Il ministro del Budget e dei Conti Pubblici francesi, Valerie Pécresse, ha illustrato proprio nel corso della giornata di ieri in sede di Consiglio dei Ministri, il progetto legislativo denominato Finances 2012: quali prospettive finanziarie vi sono per la nazione transalpina? Secondo la stessa Pécresse, il piano anti-deficit relativo al biennio 2011-2012 è volto a migliorare l’attuale situazione con una serie di misure mirate, come ad esempio l’introduzione di una tassa eccezionale sui redditi più elevati e altri provvedimenti, soprattutto fiscali (in primis l’imposta sulle compagnie assicurative e mutualistiche e il contributo supplementare sui redditi da capitale). La titolare del dicastero economico ha però rifiutato il termine che è stato coniato a tal proposito, vale a dire quello di “bilancio di rigore”.
Banca Popolare Vicenza, nuova filiale a New York
Vicenza e New York distano tra di loro circa settemila chilometri, ma non sono mai state così vicine come in questo momento: in effetti, il Federal Reserve System consentirà a Banca Popolare di Vicenza di stabilire un ufficio di rappresentanza proprio nella metropoli nordamericana. Gli assets totali che verranno coinvolti con questa operazione specifica ammontano a quasi 51 miliardi di dollari. Come è noto, l’istituto di credito veneto fornisce soprattutto servizi all’ingrosso destinati a soggetti privati, professionisti e compagnie di medie dimensioni, allora come si spiega questa espansione oltreoceano?
Euro in caduta: ai minimi 8 mesi contro dollaro
L’euro é sceso a livelli abbandonati otto mesi fa sul dollaro, toccando quota 1,3360. Sale invece lo yen e l’euro addirittura si posizione ai minimi da 10 anni sulla moneta giapponese, ormai sempre più forte. Il dollaro è sceso fino a 76,24 yen, l’euro ha toccato 101,90. Continua la sua salita la moneta britannica: la sterlina aumenta il suo valore insieme ad altre valute ad alto rendimento, la corone norvegese e svedese. Come era prevedibile, questo ribassamento é dovuto soprattutto ai timori relativi al debito della zona euro e le attese di maggiori dettagli sul piano dei funzionari europei per gestire la crisi.
S&P taglia rating di 11 enti locali
Le parole di Moody’s si sono rivelate profetiche: l’ultima manovra del Governo rischia di avere conseguenze negative sul rating delle Regioni e dei Comuni italiani, aveva sottolineato l’agenzia di rating e il giorno dopo Standard & Poor’s ha deciso di tagliare il giudizio sul debito italiano, declassandolo da A+ ad A. Due giorni fa é poi tornata a parlare Standard and Poor’s tagliando il voto a 11 enti locali che passano da A+ ad A. Le province che hanno subìto il declassamento sono: Mantova e Roma, le Regioni Sicilia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Umbria e Marche, e ancora Genova, Bologna e Milano. Anche Torino ha subìto un giudizio poco clemente: rivisto da stabile a negativo l’outlook, seppur ad A il rating sul debito a lungo termine.
Agenzie di Rating: scure su enti locali
Anche se dopo il taglio di rating per l’Italia ed il tardivo taglio sul debito USA le agenzie di rating hanno perso molta credibilità la loro influenza è ancora forte e molte decisioni operative degli investitori retail dipendono ancora dai giudizi delle agenzie.
Se lo spread BTP-Bund sale veloce quando il mercato è in crisi e scende lentamente anche quando gli indici recuperano e la situazione tenta di stabilizzarsi è anche colpa del rating USA che ha allontanato gli investitori mettendo tutti sull’attenti. L’effetto del periodo complessivamente negativo si estende anche ai CTZ che nell’asta di oggi sfiorano un rendimento del 4.511% andando vicino ai massimi del 2008 (come è successo ai Bot) confermando il rischio massimo di questo periodo altamente volatile.
Danimarca, si inasprisce la crisi bancaria
Il più che probabile default della Grecia sta praticamente oscurando le situazioni finanziarie di altri paesi europei, quando invece l’attenzione dovrebbe essere mantenuta alta anche ad altre latitudini: è il caso della Danimarca, alle prese con una profonda crisi del proprio sistema bancario, inasprita dal recente piano governativo volto a imporre una tassa sui prestatori. La misura fiscale in questione rappresenta una vera e propria minaccia, anche perché gran parte degli istituti della nazione scandinava non hanno accesso al mercato dei finanziamenti in questo preciso momento storico. Lo stress a cui sono sottoposte le banche stesse, inoltre, non aiuta a consolidare la stabilità di fondo.
Bruxelles abbozza la tassa sulle transazioni finanziarie
Una ipotetica tassa sulle transazioni finanziarie continua a dividere gli addetti ai lavori di tutto il mondo: tra i detrattori figura anche il Tesoro degli Stati Uniti e diversi membri dell’eurozona, ma ciò non ha impedito a Bruxelles di approntare una bozza di progetto che verrà reso pubblico nei prossimi giorni. Che cosa ha in mente di preciso la Commissione Europea? Da qualche tempo il presidente Josè Manuel Barroso freme per questa introduzione, tanto che si parla già della settimana prossima come il periodo più adatto per la presentazione in questione. Negli ambienti comunitari, comunque, già circola questo documento, quindi si conosce qualche dettaglio e alcune linee guida, come ad esempio le aliquote da applicare.
