Rating Sony e Panasonic

 Moody’s, una delle principali agenzie di rating al mondo, ha scelto di tagliare il rating di alcuni dei più grandi big della tecnologia globale, Sony e Panasonic. Una decisione che non ha colto impreparati i principali osservatori internazionali, ben coscienti che i vertici di analisi della società stavano da tempo valutando il possibile downgrade, a causa delle deteriorate situazioni economico finanziarie delle corporate giapponesi.

E così, sulla base della formale decisione di Moody’s Investors Service, il credit rating di Sony è stato abbassato di un notch a quota Baa1, il terzo peggior rating di Moody’s per quanto concerne l’area dell’investment grades. Retrocessione di un gradino anche per Panasonic, il cui rating è ora pari a A2, il sesto miglior giudizio nella scala dei valori dell’agenzia di rating in questione.

Piazza Affari positiva, spread sotto a 420

 Giornata positiva per i mercati finanziari; l’ultima ottava completa di Gennaio 2012 sembra voglia chiudere in positivo, così come farebbe il mensile in corso se l’andamento di queste prime ore di Lunedì 23 Gennaio verrà mantenuto fino a Martedì prossimo.

A Milano il FTSE-Mib apre esattamente dove aveva chiuso Venerdì scorso e sale immediatamente oltre la quota critica di resistenza a 15750 punti andando a segnare nuovi massimi di periodo in linea con le attese dopo il precedente close di Wall Street; benissimo il settore bancario che nel complesso guadagna oltre il 6% al momento con Banca MPS in testa alle blue-chips  che si avvicina al 10% di guadagno in poco più di tre ore di contrattazioni, seguita da Unicredit che segue a ruota l’andamento nonostante le incertezze sull’aumento di capitale.

Aumento di Capitale Unicredit

Target Fiat nel breve periodo

 L’andamento di Fiat nel lungo periodo è sempre uno dei più interessanti da seguire; i grandi movimenti che caratterizzano il cross si uniscono perfettamente alla sua importanza fondamentale nel panorama Italiano delle blue-chips, visto che l’azienda oltre a far discutere spesso di sè è per molti versi un simbolo dell’imprenditoria italiana sul territorio e nel Mondo.

Dopo il “flop” americano con il fallito lancio della celebre “500” e le politiche riguardo la decentralizzazione della produzione che vedrebbe la chiusura di diversi stabilimenti italiani, la tensione è alle stelle e ci si interroga nel lungo periodo come nel breve. A complicare la situazione abbiamo anche un calo generale delle vendite legate al marchio Fiat registrato poco tempo fa’, anche se storicamente il titolo si trova in una posizione di forza.

Goldman Sachs di fronte al crollo degli utili

 Goldman Sachs ha dovuto fare i conti con un brusco calo degli utili; uno scenario che ha penalizzato i conti societari, ma i cui pregiudizi sono comunque stati limitati da una tenuta migliore del previsto, grazie a un contenimento dei costi. Cerchiamo pertanto di capire quale è stato il recente passato della banca newyorkese, e quale sarà lo sviluppo a breve termine dei giri d’affari dell’istituto di credito statunitense. 

Per quanto concerne i dati consolidati, nel quarto trimestre dello scorso anno gli utili della banca sono calati di 58 punti percentuali a quota 1,01 miliardi di dollari, con utile per azione pari a 1,84 dollari per azione, contro i 3,79 dollari per azione conseguiti nello stesso periodo dello scorso anno, al di sopra delle stime dei principali osservatori internazionali, che auspicavano previsioni pari a 1,23 dollari per azione.

Crollano vendite pneumatici Michelin

 Durante la giornata di ieri Michelin ha diffuso i dati sulle vendite relativi al 2011 ed immediatamente gli analisti hanno riassunto il quadro della situazione per capire cosa aspettarci nell’immediato futuro; il crollo delle vendite su base annua è stato del 19% ed in particolare il rallentamento ha interessato il mese di Dicembre a causa, dicono gli esperti, delle condizioni climatiche non favorevoli alla vendita di pneumatici invernali.

A penalizzare ulteriormente il quadro generale di rallentamento vi è l’inevitabile confronto diretto con l’anno immediatamente precedente in cui le vendite avevano subito un’impennata importante che ha cambiato le aspettative di lungo periodo.

