Nuovi indicatori economici per la salute dell’Italia

 Sono in tutto dodici e aiuteranno gli studiosi a comprendere meglio lo stato di salute del nostro Paese, perchè finalmente molti sono d’accordo sul fatto che il solo PIL non possa a priori esprimere  in maniera chiara ed esaustiva il complesso delle variabili che entrano in gioco nell’economia di un Paese. Per capire se la sua gente sta bene o male, se le prospettive e la qualità della vita sono buone il prodotto interno lordo non é sufficiente e occorrono nuovi indicatori. Sebbene se ne parlasse da anni, solo in questi giorni arrivano delle certezze in merito a uno studio in tal senso.

Banche to big to fail: ecco l’elenco

 Il Financial Stability Board studia le banche del nostro pianeta e si appresta a decretare le banche di interesse sistemico, quelle che non possono permettersi di fallire, perchè creerebbero un effetto devastante su tutto il sistema. Le banche in questione sono 29 e solo una é italiana: Unicredit. Attraverso un comunicato il Financial Stability Board ha reso nota una lista di istituti ritenuti sistemici, per i quali é necessario imporre requisiti di capitale più stringenti rispetto ad altri istituti, si tratta di una lista di banche che hanno quindi un’importanza sistemica globale, le cosiddette G-Sifi (le Global Systemically important financial institution), la cui crisi e nel peggiore dei casi il fallimento, potrebbe mettere in pericolo l’intero sistema finanziario mondiale.

Governo greco ottiene la fiducia

 Al contrario di quanto alcuni pensavano, il governo greco non cadrà: il primo ministro Georges Papandreou ha ottenuto ieri la fiducia del Parlamento, dopo una settimana critica in cui sembrava si dovesse ricorrere presto alle elezioni: il primo ministro, che ha ottenuto 153 voti sui 298 espressi. Papandreou aveva espresso dubbi sul fatto che potesse ottenere la fiducia, dopo la crisi aperta all’interno del suo partito e dopo la sua proposta per un referendum per convalidare il piano europeo di aiuti alla Grecia. Il suo operato è stato giudicato da un Parlamento che apparentemente non aveva più i numeri per sostenerlo, ma che si é rivelato ancora a favore del primo ministro.

Grecia: referendum misure anticrisi cancellato

 La Grecia ha ufficialmente abbandonato il suo progetto di referendum sul piano di salvataggio finanziario del paese concordato con Ue e Fmi. Lo ha annunciato il ministero delle Finanze in una nota, sono stati informati anche il ministro Evangelos Venizelos, il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, il commissario europeo agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, ed infine il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble. La situazione politica ad Atene tuttavia, rimane confusa, sembra infatti che a convincere i greci ad annullare il referendum siano state le minacce di Angela Merkel al premier greco George Papandreou:  in caso di referendum sul piano di aiuti europeo la Grecia sarebbe stata cacciata dall’Europa per un periodo non inferiore ai due anni.

Sciopero benzinai 8-11 novembre

 I sindacati dei distributori di carburanti hanno confermato lo sciopero dei benzinai, che partirà dalle 19 30 del giorno 8 alle orq 7 del giorno 10 novembre. La chiusura degli impianti é stata confermata al termine dell’incontro al ministero dello Sviluppo economico con il Sottosegretario, Stefano Saglia. Secondo quanto riferiscono fonti sindacali, lo stesso Saglia avrebbe dato la disponibilità a rispettare l’impegno per la conferma del bonus fiscale, anche se ancora il percorso relativo non é stato chiaramente definito, a tal fine quindi é prevedibile un nuovo tavolo di confronto tra sindacati e governo nei prossimi giorni.

Crisi Grecia: Papandreou presenterà le dimissioni?

 Dopo la scelta del governo greco di indire un referendum sulla possibilità di restare o meno in Europa, la situazione ad Atene non é cambiata. Impensabile sino a qualche mese fa, l’uscita della Grecia dalla zona euro è ora una possibile realtà, molto vicina. Ma se Atene abbandona l’euro, non sarà la stessa moneta unica a essere minacciata? Si può chiedere ai cittadini greci se é meglio fare acquisti con un biglietto di banca con scritto euro invece di dracme, soprattutto se la gente è convinta che la situazione era migliore quando si usavano le vecchie monete dracme (un po’ come la pensano moltissimi italiani d’altronde..)? Il commissario Ue all’Energia, Guenther Oettinger, ha anche criticato il Premier greco, accusandolo di mettere in pericolo l’euro, la stabilità della moneta unica.

Settore energetico fermo a causa della crisi

 La crescita lenta dell’Europa comporta che il settore energetico avra’ una crescita pari a zero per più di venti anni, precisamente fino al 2035. Sono le stime dell’a.d. di Enel, Fulvio Conti, che si esprime a margine del B20 organizzato a Cannes in occasione del G20. Occorre una maggiore uniformità nel settore delle fonti energetiche, ha detto il numero uno di Enel, invitando i 27 membri dell’Ue a lavorare presto in questo senso. L’Europa importa attualmente il 60% del fabbisogno energetico, ha infine voluto precisare Conti, che conclude ricordando che la maggior parte delle importazioni sara’ sostituito da energie rinnovabili.

