Redditometro 2012, Equitalia e i nuovi ispettori

 L’introduzione del redditometro 2012, come più volte vi abbiamo documentato sulle pagine di Finanza Live, si sta avvicinando con buona lena. La sua applicazione sarà altresì accompagnata da una serie di novità per l’Agenzia delle Entrate ed Equitalia

Iniziamo con ordine, partendo da quest’ultima. Il 2011 è stato un anno certamente negativo per Equitalia. Oltre ad aver riscontrato un calo delle riscossioni (il primo della sua recente storia, dagli 8,9 miliardi di euro del 2010 agli 8,6 miliardi di euro del 2011, con un particolare aggravamento dello scenario nell’ultimo semestre, quando è stato deliberatamente deciso di rallentare le attività di riscossione), Equitalia ha dovuto fare i conti con un numero sempre più elevato di attacchi intimidatori: 750 in tutto, di cui ben 70 nel solo mese di gennaio.

Redditometro 2012 entro giugno

 Dopo le indiscrezioni di qualche giorno fa e – soprattutto – l’audizione del direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera alla Commissione Finanze della Camera del 31 gennaio 2012, si cerca di prevedere con maggiore attendibilità quando, il redditometro 2012, entrerà pienamente in vigore. Il direttore ha infatti aggiornato il calendario di applicazione del nuovo strumento di accertamento portando la lancetta temporale al mese di giugno 2012. 

Ad onor del vero, c’è chi ritiene che Befera sia stato perfino troppo pessimista: pertanto, nelle ultime ore, voci indiscrete (e tutte da verificare) danno il redditometro 2012 in procinto di essere applicato già entro il mese di maggio, mentre i più ottimisti auspicano addirittura che la sua introduzione possa avvenire nel mese di aprile, appena terminate le ultime fasi sperimentali del bimestre febbraio – marzo.

Rating europei per Fitch

 Che Fitch abbia declassato l’Italia è ben noto. Ma non tutti i principali media si sono occupati nel dettaglio di quanto l’agenzia di rating abbia fatto nei confronti degli altri Paesi europei, accomunati almeno in parte al Belpaese nel triste destino che vede il grado di solidità del proprio debito sovrano calare su livelli non ancora su soglie “junk” (spazzature), ma pur sempre ben lontane dai top rate cui un tempo si aspirava.

In merito, ricordiamo comunque come l’Italia – che rappresenta ancora oggi la terza economia più importante dell’Eurozona – abbia subito un declassamento di due livelli da A – a A. Simile sorte è toccata alla Spagna, che ha visto il proprio rating subire un downgrade di due notch, dalla A a A-. In calo di un gradino anche il rating di Slovenia, Belgio e Cipro, mentre (con un po’ di sorpresa da parte degli analisti internazionali), il giudizio sull’Irlanda è rimasto invariato.

Citigroup taglia bonus

 Citigroup, una delle principali banche degli Stati Uniti d’America, ha affermato la propria volontà di ridurre i bonus societari, sulla scia di quanto già avvenuto nel corso del 2011, quando la divisione dell’investiment banking del gruppo creditizio potè ottenere impieghi inferiori di circa 30 punti percentuali rispetto a quanto abituata in precedenza, a causa di una flessione evidente dei ricavi societari.

Gli sforzi compiuti da parte del chief executive officer Vikram Pandit sono d’altronde evidenti: al fine di ripristinare un adeguato livello di redditività, il manager delegato di Citi sta producendo significative riduzioni del costo del personale (principalmente, attraverso tagli delle risorse umane), controbilanciando così in maniera almeno parziale il contributo negativo derivante dal calo del giro d’affari del gruppo.

Liberalizzazioni taxi, aumenta il servizio taxi

La liberalizzazione del servizio taxi sta causando parecchi disagi per la categoria. Le auto bianche si sono date appuntamento per oggi al Circo Massimo di Roma, da dove partirà un lungo corteo verso Palazzo Chigi, dove si terrà un incontro tra il premier Mario Monti e le principali sigle di tassisti. Il servizio taxi è quello messo più sotto torchio dal governo Monti. La legge sulle liberalizzazioni andrà a toccare parecchi punti fondamentali dell’economia italiana, tutti, secondo il governo, atti a ridurre il peso economico delle famiglie italiane.