Azioni Unicredit perdono il 32% in borsa

 Discesa senza freni per Unicredit negli ultimi giorni; dopo l’annuncio dei dettagli sull’aumento di capitale, il prezzo è precipitato verticalmente senza lasciare spazio a ritracciamenti e la speculazione ha preso il sopravvento consolidando le perdite che al momento, contando le prime ore della giornata di oggi, si aggirano intorno al 34%.

I dettagli sull’aumento di capitale di Unicredit

Ad essere in crisi è tutto il settore bancario a dire il vero; mentre l’indice di riferimento si aggira in territorio positivo (al momento guadagna lo 0.54%) sul fondo del listino, a fare da “zavorra” per quello che poteva essere un venerdì di recupero, ci sono proprio tutti i bancari più importanti. In ordine di perdite abbiamo ancora una volta Unicredit (-7.99%), Banca Popolare di Milano (-4.42%), Banca MPS (-3.68%), Banca Popolare dell’Emilia Romagna (-2.22%), Mediobanca (-1.64%), Ubi Banca (-1.37%), Banco Popolare (-1.11%) ed Intesa Sanpaolo (-0.67%).  Non un solo titolo bancario delle blue-chips è in territorio positivo al momento.

Previsioni titolo Unicredit 2012

 La giornata di ieri sul grafico delle azioni di Unicredit costringe ad una riflessione di medio-lungo periodo non solo sull’istituto di credito ma su tutto il settore bancario; con il -14.45% messo a segno in poche ore il prezzo di Unicredit si porta al di sotto della soglia critica definita dal bottom di Marzo 2009, quando buona parte delle blue-chips disegnava il minimo che avrebbe segnato la ripartenza del ciclo annuale. Da quel momento in avanti la divergenza con l’indice di riferimento (il FTSE-Mib) è diventata sempre più marcata tanto per Unicredit quanto per i grafici degli altri istituti di credito, che seguendo il trend di  incertezza hanno cominciato a perdere terreno costantemente fino a rivedere i livelli del 2009.

Anche se titoli come Intesa SanPaolo hanno violato il bottom segnato dal minimo del 2009 già nel 2011, portandosi al di sotto delle soglie critiche, la situazione di Unicredit è complessivamente più grave visto che la divergenza con il top assoluto del 2007 è la peggiore del listino e le notizie pesano gravemente nel medio periodo.

Borsa in discesa ma non è colpa del Governo Monti

 Quello che sta accadendo in queste ore sul listino italiano sta destando immediatamente i notiziari che sono pronti ad urlare contro il Governo tecnico piuttosto che prendersela con la Cina che ha declassato il Bel Paese. Tutto questo allarmismo è comunque immotivato se si guarda, come sempre siamo abituati a fare, all’intera Eurozona; a scendere non è solo il Mercato Italiano ma anche quello Tedesco e Francese che seppur contengono le perdite si portano sotto ai supporti di breve per iniziare la fase di correzione. Pensare come al solito di salire sempre è utopistico ed ancora una volta al primo ritracciamento (dopo 7-8 giorni di crescita ininterrotta) i media urlano al disastro. In realtà fin’ora la discesa è del tutto normale dal punto di vista grafico visto che gli indicatori in ipercomprato chiamavano una fase di discesa che stabilizzasse il prezzo ed ecco quindi che oggi i trader prendono profitto dai precedenti rialzi.

Piazza Affari: open negativo sul FTSE-Mib, paura sui titoli di Stato Italiani

 Avvio di ottava decisamente negativo a Piazza Affari dove il Mib apre le contrattazioni in gap-down appena al di sotto della soglia critica di 16500 punti per poi scendere verticalmente la seconda ora lasciando sul campo almnoe 250 punti.

La paura di recessione diventa sempre più concreta e l’accostamento che paragona Italia e Grecia spaventa gli investitori di tutto il Mondo; il ritorno dello spread Btp-Bund verso i massimi assoluti è ovviamente la prima conseguenza delle voci sui problemi italiani e nella giornata oggi il differenziale si aggira sopra a quota 400 minacciando di salire ancora, con i rendimenti dei BTP arrivati oltre il 6%.

