La crisi ha fatto selezione nel mondo bancario, ora ci sono importanti opportunità d’acquisto secondo i gestori

 Le valutazioni degli istituti di credito lasciati in piedi dalla crisi finanziaria, soprattutto negli Stati Uniti, sono diventate molto attraenti e rappresentano un’opportunità di acquisto. Ne è convinto Paul Ehrlichman, presidente e direttore investimenti di Global Currents Investment Management che a inizio anno si dichiarava “significativamente” sottopesato sul settore finanziario.

Un rapido incremento della volatilità crea delle valutazioni mal prezzate che ci consentono di aumentare la nostra esposizione vicino al punto più basso del ciclo,

ha detto a Reuters Ehrlichman in una serie di risposte scritte.
La storia ci dice che le banche guidano il rialzo del mercato fuori dai rallentamenti legati al credito, tuttavia crediamo che il punto più basso di questo ciclo potrebbe durare più a lungo che in passato”.

Deutsche Bank diventa il principale istituto per garanzie ipotecarie giapponesi grazie alla sua maggiore flessibilità

 Deutsche Bank AG, la maggiore banca della Germania, ha superato Morgan Stanley come miglior venditrice di garanzie ipotecarie in Giappone, dopo che la società di Wall Street ha ridotto le sue operazioni a causa della crisi dei mutui subprime. La banca tedesca, che ha sede a Francoforte, ha fatto rilevare quest’anno vendite per 128,3 miliardi di yen (1,23 miliardi di dollari), che rappresentano il 61% del mercato totale. Morgan Stanley ha ridotto la sua quota di mercato di 11 punti percentuali rispetto al 40% dello scorso anno. Takenari Yamamoto, direttore della struttura finanziaria di Standard & Poor’s, ha affermato che:

Deutsche Bank, in quanto banca, può operare con maggiore flessibilità rispetto alle banche di investimento, dato che ha la possibilità di mantenere i prestiti nel suo bilancio.

 

Le vendite del comparto di garanzie ipotecarie è globalmente calato quest’anno a causa della loro scarsa diffusione che ha reso poco redditizio per le banche sottoscrivere nuovi prestiti e venderli successivamente agli investitori come bond. Otto delle dieci banche di investimento che hanno generato ipoteche commerciali tra il 2006 e il 2007 sono attualmente in fase di incorporazione con altre compagnie. Deutsche Bank ha venduto circa 21,9 miliardi di yen di debito sostenuto da 18 uffici, l’80% dei quali si trovano a Tokyo.

 

La rivincita delle banche giapponesi: a Mitsubishi il 20% di Morgan Stanley, a Nomura pezzi di Lehman. Goldman si accorda con Buffet

 Non si placa il flusso di notizie intorno a Morgan Stanley e Goldman Sachs. Le due banche d’affari sono di nuovo sotto i riflettori, dopo essere state protagoniste lunedì di un intervento della FED che le ha trasformate da banche d’affari in holding di banche. Il ciclone che la settimana scorsa ha travolto le banche d’affari americane potrebbe portare altri sconvolgimenti, ma se sette giorni fa si parlava di fallimento, adesso si parla solo di alleanze importanti con società giapponesi. Spunta poi il nome di Warren Buffet per Goldman Sachs.

La trasformazione di Goldman Sachs e Morgan Stanley da avvio ad una settimana divisa tra crisi finanziaria e dati macro

 La settimana appena conclusa è stata dominata dalle vicende del settore finanziario: prima la paura scatenata da Lehman ed AIG, poi l’annuncio del piano Paulson che ha permesso ai mercati di recuperare quanto perso nei giorni precedenti. Effetti positivi ampliati però anche dal divieto di vendita allo scoperto su più di 700 società quotate a New York e Londra. Vediamo adesso quali sono i temi che guideranno i mercati da oggi, mercati che in pochi si aspettano impostati ad un deciso rialzo. E’ una notizia di questa notte l’accordo tra FED, Goldman Sachs e Morgan Stanley per la trasformazione delle due banche d’affari in holding di banche in grado quindi da una parte di comprare partecipazioni in banche retail e dall’altra di avere accesso ai prestiti della Federal Reserve. Questa mossa garantirà alle due società un migliore accesso alle fonti di liquidità, ma segna la fine del modello di banca d’affari pura e semplice, troppo esposta ai costi di finanziamento. Goldman Sachs cercherà di aumentare la prorpia base di depositi sia tramite acquisizioni che per via organica, dando vita a GS Bank USA, in cui farà confluire asset per 150 miliardi di dollari. Morgan Stanley, sempre più vicina a Wachovia, si è limitata a dichiarare che grazie a questa trasformazione ci sarà più flessibilità e stabilità. Dal settore bancario USA sono attese novità in merito anche a Washington Mutual in quanto è possibile che un compratore si faccia avanti già entro questa settimana.

