Prezzo Oro in rialzo sui mercati internazionali

 Continua il rally dell’oro sui principali mercati internazionali. Grazie anche al risultato del voto del Parlamento di Atene le piazze finanziarie europee e mondiali stanno riscontrando una inaspettata ventata di ottimismo, che ha riguardato altresì le materie prime (oro in testa) e la forza delle quotazioni della valuta unica europea. 

Attualmente, il Ftse MIB sigla un incremento di 1,38 punti percentuali, guidando la corsa all’apprezzamento di tutte le Borse europee di principale riferimento. Parigi cresce di un punto percentuale, Francoforte guadagna 0,84 punti percentuali mentre Londra avanza attualmente di 0,67 punti percentuali. All’interno dei listini di Piazza Affari, molto bene i titoli bancari, con Banco Popolare in incremento di 4 punti percentuali.

Spread Btp e Bund tedesco continua a scendere

 Buone notizie per la sostenibilità del debito pubblico italiano. Lo spread tra i titoli di Stato nazionali e gli equivalenti tedeschi, infatti, continua a calare, sulla scia dell’auspicio di una lenta e graduale risoluzione delle difficoltà che stanno riguardando il mercato greco. Il Parlamento di Atene ha infatti dato il via libera al piano di austerity che dovrebbe permettere la salvezza della penisola ellenica mediante l’ottenimento della nuova tranche di finanziamenti da parte della troika, inducendo le Borse in un inconsueto ottimismo. 

Il via libera giunto dalla capitale greca ha infatti generato una ventata di positività in tutte le piazze azionarie internazionali di principali riferimento, permettendo altresì all’euro di poter sfondare quota 1,325 nei confronti del dollaro statunitense. Sul fronte dello spread, si registra una positiva contrazione del differenziale tra i Btp italiani e i Bund tedeschi a 10 anni, con il gap che ora scende a quota 357 punti base, e con un tasso di scambio dei titoli pari al 5,54%.

Il Parlamento greco approva il piano di austerity

 Il primo ministro greco Lucas Papademos è riuscito a ottenere il consenso parlamentare per quel che riguarda il piano di austerity che Atene dovrà affrontare nei prossimi anni: si tratta delle misure che si sono rese necessarie per assicurare il salvataggio da parte della cosiddetta “trojka” (Banca Centrale Europea, Ue e Fondo Monetario Internazionale). Le proteste all’esterno del Parlamento sono cominciate ben prima del voto e hanno messo a ferro e fuoco la capitale ellenica. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che il pacchetto in questione è passato con il voto favorevole di 199 deputati contro i 74 contrari.

L’Ue denuncia gli squilibri economici dell’Italia

 L’Unione Europea è convinta che l’Italia sia uno di quei paesi che presentano i maggiori squilibri dal punto di vista macroeconomico: questo vuol dire che, secondo il punto di vista di Bruxelles, il nostro paese è caratterizzato da una struttura ben precisa, vale a dire con delle aree che sono ben sviluppate e industrializzate (è il caso delle regioni del centro-nord) e altre che invece presentano una attività economica molto inferiore, senza dimenticare gli squilibri che esistono per quel che concerne il reddito dei vari cittadini. Questi dati emergerebbero, come anticipato dall’Ansa, dal rapporto sul meccanismo d’allerta che è stato posto in essere dall’Ue, un documento che diventerà ufficiale e che sarà reso pubblico a tutti nel corso della giornata di domani.

Per la Cina prevista una crescita economica dell’8%

 La Cina è in grado di mantenere la propria crescita economica a un tasso dell’8% o addirittura uno superiore nel corso di quest’anno: tutto ciò potrebbe avvenire a discapito della grave turbolenza internazionale, dato che i consumi interni dell’ex Impero Celeste potrebbero aumentare in maniera molto rapida. In aggiunta, Pechino dovrebbe aprire in maniera più ampia i propri mercati, senza dimenticare la globalizzazione della valuta, lo yuan, fortemente criticato dagli Stati Uniti per le recenti politiche di intervento. La seconda economia mondiale è dunque pronta a viaggiare su binari piuttosto rapidi, tanto che una conferma è giunta persino da Li Yang, numero due della Chinese Academy of Social Sciences, il quale ha messo in luce in un rapporto le possibili performance dei consumi del paese asiatico.