Rendimento bond greco a 1100%

 Segno dell’evidente sfiducia dei mercati finanziari internazionali, il rendimento del bond greco in scadenza il 20 marzo 2012 (codice GR0110021236a, per gli interessati all’investimento speculativo) è schizzato a quota 1.100 punti percentuali. Il debito in scadenza tra meno di due mesi, dal controvalore di 14,4 miliardi di euro, è pertanto pagato con un rendimento mostruoso, che apre interessantissimi scenari di guadagno sul breve termine per gli investitori più accaniti.

È d’altronde ben noto che la Grecia, senza un aiuto internazionale da parte dell’Unione Europea, del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Centrale Europea, non riuscirà a rimborsare il suo bond, con l’impossibilità di onorare il debito anche parzialmente.

Crisi Europa è colpa dell’Italia?

 Secondo uno degli editorialisti di Bloomberg, Simon Johnson, la crisi europea non avrà una buona fine per i suoi protagonisti principali. In particolare, le criticità cui sta andando incontro l’Unione Europea sembrano divenire influenze dirette delle cattive performance dell’Italia e della Banca Centrale Europea, candidate ad essere le colpevoli di un “delitto” compiuto ai danni della stabilità dell’area euro.

Secondo quanto riporta Johnson in un suo recente approfondimento, sarebbero due le scuole di pensiero intorno alla crisi europea: la prima ritiene che l’Italia si salverà grazie all’intervento di Mario Monti. Il premier adotterà le misure necessarie per reintrodurre l’opportuna ondata di austerity, e convincerà la Germania a non domandare altri tagli di budget. Il supporto del governo, e l’influenza della BCE, permetteranno all’Italia e all’Europa di salvarsi.

Decreto Liberalizzazioni firmato da Napolitano

 Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato il decreto Liberalizzazioni. La firma era attesa sul brevissimo termine, visto e considerato che il Capo dello Stato era al lavoro di ricognizione sul testo già durante la fase di bozza dello stesso testo. Un lavoro perfezionato e finalizzato al momento dell’arrivo del testo definitivo da parte della Ragioneria Generale dello Stato, che dà di fatto il via libera alla nuova fase dell’iter del provvedimento legislativo.

 Contemporaneamente alla firma del presidente della Repubblica, è stata portata alla luce una novità dell’ultima ora in merito ai pagamenti alle piccole e alle medie imprese che vantano crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione: dei 5,7 miliardi di debiti dello Stato nei confronti delle attività produttive italiane, che lo stesso di prepara a rimborsare nel brevissimo periodo, un massimo pari a 2 miliardi di euro saranno pagati utilizzando titoli di Stato con scadenza sul breve e medio termine.

Aumento capitale Unicredit

 Anche se alla data del 27 gennaio – termine ultimo per l’esercizio dei diritti di opzione – manca ancora ben più di qualche ora, dalle parti di Unicredit trapela un sentimento di soddisfazione in merito all’esito dell’aumento di capitale cui la banca di Piazza Cordusio ha dovuto ricorrere al fine di ripatrimonializzare le proprie strutture, e rispettare così le onerose indicazioni fornite negli scorsi mesi dall’European Banking Association, l’autorità che rappresenta gli istituti bancari a livello europeo.

L’aumento di capitale, del controvalore complessivo di 7,5 miliardi di euro, sembrerebbe infatti accingersi verso un completo esaurimento. I primi commenti in tal senso si sono avuti sabato mattina, quando – cioè – la banca è entrata in possesso delle prime analisi tempestive in merito all’andamento delle vendite dei diritti di opzione, che potevano essere ceduti (in cambio di un controvalore monetario) entro le ultime ore di venerdì.

Previsioni di Merrill Lynch per il 2012

 Merrill Lynch, uno degli osservatori più attenti di quanto accade sul fronte internazionale, ha diffuso le proprie convinzioni e le proprie raccomandazioni sulle politiche di investimento per il 2012. Stando a quanto affermato dalla società, l’economia mondiale crescerà con un ritmo pari al 3,7%, grazie a una buona performance dei Paesi emergenti, in grado di controbilanciare la contrazione della crescita dell’Eurozona, e il rallentamento delle economie più mature. 

