Il mercato interbancario non sembra essere la strada più appetibile: le banche che hanno bisogno di liquidità non si rivolgono ad altre banche per ottenere le risorse di cui necessitano, ma preferiscono affidarsi alla più accomodante e sicura Banca Centrale Europea: aumenta ancora la somma dei prestiti chiesti dalle banche italiane alla Bce, nel mese scorso infatti i nostri istituti si sono indebitati per complessivi 209,9 miliardi di euro, a novembre invece i prestiti richiesti ammontavano a 153,2 miliardi chiesti e 111,1 miliardi a ottobre. L’Eurotower quindi é diventato uno dei maggiori creditori delle banche nostrane e questa situazione sembra essere scaturita dalla decisione del management della Bce di erogare, a partire dal mese scorso, prestiti triennali.
Titolo Unicredit nel giorno di aumento di capitale
Dopo l’annuncio di conferma dell’aumento di capitale di Unicredit, varato con uno sconto complessivo del 43% sul prezzo dei primi di Gennaio 2012, il titolo si è velocemente allineato a quello che sarebbe poi stato il prezzo della nuova emissione, anche se a ben guardare c’è ancora una certa differenza.
Andando a ritroso nella storia dell’iter per l’aumento di capitale di Unicredit ricordiamo che uno dei partner chiave (la Libia) ha dato il pieno supporto per l’operazione, mentre dall’altra parte abbiamo investitori storici come Blackrock che invece hanno prontamente diminuito l’investimento (nel caso specifico dimezzato) dopo l’annuncio ma anche dopo le nuove tensioni nella zona Euro.
EBay pensa alla scissione da PayPal per arricchirsi
La celebre casa d’aste online eBay sembra aver trovato un modo sicuro e rapido per arricchirsi: non si tratta di vendite sul web o di nuovi kit messi a disposizione, bensì di una operazione più complessa che andrebbe a riguardare la scissione di PayPal, l’unica modalità al momento che consentirebbe ai proprietari di avere delle buone somme di denaro a disposizione. In effetti, bisogna tenere conto che dal 2008, cioè da quando John Donahoe ha rimpiazzato Meg Whitman nel ruolo di amministratore delegato, il principale mercato internazionale della rete non è riuscita a garantire oltre il 2% di rendimento ai propri azionisti, davvero troppo poco.
Olympus rischia il delisting dal Tokyo Stock Exchange
Olympus Corporation potrà mantenere ancora per qualche tempo la propria quotazione presso il Tokyo Stock Exchange, almeno fino a quando non sarà fatta chiarezza in merito ai recenti scandali: in particolare, il colosso giapponese deve assolutamente riformare il proprio management se è ancora intenzionato a far parte del listino asiatico. C’è comunque da dire che la decisione finale spetterà alla stessa borsa nipponica, la quale si è riservata del tempo fino alla fine di questo mese. La società in questione, celebre per i propri apparecchi ottici e fotografici, è entrata nell’occhio del ciclone a causa di alcune rivelazioni che nel corso del 2011 hanno messo in luce le grosse perdite nascoste per circa un decennio.
Scott Thompson passa alla guida di Yahoo!
Cambio al vertice di Yahoo!: poco prima dell’apertura di Wall Street l’azienda ha presentato Scott Thompson, il nuovo amministratore delegato. Un volto in realtà ben conosciuto nel mondo del web: Thompson é presidente di Paypal, divisione di eBay, ed ora assumerà la carica di nuovo amministratore delegato del gruppo. Carol Bartz, l’ex ad, é stata licenziata improvvisamente circa quattro mesi fa, la stessa manager in una sua comunicazione ai dipendenti aveva scritto di essere molto addolorata del licenziamento avvenuto con una telefonata dal presidente del board. Così si era proceduto all’eliminazione di un capo considerato come una sorta di ostacolo alla crescita, un capo troppo debole per un’azienda così importante, ma anche in difficoltà. È risaputo ormai che la società, pioniera della rivoluzione del web negli anni ’90 continua a soffrire la concorrenza di Google.
Previsioni prezzo Alluminio 2012
Tra i metalli preziosi ci si interroga ancora sulla validità dell’Oro come bene di rifugio, mentre l’incremento di prezzo degli scorsi anni di Rame, Nickel ed altri metalli strettamente legati al mondo del lavoro, subisce un rallentamento di pari passo con l’andamento dell’economia reale.
Se c’è invece un metallo che con il tempo avrebbe dovuto incrementare il suo valore è proprio l’alluminio; le applicazioni di quest’ultimo sono estremamente estese grazie alla quantità di leghe sviluppate nel tempo che rispondono ad esigenze diverse per i più svariati settori.
L’Italia merita ancora il petrolio libico?
I nuovi leader della Libia ricorderanno sicuramente chi ha fornito loro gli aiuti più importanti per quel che concerne la “detronizzazione” di Muammar Gheddafi: questo “rinfresco di memoria” sarà fondamentale al momento delle concessioni petrolifere future. Cosa accadrà all’Italia, uno dei principali investitori in terra libica, ma anche compromesso col vecchio regime? Gli svantaggi commerciali potrebbero essere evidenti, anche perché non è certo un mistero che Tripoli rappresenti una delle maggiori riserve di oro nero al mondo, con una stima complessiva di quarantasei miliardi di barili e molte nazioni che sono costantemente interessate a questi giacimenti.
