Asta titoli del debito Germania con rendimenti negativi

 Mentre ci avviamo alla chiusura di Piazza Affari che vede l’indice in flessione dell’1.72% dopo le tensioni su Unicredit, vengono diffusi i dettagli dell’asta di titoli di Stato tedeschi ed anche questa volta non mancano le sorprese.

Sono stati collocati titoli di stato con scadenza a sei mesi per 3.9 miliardi di euro ed il bid-to-cover è stato di 1.8 rispetto al 3.8 della precedente asta di Dicembre scorso e la domanda pari a 7.08 miliardi di euro. Ma la vera sorpresa è stato il rendimento; mentre il mese scorso i titoli sono stati collocati allo 0.001%, questo mese si è arrivati in negativo a -0.0122%.

Come investire nei titoli di Stato

 Il 2011 dal punto di vista finanziario sarà ricordato sicuramente per la tensione sui titoli del debito pubblico, con particolare riferimento alla famosa scadenza a 10 anni dei BTP Italiani che ha fatto discutere per il differenziale con il Bund. L’alto rendimento raggiunto su certi prodotti non veniva visto dal 1997 ed ha contribuito ad aumentare la paura della recessione, sempre più vicina anche grazie all’inefficacia della BCE sul piano Europeo.

Per quanto le tensioni siano sempre maggiori ed il rischio di default per l’Italia è una delle voci più discusse di questo anno quasi concluso possiamo sicuramente dire che i titoli di Stato venduti con questi rendimenti sono interessanti; non è la prima volta che si raggiungono e per capitali medio-alti rappresentano di certo un tassello importante nella composizione del portafoglio personale di investimento a breve e lungo termine.

Esito asta BTP a 10 e 3 anni

 L’ultima asta del 2011 costringe ad un bilancio annuale molto contrastato; l’andamento del collocamento è di difficile interpretazione visto che se da un lato abbiamo avuto rendimenti in leggero calo, dall’altro la domanda non è stata soddisfacente e lo spread Btp-Bund torna ad allargarsi.

Il collocamento dei Buoni del Tesoro Poliennali a 10 anni ha visto in particolare due BTP che rispettivamente sono stati offerti al 6.98% (per quanto riguarda la scadenza 2022) e 6.7% (per quanto riguarda invece la scadenza al 2021) e sono identificabili con ISIN IT0004759673 e IT0004695075. Rispetto al precedente dicevamo che c’è stato un calo nel rendimento annuale (7.56%) ma la domanda ha visto un rallentamento notevole; per il primo BTP di cui sopra si parla di una domanda in linea (2.5 miliardi collocati per una richiesta di 3.39 miliardi) con le aspettative, mentre per il secondo (con scadenza nel 2021) l’assegnazione è stata di 1.17 miliardi quando invece era stato previsto un collocamento di 2 miliardi.

Bot-Day: esito positivo ma la tensione è alle stelle

 Sotto un certo punto di vista possiamo affermare che il Bot-Day è stato un successo; 7 miliardi di Euro di Bot prenotati nei giorni precedenti e quindi collocati oggi, con un calo del rendimento a 5.952% con una domanda che ha superato di gran lunga l’offerta. A guardare solo i numeri effettivamente la giornata dovrebbe essere positiva, ma vedere Piazza Affari in questo momento (-3.16%) confermare la negatività di apertura di giornata costringe a valutare la situazione complessiva.

Anche se i risultati del Bot-Day sono due volte più incoraggianti di quelli del Btp-Day (visto che si trattava in quest’ultimo caso di acquisti sul mercato di titoli già emessi e non prenotazioniper le nuove aste) dobbiamo tenere conto degli orizzonti temporali; nel caso dei Btp (e quindi del famoso spread) noi prendiamo in considerazione titoli a lungo termine (10 anni) che ovviamente scontano le aspettative del momento per il futuro a lungo termine dell’Europa. Nel caso dei Bot invece si tratta di scadenze ad un anno, che per quanto le cose potranno andare male resteranno debiti quasi sicuramente saldati verso gli investitori, mentre da qui a 10 anni le cose potrebbero cambiare radicalmente.

