Il Ministero dell’Economia ha collocato 7,5 miliardi di euro di titoli di debito pubblico con scadenze pari a 5 e 10 anni. In questo approfondimento cerchiamo di capire come è andata l’asta BTP a 5 anni, il cui rendimento – premettiamo – è sceso fortemente al di sotto dei 6 punti percentuali, con miglioramento delle condizioni di finanziabilità del debito pubblico italiano, rispetto alla situazione e allo scenario che aveva contraddistinto il ricorso al risparmio privato durante le aste precedenti sul fronte delle scadenze a medio lungo termine.
Il rendimento dei Btp con scadenza nel 2017 (5 anni) è infatti calato a quota 5,39 punti percentuali, rispetto ai 6,6 punti percentuali che avevano contraddistinto l’asta precedente. Più nel dettaglio, il Tesoro ha reso noto di aver collocato 3,57 miliardi di euro di titoli con scadenza 2017, contro richieste pari a 4,63 miliardi di euro, con una forbice tra domanda e offerta che è stata pertanto leggermente superiore alla soglia del miliardo di euro.
					
						
						
						
Sono 469 a favore, 74 contrari e 5 astenuti: sono i voti con cui la Camera dei Deputati ha dato la fiducia, con votazione nominale, al decreto legge Milleproroghe. Martedì pomeriggio verrà dato il via libera definitivo. Sebbene i numeri siano più che sufficienti per andare avanti, non si può notare la “caduta” del governo Monti, che nel giorno del suo insediamento incassò una fiducia record di 565 voti. Il Pdl, nella persona dell’onorevole Remigio Ceroni, conferma il voto favorevole alla fiducia ma dice basta agli aumenti di tasse. Non é facile immaginare cos’altro potrebbe aumentare il nostro premier ma mettere dei paletti per il partito, sembra essere una richiesta “avveduta” alla luce dello scenario nazionale in cui non poche categorie si lamentano proprio per l’aumento dei prezzi e della benzina.
						
Per l’evento sono attesi circa 40 capi di Stato e 18 banchieri centrali, oltre a 2.600 esponenti di spicco del mondo economico, politico, scientifico e sociale che per l’occasione si confronteranno sulle tematiche più importanti del momento. Definito come uno degli appuntamenti economici più importanti dell’anno, il World Economic Forum (WEF) che si tiene nella località svizzera di Davos é giunto quest´anno alla 42esima edizione. Fino a domenica i maggiori esponenti mondiali si incontreranno per discutere argomenti di ogni tipo e l’attenzione mediatica per l´evento è altissima.
						
Eccoci finalmente alla fase 2 della manovra finanziaria, quella che dovrebbe attenersi a regole volte a incentivare la crescita del nostro Paese e a sostenere l’occupazione. Sembra che il governo faccia sul serio anche sotto questo punto di vista e intende una volta per tutte, mettere fine al livello di precarietà esagerato a cui abbiamo assistito in questi anni, dovuto all’abuso di contratti di lavoro che dovrebbero limitarsi realmente a situazioni di lavori autonomi, ma che spesso nascondono veri e propri rapporti di dipendenza. Entro breve tempo chi vuole flessibilità dovrà pagarla. E anche abbastanza cara. Suona come una minaccia forse, in realtà si vuole tendere a dare più certezze non solo ai giovani, ma anche a chi, in età più avanzata deve reintegrarsi nel mondo del lavoro a causa di mobilità e licenziamenti. Ecco le proposte del governo.
						
Il quadro che emerge da questa situazione é quello di uno scenario dove rabbia e desolazione sono i soggetti principali. La desolazione di chi a causa della crisi non riesce ad andare avanti e la rabbia di fronte alle scelte del governo, che contribuiscono a stremare la categoria. I padroncini dell’Aias finiranno la protesta iniziata qualche giorno fa, ma tutti gli altri autotrasportatori indipendenti, imprenditori agricoli e pescatori continueranno gli scioperi a oltranza, fino a quando si avrà una risposta dal governo. Le città anche sono stremate da cinque giorni di proteste: manca la benzina, gli autotrasportatori sono fermi e gli scaffali dei supermercati si svuotano, furti di benzina, vigili urbani rimasti a piedi per mancanza di carburante.
						
						
Il Consiglio dei ministri si riunisce in questi giorni per varare le misure sulle liberalizzazioni. Si tratta di un decreto legge di 44 articoli che affronta la discussione per vari settori: dalle banche alle farmacie, dai taxi all’Eni fino alle assicurazioni. In attesa del testo definitivo del decreto sulle liberalizzazioni, sembrano confermati degli interventi in merito alla RC auto al fine rendere meno gravose le spese assicurative. Lo scopo quindi é quello di portare un vantaggio al cliente, un vantaggio in termini economici e quindi di risparmio.
						
						
Alla stessa stregua di quanto avvenuto in Nigeria, sembra che altri gruppi si stiano organizzando per esprimere il proprio dissenso rispetto al caro carburanti. Da quando il 1° gennaio 2012 il Presidente Goodluck ha annunciato l’eliminazione delle sovvenzioni per il carburante (con conseguente aumento del prezzo della benzina) le proteste in varie città non si sono fatte attendere: a Lagos, Abuja, Port Harcourt, ma anche in luoghi più anonimi, tra cui Abeokuta, Benin City. Dopo queste proteste il governo ha ha preso provvedimenti, ha ridotto i prezzi e ha sottolineato che continuerà verso la completa liberalizzazione del settore petrolifero. Date le difficoltà subite dai nigeriani, come sottolineato dal presidente, il governo ha approvato la riduzione del 30 per cento del prezzo della benzina.
						
						
Aumenta l’inflazione in Italia, secondo quanto riportato dal supplemento al Bollettino statistico dedicato alla Finanza pubblica di Bankitalia: il livello dei prezzi é in aumento e potrebbe ancora subire un incremento in vista della manovra finanziaria Monti, la quale prevede la possibilità di un aumento dell’IVA al 23% durante la seconda metà di quest’anno. Anche l’ISTAT ha precisato che sull’aumento dell’inflazione hanno influito i provvedimenti previsti dalla manovra fiscale di settembre, soprattutto il passaggio dell’Iva ordinaria dal 20% al 21%. Federconsumatori e Adusbef si mostrano preoccupati per l’aumento dei prezzi dei prodotti di largo consumo, quelli appartenenti al cosiddetto “carrello della spesa”, i costi per le famiglie italiane sono aumentati del 3,5%.
						
						
Non é un periodo roseo per la situazione economico finanziaria greca: l’Institute of international finance (Iif), rappresentante dei creditori privati della Grecia,  ha annunciato in una nota la sospensione delle trattative sulle modalità di ristrutturazione del debito pubblico del paese greco. La nota sottolinea che, nonostante gli sforzi della leadership greca, la riduzione nominale del 50% dei bond sovrani greci non ha prodotto una risposta costruttiva coerente da entrambe le parti, per cui le trattative subiranno una pausa. L’istituto tuttavia, ci tiene a sottolineare la speranza che la Grecia, con il supporto della zona euro, possa in futuro reimpegnarsi costruttivamente con il settore privato.