Default Grecia a marzo: Papademos chiede aiuti
Grecia ancora a rischio default: il premier greco Lucas Papademous ha chiesto ai cittadini di accettare ulteriori riduzioni dei salari, unico percorso percorribile per evitare un default nel mese di marzo. Secondo il governatore una riduzione momentanea dei salari é essenziale per la competitivita’ greca e, parlando con i sindacati e gli imprenditori, sarà necessario accettare sacrifici limitati per evitare un esito catastrofico. Opposizioni da parte dei sindacati: da parte loro hanno sottolineato di non essere disponibili ad accettare una riduzione del salario minimo (che ad oggi supera di poco i 750 euro) nonché la riduzione o abolizione delle tredicesime e quattordicesime. Un processo del genere sarebbe ritenuto un “crimine” come affermato da Dimitris Asimakopoulos, presidente del GSEVEE, uno dei principali sindacati greci.
Ritorno alla Lira nel 2012?
Il 2011 si è chiuso con i timori sull’Eurozona ai livelli massimi di sempre ed il 2012 promette di proseguire su questa tendenza, visto che le speculazioni sulla Moneta Europea sembrano essere appena all’inizio e l’Eurotower non riesce a ridare credibilità e fiducia come invece dovrebbe.
In un Paese come l’Italia, in cui si è sempre pensato che l’entrata nell’Euro avesse cambiato in peggio la situazione economica delle famiglie, questa è un’occasione in più per tornare a parlare della Lira e di “quanto le cose sarebbero diverse ora” se il Bel Paese avesse mantenuto la sua moneta storica. Da quanto l’Euro è stato introdotto infatti non si è parlato d’altro se non di un ritorno alla Lira ma sembra che da qualche tempo a questa parte a pensarci non ci siano solo le famiglie ma anche le banche stesse.
Nyse Euronext e Deutsche Boerse credono ancora nella fusione
Il Nyse Euronext e Deutsche Boerse sono intenzionati a imprimere le pressioni finali ai negoziati relativi alla loro pianificata fusione: l’obiettivo principale, a questo punto, è quello di sopravanzare l’opposizione che viene rappresentata dai regolamenti attualmente in vigore. In effetti, l’Antitrust dell’Unione Europea ha raccomandato di bloccare l’accordo, in quanto si andrebbe a configurare un vero e proprio monopolio, con tutte le conseguenze negative del caso. Le due piazze finanziarie si stanno però concentrando sul meeting del prossimo 1° febbraio, quando i ventisette commissari comunitari si incontreranno proprio per stabilire una decisione finale a tal proposito.
Disoccupazione in Italia sempre crescente
Alla parola crisi si affianca spesso un altro termine molto noto, non solo ai giovani. La perdita del lavoro é una situazione in cui vengono a trovarsi non solo i giovani che faticano sempre più nella ricerca dell’occupazione. Anche le persone più adulte, dopo anni di lavoro arrivano a perdere quello che hanno costruito: sono gli effetti di una crisi sempre più dilagante che non accenna a fermarsi. Cresce l’allarme disoccupazione in Italia e i più penalizzati sono i giovani e le donne: un giovane su tre, di età compresa tra i 15 e i 24 anni, non ha un lavoro. Situazione ancora peggiore per le giovani donne del Sud: qui il 40% delle donne non riescono a trovare lavoro (dati Istat).
Azioni Unicredit perdono il 32% in borsa
Discesa senza freni per Unicredit negli ultimi giorni; dopo l’annuncio dei dettagli sull’aumento di capitale, il prezzo è precipitato verticalmente senza lasciare spazio a ritracciamenti e la speculazione ha preso il sopravvento consolidando le perdite che al momento, contando le prime ore della giornata di oggi, si aggirano intorno al 34%.
►I dettagli sull’aumento di capitale di Unicredit
Ad essere in crisi è tutto il settore bancario a dire il vero; mentre l’indice di riferimento si aggira in territorio positivo (al momento guadagna lo 0.54%) sul fondo del listino, a fare da “zavorra” per quello che poteva essere un venerdì di recupero, ci sono proprio tutti i bancari più importanti. In ordine di perdite abbiamo ancora una volta Unicredit (-7.99%), Banca Popolare di Milano (-4.42%), Banca MPS (-3.68%), Banca Popolare dell’Emilia Romagna (-2.22%), Mediobanca (-1.64%), Ubi Banca (-1.37%), Banco Popolare (-1.11%) ed Intesa Sanpaolo (-0.67%). Non un solo titolo bancario delle blue-chips è in territorio positivo al momento.
Google Tv accoglie LG e Samsung Electronics
Lg Electronics, Samsung e MediaTek Incorporated sono le tre compagnie attive in campo elettronico che andranno a raggiungere Google in una coalizione piuttosto ambiziosa: l’intento è quello di cominciare a svelare nuovi prodotti relativi ad internet e alla televisione nel corso del Consumer Electronics Show che si terrà la prossima settimana a Las Vegas. Google Tv, introdotta in ambito commerciale da poco meno di due anni, può beneficiare del supporto anche del Marvell Technology Group e di Sony Corporation, ragione per la quale si può parlare di un vero e proprio colosso per quel che riguarda tale settore. Che mercato avranno questi nuovi prodotti?
Fiat aumenta quota in Chrysler
L’unione Fiat-Chrysler sembra aver dato buoni frutti: Chrysler restituisce i prestiti ricevuti dal governo statunitense. La vendita di 1,37 milioni di auto nel 2011, il 26% in più rispetto al 2010, ha permesso all’azienda di riprendersi dalla crisi: secondo gli analisti non sarà facile raggiungere quota 6 milioni di vetture vendute entro la fine del 2014, come si era prefissato l’ad Sergio Marchionne. Difficoltà non da attribuire al lavoro di Chrysler ma all’attuale recessione economica in atto, che non risparmierà neanche il settore delle auto. La quota di 6 milioni però non rappresenta solo un miraggio, potrebbe essere un obiettivo reale se Fiat decidesse di legare con un’azienda in Asia, dove il gruppo non ha ancora una posizione di rilevo.