Inps: cassa integrazione in calo a settembre

 Le aziende italiane hanno chiesto nel mese scorso 83,6 milioni di ore di cassa integrazione con un calo del 19,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo comunica l’Inps precisando che rispetto ad agosto,si e’ registrato un aumento del 47,2%. Ovviamente occorre tener presente che il mese di agosto é un periodo piuttosto fermo, in cui si concentrano le chiusure per ferie delle imprese. Nei primi nove mesi dell’anno la cassa integrazione ha raggiunto quota 732,1 milioni di ore con una diminuzione del 20,9% rispetto allo stesso periodo del 2010.

Wall Street e i timori sulla Grecia

 I problemi che toccano l’economia greca si ripercuotono sui mercati finanziari. A Wall Street i future dei listini si riducono, gli operatori conoscono perfettamente il rischio che la Grecia non riesca a centrare gli obiettivi sulla riduzione del deficit. Ad alimentare il sentiment negativo sono quindi ancora una volta le cattive notizie sulla Grecia per la quale si teme sempre più un fallimento. I ministri delle finanze riuniti nei giorni scorsi a Lussemburgo, hanno sottolineato che il Paese ellenico potrà aspettare fino a novembre (e non ottobre come si era programmato) per ottenere la seconda tranche di aiuti da 8 miliardi di euro.

L’Europa? Solo un mosaico composto da particelle insignificanti

 Un mosaico composto da piccole particelle che, prese da sole, non significano molto: con questa frase il Wall Street Journal dedica un intero articolo all’Unione Europea e alla sua economia.  Mettendo insieme queste   tessere  si può avere un’opera d’arte, prosegue il giornale. Un quadro dipinto  su una tela larga dove é protagonista il Fondo europeo di stabilità finanziaria (EFSF), che acquista  le obbligazioni europee per ricapitalizzare le banche e risolvere altri problemi di liquidità. L’Europa deve affrontare contestualmente una crisi di debito sovrano, una crisi bancaria e una crisi dell’euro, l’ipotesi di esclusione della Grecia é ormai allontanata e  forse ci sono altri paesi a rischio dall’area dell’euro.

Mussari, non ci sono problemi di funding in Italia

I questi giorni la crisi economica sta facendo nuove vittime fra le grandi aziende presenti sul mercato, una crisi economica che non si limita a colpire solamente le piccole o medie imprese ma anche le grandi nazioni, che si ritrovano costrette a dover coprire dei costi elevati per pianificare questi ammanchi economici. A parlare, questa volta, è Giuseppe Mussari, presidente dell’Associazione Banche Italiane, che in occasione di un convegno Axa, risponde all’allarme lanciato da Mario Draghi sui problemi riguardanti la liquidità del sistema bancario europeo, ed afferma che per l’italia non c’è nessun problema di funding.

Crescita Italia: Fitch taglia stime

 Cattive notizie per l’Italia, Fitch taglia le stime del nostro Paese prevedendo un’espansione 2012 dello 0,2% dal precedente 1,0%. Nel suo Global Economic Outlook, l’agenzia di rating ha rivisto anche le sue previsioni relative all’anno 2013, allo 0,6% rispetto al precedente 1,6%. Per quanto riguarda la stima di quest’anno invece Fitch ha lasciato Invariata la stima a a 0,7%. Tuttavia non è totalmente pessimistico il lo scenario fotografato dall’agenzia di rating, Fitch esclude per ora una piena ricaduta in recessione nonostante le nuove stime incorporino rischi di contrazione del Pil.

In Grecia licenziamento per 30 mila statali

 La Finanziaria 2012 é stata presentata nel Parlamento Greco, subito durante il Consiglio dei ministri il quale ha fissato il delicato piano di tagli di 30mila posti di lavoro nel settore pubblico. Misura che secondo il governo si é resa necessaria per superare il periodo di austerità del paese ellenico. Per convincere la troika a continuare a elargire gli aiuti alla Grecia, Atene ha promesso di introdurre nuove tasse, ridurre i salari dei dipendenti pubblici e il numero degli statali di un quinto entro il 2015. Nel progetto di bilancio 2012 il governo prevede che il Pil subisca una contrazione del 2,5 per cento e si tratterebbe del quarto anno consecutivo di contrazione.

Marchionne conferma, Fiat fuori da confindustria ad inizio 2012

 Come già affermato nella lettera inviata lo scorso 30 Giugno ad Emma Marcegaglia, l’AD di Fiat, Sergio Marchionne ha confermato che la sua azienda uscirà a partire dal prossimo 1 Gennaio 2012, da confindustria. La lettera inviata da Marchionne alla Marcegaglia, indica precisamente il motivo per cui la Fiat decide di uscire da confindustria. Il principale motivo, è che secondo l’AD di Fiat sono cambiati i piani di confindustria, la situazione si è mutata in negativo per le aziende e FIAT ha quindi deciso di uscire, per poter continuare ad essere una parte fondamentale del sistema economico italiano.

S&P, declassa la Nuova Zelanda ad “Aa”

Brutta giornata quella vissuta venerdì per l’economia della Nuova Zelanda. Le due maggiori agenzie, Fitch Rating e Standard & Poor’s, hanno visto in ribasso il rating della Nuova Zelanda, calandolo da AA+ ad AA, solamente l’agenzia di rating Moody’s vede ancora con una tripla A il rating della nazione patria del Rugby.