Grecia pronta a tutto: ma non é il capro espiatorio
Il Governo greco é pronto a tutto per superare questo periodo di crisi e ridare lustro all’antico Paese, ma allo stesso modo ci tiene a sottolineare che della questione ellenica non si faccia un “capro espiatorio” dell’Area dell’euro. Atene non è il problema centrale, in quanto detiene solo il 3 per cento del debito pubblico della zona, come ha affermato il ministro delle Finanze greco, Evangelos Venizelos in un discorso in questi giorni a Washington, smentendo anche la notizia riportata da alcuni quotidiani secondo cui sarebbe stata presa in considerazione un default ordinato con un ‘haircut’ del 50% per i creditori. Il governo quindi si dichiara pronto a prendere le iniziative necessarie, qualsiasi costo politico occorra, ma non vuole che si indichi la Grecia come l’origine di tutti i mali.
Monito Usa per Ue: rischio catastrofe
Stati Uniti, Cina e Fondo Monetario Internazionale, sono fortemente preoccupati per i possibili futuri coinvolgimenti e le reazioni a catena che potrebbe generare la crisi europea. Dopo il G20 anche il Fondo monetario si impegna per la risoluzione della crisi dell’ Europa. Lancia l’allarme il segretario di Stato al Tesoro Usa Tim Geithner per i rischi «catastrofici di default a cascata» tra i Paesi europei e l’ International monetary and financial committee, l’ Imfc, l’ organo esecutivo del Fmi, annuncia il suo sostegno ai Paesi del vecchio continente. Non arrivano subito veri e propri interventi precisi, ma un monito degli USa soprattutto che, per il timore di un ritorno della recessione, insistono nel chiedere misure più forti facendo appello ai governi e alle autorità per fare ognuno la propria parte in questo periodo di austerità.
L’operazione Twist della FED e la risposta (piatta) del mercato
L’operazione “Twist” presentata da Bernanke la scorsa settimana sembra non aver prodotto alcun risultato, tanto in positivo quanto in negativo. La discussione dell’operazione, che ricordiamo intendeva spostare la scadenza temporale dei titoli presenti in portafoglio vendendo quelli a breve termine ed acquistando quelli a lungo, continua anche oggi e più passa il tempo, più ci si accorge che il provvedimento non è assolutamente congruo alla situazione in cui ci troviamo.
Il piano francese per salvare le banche
E’ stato un fine settimana movimentato per le notizie economiche francesi. La notizia che ha scosso maggiormente il mondo economico francese, è stata data dal giornale transalpino “Journal du Dimanche”, il quale ha dichiarato che il governo francese starebbe pensando ad un piano di rilancio delle banche francesi, il quale prevedrebbe un immissione di contanti pubblici nel circuito bancario delle cinque principali banche francesi, tra cui BNP Paribas, Societe Generale e Credit Agricole.
G20: tremila miliardi per le banche europee e l’Efsf
Tremila miliardi di euro sono una cifra importante e di sicuro impatto psicologico: si tratta dell’importo complessivo di cui potrà beneficiare l’Unione Europea, un piano di dimensioni gigantesche che avrà come obiettivo principale quello di perfezionare la ricapitalizzazione di sedici banche del Vecchio Continente e di incrementare le risorse finanziarie a disposizione del fondo salva-stati (l’European Financial Stability Facility). Soprattutto, si tratta di quanto stabilito e discusso in questi ultimi giorni dalle nazioni del G20 che si sono riunite a Parigi per tentare di affrontare in maniera ordinata l’attuale crisi e scongiurare a tutti i costi un default catastrofico della Grecia.
Crisi economica, le previsioni per il 2011
L’economia mondiale è di nuovo alle prese con una crisi finanziaria simile a quella di tre anni fa? Che cosa dicono esattamente le previsioni in tal senso? Sono queste le due domande che necessitano delle risposte più urgenti in questo momento, con gli alti spread sui debiti sovrani e i rischi default che incombono come grossi macigni: il raffronto tra il 2011 e il 2008 è quindi praticamente obbligatorio. Anzitutto, il precedente più “illustre” riguardò in prima battuta gli Stati Uniti per poi estendersi a macchia d’olio a tutto il resto del mondo, mentre stavolta la congiuntura sta nascendo dal continente europeo. C’è molto da imparare da quanto successo dal crack di Lehman Brothers in poi, così da ottenere delle previsioni attendibili per quest’anno: in realtà, però, attualmente si stanno commettendo gli stessi errori di non molto tempo fa, segno che la lezione non è stata affatto compresa.
Cambio ceo per HP, arriva Withman
Lèo Apotheker lascia la guida di Hewlett-Packard, durata meno di un anno. La società tecnologica di Palo Alto, confermando le indiscrezioni stampa circolate in questi giorni, ha diffuso la notizia che ieri sera Meg Whitman sarà il nuovo amministratore delegato e presidente di Hp. La nomina ha effetto immediato e il nuovo capo del board ha già preso il posto di Apotheker, che in questi ultimi mesi era al centro di alcune polemiche: la gestione di Leo Apotheker ha visto crollare nel giro di 11 mesi i profitti dell’azienda del 47%, a seguito di alcune scelte ritenute sbagliate sia nella gestione della divisione computer, sia nello scomparto mobile.