Monito Usa per Ue: rischio catastrofe

 Stati Uniti, Cina e Fondo Monetario Internazionale, sono fortemente preoccupati per i possibili futuri coinvolgimenti e le reazioni a catena che potrebbe generare la crisi europea. Dopo il G20 anche il Fondo monetario si impegna per la risoluzione della crisi dell’ Europa. Lancia l’allarme il segretario di Stato al Tesoro Usa Tim Geithner per i rischi «catastrofici di default a cascata» tra i Paesi europei e l’ International monetary and financial committee, l’ Imfc, l’ organo esecutivo del Fmi, annuncia il suo sostegno ai Paesi del vecchio continente. Non arrivano subito veri e propri interventi precisi, ma un monito degli USa soprattutto che, per il timore di un ritorno della recessione, insistono nel chiedere misure più forti facendo appello ai governi e alle autorità per fare ognuno la propria parte in questo periodo di austerità.

OCSE: crescita rallenta, timori recessione

 Nel secondo trimestre di quest’anno l’economia complessiva dell’area Ocse ha segnato una crescita dello 0,2% a fronte di una ripresa del Pil della zona dello 0,3% nel trimestre precedente. I dati sono stati rilevati e resi noti dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Meno rosea la situazione dell’Eurozona dove la crescita si è attestata allo 0,2% a fronte di una ripresa dello 0,8% nel trimestre precedente. Prendendo ad esempio due nazioni: la Germania ha subito un rallentamento della crescita dello 0,1% contro l’1,3% del trimestre precedente e la Francia vede una crescita che è pari allo 0% contro un +0,9% del trimestre precedente. La situazione per la Gran Bretagna invece è di una crescita dello 0,2% contro lo 0,5% del primo quarto del 2011. Il lontano Giappone vede invece una flessione del Pil dello 0,3% contro il -0,9% del primo trimestre.

Indici in forte ribasso in Europa e Italia, timore recessione

 Indici in forte ribasso a Piazza Affari e in Europa, tra le peggiori performance di questa settimana Francoforte, arrivata a perdere il 4%. Il FTSEMib registra una flessione del 3,48%, mentre il FTSE Italia All Share è in diminuzione del 3,3%. In ribasso anche il FTSE Italia Mid Cap che registra una riduzione del 3,01%) e il FTSE Italia Star (-2,28%). Le vendita diventano pesanti su Fiat (-7,86% a 4,528 euro, dopo uno stop per eccesso di ribasso) e Fiat Industrial (-7,33% a 6,51 euro). Rosso anche per i bancari: Unicredit registra una flessione del 3,78% a 0,993 euro, mentre Intesa Sanpaolo perde il 5,92% a 1,24 euro. A differenza del precedente periodo di crisi e ribassi, Autogrill ha subito il colpo, ma l’andamento degli swing di lungo periodo risulta in fase di stabilizzazione.

Veicoli commerciali Europa: boom immatricolazioni a maggio

 Viaggiano col vento in poppa, in Europa, le immatricolazioni di veicoli commerciali. In accordo con i dati forniti dall’Acea, infatti, nello scorso mese di maggio 2011 nel Vecchio Continente le immatricolazioni di veicoli commerciali hanno fatto registrare un balzo del 25,5%, in forte aumento anche rispetto all’aprile scorso quanto l’incremento era stato di poco superiore al 9%.

Catricalà (Antitrust), dall’Europa servono linee guida per le imprese

 Il Presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà, in una lettera, ha chiesto che l’Europa decida linee guida per le imprese di prodotti alimentari garantendo, così, informazioni corrette e complete ai consumatori. La lettera è stata mandata al Commissario Europeo per la Salute e Politica dei Consumatori John Dalli, come pure ai vertici dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare. Nella richiesta, il Presidente Catricalà, in attesa del varo delle linee guida, chiede anche molta cautela nell’autorizzazione delle frasi pubblicitarie (claim) sui singoli prodotti, claim che possono essere utilizzati in modo strumentale da parte delle stesse aziende, fanno notare dall’Antitrust. L’Authority, inoltre, ricorda anche che, in presenza di claim salutistici ammessi o autorizzati dalla Commissione Europea, la normativa comunitaria stabilisce che l’impiego delle informazioni nutrizionali e sulla salute “non può essere falso, ambiguo o fuorviante”.

Fiat resta competitiva in Europa per le più basse emissioni di CO2

 Fiat Automobiles è il brand con il livello più basso di emissioni di CO2 tra le vetture vendute in Europa nel 2010. Così, secondo la certificazione della società JATO Dynamics, leader mondiale per la consulenza e la ricerca nel settore automotive.
In particolare, Fiat, rispetto al 2009, ha registrato un valore medio di 123,1 g/km e, anche come Gruppo, risultato primo in classifica con 125,9 g/Km e un miglioramento di 5 g/Km rispetto all’anno scorso.
“Questo primato importante è un segnale di un miglioramento costante”, sottolineano dal Gruppo che si vede riconosciuto questo primato per il quarto anno consecutivo. Infatti, precisa il management, negli ultimi 4 anni Fiat Automobiles ha ridotto le proprie emissioni medie del 10%, portandosi da 137,3 a 123,1 g/Km di CO2, e superando così di larga misura il target previsto dall’Unione Europea per il 2015, fissato a 130 g/Km. “E’ un risultato che testimonia l’impegno di Fiat nel campo della tutela ambientale”, puntualizzano ancora dal Gruppo automobilistico.

Imprese, mani legate dalla burocrazia

 Tra i principali paesi dell’Unione Europea, l’Italia è quella dove burocrazia e fisco penalizzano maggiormente le piccole e medie imprese. Lo ricordano dalla Cgia di Mestre (Associazione Artigiani Piccole Imprese), dati alla mano. Così, sono messi in fila i quindici pagamenti richiesti che comportano una perdita di 285 ore ogni anno mentre è pari al 68,6% degli utili il prelievo fiscale a cui è sottoposta ogni azienda.

In particolare, in Europa, la Germania, stando sempre alla ricerca realizzata dalla Cgia di Mestre su dati della World Bank/IFC, richiede 215 ore per adempimenti burocratici e fiscali, la Spagna ne richiede 197, la Danimarca 135 e l’Irlanda soltanto 76.

Parlamento europeo, migliorare i servizi per le imprese

 “Bisogna migliorare le prestazioni e l’accessibilità (anche per via elettronica) dei cosidetti Sportelli unici per le imprese che offrono le informazioni a imprenditori interessati a fornire servizi trasnfrontalieri sulle norme sul lavoro, sulla previdenza sociale o in materia fiscale e di Iva“. E’ quanto sostengono i parlamentari europei in una risoluzione preparata da Evelyne Gebhardt (S&D, DE).

Nel documento, gli eurodeputati denunciano che la Direttiva servizi, approvata nel 2006, non ha avuto ancora una corretta applicazione con la conseguenza di non aver raggiunto l’obiettivo di facilitare la formazione di un mercato unico per i servizi.