Continua l’asta per Wimax: dopo Wind ed AirOne anche Fastweb e Mediaset abbandonano la gara

Il WiMax (Worldwide Interoperability for Microwave Access) è una tecnologia in grado di diffondere connessioni Internet ad alta velocità verso gli utenti per un raggio di 50 chilometri (il WiFi arriva a poche decine di metri), a banda larga e connessione veloce (fino a 74 Mbit/s). Il tutto a costi molto bassi perché non ha bisogno di cavi e, quindi, di appoggiarsi al cosiddetto ultimo miglio (il doppino di rame che collega la centrale telefonica alle case o alle imprese), ma arriva nelle abitazioni o direttamente sul computer, in ufficio e sul telefonino, via onde radio grazie a una rete di antenne. Per questo è in grado di coprire le metropoli, ma anche le aree più sperdute, dove è difficile e poco economico arrivare con le tecnologie tradizionali via cavo come l’Adsl. Germania Francia e Gran Bretagna hanno già concesso le licenze agli operatori. Anche Spagna e Grecia sono entrate nel club dei «tutti pazzi per il WiMax».Le licenze WiMax sono all’asta anche in Italia e permetteranno anche da noi l’arrivo di offerte a banda larga. L’asta organizzata dal ministero costituisce la fase finale per l’assegnazione dei diritti d’uso a disposizione dei singoli operatori. Quando anche questa procedura sarà terminata avrà inizio la vera fase operativa per la realizzazione dell’infrastruttura di rete e per la fornitura del servizio; tale fase dovrà comunque sottostare a precise disposizioni relative alle tempistiche con cui il territorio verrà coperto dal segnale.

Strani addebiti in bolletta Telecom: possibili dialers sugli hardware. Antitrust sospende i distacchi

Vi è arrivata una bolletta stratosferica? Magari avete consultato il dettaglio delle chiamate e vi scorgete numeri che mai avreste pensato di comporre? Bene, anzi male. Se a casa non avete una colf filippina che chiama i parenti oltreoceano e quindi in questo caso la colpa è da attribuire alla teleselezione che ingoia scatti a tradimento, allora siete di fronte a una vera e propria truffa. E non siete gli unici. Nei mesi di novembre/dicembre 2007 e gennaio 2008, sono pervenute, e continuano ad arrivare all’Autorità Antitrust, centinaia di denunce con le quali diversi consumatori hanno contestato alla Telecom addebiti in bolletta per chiamate verso numerazioni satellitari internazionali e numeri speciali, che i tali consumatori asseriscono di non aver mai effettuato. Nelle denunce pervenute agli uffici dell’Autorità, gli utenti contestavano addebiti in bolletta per chiamate e/o connessioni precisamente verso numerazioni satellitari internazionali Elsacom (come 008818 e 008819) e numeri speciali non geografici (come 199, 178, 899, 892) mai effettuate. Secondo tali esposti, Telecom, per parte sua, non avrebbe fatto nulla per evitare il fenomeno e avrebbe invece preteso l’immediato e integrale pagamento delle somme, paventando agli utenti, in caso contrario, il distacco dalla linea telefonica.

India: Spice lancia il telefonino del popolo

Bhupendra Kumar Modi, presidente della Spice, compagnia telefonica indiana, in occasione della presentazione durante la grande fiera del settore, “Mobile World Congress“, in corso a Barcellona ha detto che solo la metà delle persone che abitano in tutto il mondo usa i cellulari e il problema è il costo del telefono. Almeno fino ad ora. Infatti l’India non smette di stupirci, appena qualche tempo fa aveva presentato l’automobile più economica al mondo (la Tata Nano prezzo 2.500 dollari) che avrebbe fatto viaggiare gli indiani in un abitacolo piccolo ma confortevole e soprattutto a basso costo, ora arriva un cellulare low cost: il telefonino del popolo infatti, costerà appena 20 dollari (circa 13 euro). La compagnia di Bombay, Spice comincerà a vendere in Asia già dal mese prossimo e tenterà di sottrarre una quota del mercato mondiale a Nokia, leader indiscusso del settore. Il telefono low cost sarà privo dello schermo e di tutte quelle funzioni non indispensabili.

Diminuiscono i consumi di generi alimentari e aumenta la spesa per internet e cellulari

Secondo i dati di Confcommercio durante il 2008 ci sarà una significativa frenata dei consumi di beni e servizi. Per l’Adoc (sindacato dei consumatori) la causa è nell’aumento dei prezzi, a volte incontrollato e al limite dello speculativo, e del crescente indebitamento delle famiglie, sempre più in difficoltà come confermato anche dall’Istat. Secondo Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc siamo in recessione , come testimoniato dal drastico calo della spesa per i beni, sia primari che secondari e dal crescente e preoccupante indebitamento delle famiglie. Il presidente vede la gravità della situazione e sostiene che essa richieda l’intervento urgente di Governo, parti sociali e imprenditori, partendo dalla riduzione di prezzi e tariffe, ma anche rivedendo il sistema del credito per limitare i rischi da sovraindebitamento di famiglie e piccole imprese.

