Lo scorso 5 aprile a Palazzo di Città a Salerno è avvenuta la presentazione dell’iniziativa “Salerno Bond”, con l’obiettivo di sostenere le Pmi del salernitano in questa delicata fase di crisi economica. Si tratta di obbligazioni che la Banca di credito cooperativo di Aquara collocherà a breve sul mercato. Secondo il presidente dell’istituto di credito, Luigi Scorziello, l’emissione di queste obbligazioni nasce dalla consapevolezza di dover ”offrire sostegno alle piccole e medie imprese salernitane in un momento di forte crisi economica con aiuti finanziari a basso costo”.
NEWS ECONOMIA
Il cda di Rcs ha una nuova composizione
Rcs Mediagroup può finalmente dire di conoscere nel dettaglio quale sarà la sua futura governance: la riunione di ieri è durata davvero moltissimo, ma alla fine il risultato è stato importante, vale a dire un’intesa sulla gestione e sui componenti della lista per il rinnovo del cda. Quest’ultimo, infatti, avrà luogo il prossimo 2 maggio, quando vi sarà l’assemblea del gruppo e la conseguente approvazione del bilancio dello scorso anno. Quali novità sono previste nello specifico? Il consiglio di amministrazione della società editoriale milanese sarà composto da dodici membri (attualmente ve ne sono invece ventidue), con un nome già noto per quel che concerne la presidenza, vale a dire quello di Angelo Provasoli, ex rettore della università Bocconi.
Mercato Auto crolla a Marzo 2012
Crisi a Marzo per il mercato dell’auto; come annunciato, nel terzo mese del 2012 il settore avrebbe subito una contrazione dovuta, si pensava, principalmente ai problemi della Fiat in Italia. In realtà i numeri dimostrano una crisi generale delle vendite che non trova risposta semplicemente con gli scioperi che hanno colpito gli stabilimenti Fiat, arrecando tuttavia un danno non indifferente all’azienda che sempre di più guarda oltre i confini del Bel Paese.
A Marzo 2012 le immatricolazioni sono scese del 26.7% rispetto al marzo 2011 e si attestano a 138.137 vetture. Nel primo trimestre del 2012 le auto vendute sono state 406.907, anche queste in calo rispetto allo stesso periodo di riferimento del 2011 (-21%). Insieme al -1.6% del PIL registrato nei primi tre disastrosi mesi del 2012, la situazione generale comincia a vacillare nuovamente e si teme per i mesi a venire.
Enel Green Power: investimenti fuori dall’Italia?
Grandi investimenti per Enel Green Power, ma con riserva. La più grande società italiana di energie rinnovabili ha chiuso il 2011 con una capacità attiva di 7.079 MW e le intenzioni sono per ampliare la rete di 4.500 MW tra il 2012 ed il 2016. La controllata di ENEL intende mantenere la politica attuale sui dividendi (almeno per il 2012) che consiste in un payout del 30%, prevedendo una crescita dell’Ebitda nell’arco temporale indicato del 13%. Gli investimenti ammonteranno a 6.1 miliardi di euro, mentre l’utile per l’anno in corso è fissato a 1.7 miliardi di euro, per il 2014 di 2.2 miliardi di euro e per il 2016 di 2.6 miliardi di euro.
Il settore è sicuramente uno dei più strategici per il futuro; la progressiva sfiducia sul nucleare ed il problema delle attuali fonti di energia poco orientate al futuro “verde” costringono il mercato a guardare al rinnovabile ed Enel Green Power è in prima fila per la riconversione degli impianti.
I grandi investimenti dimostrano l’alto potenziale della società; la crescita negli anni a venire è affidata a pochi settori strategici e se negli USA gli occhi sono puntati sulle “realtà virtuali” come i social network e i produttori di applicazioni mobile, in Europa si punta ancora ai classici come le energie rinnovabili.
Standard & Poor’s considera l’Italia un rischio per l’Euro
Dure le parole di Moritz Kraemer in una giornata tinta di rosso per le borse Europee; l’analista dell’agenzia di rating Standard & Poor’s non si risparmia e non ha dubbi sulla posizione dell’Italia nell’Eurozona. Il Bel Paese “resta nell’occhio della tempesta” fa’ sapere il responsabile dell debito sovrano di S&P, cambiando ancora una volta l’opinione generale sulla zona euro.
Se in Europa si cominciava a pensare alla ripresa dopo il successo dello swap di Atene e l’approvazione degli aiuti alla Grecia, le agenzie di rating rimescolano le carte parlando dell’Italia come il maggior rischio per l’Eurozona (così come prima lo era, appunto, la Grecia). Gli analisti si esprimono duramente anche verso la BCE stessa:
Terna archivia il 2011 e conferma politica dividendi
Vira al ribasso il FTSE-Mib nella seconda giornata della penultima settimana di Marzo 2012; la pressione e le tensioni si scaricano sui book sotto forma di vendite (e prese di profitto) visto il livello chiave raggiunto (17000 punti). Il rally del mercato Europeo culmina in un top relativo importante per tutte le Piazze Europee e segna quello che potrebbe essere l’inizio di una fase toro di lungo periodo, anche se è ancora presto per dirlo.