Popolazione mondiale arriva a sette miliardi

 Arriva il bimbo o la bimba numero 7 miliardi. Con il termine popolazione mondiale si indica il numero di esseri umani viventi sulla Terra. Le stime parlano di una popolazione mondiale di 6,891 miliardi di abitanti alla data del primo gennaio 2011. Si stima inoltre che la popolazione mondiale sia stata interessata da una crescita continua sin dalla fine della piaga della peste nera, nel corso dell’anno 1300 e che il tasso di crescita della popolazione mondiale ha raggiunto il suo massimo negli anni del dopoguerra, dopodichè, la popolazione ha iniziato nuovamente a diminuire, nel 2008 il totale degli essere umani sulla Terra si è quasi dimezzato.

Fiducia consumatori in Italia, il domani preoccupa

 Precariato, contesto internazionale tinto di tonalità chiaroscure, debito europeo, situazione della Grecia che incombe su ogni singolo stato: sono solo alcuni dei fardelli che pesano sulle aspettative degli italiani, la cui fiducia continua a calare. Tra settembre e ottobre, le rilevazioni Istat hanno registrato registrano un ulteriore riduzione nei livelli di fiducia,che segnano un record negativo dal 2008 a oggi. L’indice relativo alla fiducia dei consumatori è calato dal 94,2 al 92,9, anche se ci sono delle sensibili divergenze tra le varie regioni. A livello nazionale, la flessione e’ diffusa a tutte le componenti e la riduzione é maggiore per l’indice che misura il complesso delle attese a beve termine.

Odissea dei precari: 4,3 mln dipendenti aspettano rinnovo

 Con il termine precariato si intendeva, almeno fino a poco tempo fa, quella categoria di lavoratori che non avevano sicurezza sulla continuità del rapporto di lavoro, ma a questo fardello se ne aggiunge un altro: la bassa remunerazione, la mancanza di un reddito adeguato su cui poter contare per pianificare la propria vita presente e futura. A fine settembre risultano in attesa di rinnovo 31 accordi contrattuali, relativi a circa 4,3 milioni di dipendenti, comunica l’l’Istat, precisando che la quota di dipendenti che aspettano il rinnovo e’ pari a uno su tre. La situazione peggiora nel settore pubblico, dei circa 4,3 milioni di dipendenti che aspettano, circa tre milioni sono del pubblico impiego, il resto é relativo ad aziende private. Analizzando il settore privato nel dettaglio, la copertura contrattuale risulta al 100% nel settore agricolo, del 98,4% nell’industria e del 68,6% nei servizi.

Fondi Ue: un uso migliore é necessario

 Le sollecitazioni Bruxelles si fanno più pressanti e il nostro governo deve decidere al più presto le misure da adottare per arginare quantomeno il debito pubblico. Il presidente del consiglio sta preparando una lettera di intenti la quale contempla, secondo alcune indiscrezioni rivelate dal ministro Tremonti, soprattutto un uso coordinato e definito dei fondi europei: l’Italia in questo settore è al terzo posto, dopo vengono solo Romania e Bulgaria. La strategia di sviluppo, come sottolinea il numero uno dell’Economia, deve avere come protagonista il Sud Italia, maggiore destinatario in molti casi dei fondi europei.

Fiat dice addio all’ANFIA

 Fiat annuncia l’uscita dall’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica. L’ad Sergio Marchionne ha dichiarato durante l’assemblea dell’Associazione che si tratta di una scelta fatta ragionevolmente, che nulla ha a che vedere con ragioni politiche. La verità, stando alle parole del numero uno del Lingotto, é che Fiat non puo’ permettersi di operare in Italia in un quadro di incertezze. Marchionne sottolinea che il settore auto europeo non ha saputo cogliere le opportunità presentatesi con la crisi e dare un taglio netto a quelli che sono i modelli del passato, anche se hanno rappresentato dei best seller. Così Sergio Marchionne risponde a chi prevede in questa mossa un disimpegno di Fiat dall’Italia.

Pensioni, le nuove regole in Europa

 Sul sito dell’Inps, è facile notare come In Italia sia possibile andare in pensione con due sistemi: per anzianità e per vecchiaia. In pratica chi ha maturato 35 anni di contributi, grazie alla pensione di anzianità, può andare in pensione anche prima dei 60 anni. Comportano quindi la possibilità, raggiunto un tot di anni di contributi, di uscire dal lavoro a un’età anticipata rispetto a quella della pensione di vecchiaia. Questo succede fino ad oggi, per il futuro infatti sono previste delle modifiche: ieri il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, pressato dall’Europa, ha aperto alla possibilità di eliminare definitivamente il sistema di anzianità, uniformarsi all’Europa e portare l’età pensionabile a 67 anni.

Tasche degli italiani: secondo Coldiretti sempre più leggere

 Arrivare a fine mese é uno dei problemi che da sempre affligono il genere umano. Ci sono periodi in cui si fa meno fatica a “tirare la cinghia” ed altri in cui sembra quasi impossibile riuscire a far bastare lo stipendio. L’Italia vive al momento questa seconda ipotesi, la fotografia del portafoglio dei cittadini arriva direttamente da Coldiretti, la quale sottolinea come gli effetti della crisi colpiscano in maniera pesante la metà degli italiani. Addirittura il 49% degli intervistati dichiara di riuscire a pagare appena le spese senza permettersi ulteriori lussi e c’è persino un 5-10% che rivela di non riuscire a comprare neanche l’indispensabile.