Il settore bancario europeo è da tre anni sotto i riflettori, in quanto la crisi dei debiti sovrani – esplosa definitivamente nella primavera del 2010 – ha fatto emergere una forte esposizione verso i paesi maggiormente indebitati e a rischio default, senza contare le difficoltà dell’economia europea che si avvia a chiudere l’anno in corso in recessione. L’ufficio R&S di Mediobanca ha studiato l’andamento di 20 grandi banche europee negli ultimi tre anni e ha riscontrato che il valore di borsa medio è sceso del 21,2% da novembre 2009 ad oggi.
Bce, allarme per le banche europee
La Bce lancia l’allarme alle banche europee in materia di instabilità finanziaria. La ragione? I legami di queste in ambito di finanziamenti con quelle che
Una consistente iniezione di capitale é quello che ci vuole per affrontare questo periodo di austerità: l’EBA (Autorità bancaria europea) ha aggiornato la direttiva di ricapitalizzazione per le banche europee. Meno di due mesi fa era stata chiesta una ricapitalizzazione da 106 miliardi di euro, che ora passa a 114,7 miliardi. Nello specifico Unicredit passa a 7,974 miliardi di euro, MPS 3,267 a miliardi, Banco Popolare a 2,731 miliardi, Ubi Banca a 1,393 miliardi. L’unica banca che é stata esonerata é Intesa Sanpaolo: l’istituto non ha bisogno di ricapitalizzazione. Le altre banche banche invece dovranno incrementare il patrimonio reperendo nuovi capitali. Ma non solo istituti nostrani: l’Eba ha chiesto a ben 71 grandi gruppi bancari europei di rafforzare la posizione patrimoniale a causa soprattutto delle esposizioni verso gli emittenti sovrani. Un modo elegante per dire: se avete investito in titoli di stato, state all’erta perchè potreste ritrovarvi con un pugno di mosche.
In linea con le attese, le principali banche italiane hanno superato agevolmente la prova degli stress test, tanto temuti ma anche tanto attesi dal mercato.