Tale decisione è stata presa in conseguenza del livello del debito estero, e del costo di riscostruzione della regione dopo il terremoto di Febbraio scorso, dove hanno persona la vista 181 persone. S&P ha comunicato che questo ribasso “corrisponde alla nostra valutazione di un probabile ulteriore deterioramento della posizione debitoria della Nuova Zelanda nei confronti dell’estero”.

Sale al 3% tasso BoT a 6 mesi, nonostante declassamento rating

 Sembra non abbia prodotto effetti negativi il declassamento del rating della Repubblica italiana da parte di Standard&Poor’s, per i Bot a 6 mesi infatti è andata meglio delle attese. I rendimenti continuano a salire, aumentando anche di un punto percentuale nel caso dei BoT a 6 mesi e dei CTz. Nonostante il downgrading del debito sovrano, la domanda resta elevata e gli acquisti della Bce di titoli italiani ha contributo al buon umore dei mercati. Il rendimento sui BoT a 6 mesi è passato da 2,14% del precedente collocamento di fine agosto a 3,07%, in questo caso quindi il rendimento (al netto di ritenuta e commissioni) per il sottoscrittore é del 2,704 per cento.

Per gli impiegati degli studi professionali un aumento di 87,50 euro

 Firmato l’accordo per il rinnovo del contratto nazionale degli studi professionali, che toccherà lo stipendio di impiegati presso notai, ingegneri, dentisti. L’intesa, sottoscritta tra Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil e Confprofessioni, riguarda circa un milione di lavoratori subordinati e 400mila tra praticanti e partite Iva ed e’ stata . Tra le figure professionali coinvolte, i dipendenti degli studi notarili e di avvocati, studi dentistici, ingegneri, architetti. L’aumento salariale previsto per queste categorie professionali e’ di 87,50 euro, in questo modo giunge a conclusione la lunga trattativa per il rinnovo del contratto nazionale degli studi professionali, iniziata lo scorso autunno.

Fitch taglia outlook di Intesa Sanpaolo

 Obiettivo puntato su Intesa Sanpaolo, l’agenzia di rating Fitch ha rivisto l’outlook sulla banca da stabile a negativo (peggioramento  esteso anche alla controllata Banca Imi), a causa della situazione di incertezza in cui versa il nostro Paese e delle conseguenti prospettive dell’economia italiana. Confermato invece il rating a lungo al livello “AA-“, quello a breve a “F1+” e il rating di efficienza finanziaria a “aa-“. Il taglio del giudizio, secondo quanto riferito dall’agenzia di rating, é dovuto al fatto che i tassi degli impieghi resteranno probabilmente bassi mentre i costi di raccolta sono aumentati per effetto dell’andamento del mercato.

Euro in caduta: ai minimi 8 mesi contro dollaro

 L’euro é sceso a livelli abbandonati otto mesi fa sul dollaro, toccando quota 1,3360. Sale invece lo yen e l’euro addirittura si posizione ai minimi da 10 anni sulla moneta giapponese, ormai sempre più forte. Il dollaro è sceso fino a 76,24 yen, l’euro ha toccato 101,90. Continua la sua salita la moneta britannica: la sterlina aumenta il suo valore insieme ad altre valute ad alto rendimento, la corone norvegese e svedese. Come era prevedibile, questo ribassamento é dovuto soprattutto ai timori relativi al debito della zona euro e le attese di maggiori dettagli sul piano dei funzionari europei per gestire la crisi.

S&P taglia rating di 11 enti locali

Le parole di Moody’s si sono rivelate profetiche: l’ultima manovra del Governo rischia di avere conseguenze negative sul rating delle Regioni e dei Comuni italiani, aveva sottolineato l’agenzia di rating e il giorno dopo Standard & Poor’s ha deciso di tagliare il giudizio sul debito italiano, declassandolo da A+ ad A. Due giorni fa é poi tornata a parlare Standard and Poor’s tagliando il voto a 11 enti locali che passano da A+ ad A. Le province che hanno subìto il declassamento sono: Mantova e Roma, le Regioni Sicilia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Umbria e Marche, e ancora Genova, Bologna e Milano. Anche Torino ha subìto un giudizio poco clemente: rivisto da stabile a negativo l’outlook, seppur ad A il rating sul debito a lungo termine.

Grecia pronta a tutto: ma non é il capro espiatorio

 Il Governo greco é pronto a tutto per superare questo periodo di crisi e ridare lustro all’antico Paese, ma allo stesso modo ci tiene a sottolineare che della questione ellenica non si faccia un “capro espiatorio” dell’Area dell’euro. Atene non è il problema centrale, in quanto detiene solo il 3 per cento del debito pubblico della zona, come ha affermato il ministro delle Finanze greco, Evangelos Venizelos in un discorso in questi giorni a Washington, smentendo anche la notizia riportata da alcuni quotidiani secondo cui sarebbe stata presa in considerazione un default ordinato con un ‘haircut’ del 50% per i creditori. Il governo quindi si dichiara pronto a prendere le iniziative necessarie, qualsiasi costo politico occorra, ma non vuole che si indichi la Grecia come l’origine di tutti i mali.