L’Ocse vede un futuro nero per l’occupazione, ma Sacconi rimane ottimista

 L’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economici) ha nuovamente lanciato l’allarme sul problema dell’occupazione: si prevede infatti che il tasso di disoccupazione delle principali nazioni industrializzate possa raggiungere valori a due cifre entro il 2010. Il rapporto è stato pubblicato nel corso del summit sociale del G8 che è cominciato in questi giorni a Roma. Già il dato sulla disoccupazione relativa al 2009 non era positivo (tasso di disoccupazione al 6,9% nelle principali economie mondiali), ma si prevede anche un incremento esponenziale di persone senza lavoro nei prossimi due anni. Come precisa lo stesso rapporto:

Se questi dati dovessero venire confermati, si arriverebbe ad una crisi simile, se non peggiore, a quella verificatasi negli anni ’70 e ’80, all’indomani dei famosi shock petroliferi. Bisogna dunque intervenire immediatamente.

Nonostante questi cattivi “presagi”, il ministro del lavoro Maurizio Sacconi si mostra ottimista, ritenendo la crescita della disoccupazione molto più lenta rispetto a quella che si sta verificando negli Stati Uniti.

Svizzera e Lussemburgo: progressiva abolizione segreto bancario

 Gli esecutivi di Svizzera e Lussemburgo hanno fatto sapere di voler allentare le norme che regolamentano il segreto bancario: si tratta di un primo importante passo verso il recepimento delle normative dell’Ocse per quanto riguarda lo scambio di informazioni. Tra i due paesi è il Lussemburgo quello che si è mostrato più deciso in questo senso; il ministro del Tesoro e del Budget del piccolo granducato, Luc Frieden, insieme al suo omonimo austriaco Josef Proell, hanno infatti annunciato di essere seriamente intenzionati ad eliminare del tutto il segreto bancario, dichiarandosi pronti a scambiare informazioni in caso si verifichi una frode fiscale. La decisione è stata presa dopo che anche altri due stati europei, annoverati nella lista dei cosiddetti “paradisi fiscali”, ovvero Andorra e Liechtenstein, avevano dato il loro assenso allo scambio informativo per quanto riguarda le materie fiscali, soprattutto in previsione del prossimo dibattito del G20, il quale sarà prevalentemente incentrato sulla lotta all’evasione fiscale.

Uno studio dell’Ocse illustra la situazione dei “paradisi fiscali” nel mondo

 Secondo le ultime analisi e stime dell’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), il “tesoro” che le banche dei cosiddetti paradisi fiscali possono vantare ammonta intorno a una cifra compresa tra i 4.000 e i 5.600 miliardi di euro. Uno dei principali intenti dell’Unione Europea e del G20 è proprio quello di mettere in luce questi flussi di denaro: tale iniziativa ha già messo in allarme numerosi paesi, tra cui la Svizzera e l’Austria e gli altri “paradisi” (tra i più noti ricordiamo il Principato di Monaco e il Lussemburgo). A parere dell’Ocse è necessario coordinare in maniera più adeguata il segreto bancario, per poter rispondere prontamente alle rogatorie internazionali in casi delicati come quelli dei paradisi fiscali.

 

Ocse: disoccupazione in aumento e cala fiducia dei consumatori (Isae)

 La crisi finanziaria non si ferma ed estende conseguenze sull’economia reale. Contagia istituzioni e
mercati, incluse le economie emergenti, che fino a poco tempo fa parevano relativamente immuni. Lo sottolinea l’ultimo rapporto dell’Ocse. L’unica situazione che è in miglioramento per i consumatori è relativamente al petrolio: il calo dell’oro nero e dei prezzi delle materie prime daranno qualche sollievo sul fronte dell’inflazione.
Il nuovo capo-economista dell’Ocse, Klaus Schmidt-Hebbel ha commentato così il rapporto:

Le incertezze che gravano sulle previsioni sono estremamente ampie. Molto dipendera’ dalla rapidita’ con cui sara’ superata la crisi finanziaria. Il Pil degli Usa scendera’ fino alla meta’ del prossimo anno per poi riprendersi gradualmente, man mano che si attenueranno gli effetti della stretta creditizia, la crisi immobiliare avra’ raggiunto il fondo e si fara’ sentire l’impatto della riduzione dei tassi.Dopo il calo dello 0,6% del Pil nel 2009, potremo attenderci una ripresa dell’1,2% solo nel 2009.

Ocse: calo della crescita in Italia. A rischio deficit e occupazione

Si è concluso ieri il Consiglio ministeriale dell’Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico, che si è tenuto a Parigi il 4 e 5 giugno. L’Economic Outlook, pubblicato dall’Ocse, prospetta un rallentamento dell’economia in tutti i paesi dell’organizzazione. Si passerà dalla crescita del 2,7 per cento nel 2007 a un +1,8 per cento nel 2008 e un +1,7 per cento nel 2009.

Non sono rosee le stime di crescita avanzate dall’Ocse per l’Italia. Previsto, infatti, un calo della crescita ed un aumento del deficit. Secondo il rapporto dell’Ocse, l’Italia crescerà, quest’anno, appena dello 0,5 per cento. Per quel che riguarda l’inflazione, si stima un picco, nel 2008, del 3,6 per cento che dovrebbe, però, scendere già nell’autunno prossimo e assestarsi intorno al 2,1 per cento nel 2009.