Decreto liberalizzazioni entro il 20 gennaio

 Favorire la concorrenza: questo é il principale scopo del Governo tecnico presieduto da Monti, che punta a liberalizzare i principali sistemi economici dell’Italia. Di seguito le mozioni tecniche che saranno comprese nel provvedimento d’urgenza riguardante le liberalizzazioni e che dovrebbe essere varato entro il giorno 20 di questo mese. Le liberalizzazioni colpiranno il settore dell’energia, taxi, farmacie, notai, trasporti e vanno ricomprese nella “fase due” della manovra finanziaria. Il decreto quindi dovrà essere varato entro qualche giorno e tale forma é stata scelta perché garantisce tempi brevi, mentre una legge avrebbe un tempo di preparazione più lungo nelle aule del  Parlamento. Ovviamente anche stavolta é stata l’Unione Europea a chiedere tempi stretti. Il piano non è ancora pubblico, ma sono emerse alcune indiscrezioni e dichiarazioni di membri del governo, dalle quali si possono cogliere alcune delle misure che saranno contenute nel prossimo decreto.

Novità nel decreto Salva Italia

 Battezzato dallo stesso Mario Monti come decreto “Salva Italia“, lascia facilmente dedurre che sarà la manovra che porterà il nostro Paese fuori dal baratro che si era prospettato, dopo la crisi del Portogallo, ma soprattutto dei nostri vicini di casa greci. L’Italia é una delle economie trainanti dell’unione Europea e “non può permettersi” di sbagliare. Gli italiani sono stati chiamati a prendere atto di questo periodo di austerità: sono 101, fra emendamenti e sub-emendamenti, le modifiche introdotte nel decreto salva Italia. Vediamo alcune novità introdotte con questa manovra.

Legge di stabilità pronta in tempi record

 In tempi record il Ddl stabilità è legge. Ha ottenuto alla Camera 380 voti favorevoli, 26 contrari e due astenuti, il Quirinale ha già provveduto a promulgarla, disponendone la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Mario Monti non vuole perdere tempo. Al lavoro da ieri alle 9,30 a Palazzo Giustiniani, nei suoi nuovi uffici del Senato, ha incontrato il presidente della Bce, Mario Draghi, Pier Luigi Bersani e il vice-segretario del Pd, esperto di questioni economiche, Enrico Letta. Durante i suoi vari colloqui è arrivato il via libera alla Legge di Stabilità. La squadra dei ministri del nuovo premier Mario Monti ha inserito nella manovra quelle che sono ritenute le misure indispensabili per contrastare il debito e rilanciare la crescita: dall’economia allo sviluppo, dal lavoro al welfare, dall’istruzione alla giustizia.

Riforma fiscale bocciata dalla Corte dei Conti

 Il ddl delega al governo per la riforma fiscale e assistenziale non piace alla Corte dei Conti, per la quale   il decreto risulta spiazzato rispetto agli eventi che hanno riportato in primo piano le esigenze di rigore. Lo sottolinea il presidente della Corte, Luigi Giampaolino, il quale prosegue il suo esposto domandandosi se le incertezze che gravano sulla copertura del provvedimento non rendano necessario esplorare fonti di gettito nuove. Secondo  Giampaolino si potrebbero vagliare delle riforme in direzione di basi imponibili personali o reali che non insistano sul lavoro e sulle imprese.

Sospensione delle rate del mutuo con i Tremonti bond

 Il Tesoro ha posto delle condizioni interessanti agli istituti di credito nell’ambito della sottoscrizione degli ormai celebri Tremonti bond, soprattutto per quanto riguarda quelle persone che si trovano senza un lavoro o in cassa integrazione: per questi soggetti sarà infatti possibile sospendere per un periodo di 12 mesi le rate del mutuo. Contestualmente, sono stati previsti anche un aumento delle risorse per il credito da fornire alle piccole e medie imprese e degli accordi per anticipare alle imprese le risorse volte a finanziare la cassa integrazione.

La sottoscrizione di questo nuovo strumento finanziario comincerà a partire da oggi grazie a un decreto firmato dal ministero dell’Economia e delle Finanze. Il ministro Giulio Tremonti intende avviare, con queste obbligazioni che hanno preso il suo nome, una maggiore patrimonializzazione delle banche. Ovviamente gli istituti di credito italiani andranno a pagare come contropartita una cedola annuale che è compresa tra il 7,5% e l’8,5%: queste percentuali rimarranno in vigore per i primi anni, poi aumenteranno in maniera graduale soprattutto al fine di favorire il credito alle imprese e alle famiglie.