesta se rapportata a quella osservata nel complesso dei paesi del G-10, dove si e’ registrato un aumento del 18%. Il comunicato di Banca d’Italia sulla rilevazione sui prodotti derivati over-the-counter a fine giugno 2011 sottolinea però che il valore nozionale dei contratti in essere presso le banche italiane é comunque una quota piuttosto irrisoria dell’intero campione dei paesi del G-10 (1,6%).