Spread Btp e Bund tedesco continua a scendere

 Buone notizie per la sostenibilità del debito pubblico italiano. Lo spread tra i titoli di Stato nazionali e gli equivalenti tedeschi, infatti, continua a calare, sulla scia dell’auspicio di una lenta e graduale risoluzione delle difficoltà che stanno riguardando il mercato greco. Il Parlamento di Atene ha infatti dato il via libera al piano di austerity che dovrebbe permettere la salvezza della penisola ellenica mediante l’ottenimento della nuova tranche di finanziamenti da parte della troika, inducendo le Borse in un inconsueto ottimismo. 

Il via libera giunto dalla capitale greca ha infatti generato una ventata di positività in tutte le piazze azionarie internazionali di principali riferimento, permettendo altresì all’euro di poter sfondare quota 1,325 nei confronti del dollaro statunitense. Sul fronte dello spread, si registra una positiva contrazione del differenziale tra i Btp italiani e i Bund tedeschi a 10 anni, con il gap che ora scende a quota 357 punti base, e con un tasso di scambio dei titoli pari al 5,54%.

Eurogruppo boccia accordo con la Grecia

 Brutte notizie per la Grecia, e per tutti gli osservatori che avevano sperato che l’intesa della maggioranza parlamentare che sostiene il governo ateniese di Papademos sulle richieste dell’Unione Europea, del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Centrale Europea avrebbe in qualche modo fornito il via libera per l’ottenimento degli attesi contributi da parte di Bruxelles, necessari e indispensabili per superare il terribile mese di marzo, all’interno del quale sono previsti rimborsi straordinari dei debiti pubblici. 

L’Eurogruppo ha infatti sostanzialmente bocciato (pur, con riserve di “ripescaggio”) l’accordo, affermando come siano necessari “altri 325 milioni di euro di tagli entro il 2012”. Considerando che Atene non ha altra scelta che rispettare i diktat di Bruxelles, i sindacati greci sono già allarmati sui pericoli di nuove contrazioni occupazionali, e preannunciano due giorni di sciopero.

Vietato accettare regali sopra 150 euro

 È vietato accettare regali sopra i 150 euro. A dirlo non siamo noi, ma il premier Mario Monti il quale – fortunatamente – non si rivolge alla totalità della cittadinanza italiana, ma solamente ai dipendenti di Palazzo Chigi e del Ministero dell’Economia. Le due strutture, che sono sotto il diretto controllo del presidente del Consiglio, sono state caldamente invitate a far sì che i propri dipendenti pubblici non accettino più regali dal valore superiore ai 150 euro.

“In considerazione della primaria esigenza di rispettare gli obiettivi di finanza pubblica” – ha poi precisato Monti, parlando della seconda iniziativa contenuta nella nota, e relativa all’addio delle spese di rappresentanza da parte del Ministero del Tesoro – verranno diramate istruzioni che possano “assicurare l’economicità e l’efficienza nell’azione amministrativa a tutte le strutture che dipendono dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dalla Presidenza del Consiglio”.

Tobin Tax in Francia

 Dopo lunghe trattative, la Francia ha finalmente varato la sua personalissima versione della Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie che Parigi cerca di sfruttare per rimpolpare le proprie casse statali, cercando altresì di infondere un po’ di ottimismo e di fiducia alla propria società, dove le polemiche sulle disuguaglianze di trattamento tra i vertici finanziari internazionali e gli operatori dell’economia reale non si sono mai sopite. 

Tuttavia, la Tobin Tax transalpina è ben lungi dall’essere quanto richiesto in un primo momento dal presidente Nicolas Sarkozy, che nel corso dei mesi si è accorto dell’impossibilità di licenziare un provvedimento “solitario” e della contemporanea obbligatorietà sostanziale di trovare un accordo – sull’argomento – con tutti i principali partner europei, al fine di non aprire la finanza francese ai rischi di una possibile migrazione dei capitali.

Tassi di interesse in forte rialzo a dicembre

 Il bollettino della Banca d’Italia, relativo al mese di dicembre 2011, contribuisce a fotografare in maniera efficace lo scenario dell’economia italiana sul finire di uno degli anni più difficili degli ultimi decenni per la Penisola. Un bollettino che riporta una prevista frenata dei prestiti personali e alle imprese, una raggiunta stabilità delle sofferenze bancarie e – soprattutto – tassi di interesse in forte, fortissimo rialzo. 