EBA chiede a banche europee un rafforzamento di capitale

 Una consistente iniezione di capitale é quello che ci vuole per affrontare questo periodo di austerità: l’EBA (Autorità bancaria europea) ha aggiornato la direttiva di ricapitalizzazione per le banche europee. Meno di due mesi fa era stata chiesta una ricapitalizzazione da 106 miliardi di euro, che ora passa a 114,7 miliardi. Nello specifico Unicredit passa a 7,974 miliardi di euro, MPS 3,267 a miliardi, Banco Popolare a 2,731 miliardi, Ubi Banca a 1,393 miliardi. L’unica banca che é stata esonerata é Intesa Sanpaolo: l’istituto non ha bisogno di ricapitalizzazione. Le altre banche banche invece dovranno incrementare il patrimonio reperendo nuovi capitali. Ma non solo istituti nostrani: l’Eba ha chiesto a ben 71 grandi gruppi bancari europei di rafforzare la posizione patrimoniale a causa soprattutto delle esposizioni verso gli emittenti sovrani. Un modo elegante per dire: se avete investito in titoli di stato, state all’erta perchè potreste ritrovarvi con un pugno di mosche.

Bot e Cct, i rendimenti volano al 6,5%

 Nel week end i BoT a sei mesi e i CTz a 24 mesi, hanno raggiunto rendimenti che hanno impressionato: i Buoni semestrali sono stati venduti per 8 miliardi al 6,504% (+2,969% rispetto al 3,535% dei BoT collocati solo un mese fa). I CTz biennali per 2 miliardi hanno raggiunto il 7,814% (+3,186% contro il 4,628% dell’asta precedente). E’ come se sulle scadenze a corto raggio gli investitori chiedessero di essere meglio remunerati rispetto alle scadenze a lungo termine. Chiudere le aste a qualsiasi costo: é questo l’obiettivo dello Stato, e i rendimenti sono letteralmente schizzati. Per acquistare un BOT gli italiani in questo contesto hanno bisogno di maggiori garanzie o perlomeno rendimenti più elevati. La manovra aggiuntiva del neo premier Monti, sembra essere più indirizzata sull’imposizione di nuove misure fiscali che su un sistema che incentivi la crescita economica.

Piazza Affari: Venerdì verde sul Mib

 Blue-Chips tutte positive in questo Venerdì 11 Novembre; l’indice di riferimento a Piazza Affari guadagna poco meno del 3% vicino all’apertura di Wall Street, dopo aver sfiorato quota 15750 che ora diventa il livello di interesse valido fino a fine giornata (da controllare quindi in close weekly).

In cima al listino troviamo Banca Popolare di Milano che recupera il 10% dopo la fase di incertezza del settore, seguita da Impregilo al 9.42% di guadagno e Ubi Banca sul terzo gradino del podio a quota 7%. Queste le azioni che nel pomeriggio potrebbero ritracciare il movimento per allinearsi al resto del listino, mentre invece su Fiat Industrial, Eni, Fiat, Mediaset, Exor ed Enel Green Power possiamo aspettarci sorprese nel pomeriggio.

Bnp Paribas dismette i bond italiani in portafoglio

 Bnp Paribas, la banca straniera che possiede più titoli italiani, ha tagliato del 40% la quantità di bond italiani in portafoglio, con vendite pari a 8,3 miliardi di euro. Il numero uno di Bnp Paribas, Baudouin Prot, ha spiegato che i titoli sono stati tutti venduti sul mercato e nessuno alla Bce. La banca é é stata esposta anche con la Spagna: in questo caso l’esposizione è stata tagliata dell’81,5%, pari a 2,2 miliardi. E per non farsi mancare nulla la banca detiene anche titoli greci, l’istituto ha infine sottolineato che non ha in portafoglio credit default swap, derivati che assicurano sul rischio fallimento, sui buoni del tesoro ellenici.

Piazza Affari: open negativo sul FTSE-Mib, paura sui titoli di Stato Italiani

 Avvio di ottava decisamente negativo a Piazza Affari dove il Mib apre le contrattazioni in gap-down appena al di sotto della soglia critica di 16500 punti per poi scendere verticalmente la seconda ora lasciando sul campo almnoe 250 punti.

La paura di recessione diventa sempre più concreta e l’accostamento che paragona Italia e Grecia spaventa gli investitori di tutto il Mondo; il ritorno dello spread Btp-Bund verso i massimi assoluti è ovviamente la prima conseguenza delle voci sui problemi italiani e nella giornata oggi il differenziale si aggira sopra a quota 400 minacciando di salire ancora, con i rendimenti dei BTP arrivati oltre il 6%.