Anche Confcommercio prevede un 2008 in frenata sul fronte dei consumi: cresceranno solo dell’1,2%. Secondo l’associazione di commercianti continuera’ la contrazione per alcuni prodotti alimentari come pane, zucchero, carne e cereali. Si tratta proprio di prodotti che nell’ultimo anno hanno registrato aumenti record, fino al 10%. In calo anche gli alcolici e i servizi per l’abitazione. Ad avere la meglio saranno soprattutto i venditori di prodotti tecnologici. Infatti si prevedono vendite in aumento superiori al 20% per telefoni e accessori e per i servizi telefonici. Bene anche gli elettrodomestici bruni (tv, hi-fi, ecc.).

Tormentone Yahoo

Continua incessante il tormentone Yahoo-Microsoft e le voci di rifiuti rilanci si rincorrono. Innanzitutto la risposta di Google: il colosso si è sentito ovviamente sfidato e ha chiamato in causa l’antitrust, aspettandosi un suo intervento nel caso la fusione vada in porto. Secondo Google, Microsoft trasferirebbe la logica del monopolio già applicata nei software anche nel mercato di Internet, cosa in contrasto con i principi base della rete. Nonostante i tentativi per impedire l’affare che sicuramente farà Google, gli esperti si sono detti sicuri che invece l’antitrust non avrà nulla da obiettare alla creazione di un secondo polo capace di costituire una vera alternativa per gli utenti e soprattutto per le aziende in cerca di pubblicità.

Nel frattempo il Financial Times ha parlato della possibilità che Yahoo tenti di fare resistenza, nel qual caso sembra che Microsoft avrebbe già pronto il rilancio. Il mercato pubblicitario in rete, con i suoi 40 miliardi di dollari di valore (che potrebbero diventare 80 nel 2010) rappresentano un boccone troppo appetitoso perché Microsoft ci rinunci così facilmente.

I 31 dollari ad azione offerti da Microsoft sono molti meno di quelli già offerti durante i negoziati dello scorso anno, poi bloccati da Terry Semel: a quel tempo si parlava di 43 dollari ad azione. Un eventuale rilancio sarebbe legato alla discesa in campo di ulteriori acquirenti, possibilità per il momento improbabile.

Il mercato della pubblicità su Internet, la nuova frontiera

Il 2007 è stato l’anno del boom della pubblicità in rete: la crescita è stata del 41%. L’incremento riguarda tutte le forme di pubblicità, dai banner a quelle di ultima generazione, come sponsorship e keywords, a dimostrazione di come il mondo della pubblicità su Internet sia in continua evoluzione. Tra gennaio e novembre gli investimenti pubblicitari hanno superato gli 8.050 milioni.

Solo in Italia gli investimenti hanno raggiunto i 680 milioni di euro, con un +39% rispetto al 2006, e nel 2008 potrebbero raggiungere il miliardo. Ormai tutti sono sicuri che non si tratti più di una fase, ma di un trend consolidato e destinato a continuare a crescere. Nielsen, l’azienda leader nelle analisi di mercato, ha confermato in un convegno le previsioni di crescita per l’anno a venire, prevedendo un +2,9% solo per il settore Italia, ed un 33,6% a livello globale.

Comunicato Nielsen: cresce shopping online, Visa e PayPal i metodi di pagamento più utilizzati

L’ultima ricerca Nielsen sul commercio elettronico rivela che sono sempre di più i consumatori che usano internet per fare acquisti. È emerso infatti che oltre l’85% dei consumatori di tutto il mondo (ovvero circa 875 milioni di persone) ha utilizzato internet per comprare capi di abbigliamento, accessori e scarpe (36% ), video, dvd e giochi (24%), biglietti aerei (24%) e dispositivi di elettronica (23% ). Ma in cima alla lista degli articoli più gettonati ci sono i libri, che negli ultimi tre mesi hanno rappresentato da soli il 41% degli acquisti effettuati in rete. Tra coloro che utilizzano internet per fare acquisti, la percentuale più alta è stata rilevata in Corea del Sud, dove il 99% di coloro che utilizzano internet hanno fatto acquisti online, seguita da Gran Bretagna (97%), Germania (97%), Giappone (97%), Stati Uniti (94%) e al diciottesimo posto dall’Italia (89%).

Gli internauti non hanno paura di fare acquisti via internet, che è diventato parte integrante della quotidianità delle persone; mentre sino a qualche anno fa, lo scetticismo aveva la meglio, pare che oramai la fiducia sul’e-commerce sia aumentata. Forse merito anche dei sistemi di pagamento innovativi ed evidentemente efficienti. Le carte di credito sono di gran lunga il metodo di pagamento più comune per gli acquisti in internet, tra questi pagamenti con carta di credito più della metà (53%) utilizza Visa; il 60% dei consumatori online internazionali utilizzano le loro carte di credito per acquisti recenti su internet, mentre un consumatore su quattro sceglie PayPal.