Piazza Affari: arriva il ritracciamento, debole il bancario

 Puntuale arriva il ritracciamento a Piazza Affari, ben visibile sul grafico orario nella sua forma; la costanza della discesa disegna un solo swing ribassista che lentamente ridimensiona i guadagni della giornata di ieri portandosi poco sotto al 50% del range di estensione tra l’apertura e la chiusura di Giovedì scorso. Nonostante la performance sia di -1.75% (-1.51% invece per il derivato del FTSE-Mib) la situazione non preoccupa ancora molto; anche se le aste di titoli di Stato del Tesoro sono state disastrose non sono queste a ridimensionare il valore del Mib in chiusura di ottava. Non stupisce infatti che i rendimenti delle emissioni siano superiori alla norma ed il mercato aveva già scontato questa possibilità diventata certezza nelle ultime ore. Quello che invece affonda l’indice sono i bancari come ben si “legge” guardando la classifica dei peggiori; in fondo a questa troviamo Banca Popolare di Milano che cede l’8% e si conferma il più volatile del settore seguita da Banca Popolare dell’Emilia Romagna che cede invece il 6.57%. Sempre oltre il 2% di perdita abbiamo invece Ubi Banca, Mediolanum, Unicredit, Banca MPS e Banco Popolare.

Piazza Affari: tensione sui titoli di Stato in close di ottava

 Ancora alta tensione sul mercato dei titoli di Stato italiani; il rendimento dei BTP al 6% fa’ discutere in questo close settimanale mentre lo spread Btp-Bund torna vicinissimo ai livelli di top assoluto a 383 punti alzando ancora di più l’attenzione dell’Eurozona verso il Bel Paese.

Il crollo verticale della giornata di ieri non ha avuto conseguenze immediate come invece si prevedeva con la perdita di quota 15750; il recupero messo a segno fin dalle prime ore di oggi non viene comunque percepito come un segnale positivo visto che siamo in close di ottava e gli ultimi giorni nel complesso sono stati negativi se si considera il top relativo del 17 Ottobre non più raggiunto. Anche per Lunedì quindi le aspettative sono rosse, ed il contrasto del listino è reso particolarmente evidente dal fatto che i Bancari sono ancora nei posti più alti delle blue-chipscon Unicredit che guadagna l’8% seguita da Intesa con 7.46% di performance positiva Banco Popolare con il 5.33%.

Piazze Europee: uno sguardo di lungo

 Confrontando i grafici a medio periodo delle principali piazze europee ci si accorge di come l’indice Mib sia diventato estremamente poco reattivo ai movimenti di prezzo; confrontandolo infatti con il Dax30 che resta il riferimento dell’Eurozona si vede come sia nei ribassi che nei rialzi l’indice delle blue-chips di Piazza Affari non abbia assolutamente seguito il range di estensione dell’indice tedesco, mantenendo comunque un’impostazione ribassista di lungo periodo che è quella che preoccupa gli investitori in titoli di Stato.

Piazza Affari: close verde per l’ottava positiva

 Piazza Affari prova a chiudere in verde la seconda settimana di recupero dell’indice Mib e sembra riuscirci; dal bottom di giornata poco sopra a 15750 punti il mercato è ora tornato vicino a 16300 punti tornando all’attacco del top relativo a 16639 e confermando la forza relativa di breve periodo che ha accompagnato le contrattazioni fin’ora. Il supporto indicato si aggiorna però a 16000 punti vista la salita delle ultime ore e proprio questo livello statico è da controllare in close daily. A seconda della chiusura del mercato rispetto alla statica infatti i trader sceglieranno se mantenere gli short oppure i long per il week-end, liquidando invece le parti contrarie alle indicazioni in vista di un possibile gap lunedì mattina.

Piazza Affari: occhi puntati su Wall Street

 Mentre l’Europa consolida i rialzi di ieri concludendo la prima parte della giornata in territorio ampiamente positivo gli investitori si preparano all’apertura di Wall Street che seppure sia prevista in rialzo potrebbe riservare sorprese.

Gli occhi ovviamente puntati su Apple dopo la notizia della morte di Steve Jobs, avvenuta appena dopo la presentazione dell’iPhone 4s da parte del suo sostituto Tim Cook, anche se difficilmente avremo situazioni estreme sul mercato. I volumi invece potrebbero subire un calo drastico e restare sotto la media; se questo avverrà bisognerà attendere Venerdì sera per capire se il tracy+1 vuole girare al ribasso oppure se gli acquisti non sono ancora finiti e si prospetta una nuova ottava di acquisti.