Piazza Affari: tensione sui titoli di Stato in close di ottava

 Ancora alta tensione sul mercato dei titoli di Stato italiani; il rendimento dei BTP al 6% fa’ discutere in questo close settimanale mentre lo spread Btp-Bund torna vicinissimo ai livelli di top assoluto a 383 punti alzando ancora di più l’attenzione dell’Eurozona verso il Bel Paese.

Il crollo verticale della giornata di ieri non ha avuto conseguenze immediate come invece si prevedeva con la perdita di quota 15750; il recupero messo a segno fin dalle prime ore di oggi non viene comunque percepito come un segnale positivo visto che siamo in close di ottava e gli ultimi giorni nel complesso sono stati negativi se si considera il top relativo del 17 Ottobre non più raggiunto. Anche per Lunedì quindi le aspettative sono rosse, ed il contrasto del listino è reso particolarmente evidente dal fatto che i Bancari sono ancora nei posti più alti delle blue-chipscon Unicredit che guadagna l’8% seguita da Intesa con 7.46% di performance positiva Banco Popolare con il 5.33%.

Sale al 3% tasso BoT a 6 mesi, nonostante declassamento rating

 Sembra non abbia prodotto effetti negativi il declassamento del rating della Repubblica italiana da parte di Standard&Poor’s, per i Bot a 6 mesi infatti è andata meglio delle attese. I rendimenti continuano a salire, aumentando anche di un punto percentuale nel caso dei BoT a 6 mesi e dei CTz. Nonostante il downgrading del debito sovrano, la domanda resta elevata e gli acquisti della Bce di titoli italiani ha contributo al buon umore dei mercati. Il rendimento sui BoT a 6 mesi è passato da 2,14% del precedente collocamento di fine agosto a 3,07%, in questo caso quindi il rendimento (al netto di ritenuta e commissioni) per il sottoscrittore é del 2,704 per cento.

La Cina acquisterà titoli dall’Italia?

 Un’Italia indebitata che si rivolge ai Paesi asiatici. La notizia dei colloqui tra il ministro delle Finanze italiano Giulio Tremonti e Lou Jiwei, presidente del fondo sovrano cinese China Investment Corp, ha fatto il giro dell’Europa. I cinesi potrebbero essere disposti a comprare titoli del debito pubblico italiano, un modo più sottile per dire che la Cina correrà in aiuto del nostro Paese. Nulla di ufficiale, la notizia, lanciata dal Financial Times e dal Wall Street Journal, ha sottolineato che non è chiaro se i colloqui porteranno a grossi acquisti di bond da parte di Pechino e che l’Italia è considerata da molti analisti «troppo grande da salvare».

Chi crede ancora nell’Italia faccia un passo avanti

 Problemi in area Euro, in USA, possibile downgrade sul debito di Cina e Giappone, settore bancario al collasso, Grecia in subbuglio. Poi c’è la Svizzera con i suoi provvedimenti “originali”, che è riuscita ad attirare gli hedge found su di sè, famosi per speculazioni milionarie. Infine l’Italia con il secondo differenziale con il Bund più “interessante” del momento, dopo la Grecia ovviamente. Questo è il riassunto dello scenario attuale, ma non solo: poi c’è la manovra, e le dichiarazioni del Premier Italiano secondo cui questa potrà salvare il Paese. Ma sarà vero? Perchè in caso affermativo, investitori fatevi avanti che è il vostro momento.

Piazza Affari: FTSE-Mib in rialzo, salgono anche i Btp

 Piazza Affari apre in linea con il Mercato Europeo; l’Eurostoxx si porta nelle prime 3 ore al di sopra della media mobile a 200 ore, cominciando il pattern di inversione di lungo periodo con il superamento del top del 25 Agosto. L’Italia segue a ruota e recupera l’ora di ritardo che separa il Fib dal future Europeo velocemente salendo fino a 15340; qui il prezzo si scontra con la resistenza che tiene il rialzo e diventa il punto di ingresso per il pomeriggio. Dopo l’apertura di Wall Street, il superamento di questa statica proietterà in alto il Fib fino al recupero della media mobile a 200 ore che staziona a 15850 punti per il momento, ancora in calo.