Anche se la giornata è negativa nel complesso, vi sono diversi elementi di spicco a Piazza Affari che forniscono “equilibrio” alla seduta ed evitano il crollo verticale. Tra questi sicuramente c’è Terna, che mentre il FTSE-Mib cede l’1%, guadagna invece l’1.16%, salendo quasi in cima alla lista delle blue-chips italiane.
Disoccupazione all’8.2% nell’area Ocse
Secondo le stime il tasso di disoccupazione dell’Area Euro si attesta al 10.7%, mentre nei Paesi dell’area Ocse si parla di un 8.2% a febbraio scorso (in linea con il dato del periodo precedente). In Spagna i senza lavoro sono saliti dal 23.1% al 23.3% così come in Francia nello stesso periodo di riferimento sono saliti dal 9.9% al 10%. In Germania nel mese di febbraio il dato è pari al 5.8% (+0.1% rispetto a gennaio) mentre in Italia 9.3% con la crescita in termini percentuali maggiore tra i Paesi indicati (0.3%).
Nell’intera area Ocse ci sono quindi 44.8 milioni di disoccupati (300.000 in meno rispetto a gennaio). In un clima che sembrava di ripresa ed invece sembra stia diventando recessione si torna a parlare del mercato dei titoli di Stato ed in particolare si ricomincia ad accostare l’Italia alla Spagna. Nonostante la distanza sul piano economico e finanziario è ancora enorme tra i due Paesi i media sottolineano come lo spread dei titoli Italiani è estremamente vicino a quello dei titoli spagnoli (10 punti di differenza, sempre con riferimento al Bund ovviamente).
Asta Bund con rendimenti al minimo storico
L’esito positivo dell’asta sui titoli di Stato tedeschi consolida il guadagno delle Piazze Europee ed allenta la tensione sul rischio Grecia, anche se il rialzo è ancora frenato dai timori di default. Lo Stato Federale Tedesco ha appena collocato Bond con scadenza a 5 anni con un rendimento allo 0.79% (il minimo storico) per un importo totale di 3.312 milioni di euro. L’emissione con rendimenti in calo e domanda sostenuta ridimensiona lo spread Btp-Bund, che dopo un’apertura sopra a 325 punti torna sotto a 320 per prepararsi a scendere ulteriormente e tornare nel range di stabilità.
A frenare l’entusiasmo per l’asta di titoli del debito tedeschi, oltre alle preoccupazioni per lo swap della Grecia, c’è il dato sugli ordini del manifatturiero tedesco; l’indicatore ha visto un calo del 2.7% su base mensile a Gennaio che, secondo il Ministero dell’Economia tedesco, è dovuto al calo degli ordini esteri pari al 5.5% nello stesso mese.
PIL Eurozona in calo, Borse accelerano al ribasso
Dopo un’avvio di seduta non entusiasmante (per non dire negativo) le Borse Europee accelerano al ribasso trainate dal settore Auto (a sua volta condizionato dal Salone di Ginevra) mentre alle 11:00 il colpo di grazia arriva dal PIL dell’Eurozona.
Nel settore auto il peggior titolo Europeo è ancora Peugeot che estende le perdite oltre il 6% ed annuncia un aumento di capitale da 1 miliardo a 8.27 euro, mentre Fiat a Piazza Affari scende velocemente sotto a quota 4.57 euro per arrivare a sfiorare 4.45 proprio in questi minuti, aggravando il doppio massimo discendente sul grafico orario dei giorni precedenti.
A virare in negativo una giornata che poteva ancora trovare un’equilibrio è stato il PIL dell’Eurozona che si conferma in calo nell’ultimo trimestre dell’anno scorso. La flessione è dello 0.3% considerando anche i 27 Paesi mentre in Italia è stata dello 0.7%.
Finmeccanica rimanda bilancio 2011
Durante una seduta piuttosto debole anche una notizia come il rinvio sulla pubblicazione dei dati di esercizio relativi al 2011 può infiammare un titolo. Questo è il caso di Finmeccanica che, mentre l’indice di riferimento va’ al test dei supporti di medio periodo, crolla verticalmente sul rinvio al 27 Marzo della presentazione dei conti di esercizio. Il titolo viene scambiato ora intorno a quota 3.708 con una perdita complessiva rispetto al valore di chiusura della precedente seduta che si conferma a 3.58% ed un volume di scambi tutto sommato dentro la media a 7.391.184 che tranquillizza gli investitori nel lungo periodo. La debolezza di oggi potrebbe non trovare riscontro nelle prossime giornate di borsa dato che la speculazione dentro la media dei volumi della precedente ottava alimenta l’idea che la fase di discesa sia temporanea e non definitiva.