Standard & Poor’s declassa 34 banche italiane

 L’attività degli ultimi mesi di Standard & Poor’s è stata davvero indefessa e non è ancora terminata: ne è una chiara testimonianza l’ultimo maxi-declassamento che l’agenzia americana di rating ha riservato a ben trentaquattro banche del nostro paese. Un elenco davvero infinito, non c’è che dire, con i nomi colpiti che sono quanto di meglio il credito italiano può offrire, come ad esempio Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Popolare e Bnl. Da cosa deriva questo nuovo taglio delle valutazioni?

Settore Bancario affonda le Borse

 Dopo un’ottava tutto sommato positiva (grazie sopratutto al gap-up di venerdì scorso) i mercati Europei si avviano ad un close settimanale difficile in cui i bancari sono i protagonisti assoluti.

Fino a ieri il rialzo è stato sostenuto proprio dal settore bancario insieme a quello assicurativo, sempre più legati ed al centro del pericolo recessione; dopo il doppio massimo di ieri ed il gap lasciato aperto sul grafico del FTSE-Mib un venerdì “rosso” era quasi inevitabile e per questo gli investitori non sono spaventati. I traders prendono profitto dalle operazioni di breve e questo dimostra che non c’è ancora fiducia nel lasciare le posizioni overnight; la situazione è nettamente migliorata nelle ultime settimane ma ancora l’azionario non convince i grandi fondi che aspettano il momento giusto per riprendere gli acquisti e trascinare verso l’alto i titoli favoriti.

Barclays taglia bonus del 25%

 Barclays, uno dei principali istituti di credito del mondo, ha dichiarato di aver conseguito utili in calo del 16% e di esser di fatto costretta a ridurre i bonus di un quarto. I dettagli del conto economico diramato agli stakeholders dalla banca britannica, infatti, evidenziano profitti in diminuzione di 16 punti percentuali a 3 miliardi di sterline, ben sotto le attese dei principali osservatori di mercato, che non attendevano una flessione così significativa degli utili. 

Il risultato così conseguito nel 2011 da parte della banca sembra essere penalizzato principalmente dalla cattiva performance dell’ultimo trimestre dello scorso esercizio da parte della divisione dell’investment banking, che nel periodo ha conseguito un calo dei profitti di 19 punti percentuali a 1,8 miliardi di sterline, a causa delle difficoltà del vecchio Continente e del deterioramento della solidità dei debiti sovrani di alcuni Paesi membri dell’UE.

Eurogruppo boccia accordo con la Grecia

 Brutte notizie per la Grecia, e per tutti gli osservatori che avevano sperato che l’intesa della maggioranza parlamentare che sostiene il governo ateniese di Papademos sulle richieste dell’Unione Europea, del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Centrale Europea avrebbe in qualche modo fornito il via libera per l’ottenimento degli attesi contributi da parte di Bruxelles, necessari e indispensabili per superare il terribile mese di marzo, all’interno del quale sono previsti rimborsi straordinari dei debiti pubblici. 

L’Eurogruppo ha infatti sostanzialmente bocciato (pur, con riserve di “ripescaggio”) l’accordo, affermando come siano necessari “altri 325 milioni di euro di tagli entro il 2012”. Considerando che Atene non ha altra scelta che rispettare i diktat di Bruxelles, i sindacati greci sono già allarmati sui pericoli di nuove contrazioni occupazionali, e preannunciano due giorni di sciopero.

Unipol Gruppo Finanziario delibera l’aumento di capitale

 La fusione tra Fondiaria Sai e Unipol Assicurazioni continua inevitabilmente a far parlare di sè: stavolta, l’occasione si è presentata con l’ultima delibera da parte del consiglio di amministrazione di Unipol Gruppo Finanziario: quest’ultimo, come annunciato qualche giorno fa, ha deciso infatti di approvare l’aumento del pagamento di capitale sociale, il tutto per una cifra complessiva di 1,1 miliardi di euro. L’operazione in questione, inoltre, avrà luogo attraverso un’apposita emissione di titoli azionari ordinari e anche di quelli privilegiati, con offerta in opzione e godimento di tipo regolare. Nel caso delle azioni privilegiate, poi, bisogna ricordare che l’assegnazione avverrà in base al numero di titoli detenuto dai possessori. Si tratta quindi di un aumento di capitale in opzione, il cui obiettivo specifico è quello di mettere a disposizione della stessa Unipol il denaro sufficiente per la sottoscrizione dell’aumento stesso, nel rispetto dei requisiti patrimoniali che sono previsti dalla disciplina che è attualmente in vigore.