Per quanto concerne le singole aree territoriali, Merrill Lynch afferma come gli Stati Uniti saranno in grado di sviluppare il proprio prodotto interno lordo con un ritmo pari all’1,9%, e come la Cina – pur mantenendo dei ritmi di aumento della produttività piuttosto dinamici – dovrà affrontare le conseguenze negative della crisi del debito europeo e di alcuni partner di principale riferimento, con probabile rallentamento della straordinaria crescita del Paese asiatico.

Default della Grecia molto probabile secondo Fitch

 Secondo quanto afferma David Riley, capo analisi, e Edward Parker, managing director di Fitch Ratings, la Grecia non riuscirà a pagare le obbligazioni da 14,5 miliardi di euro in scadenza nel mese di marzo. Considerando l’attuale scenario che contraddistingue la scarsa tenuta dei conti pubblici di Atene, il coinvolgimento di alcuni soggetti privati e le tensioni economiche e sociali che l’area ellenica sta attraversando, è pertanto probabile che entro 45 giorni il Paese andrà a dichiarare il proprio default. 

In maniera più esplicita, Parker avrebbe detto che “un coinvolgimento del settore privato, per noi (Fitch, ndR), equivale a un default. Prevediamo che succeda relativamente presto”. Riley, ospite della trasmissione Ballarò, ha invece aggiunto che “la Grecia andrà in default. Non si discute su questo. Ci sarà una ristrutturazione del debito. Si parla di ridurre in modo notevolissimo quanto deve ai suoi creditori privati. L’importante per la Grecia è che il default venga gestito nel mondo giusto e ordinato, nel contesto del Fondo Monetario Internazionale e dell’Unione Europea, al fine di rimettere in piedi il Paese”.

Stipendi banchieri fermi per tre anni

 Anche i banchieri risentiranno, per quanto possibile, degli effetti della lunga ondata di crisi che sta colpendo il mercato dell’Eurozona. In una lettera indirizzata ai vertici degli istituti di credito, infatti, il numero 1 dell’Abi Giuseppe Mussari ha chiesto agli occupanti delle più alte poltrone delle aziende bancarie italiane di applicare “moderazione” nel trattamento economico dei top manager, evitando per quanto possibile il loro incremento nei prossimi tre anni

Con la lettera inviata ai presidenti dei consigli di amministrazione delle banche associate, agli amministratori delegati e ai direttori generali degli istituti di credito, Mussari cerca così di sensibilizzare i banchieri sulla necessità di dare un concreto esempio alla causa del sistema bancario evitando, più in generale, il clamore mediatico di nuovi rialzi negli stipendi – già di per sé piuttosto dorati – dei manager degli istituti bancari.

Asta titoli di Stato con il fiato sospeso per la Francia

 Giornata di attesa per la Francia. Parigi sta infatti collocando sul mercato i propri titoli di Stato: un appuntamento ampiamente previsto, che dovrebbe permettere ai transalpini di ottenere 8,7 miliardi di euro di prestito. L’esito dell’asta appare tuttavia piuttosto incerto (nonostante qualche indiscrezione positiva degli ultimi minuti) a causa del comportamento dell’agenzia di rating Standard & Poor’s, che venerdì scorso, a piazze finanziarie chiuse, aveva declassato Parigi privandola della storica tripla A.

Proprio in vista dell’appuntamento di questa mattina, Sarkozy aveva mostrato chiaramente di non gradire il comportamento degli analisti della società di rating statunitense, arrivando a sostenere a denti stretti che il loro giudizio non era rappresentativo del reale stato di salute dell’economia e dei conti pubblici del Paese.

Pil statunitense in crescita inferiore alle attese

 Il Prodotto Interno Lordo statunitense cresce, ma lo fa con un ritmo inferiore alle attese. È questa la principale variabile statistica che emerge da un report pubblicato dal Dipartimento del Commercio americano, secondo cui la crescita economica USA durante il quarto trimestre del 2011, avrebbe deluso in maniera parziale gli auspici dei principali analisti locali e internazionali, che attendevano un trend più deciso nello sviluppo produttivo.

Il Pil del Paese nordamericano si sarebbe infatti sviluppato con un ritmo pari a 2,8 punti percentuali annui, contro una media delle previsioni degli analisti pari a 3 punti percentuali. Una delusione che  – ricorda la Louis Capital Markets – probabilmente influenzerà le prossime previsioni, rendendo gli investitori sul mercato americano molto più cauti circa l’effettiva attendibilità delle sitme riguardanti i dati provenienti da oltre Oceano.