Stando al contenuto del bollettino, infatti, nel corso dell’ultimo mese dello scorso anno i prestiti al settore privato avrebbero subito un aumento pari a 2,3 punti percentuali, contro un incremento che nel precedente mese di novembre aveva toccato i 3,5 punti percentuali. Il più brusco freno è stato generato dal comparto delle imprese, con un passaggio dai precedenti 4,4 punti percentuali agli attuali 2,6 punti percentuali, mentre i prestiti alle famiglie hanno compiuto un passo indietro dal ritmo di + 3,9 punti percentuali agli attuali + 3,4 punti percentuali.

Disoccupazione Usa ai minimi da tre anni

 Ottime notizie dal mercato del lavoro americano. Stando a quanto affermato dalle statistiche ufficiali  provenienti da Washington, infatti, il tasso di disoccupazione del Paese sarebbe calato ai minimi livelli dal febbraio 2009, per una percentuale pari all’8,3%: una sorpresa gradita anche dal presidente Obama, che può in tal modo rafforzare i propri convincimenti in vista del rush finale della campagna elettorale per le nuove presidenziali. 

Il tasso di disoccupazione è sceso a gennaio all,8,3% grazie alla quinta contrazione mensile consecutiva, sfiorando pertanto la soglia più bassa degli ultimi tre anni, dopo esser stato a lungo intorno alla soglia psicologica del 9%. Il dato, comunicato oggi dal dipartimento del Lavoro, è stato generato principalmente dal picco di assunzioni del mese, con 243 mila nuovi posti di lavoro, il top degli ultimi nove mesi. Rispetto al mese di dicembre, il tasso di disoccupazione risulta esser calato di 20 basis points (ex 8,5%).

Redditometro 2012, Equitalia e i nuovi ispettori

 L’introduzione del redditometro 2012, come più volte vi abbiamo documentato sulle pagine di Finanza Live, si sta avvicinando con buona lena. La sua applicazione sarà altresì accompagnata da una serie di novità per l’Agenzia delle Entrate ed Equitalia

Iniziamo con ordine, partendo da quest’ultima. Il 2011 è stato un anno certamente negativo per Equitalia. Oltre ad aver riscontrato un calo delle riscossioni (il primo della sua recente storia, dagli 8,9 miliardi di euro del 2010 agli 8,6 miliardi di euro del 2011, con un particolare aggravamento dello scenario nell’ultimo semestre, quando è stato deliberatamente deciso di rallentare le attività di riscossione), Equitalia ha dovuto fare i conti con un numero sempre più elevato di attacchi intimidatori: 750 in tutto, di cui ben 70 nel solo mese di gennaio.

Redditometro 2012 entro giugno

 Dopo le indiscrezioni di qualche giorno fa e – soprattutto – l’audizione del direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera alla Commissione Finanze della Camera del 31 gennaio 2012, si cerca di prevedere con maggiore attendibilità quando, il redditometro 2012, entrerà pienamente in vigore. Il direttore ha infatti aggiornato il calendario di applicazione del nuovo strumento di accertamento portando la lancetta temporale al mese di giugno 2012. 

Ad onor del vero, c’è chi ritiene che Befera sia stato perfino troppo pessimista: pertanto, nelle ultime ore, voci indiscrete (e tutte da verificare) danno il redditometro 2012 in procinto di essere applicato già entro il mese di maggio, mentre i più ottimisti auspicano addirittura che la sua introduzione possa avvenire nel mese di aprile, appena terminate le ultime fasi sperimentali del bimestre febbraio – marzo.

Rating europei per Fitch

 Che Fitch abbia declassato l’Italia è ben noto. Ma non tutti i principali media si sono occupati nel dettaglio di quanto l’agenzia di rating abbia fatto nei confronti degli altri Paesi europei, accomunati almeno in parte al Belpaese nel triste destino che vede il grado di solidità del proprio debito sovrano calare su livelli non ancora su soglie “junk” (spazzature), ma pur sempre ben lontane dai top rate cui un tempo si aspirava.

In merito, ricordiamo comunque come l’Italia – che rappresenta ancora oggi la terza economia più importante dell’Eurozona – abbia subito un declassamento di due livelli da A – a A. Simile sorte è toccata alla Spagna, che ha visto il proprio rating subire un downgrade di due notch, dalla A a A-. In calo di un gradino anche il rating di Slovenia, Belgio e Cipro, mentre (con un po’ di sorpresa da parte degli analisti internazionali), il giudizio sull’Irlanda è rimasto invariato.