Procter & Gamble valuterà le opzioni di vendita del business Pringles

 Procter & Gamble ha deciso di portare a compimento la vendita del suo business relative agli snack a marchio Pringles a un’altra società, la Diamond Foods Incorporated: la cessione a cui si sta facendo riferimento era stata perfezionata quasi un anno fa (nell’aprile del 2011 per la precisione), con un importo previsto di 1,5 miliardi di dollari. Ora, a dieci mesi di distanza, bisognerà determinare gli altri dettagli della trattativa, in modo da perfezionarla. Nel caso in cui la vendita dovesse avere successo, gli azionisti del colosso industriale di Cincinnati potrebbero detenere una quota di maggioranza delle azioni Diamond, con il titolo che proprio nel corso della giornata di ieri ha perso ben trentasette punti percentuali. È un brutto periodo per la stessa Diamond, con l’amministratore delegato Michael Menders che è destinato addirittura a uscire dal gruppo, a causa dei bassi ricavi e delle operazioni che sono state effettuate nei periodi sbagliati.

Risultati di esercizio Enel 2011

 Anche se i dati sono ancora provvisori, difficilmente quelli ufficiali e definitivi potranno ribaltare una situazione tanto positiva; il colosso energetico è il punto di riferimento per gli investimenti di lungo periodo ma non solo grazie al settore fondamentale in cui si trova. Gli investimenti del 2011 confermano la volontà del direttivo di Enel si primeggiare anche nel nuovo mercato delle energie rinnovabili visto che ben 1.9 miliardi di euro (di 4.67 complessivi investiti) sono stati investiti proprio in questo ambito.

Il 2011 si chiude per Enel con un ricavo complessivo di 79.5 miliardi di euro (l’8.3% in più dell’anno precedente); questo dato è frutto di tagli alle infrastrutture da un lato, ma anche dell’espansione dall’altro visto che è stato ampliato il mercato estero e questo ha contribuito notevolmente a sostenere un’anno che poteva essere estremamente negativo anche per gli energetici. 

Tassi di interesse BCE invariati

 La decisione della BCE riguardo i tassi non stupisce ed anzi consolida il lavoro svolto fin’ora e sostiene i mercati che già scontavano la notizia. La Banca Centrale Europea ha deciso di mantenere i tassi fermi all’1% come era in programma e Mario Draghi dimostra ancora una volta di avere una linea ben precisa da seguire che evita brutte sorprese ai mercati. Emerge inoltre la volontà da parte della BCE di varare un nuovo prestito alle banche Europee, ed anche in questo caso la notizia viene accolta come un supporto alla positività piuttosto che come manovra di emergenza.

Vietato accettare regali sopra 150 euro

 È vietato accettare regali sopra i 150 euro. A dirlo non siamo noi, ma il premier Mario Monti il quale – fortunatamente – non si rivolge alla totalità della cittadinanza italiana, ma solamente ai dipendenti di Palazzo Chigi e del Ministero dell’Economia. Le due strutture, che sono sotto il diretto controllo del presidente del Consiglio, sono state caldamente invitate a far sì che i propri dipendenti pubblici non accettino più regali dal valore superiore ai 150 euro.

“In considerazione della primaria esigenza di rispettare gli obiettivi di finanza pubblica” – ha poi precisato Monti, parlando della seconda iniziativa contenuta nella nota, e relativa all’addio delle spese di rappresentanza da parte del Ministero del Tesoro – verranno diramate istruzioni che possano “assicurare l’economicità e l’efficienza nell’azione amministrativa a tutte le strutture che dipendono dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dalla Presidenza del Consiglio”.