Lehman Brothers, Morgan Stanley, Goldman Sachs, il settore bancario americano di fronte alla crisi: cosa sta succedendo e come investire

 Questa settimana sicuramente passerà alla storia. Ci siamo svegliati lunedì con il fallimento di Lehman Brothers, mercoledì la FED ha acquisito il controllo di AIG e già entro sabato potrebbero esserci altre importanti novità. Il crollo del settore bancario a Wall Street avvenuto ieri infatti mostra con evidenza la sfiducia degli investitori nella stabilità del sistema finanziario. A guidare al ribasso il mercato sono state le ultime due banche d’affari rimaste indipendenti a New York: Morgan Stanley ha perso il 13%, Goldman Sachs ha perso l’ 8%. Nonostante entrambe le società abbiano pubblicato trimestrali sopra le attese e abbiano dimostrato che sono in grado di produrre utili (Goldman Sachs nell’ultimo trimestre ha avuto profitti per 825 milioni di dollari, Morgan Stanley 1,3 miliardi) resta la paura che nelle prossime settimane si trovino a fronteggiare crisi di liquidità. E’ per questo che sono iniziate a circolare voci di possibili fusioni con banche tradizionali, in grado di avere fonti di liquidità più solide. Le due banche d’affari continuano a negare questa possibilità difendendo il loro modello di business, ma il mercato non sembra credere alla loro capacità di continuare ad agire in modo indipendente. Si fanno sempre più insistenti i rumors su una possibile acquisizione di Morgan Stanley da parte del colosso inglese HBSC, oppure di una fusione tra la stessa Morgan Stanley e Wachovia.

Fiat continua il ribasso, attesa per la strategia di Marchionne

Continua la discesa del titolo Fiat: Morgan Stanley modifica il precedente 19 portandolo a 17, mentre viene confermata la raccomandazione underweight. Il rapporto prezzi/vendite rispetto ad ottobre è sceso dal 60% al 41%. A Piazza Affari il titolo perde il 2,0% a 14,12 euro.

Complice del calo il settore auto europeo che perde lo 0,64%. Il titolo del gruppo torinese è arrivato fino ad un minimo di 13,98, per poi registrare un recupero a 14,15. La banca d’affari statunitense non è intervenuta solo sulla Fiat ma ha infatti ridotto le stime su tutto il comparto a causa della crescente incertezza economica e dei dati poco brillanti sulle vendite.

Aumentano quindi i timori al Lingotto vista la mancanza di fondi per rilanciare lo stabilimento di Termini Imerese e la sospensione temporanea di quello di Pomigliano. In pericolo quindi la produzione di auto in Italia mentre quella all’estero, soprattutto in Polonia dovrebbe garantire in futuro maggiori risparmi.

I titoli medico/farmaceutici resistono alla crisi: acquisizioni in vista per Roche

Titoli medico farmaceutici preferiti in questa fase di crisi dei mercati? I titoli che soffrono di più dei cali delle borse sono senza dubbio quelli ciclici e quelli le cui aziende hanno una maggiore incidenza sul mercato statunitense ma una struttura di costi in euro. Come abbiamo più volte sottolineato i più penalizzati sono stati senza dubbio i titoli bancari , quali allora quelli su cui scommettere? I titoli per loro natura difensivi accusano sicuramente meno la situazione dei mercati mondiali, come quelli del settore alimentare e farmaceutico.

Non è da aspettarsi che l’andamento dei titoli medico/farmaceutici sia talmente in controtendenza da risultare brillante, ma hanno già dimostrato di avere una resistenza maggiore ai momenti difficili. Nell’ultimo mese il settore farmaceutico ha registrato una perdita complessiva del 3%; pur sempre una perdita ma di certo un risultato di gran lunga migliore degli altri comparti. La loro resistenza è dovuta al carattere anticiclico: come per gli alimentari, e forse, ancora di più, i farmaci sono una cosa di cui le persone avranno sempre bisogno e la cui domanda difficilmente potrà registrare bruschi cali.