Citigroup taglia bonus

 Citigroup, una delle principali banche degli Stati Uniti d’America, ha affermato la propria volontà di ridurre i bonus societari, sulla scia di quanto già avvenuto nel corso del 2011, quando la divisione dell’investiment banking del gruppo creditizio potè ottenere impieghi inferiori di circa 30 punti percentuali rispetto a quanto abituata in precedenza, a causa di una flessione evidente dei ricavi societari.

Gli sforzi compiuti da parte del chief executive officer Vikram Pandit sono d’altronde evidenti: al fine di ripristinare un adeguato livello di redditività, il manager delegato di Citi sta producendo significative riduzioni del costo del personale (principalmente, attraverso tagli delle risorse umane), controbilanciando così in maniera almeno parziale il contributo negativo derivante dal calo del giro d’affari del gruppo.

Liberalizzazioni taxi, aumenta il servizio taxi

La liberalizzazione del servizio taxi sta causando parecchi disagi per la categoria. Le auto bianche si sono date appuntamento per oggi al Circo Massimo di Roma, da dove partirà un lungo corteo verso Palazzo Chigi, dove si terrà un incontro tra il premier Mario Monti e le principali sigle di tassisti. Il servizio taxi è quello messo più sotto torchio dal governo Monti. La legge sulle liberalizzazioni andrà a toccare parecchi punti fondamentali dell’economia italiana, tutti, secondo il governo, atti a ridurre il peso economico delle famiglie italiane.

Rendimento bond greco a 1100%

 Segno dell’evidente sfiducia dei mercati finanziari internazionali, il rendimento del bond greco in scadenza il 20 marzo 2012 (codice GR0110021236a, per gli interessati all’investimento speculativo) è schizzato a quota 1.100 punti percentuali. Il debito in scadenza tra meno di due mesi, dal controvalore di 14,4 miliardi di euro, è pertanto pagato con un rendimento mostruoso, che apre interessantissimi scenari di guadagno sul breve termine per gli investitori più accaniti.

È d’altronde ben noto che la Grecia, senza un aiuto internazionale da parte dell’Unione Europea, del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Centrale Europea, non riuscirà a rimborsare il suo bond, con l’impossibilità di onorare il debito anche parzialmente.

Crisi Europa è colpa dell’Italia?

 Secondo uno degli editorialisti di Bloomberg, Simon Johnson, la crisi europea non avrà una buona fine per i suoi protagonisti principali. In particolare, le criticità cui sta andando incontro l’Unione Europea sembrano divenire influenze dirette delle cattive performance dell’Italia e della Banca Centrale Europea, candidate ad essere le colpevoli di un “delitto” compiuto ai danni della stabilità dell’area euro.

Secondo quanto riporta Johnson in un suo recente approfondimento, sarebbero due le scuole di pensiero intorno alla crisi europea: la prima ritiene che l’Italia si salverà grazie all’intervento di Mario Monti. Il premier adotterà le misure necessarie per reintrodurre l’opportuna ondata di austerity, e convincerà la Germania a non domandare altri tagli di budget. Il supporto del governo, e l’influenza della BCE, permetteranno all’Italia e all’Europa di salvarsi.

Decreto Liberalizzazioni firmato da Napolitano

 Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato il decreto Liberalizzazioni. La firma era attesa sul brevissimo termine, visto e considerato che il Capo dello Stato era al lavoro di ricognizione sul testo già durante la fase di bozza dello stesso testo. Un lavoro perfezionato e finalizzato al momento dell’arrivo del testo definitivo da parte della Ragioneria Generale dello Stato, che dà di fatto il via libera alla nuova fase dell’iter del provvedimento legislativo.

 Contemporaneamente alla firma del presidente della Repubblica, è stata portata alla luce una novità dell’ultima ora in merito ai pagamenti alle piccole e alle medie imprese che vantano crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione: dei 5,7 miliardi di debiti dello Stato nei confronti delle attività produttive italiane, che lo stesso di prepara a rimborsare nel brevissimo periodo, un massimo pari a 2 miliardi di euro saranno pagati utilizzando titoli di Stato con scadenza sul breve e medio termine.