Italcementi propone dividendo 2012 a 0.12 euro
Il consiglio di amministrazione di Italcementi archivia il 2011 approvando i risultati di bilancio e proponendo la distribuzione di un dividendo pari a 0.12 euro per ogni azione ordinaria e 0.1865 per ogni azione di risparmio. Si tratta da questo punto di vista di un consolidamento dell’impegno verso gli investitori visto che dal 2010 il dividendo ordinario è rimasto invariato e quello di risparmio è salito. Se il 2011 è stato un anno di crisi, tutto sommato Italcementi si è dimostrato essere nella parte difensiva del listino e le condizioni per cui questa caratteristica accompagnerà il titolo anche nel 2012 ci sono tutte.
Con l’approvazione del bilancio sono stati diffusi i dati relativi al 2011; il ricavo è in rialzo da 4.660 milioni nel 2010 a 4.750 milioni di euro, con l’utile netto che scende a 91.2 milioni di euro dai precedenti 197.1 milioni di euro. Il margine lordo corrente è passato da 841.7 a 697.3 milioni di euro e l’indebitamento finanziario netto si attesta a 2093 milioni di euro.
Accordi Premafin-Unipol al vaglio della Consob
La questione Ligresti infiamma il dibattito e catalizza l’attenzione su tutto quello che riguarda Premafin; il titolo in borsa ha iniziato ad alzare la volatilità durante le contrattazioni del 23 febbraio e da quel giorno il range di prezzo interessato dagli scambi è diventato sempre più esteso. Siamo arrivati ad un top di periodo prossimo a 0.5500 durante le contrattazioni mattutine del 27 febbraio per poi veder ridimensionato il prezzo fin sotto 0.4000. bottom relativo di periodo sfiorato il giorno dopo.
Attualmente il book di contrattazioni è “congelato”; l’open neutro ed i rapidi scambi iniziali hanno fatto si che il prezzo trovasse un equilibrio intorno a 0.4226 dove ora vengono scambiate poche azioni abbassando notevolmente la media degli ultimi giorni. La positività dell’indice dei giorni precedenti non influenza più l’andamento di Premafin, che invece fa’ riferimento unicamente alle vicende che legano i Ligresti con Unipol ed altri.
Asta titoli Spagnoli per 4.5 miliardi di euro
Lo spread dei titoli di Stato dei Paesi Europei con riferimento al Bund tedesco continua ad essere il “polso” dell’Europa in questa fase di recupero della fiducia e le sale trading seguono ancora da vicino le emissioni dei titoli del debito. La grande influenza che queste hanno sul mercato azionario costringono i traders a fermare il mercato poco prima dei risultati che fin’ora sono sempre stati positivi negli ultimi tempi anche se l’uscita dalla fase attuale è più difficile del previsto.
La Spagna ha appena collocato 4.500 milioni di euro di bond a medio termine con rendimenti in calo rispetto alla precedente emissione; il “5 anni” è stato sottoscritto con un rendimento del 3.4% per 1.5 miliardi di euro (in ribasso rispetto al precedente 4.02%), mentre il “3 anni” si conferma a 2.6% di rendimento contro il 3.3% precedente per un totale di 1.9 miliardi di euro. I titoli a due anni sono stati sottoscritti per 1.1 miliardi di euro e la domanda complessiva ha quasi triplicato l’offerta, contro ogni previsione.
Asta Bund positiva e spread in ribasso
L’asta di Bund tedeschi per la prima volta passa in secondo piano, anche se il risultato condiziona direttamente i mercati Europei; lo standard per misurare il rischio di un paese interno alla UE è sempre il Bund, che negli anni si è guadagnato il titolo di miglior investimento in debiti pubblici e per questo viene considerato per il differenziale con gli altri Paesi dell’Eurozona. Il rialzo o il ribasso del rendimento del Bund condiziona direttamente quindi tutto il sistema Eurozona e nel tempo verrà sempre più preso in considerazione dalle sale trading.
L’asta di oggi si è svolta correttamente e non ha riservato alcuna sorpresa; l’emissione è stata di 3,258 miliardi di euro di titoli di Stato con rendimento 1.83% prossimo ai minimi storici. L’operazione LTRO della BCE è andata altrettanto a buon fine e la risposta del mercato è stata contenuta ma decisa; il rialzo di Piazza Affari è per il momento inferiore all’1% ma lascia ampio margine per le prossime ore visto che a trainare al rialzo il listino italiano sono proprio le Banche.